De le stelle fisse

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            <title>Alessandro Piccolomini's Stelle fisse (1570): A Basic TEI Edition</title>
            <author>Galileo’s Library Digitization Project</author>
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                <orgName>the TEI Archiving, Publishing, and Access Service (TAPAS)</orgName>
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              <addrLine>Northeastern University</addrLine>
              <addrLine>Boston, MA 02115</addrLine>
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            <note>Based on the e-rara.ch copy at ETH Bibliothek Zürich.</note>
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               <title>DE LE STELLE FISSE LIBRO VNO. Dove di tutte le XLVII. Imagin celesti minutissimamente si tratta; &amp; non solo le Fauole loro ordinatamente si narra, ma ancora le Figure di ciascheduna n’apparon cosi manifeste, &amp; distintamente disposte, &amp; formate, come à punto per il Ciel si distendono: Et oltre à questo ci son tauole, con nuoua inuention fabricate, con le lor dichiarationi, cosi facili &amp; chiare, che per il mezo di quelle &amp; de le figure insiememente, potrà ciascheduno, con marauigliosa ageuolezza, in ogni tempo de l’anno, à qual si sia hora di notte, conoscere non solo le dette imagin nel Cielo, ma qual si voglia stella di quelle. CON PRIVILEGIO In Venetia, Per Gio. Varisco, &amp; Compagni. 1579.</title>
               <author>Piccolomini, Alessandro</author>
               <pubPlace>Venice</pubPlace>
               <publisher>Varisco, Giovanni</publisher>
               <date>1570</date>. 
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            <p>This TEI edition is part of a project to create accurate, machine-readable versions of books known to have been in the library of Galileo Galilei (1563-1642).</p>
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            <p>This work was chosen to maintain a balance in the corpus of works by Galileo, his opponents, and authors not usually studied in the history of science.</p>
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            <correction>
               <p>Lists of errata have not been incorporated into the text. Typos have not been corrected.</p>
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            <normalization>
               <p>The letters u and v, often interchangeable in early Italian books, are reproduced as found or as interpreted by the OCR algorithm. Punctuation has been maintained. The goal is an unedited late Renaissance text for study.</p>
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               <p>Hyphenation has been maintained unless it pertains to a line break (see "segmentation").</p>
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            <segmentation>
               <p>Word breaks across lines have been maintained for verses and titling, but not paragraphs. Words broken across pages appear on the page on which the first letters appear. Catch words are not included.</p>
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<pb n= "2 recto"/>
<lb/>ALLA NOBILISSIMA,
<lb/>ET BELLISSIMA MADONNA
<lb/>LAVDOMIA FORTEGVERRI
<lb/>Gentildonna Senese.
<lb/>Alessandro Piccolomini S.
<p>QVEL Dottissimo Hermete, che fra gli antichissimi Theologi de i primi tempi, cosi famoso &amp; illustre diuenne, che gli Egittij, chiamandolo Mercurio Termegisto, tre volte grandissimo lo nominauano, (Bellissima Madonna Laudomia) affermaua per cosa chiarissima, che tante fosser le imagini nel cielo stellato, quante son le specie de le cose mortali &amp; caduche, che dentro al Ciel de la Luna si nascondon racchiuse: &amp; tra le altre ragioni che à ciò lo moueuano, diceua che sendo il grande Iddio perfettissimo Architettore, non poteua se non hauer fatto questo mondo elementare à somiglianza del celeste &amp; sempiterno; &amp; conseguentemente facea mestieri, che quante fosser le specie de le cose corrotibili, tanti fusser parimente gli essempii di quelle, ò vogliam dir le Idee ne la parte celeste. onde ei teneua per certo, che non fosse, ò pietra alcuna ò pianta, ò qual si voglia vilissima cosa, che nel Ciel de le stelle, non hauesse appropriata imagine, &amp; specialmente al gouerno suo destinata: &amp; affermaua più oltre, &amp; parimente vna parte de i Pittagorici affermarono dipoi que sto medesimo, &amp; è, che in alcune specie piu perfette, gli indiuidui sieno in certo numero determinato, il quale non può crescerne diminuire; &amp; ciò piu indubitatamente affermauan de la specie humana, ne la quale solo 46560000 ouero 12960000 huomini si truouan del continuo; il qual numero sia fisso, ne possa mai mancare che se in alcuna parte de la terra accade ò guerra ò peste, ò altro simili dispergimento d’huomini; in altre parti si racquista il perduto, &amp; questo dicono esser necessario; peroche <pb n= "2 verso"/>l'anime sono in certo numero da Dio fabricate. onde se il numer de gli huomini punto variasse, saria mestieri, ò che qualche anima si stesse senza corpo, ouero alcun'huomo senza anima viuesse: le quai cose essi giudicano impossibili. Altri gran filolofi, dopo Mercurio, han detto che non tutte le specie han su in Cielo alcuni ordini di stelle, che habbian particolar dominio sopra di loro, ma solamente afferman questo di quelle specie quà giù fra noi, le quali sieno eterne &amp; incorruttibili; essendo che tutte le specie di questo mondo inferiore son sempiterne, anzi molte vengon mancando, &amp; altre n'appaion di nuouo di mano in mano; come ben ne rende la cagione Aristotile ne i suoi libri de gli animali, &amp; Auerroe ancora ne fa testimonianza ne l’ottauo de la Fisica. Queste tali opinioni, non accettaron poi gli Astrologi, che sequiron dopo; ma solamente in 48 imagini raccolsero tutte quelle stelle, che ne l'orbe stellato offeruaron, che fino à la sesta grandezza venisser mancando &amp; diminuendo, poca cura hauendo de l’altre che di tal sesta grandezza fosser minori; non solo per la lor quasi innumerabil moltitudine, &amp; difficillima osseruatione; ma ancora, però che essi &amp; per ragioni, &amp;  per lunghe esperienze stimaron che insensibil dominio &amp; breue possanza hauesser cosi piccole stelle, sopra de le cose inferiori. Solo adunque fra tanto numero di stelle, non più che 1022 considerandone, di quelle formarono &amp; figurarono le 48 imagini, come ho detto; de le quali la maggior parte nominaron dal nome di qualche animale; non per la somiglianza che han tai figure con i detti animali: (come vogliono alcuni) perche non è dubio, che non è tanta la somiglianza che han con quegli, che la non si potesse addatrar parimente à molte altre cose: ne ancor lo feron, perche il dominio che han sopra de le cose, mortali sia conforme (secondo che stimano alcuni altri) a la natura di quegli stessi animali, dal nome de i quali le son nominate; essendo che non tutte quelle imagini han cotal nome; ne anco per le osseruationi si truoua, che il dominio loro sia sempre corrispondente à la detta natura, Dunque diremo, che non per altra cagione furon le dette imagini da quei primi Astrologi cosi nominate, se non per render chiara &amp; sempiterna in tal modo la virtù di alcuni illustrissimi mortali, &amp; grandi Heroi, ò Semidei che ci vogliam dire; come si vede chiaramente. però che per altro non è in Cielo, Cassiopea, ne il cauallo Alato, se non per render con essi eterna la fama di Perseo; ne per altro il Leone, che per far uiuer in perpetuo la memoria de la virtù di Hercole, &amp; cosi de gli altri parimente. <pb n= "3 recto"/>Et si tien per certo, che se l'Imperio di Roma sopra di tutto il mondo fusse durato per fino à i tempi nostri, si come era nel tempo di Ottauiano &amp; di Tiberio, hoggi spenti sarieno gli antichi nomi de le imagini celesti, &amp; in vece di quegli sarien nominate da la virtù di molti inuitti Romani cosi huomini come donne. Et già nel tempo di Iulio Cesare, se ne vidde segno manifesto, però che ei fu dopo la morte sua fra l’altre stelle nel cielo collocato. Et non è dubio alcuno, che se la fortuna facesse per qualche via, suscitare hoggi in Italia, con le scientie insieme, l’Imperio ancora sopra del mondo, si vedriano in poco tempo salire in cielo, &amp; prender luogo fra le stelle, molte persone quasi immortali che sono hoggi in Italia, &amp; principalmente in Toscana, fra le quali alcune nobilissime &amp; gran donne di Siena, sò che di lungi vi trouarebbono il luogo loro; &amp; V. S. massimamente, a quale saria meritamente riseruato in luogo di Venere, anzi del Sole istesso, rettore, &amp; gouernatore di tutti gli altri corpi che splendon nel cielo, il qual seco il giorno ne porta, &amp; la notte lascia partendosi; si come V. S. parimente con la presentia sua fino à l'aere istesso rende lieto &amp; sereno d’ogni intorno, &amp; per il contrario tenebroso &amp; infeIice, sendo lontana. ha possanza ella con la vertù de la vista sua riscaldar quanto si voglia aggiacciato core, &amp; produrre in quanto si sia rozo animo &amp; vile, ardentissimo desio di gloria &amp; d’honore, si come medesimamente il Sole co i raggi suoi riscalda &amp; concorre à la produttione di tutte le cose viuenti. Ma lasciando questo da parte, dico che non più che 48 immagini poser nel cielo gli Astrologi de i primi tempi: &amp; a lor si sono accostati quegli che dopo venuti sono, dal giudicio de i quali non è punto lungi, quanto in questo libro ho trattato: il quale supplico la S. V. si degni di legger con lieta fronte, &amp; ricordarsi intanto che io continuamente desidero che la mi comandi. Stia Sana &amp; felice. Da la villa di Valzanzibio villa del Padouano el dì 29. d’Agosto, nel 39.</p>
<pb n= "3 verso"/>
<lb/>MADONNA
<lb/>LAVDOMIA FORTEGVERRI
<lb/>GENTILDONNA SENESE;
<lb/>Alessandro Piccolomini.	
<lb/>GLI alti trofei de i primi illustri Heroi;
<lb/> Di cui s'intesse il lembo, e’l manto indora
<lb/>La Notte sì, ch'indi depende ogn’hora. 
<lb/>Fuor che’l nostro voler, quant'è frà noi; 
<lb/>Scriuo Donna gentil; per ardir poi
<lb/>Scriuer de’ vostri lumi; ond'appar fuora, 
<lb/>Chiaro splendor, che fin’all’alme ancora, 
<lb/>Vince con la virtù de' lampi suoi.
<lb/>Lumi del nostro ciel; beate, &amp; care 
<lb/>Luci : cosi fortuna i raggi vostri 
<lb/>Dopo il lungo eclissar, ne scopra vn giorno; 
<lb/>Come sper’io con via piu chiari inchiostri 
<lb/>Dir l'ardente virtù, ch’in voi traspare;
<lb/>Con cui scaldate ogn’hor l’alme d’attorno.
<pb n= "4 recto"/>
<lb/>DE LE STELLE FISSE 
<lb/>LIBRO VNO,
<lb/>Alla nobilissima &amp; bellisima Madonna Laudomia Forteguerri.
<lb/>Intention de l’Autore in questo Libro.
<p>L’INTENTION mia in questo libro de le stelle, (Belissima Madonna Laudomia,) è di usare ogni ingegno, &amp; ogni diligentia, che per me si può, in far che voi potiate con marauigliosa agueloezza hauer chiara notitia di tutte le 48 imagini stellate: le quali depingono, e rendono cosi bello &amp; adorno l’ottauo Cielo come noi ce lo veggiamo: Et oltra ciò, sappiate ogni volta che vi vien bene appartatamente distinguere l’una da l’altra: e non solo non vi sia nascosto il nome di ciascheduna di queste imagini, ma ne ancora la ragione perche cosi si domandino, &amp; le fauole integramente, da le quali esse dependino: e tutto secondo le opininni de’ più approvati scrittori, e più famosi poeti. Et oltre à questo, in ciaschedun tempo de l’anno, &amp; in qual si voglia hora di notte, che meglio vi mette, possiate senza fatica nissuna chiaramente conoscere in qual parte del Cielo si truoui qual si voglia imagine celeste, e di quante stelle ò di maggiore, ò di minor grandezza ella sia splendente, &amp; adorna: &amp; in che figura, e forma per il Cielo si distenda.</p>
<p>Questa dunque che io v ho detto è integramenta la intention mia in questo libro, e per più facilmente essequirla ho tenuto quest’ordine.</p>
<lb/>Del modo del procedere in detto libro.
<p>LA prima cosa incominciandomi da la parte settentrionale, anzi dal polo Artico istesso, di tutte le 48 imagini stellate, de l’una distintamente da l’altra ho preso à trattare, ponendo prima il nome de l’immagine, secondo l’opinione de’ più fedeli scrittori, &amp; insiememente la fauola intera, che intorno à tal nome fa mestieri. Et appresso à questo ho posto il numero de le stelle che ne l’imagine si contengono, secondo il parer di Tolomeo, cosi de le stelle de la prima grandezza, come de la seconda, e de l’altre grandezze di mano in mano, essendo che gia sapete, per quel che si è detto nel libro de la Sfera del mondo, che in sei differenti grandezze han considerate e distinte le stelle gl’Astrologi. E nel porre il nome di tali, <pb n= "4 verso"/>stelle, ho parimente detto in qual parte de la imagin ciascheduna di quella stia collocata, come sarebbe ò nel petto, ò nel braccio, ò nella testa, ò dou'elle sieno.E fatto'questo tutto quel poiche di tal numero ho con parole esplicato, ho ancor parimente ridutto in figura distinguendo giustissimamente le stelle, ò vicine tra loro, ò lontane, ò verso Austro, ò verso Settentrione. si come quelle figuran la detta imagine nel Cielo, facendole e dipingendole quiui ò maggiori, ò minori: secondo che di varie grandezze si trouano come v’ho detto. Et perche si possa conoscere la distantia de l'vna da l’altra; ho posto sotto à la detta figura la misura de i gradi, proportionata appartatamente, e propriamente à la distantia de le stelle che sono ne l’imagine. Questo dico, perche vna medesima misura non potria seruire à ciascheduna imagine: però che per la breuità de la carta, in cui tai figure descriuer si deuono, non si potria accrescere, e distendere le distantie, secondo che le imagini son più ò meno largamente distese per il cielo, come meglio m'intenderete ne l’essempio, che io per piu chiarezza di quel che io dico, vi addurrò poco di sotto. Basta che ne la figura di ciascheduna imagine trouarete la misura de’gradi à quella proportionata, secondo la quale giustamente potrete misurare ogni distantia che n’occorra in dette figure. Hauete gia dunque in tal maniera notitia del nome prima de le imagini dette, e del numero e grandezza de le stelle che le formano, e le figure poi parimente di quelle: onde altro non resta, se non sapere in che parte del cielo tai figure si ritrouino in ogni tempo de l’anno; e per far ciò manifesto ho ordinato per causar manco confusione 48 tauole, ad ogni imagine la sua, per le quali con breuissima fatica si può sapere in ogni tempo de l’anno; et in qual si voglia hora di notte, quanti gradi quelle stelle, che noi cercaremo, si trouin lontane dal nostro zenith, nel circolo de l’altezza, &amp; à quanti gradi de l’orizonte ò vicino ad Austro, ouero à Settentrione, il detto circolo de l’altezza venga à toccare l’orizonte: i quali due numeri di gradi, poi con l’aiuto dell’istrumento che nel libro de la Sfera del mondo si è insegnato à fabricare, subito ne mostran le dette stelle nel Cielo; come meglio, e quanto à l’vso de le tauole, &amp; quanto à l’vso de l’istrument0 trattaremo poco di sotto, quando porremo l’essempio di quanto fin quì n’habbiam detto.</p>
<lb/>De l’ordine di quel che si dee trattare nel libro de le stelle, alquanto più particolarmente.
<p>PEr piu aperta intelligentia di quel che ho detto fin quì appartenente al modo, et à l’ordine che ho tenuto intorno à la mia prima intentione in questo libro, che è trattar de le stelle; voglio alquanto in ciò più distendermi; prendendo come per essempio vna de le dette 48 imagini celesti, accioche quanto io dimostro in quella de l'ordine, che ho osseruato in trattar di tal materia si habbia parimente da intendere di tutte l’altre. Dico adunque, che volendo io in questo libro darui piena notitia di quanto si ha da desiderare intorno (poniam caso) à quella imagine celeste, ò costellatione che noi ci vogliam dire, la quale è detta Cassiopea; la prima <pb n= "5 recto"/>cosa io vi ho resa la cagione, per cui tal costellatione sia cosi nominata, raccontando per questo integramente tutta quella fauola, che io piu giudicai che facesse al proposito suo: non mi partendo però mai da l’opinione de i piu approuati scrittori. Et quantunque in alcune costellationi io habbia posto quasi necessitato diuerso opinioni le piu fedeli, e le piu famose; nondimeno ne la maggior parte mi sono sforzato d’appigliarmi ad vna sola, la piu verisimile, e da i piu dotti seguita. Dopo questo io ho posto il numero de le stelle, secondo la grandezza di ciascheduna, le quali la detta imagine di Cassiopea figuran nel Cielo, che in essa son 13 à punto. Hor quì hauete da sapere, che io non ho voluto, posto che io ho il numero de le stelle, che ferman la detta Cassiopea, ò qual si sia altra imagine, non ho voluto dico trattar poi distintamente di ciascheduna di quelle: e la ragion è, che volendo io porui dinanzi à gli occhi disegnate e disposte nel libro le dette figure nel modo, che suso in Ciel si ritrouano; giudicai che si gran numero di stelle, e di diuerse grandezze, fusse per fare per la breuità de la carta, alquanto di confusione, anzi che nò. Onde di tali inconuenienti stimai che fusse meglio d’appigliarmi al minore:  considerando che il meglio fusse lasciar in dietro le stelle minori, cha son de la quinta e de la sesta grandezza; per essere di poca importantia, e fare ò piu ò men chiare le figure de le dette costellationi; e disegnare in carta le figure piu distinte, e meno intrigate e confuse; con quelle stelle solo, che fino à la quarta grandezza considerate son piu lucide e chiare. Le stelle dunque, che minutamente in questo libro si considerano, &amp; in carta figurate si pongono, son solo de la prima, seconda, terza, e quarta grandezza: e ne le figure stesse in quattro modi diuersi depinte si veggono, secondo che quattro son le grandezze, che in esse si considerano. Tornando dunque a proposito dico, che hauendo io posto in Cassiopea il numero de le sue stelle, che 13 sono in tutto: leuando poi quel le de la quinta &amp; sesta grandezza; solamente di otto; che ne restano, so mentione particolare: dicendo minutamente doue ciascheduna di quelle sia collocata, ò ne la spalla, ò ne la testa, ò nel piede, ò doue in altra parte si sieno: &amp; indi le riduco, e dipingo in figura secondo la distinta grandezza di ciascheduna. Et accioche si possa conoscere in che modo sù in Cielo sia situata e disposta, rispetto al nostro polo, ne la medesima figura ho posto da che parte venga il polo, rispetto à la qual parte son giustamente situate e figurate ne la carta. E questo ho fatto, acciò ehe potiate meglio accommodar la figura à l'imagine in cielo: ponendo &amp; immaginando verso il polo quella parte de la figura che è piu polare; per il contrario, piu verso Austro quella, che piu dal polo è lontana, disponendo la detta figura secondo il sito, che se le conuiene. E per piu ageuolar questo medesimo; ho ancor ne la figura posto da che parte, secondo il mouimento del primo mobile, quelle stelle si muouino, ò da la destra, ò da la sinistra vostra, hauendo voi la figura ne le mani. E questo è stato assai necessario, per poter subito imaginare il sito di dette stelle, che tal imagin forman nel Cielo. Et accioche potiate senza fatica <pb n= "5 verso"/>alcuna, saper la distantia di ciascheduna di quelle stelle tra loro; ho potestà sotto la figura la misura de i gradi, proportionata à la distantia de le stelle, che quiui figurate si trouano. onde, se vorrete sapere quanto vna de le stelle che sono in Cassiopea. poniam caso, quella ch’ella ha ne le reni, sia distante da vn’altra, come saria da quella ch'ella ha ne la testa; considerate quanti gradi de la misura quiui posta entran tra l'vna e l'altra. Et hauete d’auertire, che vna medesima misura non può seruire à tutte l'imagini; anzi ciascheduna ha dibisogno di misura à se proportionata: e la ragion è, che per la breuità de la carta in cui le figure de l'imagini si descriueno, non potria alcuna quantità di gradi non auanzar di l'vnghezza in alcune figure lo spatio de la carta in cui si depingono; poniam caso, sarà alcuna imagine come saria il triangolo, nel quale non sara stella, che sia per piu che per 8 gradi da l'altra lontana: in tal figura adunque, bastarà  che’l grado sia tal di lunghezza, che possa quiui otto volte esser tolto tra stella e stella. Dunque, in alcun’altra imagine, doue sieno stelle, per 40 gradi, ò piu tra lor lontane, non potrà  quella medesima grandezza d’vn grado seruir parimente: perciò che s’egli si pigliasse 40 volte, di lungi vsciria fuor de la carta, in cui tal figura fusse descritta. Onde fa di mestieri ouero quella medesima misura che era prima d’vn grado, destinarla à due gradi, ò à tre, o ueramente far nuoua misura di gradi, secondo che se le conuiene. A proposito dunque tornando dico, che hauendo voi gia saputo come sia disposta e figurata nel Cielo la imagin di Cassiopea, resta che vi sia poi manifesto in che parte del Cielo tai imagin si truoui, in ciaschedun tempo de l'anno, &amp; in qual si voglia hora di notte, secondo che piu vi agrada . E per dechiararui questo, ho imaginato per manco confusione, e piu breuità, in ciascheduna imagine vna tauola non punto intrigata, anzi ageuolissima, e chiara.</p>
<p>	Prenderete dunque tra le stelle di Cassiopea (poi che di Cassiopea habbiam tolto l’essempio) vna di quelle che son segnate per vna de i tre caratteri de l’alfabetto, che sono a.b.c. poniam caso la stella ch’ella ha ne le reni con, e essa, secondo il mese nel qual vi trouarete, &amp; l'hora de la notte che piu vi agrada, entrarete ne la sua tauola: &amp; in essa, à l'incontro del mese detto, e dell'hora, trouarete vna casetta, doue son due numeri: l'vno de i quali, che disopra è, denota la distantia di tale stella dal vostro zenith nel circolo de l'altezza: &amp; l'altro numero, che di sotto è disegna in che parte tocchi l'Orizonte il circol detto de l'altezza. Peroche se voi sapeste solamente la distantia d’vna stella dal zenith, stareste in dubio in che par te voi vi haueste da volgere de l'Orizonte, per imaginar il circolo de l'altezza. Adunque, hauendo voi questi due numeri di gradi, con l'aiuto poi de lo stromento gia fabricato nel libro de la Sfera del Mondo; trouarete a ponto la stella detta nel Cielo senza vn sensibil errore. Saputa questa, potrete nel medesimo modo cercare vna de l'altre stelle de la detta Cassiopea, segnata pur per vn de i tre carratteri. a.b.c. poniam caso quella, che le stà nel ginocchio, e dopo questa vn’altra: tal che sapendone voi gia tre, facil cosa vi fia poi, tutte l'altre conoscere, <pb n= "6 recto"/>formando con l’aiuto di quelle in Cielo, quella figura che nel libro vedrete, accommodando la parte verso il polo, secondo il sito suo, e l'altre parti parimente, e considerando ill mouimento verso che parte sia, come di sopra v’ho detto: e con la misura, che quiuui sia posta, misurando la distanza da l’altre, talche con marauigliosa ageuolezza tutta la imagin vi sia manifesta.</p>
<p>	Ne vi marauigliate che io habbio con breuità fatto mentione de le Tauole, che io v'ho dette, e de lo istrumento medesimamente; peroche quanto appartiene al praticare et vsar cosi le tauole, come anchor lo stromento, vi ho da dichiarare à bastanza quì di sotto. E questo è quanto mi occorre dirai intorno à l'ordine &amp; la via, che ho osseruata in trattar di Cassiopea: accioche per questa voi potiate il medesimo comprender da tutte l'altre imagini celesti, per esser il medesimo ordine, e la medesimo regola in tutte osseruata: auertendoui però, che voi non vi marauigliaste, che nel dirui il modo disopra del dispor le figure secondo’l sito rispetto al nostro polo, che se le conuiene, io non vi mostri parimente il modò di saper quale in Cielo sia il nostro polo; peroche questo lo so presupponendo che voi gia (per quel che si dice nel quarto libro de la Sfera del mondo, quando tratto de la linea meridiana, e del vso de l’istrumento quiui fabricato) potiate conoscer benissimo in che parte del Cielo sia il polo nostro: peroche gia v'ho detto, che è nel circolo meridiano, sopra la Terra 42 gradi e mezo verso quella parte, doue mandiamo l'ombre solari, sul mezo giorno.</p>
<lb/>De l’uso, ouer modo del praticare le tauole, che nel libro de le stelle si contengono.
<p>LA prima cosa hauete da sapere intorno à queste che le tauole che io ha fatte, non scruono a tutte le stelle, le quali io dispongo, e disegno ne la figura di ciascheduna imagin celeste; ma in qual si voglia imagine, io ho tolte tre stelle le principali, e di maggior chiarezza, e piu famose, e per quelle solamente ho composte le tauole: e questo ho fatto, peroche se io hauesse voluto porre in dette tauole tutte le stelle, de le quali fo mentione; saria stata l’opera troppo lunga, &amp; assai fastidiosa, e parimente superflua: essendo che per hauer la notitia d’vna imagin celeste, in che luogo del Ciel la si troui, di lungi ne puo bastare in conoscere in Cielo tre de le stelle che la figurano: peroche sapendo le dette tre, facilmente poi si puo comprendere e conoscere l’altre, hauendo dinanzi la figura de l'imagine disegnata nel libro, &amp; insiememente la misura, secondo la quale senza fatica alcuna si puo misurando e considerando hauer perfetta notitia di tutte l’altre stelle, che forman la detta imagin nel Cielo. Adunque per piu breuità, e per fuggire il superfluo per tre sole stelle in ciascheduna celeste costellatione ho formate e disposte le tauole, le quali haurete da vsare, e praticare ne la maniera, che io vi dirò, dopo che io vi harò dichiarato l'ordin di quelle, e la loro dispositione &amp; è questa. <pb n= "6 verso"/>Primamente per la lunghezza del foglio trouarete quindeci linei, le quali chiuggono intrà di loro 24 spatij: nel primo de i quali saran segnate le calende de i mesi, cominciando da Maggio, e seguendo di mano in mano. Nel secondo spatio saran per ciaschedun mese notate le tre stelle principali di quella imagine, per la quale la tauola è fatta: le quai tre stelle con i caratteri de l'alfabetto .a.b.c. saran disegnate, peroche co i medesimi caratteri son parimente notate nel luogo doue de le stelle di quella tal imagine si fa mentione. Il terzo spatio serue à le case, ne le quali saran notati gradi, cosi del circolo de l’altezza, come ancora de l'orizonte ne la prima hora di notte. Il quarto spatio serue à i detti gradi medesimamente, ne la seconda hora di notte. Il quinto à i medesimi gradi, ne la terza hora, e cosi di mano in mano fina à l'hora 12. si come di tutto questo si vede al capo de i detti spatij scritto e notato.</p>
<p>   Per la larghezza poi nel foglio trouarete ad ogni mese correspondenti tre spatij, vno per ciascheduna de le tre stelle dette: ne i quali spatij il numero di sopra contiene i gradi del circolo de l'altezza, e l'altro numero i gradi de l'orizonte: co i quali gradi de l'orizonte trouarete due caratteri de l'alfabeto, che vi disegnaranno in qual quarta de l'orizonte s'habbin da intender quei secondi gradi, che quiui harete tronati: peroche gia sapete che l’orizonte si diuide in quattro quarte principali, l' vna e tra Leuante e Settentrione, la qual disegnaremo per questi due caratteri. s.l. La seconda quarta, tra Settentrione e Ponente, denotata per s.p. L’altra tra ponente &amp; Austro, segnata per a.p.e l'ultima tra Austro e Leuante, intesa per a.l. E brevemente per a. intendo Austro, per l. Leuante, per p. Ponente, e per s. Settentrione. Adunque in queste tauole altro non harete, se non due numeri di gradi: l'un del circolo de l'altezza, e l'altro de l'orizonte, in che mese &amp; hora che piu vi piace: i quali numeri, con l'aiuto de l’istrumento, di cui parlaremo quì di sotto, vi daranno à punto il luogo nel Cielo di quella Stella, che cercarete. Et accioche meglio intendiate, quanto v’ho detto, ve ne darò vn'essempio.</p>
<lb/>Essempio del modo de l’vfar le tauole.
<p>POniam caso che voi il primo d'Agosto, ad hore due di notte vogliate conoscere in Cielo la imagine de lo Scorpione: primamente adunque cercarete in quella parte del libro, doue si tratta de lo Scorpione, &amp; à i piedi de la sua fauola trouarete non solo il numero de le sue stelle per fino à la quarta grandezza; ma ancora doue ciascheduna in esso sia situata. poniam caso, ò ne la fronte, ò ne la coda, ò dou'ella sia: quiui tra tutte vedrete che le tre principali son notate con le tre lettere de l'alfabeto .a.b.c. che sono il core, il principio de la coda, e l'estremità de la coda. prenderete dunque in prima vna di queste; e sia per caso il core, che per a. è notato: e con essa entrarete ne la sua tauola, e nel primo spatio per il lungo, trouarete <pb n= "7 recto"/>il mese d'Agosto, cercarcete il carattere .a. nel secondo spatio. e trouatolo, andando poi per la larghezza, fino al quarto spatio, verso la man destra, il quale spatio è disegnato per la seconda hora di notte, come si vede in fronte de la tauola, che vi è posto il numero de l'hore; in tal luogo vedrete la casetta, ne la quale saran due numeri: il primo superiore, che vi mostrarà 75 gradi del circolo de l'altezza, che è la distanza di tale Stella del core dal zenith: e ne l’altro inferiore trouarete 34 gradi con i due caratteri .a.p. che denotano che il detto 34 grado de l'orizonte è ne la quarta tra Ponente &amp; Austro, cioè che il detto circolo de l’altezza toccarà l'orizonte 34 gradi lontan da Austro. Adunque harete due numeri, i quali per il mezo de l’istrumento detto, vi mostreranno à punto in Cielo il luogo del detto core de lo Scorpione. &amp; in qual modo harete da seruirui de l’istrumento perfar questo; vi dirò poco di sotto: percioche solo fin quì v'ho detto quanto m'occorre, per mostrarui l'uso de le tauole. Conosciuto dunque in Cielo il core de lo Scorpione reintrarete ne la tauola detta con la seconda Stella designata per b. &amp; è li principio de la coda; e per il medesimo ordine detto di sopra trouarete i due numeri di gradi ad essa appartenenti. Hauuta poi la notitia di questa, entrarete vltimamente ne la tauola con la terza Stella intesa per c. &amp; è l'estremità de la coda, e parimente secondo la medesima via harete di essa notitia, per la qual cosa vi saran manifeste nel ciclo tre stelle de lo Scorpione per il mezo de le quali potrete tutta la sua imagin conoscere, peroche guardando voi la figura che harete ne le mani de la sua imagine, la quale io disegno, e figuro in carta nel luogo suo: e disponendo le parti di quella, come se le conuiene, ò verso il polo, ò lontano, come v’ho detto di sopra, e considerando il mouimento suo secondo che qniui notato trouarete, e finalmente misurando con la misura de i gradi, che quiui proportionata vi pongo, senza fatica alcuna tutta la figura de lo Scorpione vi sarà manifesta. &amp; il medesimo dico de l’altre imagini del Cielo stellato.</p>
<lb/>Del’vso ouer modo di pratticar lo istromento necessario à la notitia de le stelle.
<p>PEr piu commodità ho pensato che sia bene descriuerui, e figuraui quì di nuouo la medesima figura de lo istromento, che vi ho designata nel quarto libro de la Sfera del Mondo: ne la qual gia sapete, che douendosi vsar lo istrumento in piano, il punto .s. dimostra Settentrione .p. Ponente .a. Austro, &amp; .l. Leuante: e douendosi vfar sospeso, e leuato da Terra; il punto  .s. disegna il zenith, &amp; .l. &amp; .p. dimostrano l'orizonte. come à bastanza intorno à questo vi ho detto nel luogo suo. Onde solo di nuouo hauete da sapere, che vi fa di mestieri hauer due di que sti istrumenti: percioche in vn medesimo tempo sarà necessario vsarlo &amp; in piano, e sospeso: come meglio quì di sotto intenderete.</p>
<pb n= "7 verso"/>
<lb/>   Questa è la form a de lo istrumento.
<p>   Dico adunque che hauendo voi ne la tauola de la Stella, che cercate, trouati due numeri: l’vno de i gradi del circolo de l’altezza: e l'altro de i gradi de l’Orizonte; fa dibisogno che disposto che harete lo istrumento in piano, in modo che la linea .s. a. venga per il dritto de la linea meridiana, la qual gia sapete, douiate volger la tauoletta doue sono i due perforati, per fin che la mostri con l’acutezza sua il numero de i gradi, i quali hauete de l orizonte, e quiui fermarla. e ciò deue esser in quella quarta de l’orizonte denotata per i due caratteri trouati pur ne la tauola, sotto il detto numero inferiore. Trouato questo fa di mistieri sospender l’altro istrumento al dritto de la tauoletta de’due perforati del primo istrumento, che mostraua i gradi de l’orizonte, come ho gia detto, e poi volger la tauoletta de i due perforati del <pb n= "8 recto"/>detto secondo istrumento, fin che la mostri con la sua acutezza il numer de i gradi che hauete gia del circolo de l'altezza, allhor fermandola, e posto l’occhio destro al perforato di sotto, vedrete per il perforato di sopra la Stella che cercate. Et accioche più manifesto vi sia quanto v’ho detto, ve ne darò vn essempio; poniam caso che voi vogliate vedere il core de lo Scorpione, ne le calende d'Agosto, su l’hore due di notte; voi gia per la tauola hauete trouato, per il modo, che di sopra v'ho detto due numeri di gradi, l'vno 75 nel circolo de l’altezza, e l'altro 34 de l’orizonte, insieme con i caratteri .a.p. posto dunque; il primo istrumento in piano nel modo, che io v’ho insegnato, quando disopra si trattò di tal maniera nel quarto libro de la Sfera del Mondo; Volgerete la tauoletta de i due perforati, denotata ne la figura de lo istrumento per o.x. per fin che ne la quarta che è tra’l punto .a. &amp; il punto p. cioè tra Austro e Ponente, la vi mostri con la sua acutezza il numero de i 34 gradi, e quiui fermatela. E di poi preso il secondo istrumento, quello sospenderete, ponendolo per il dritto à punto de la linea, che è nel mezo per la longhezza de la tauoletta de gli due perforati del primo istrumento, e volgendo poi la tauoletta de i due perforati del secondo istrumento alzandola, ouero abbassandola per fino che la vi mostri con la sua acutezza nel circol de l'altezza, cioè nel circol de l'istrumeto, il numero 75 gradi trouati già ne la tauola: e quiui allhora fermatola, posto l’occho destro nel perforato di sotto vedrete per il perforato di sopra il core de lo Scorpione, che voi cercauate, &amp; hauete d’auertire, che sempre quel perforato de la tauoletta del sospeso istrumento deue esser di sopra, il quale è in verso la quarta del primo istrumento la qual quarta si disegna per le due carattere, come v'ho detto, che nel caso nostro erano a.p. cioè la quarta tra Austro, e Ponente.</p>
<lb/>Di alcune cose che si deuono auertire nel detto libro de le stelle.
<p>PRimamente hauete à sapere (si come anchora v’ho accennato di sopra) che non tutte le stelle che figuran le imagini celesti, ho poste ne le lor figure; peroche in alcuna imagine, per esseruene gran moltitudine, harian forse fatto qualche confusione, per la breuità de lo spacio de la carta, in cui figurar si deuono. Ho adunque lasciate indietro quelle de la quinta, e de la sesta grandezza, &amp; alcune de la quarta manco famose. e tanto piu arditamente l'ho fatto, quanto che à la mia prima intentione questo non porge molto impedimento: essendo che altro non cerco in questo libro, se non che voi cognosciate su in Cielo ciascheduna de le 48 imagini stellate; non con quella minutezza che si ricercarla à i piu curiosi Astrologi inuolti continuamente in quella parte d'Astrologia, che chiaman iudiciaria ma al quanto più in vniuersale; à che di lungi son bastanti le stelle fino à la quarta grandezza. Et oltre à questo, à ciò ma spinto ancora, che quando alcun pur volesse la cosa più minutamente sapere, può con quello istesso ordine, che ho osseruato io in questo libro; far il medesimo de l’altre stelle, che ne restano in dietro. però quanto à questo mi basta di hauer lor mostrata la via. <pb n= "8 verso"/></p>
<p>  Voglio che sapiate ancora che queste stelle, che io v'ho detto, piu principali, e piu chiare, che io considero fino à la quarta grandezza; tutte ho notate à i piedi de le tauole di qual si voglia imagine. ho notato dico, ciascheduna con vna lettera de lo alfabeto: e quest' ho fatto, accioche poi ne le figure le riconosciate, e sappiate distinguere l'vna da l'altra. poniam caso, quella che sarà ne la testa , da quella che sarà nel braccio, e cosi de l’altre parimente. Ben è vero che poi ne le figure ho posto molte volte alcune stelle piu, le quali à i piedi de le tauole non ho numerate: e conseguentemente tali stelle non son notate con lettera d’alfabetto: e questo ho fatto perche per la breuità de la carta, tanta moltitudine di caratteri de l'alfabeto farebbe in molte figure non poca confusione: ma ho auertito di far questo in quelle stelle, le quali facilmente possa considerarsi in che parte sieno de l'imagine, per la vicinanza di alcune altre con il caratter notate: come il tutto benissimo comprenderete, senza che io piu in ciò mi distenda. Ancora non ho voluto come fa Iginione le dette figure dipingere i membri di quegli animali, che i Poeti han finto esser nel Cielo: perche ancora che ciò facesse al quanto di vaghezza à l’occhio; nondimeno offuscarebbe ancor parimente le stelle, o farebbe non poca confusione: &amp; io ho piu tosto voluto hauer riguardo à la chiarezza de la figura, che à la vaghezza de l’occhio; essendo il mio primo intento, mostrar quelle figure piu distintamente ch’io posso, e nel modo che le sono, sendo elle sol di stelle adornate senza braccia ne piedi, come ciaschedun puo vedere.</p>
<p>   Dipoi, di quelle stelle ancora, le quai io dispongo in figura (che gia v’ho detto, che non passan la quarta grandezza) io parimente non ho fatte le tauole per ciascheduna: prima perche io vedeuo, che volendo far questo saria moltiplicato il volume di sorte che haria generato piu tosto fastidio che altrimenti. Dipoi io conosceua molto bene, che per la notitia d’vna imagine in Cielo, assai eran bastanti tre stelle le principali: però che sapendo quelle tre, &amp; dipoi considerando la figura disegnata nel libro, &amp; adattandola in Cielo, e trouandola corrispondente, ageuolmente veniua à manifestare integramente la imagine ancora, e massimamente con l’aiuto de la misura, la quale ho posto in ciascheduna figura à quella proportionata, come disopra vi ho notato à bastanza. adunque per tre stelle solamente, le piu famose di ciascheduna imagine, son composte le tauole come v’ho detto.</p>
<p>     Hauete ancora d’auertire, che in ciascheduna figura ho posto, e notato quella parte, che è verso’l polo nostro, et insieme ho notato e da i piedi, e dal capo de la figura in che parte la imagin si muoua per il mouimento del primo mobile, e non ho fatto questo, dicendo da la destra parte verso la sinistra, ouero per il contrario: peroche per il diuerso vostro situarui, rispetto al Cielo, &amp; ancora per il diuerso sito che potrebbe hauer tal imagine in Cielo, rispetto al zenith vostro, potrebbe spesso questo ingannarui: &amp; vna medesima parte de la imagine esserui quando destra, e quando sinistra: però io in vece di dire da la destra inuerso la sinistra, ò per il contrario; ho notata quella parte, donde l'imagin mouendo si parte, con questa parola DONDE.e quell’altra parte verso la quale ella si muoue, ho nominato VERSO DOVE. <pb n= "9 recto"/>e da questo non può nascere errore. Adunque voi potete adattare la figura su in Cielo, e considerare che parte sia verso'l polo, e qual parte da quel lontana, e da che parte, è verso che parte si muouin quelle stelle, che quiui si truouatio; e con la misura che quiui trouarete misurare, e distinguer le distantie tra l’vna e l'altra: auertendoui però che quella misura che quiui si truoua, non serue a misurar la distanza de le stelle dal polo; peroche il polo da molte imagini è distante per più che per 90 gradi: &amp; anchora perche io ne la figura non ho posto il polo: ma solamente notato verso che parte egli venga.</p>
<p>   E da notar parimente, che doue ne le casette, che son ne le tauole, trouarete segnato zero: dimostra se ciò è nel circol de l’altezza, cioè nel luogo del numero superiore, che quella tale Stella non è punto per alcun grado distante dal zenith, anzi è nel zenith stesso, e se il zero sarà nel luogo del numero inferiore appropriato al circol de l'orizonte, denota che il circolo de l’altezza tocca l’orizante non in alcuna de le quattro quarte; ma, in vno de i due detti punti principali de l’orizonte, secondo il carattere che sotto solo gli sarà posto; che sarà ouer .a. ouero .s. cioè il punto d’Austro ouer di Settentrione: peroche in quel caso non occorre poruene due, essendo allhora il circolo de l’altezza fatto vn medesimo col meridiano; come per voi stessa potete considerar facilmente.</p>
<p>   Oltre a quello voglio che sapiate, che quando trouarete ne le tauole alcuna de le dette casette vote e di numeri, e di zero; ciò vi dimostra che in quella hora la Stella che cercate veder non si può: peroche gli è impedita la luce sua da i raggi del Sole, che ò vicino l’orizonte, ouer sopra la Terra si truoua, e questo accaderà molte volte: perche le tauole son fatte per fino a le 12 hore, dopo il tramontar del Sole; accioche possino seruire ad ogni mese de l'anno, si come si vede in fronte di quelle: e molti mesi sono, ne i quali auanti a le 12 hore si leua il Sole sopra la terra è conseguentemente con lo splendor suo fa sparir la luce de l'altre stelle. Basta dunque che le case vote mostran che le stelle a le quali le corrispondano; per il detto impedimento veder non si possano. E se trouarete ne le dette casette notato, e scritto sotto l’orizonte vi dimostrarà che in quel punto quella stella non si troua sopra il vostro orizonte, e conseguentemente veder non la possiate.</p>
<p>   Dubitarete forse, che essendo alcun mese nel quale la notte si stende nel clima nostro per fino a le 15 hore e più: &amp; in alcuni altri mesi fino a le 14 &amp; a le 13 prima che la luce del Sole habbia forza auicinandosi a l’orizonte, di spegnere il lume de l’altre stelle; parea per questo ragioneuole, che in tali mesi deuessen le tauole esser fatte per più hore, che per 12. A questo vi rispondo, che quel che mi ha mosso a non curami di questo: è nato da due cagioni principali: l’vna è, perche volendo io hauer rispetto particularmente ad ogni hora di qualunque mese, mi bisognaua far per ciuschedun mese vna tauola appartata: &amp; cosi veniua a moltiplicarsi l’opera, per dodici, quasi che indarno. onde molto meglio mi è parso di voler fuggire il fastidio, e la confusioue, che harebbe fatto vna tal moltiplicatione <pb n= "9 verso"/>di tauole; che hauer rispetto à due ò tre hore, in due ò tre mesi di tutto l’anno. L’altra causa, che à far questo m'ha dato ardire, è che hauendo io fatto questa operetta, principalmente in seruitio vostro (Bellissima Madon. Laudomia) mi è parso assai verisimile, che in quelle due hore inanzi giorno, nel Decembre, e nel Gennaro non vi sia molto commodo leuarui del letto à contemplar le stelle del Cielo: essendo che nel resto de l’anno, e ne i mesi piu temperati, e piaceuoli potiate ciascheduna imagine del Cielo conoscer benissimo. E tanto piu, che il piu delle volte Decembre, e Gennaro vanno nubilosi, e vestiti di pioggie, e di nebbie, e poco atti a tali osseruationi. come si vede manifestamente.</p>
<p>   Miresta solo che sappiate, che per fuggire vna longhezza inconportabile, non ho voluto far le tauole per tutti i giorni de l'anno distintamete, ma solo ho tolte le calende de i mesi. E tanto piu arditamente ho fuggita questa tediosa lunghezza, quanto che perciò punto non s’interrompe il mio primo proponimento: il quale è che uoi per mezo di questo libro potiate nel ciel conoscer le 48 imagini del Cielo stellato. E questo vi verrà fatto benissimo: peroche hor ne le calende d’vn mese, &amp; hor ne le  calende de l'altro potrete osseruar qual imagin più vi aggrada tante volte, che facendouela familiare dipoi senza più bisogno di tauole ò di altra simil consideratione, per se stessa in ogni tempo vi sarà manifesta. E se per sorte ne le calende d'alcun mese sarà coperto di nuvole il Cielo; non è verisimile che le calende di tutti gli altri mesi sieno parimente di tai nebbie ò nuuole nascoste e velate. Et oltre a questo quando voi ben voleste seruirui de le dette tauole in alcun giorno non molto lontano da le calende d'alcun mese, non ve ne seguirà molto sensibile errore, se si tolle quel giorno de le dette calende, per il giorno a quelle vicino. E se pur alcuno essercitato ne le scientie di Matematica sarà desideroso di poter far le medesime, osseruationi, in ogni giorno che ben gli metta io gli mostrarò la via per la qual si potrà quasi seruire di questo libro e di queste tauole in ogni tempo de l’anno. E questa è, che gli entri ne le tauole con le calende che precedano al giorno nel quale ei desidera far la detta osseruatione e dipoi vi entri con le calende che seguano al detto giorno, et vegga la differentia che è tra le due dette calende, nei numeri che si han da trouare e di tal differentia pigli la parte proportionale, secondo la proportione del numero del giorno suo a tutto il mese, cioè che se il giorno sarà il 15 d'Agosto; entri ne la tauola con le calende d’Agosto, e prenda li numero che gli viene, ouer nel circol de l’altezza, ouer nel circol de l’orizonte, secondo che ci vuol considerar più l'vn che l'altro. E di poi il medesimo faccia con le calende seguenti, che sono di Settembre, e prenda parimente il numero de i gradi, ò de l’altezza, ò de l’orizonte, secondo che ei lo tolse ne le prime calende, e di questi due numeri hauuti ne le due calende consideri la differentia, la qual se poniam caso, sarà quattro gradi prenda vna parte di essi proportionale, secondo la proportion di 15 à 31 peroche è il 15 giorno d’Agosto, &amp; egli ha 31 giorni, e gli verrà quasi due gradi. dico quasi, perche se Agosto hauesse 3o giorni gli verrian due gradi a punto: perche la medesima proportione ha 2 a 4 che <pb n= "10 recto"/>gli ha 15 a 30 che è proportion subdupla. quel dunque che gli verrà aggiugnerà, ouero diminuirà al numero che trouò ne le tauole per le calende d’Agosto, secondo che ò maggiore, ò minore serà il numero trouato ne le calende d'Agosto, di quel che ei trouò ne le calende di Settembre. E per dir breuemeute segua l’ordine &amp; il modo, che pone, Alfonso ne la 11 propositione de le sue tauole, la qual è fondata ne la propositione 16 del sesto libro d’Euclide: nel qual modo non mi distenderò altrimenti, perche quegli che non sono essercitati in tali studij, non m’intenderebbono: e gli altri che essercitati ci sono, hanno tal cosa per molto chiara, trita, e familiare: &amp; oltre à ciò, posson questo vedere in detto Alfonso, ne l’allegata propositione, doue ampiamente tratta di tal cosa: auertendo però, che fa di mestieri, quel la Stella, la quale si cerca, sia e ne le passate, e ne le future calende sopra la Terra: peroche se ne l’vne di quelle calende, ouero in ambedue, la fusse sotto l'orizonte; tal regola de la parte proportionale non hauria luogo: e cosi ne seguirà, che queste tauole saranno vniuersali, quasi a tutto’l tempo de l’anno.</p>
<p>    Non vò che mi si scordi ridurui a memoria vna particolare auertenza che nel libro de la Sfera del Mondo parimente vi feci notare: et è che cosi ne i libri di detta Sfera, come in questo libro de le stelle non mi son curato di render la cosa cosi minutamente osseruata che passi la minutezza d'vn grado: anzi ho sempre tolto qual che è da i 30 minuti fino a i 60 per vn grado: &amp; quel che è da l’vn minuto fino a i 30 per nissun grado, peroche non può accader per questo cosi sensibile errore, che io lo stimi d'importantia a la notitia di tai cose, che hauete ad hauer voi, per cui solamente non per altra cagione mi son tolta questa fatica. Onde ne segue, che non curandomi io de la minutezza di vn minuto; non può porger per quanto è per durar l'età nostra, impedimento alcuno a questo libro il tardo mouimento. che le stelle fisse hanno lor proprio, che in molte decine d'anni non si muouan propriamente pur vn sol grado da Ponente a Leuante: come nel libro de la Sfera del Mondo vi ho detto a bastanza.</p>
<lb/>In quanti modi si può pigliare errore ne le dette osseruationi, che
<lb/>si hanno da fare per la notitia de le stelle fisse.
<p>MI souiene ancora (accioche in tali osseruationi potiate esser diligentissima) l’auertirui, e manifestarui da quante cause possa nascere errore per il quale vi accada che non vediate cosi a punto la Stella che cercarete per i perforati de l’istrumento secondo che si è detto disopra ma la veggiate alquanto variata: e queste sono. Primamente può nascer tal variatione, per esser i due numeri trouati ne la tauola, non precisamente nel fin de i gradi: peroche già v’ho detto poco di sopra, che io non considero in questo libro gli spatij, e le quantità più minutamente che per gradi, pigliando la parte del grado per il grado che più gli è vicino: ma tal causa può esser di pochissimo &amp; insensibile errore. La seconda causa può esser dal non far l’osseruatione ne le calende de i mesi: peroche già sapete che per le calende son fatte le tauole: ma ancor questa causa non saria di molta importantia, quando il giorno de l'osseruatione fusse vicino a le calende: ma essendo lontano bisognaria proceder per <pb n= "10 verso"/>la parte proportionale, come di sopra v’ho detto, altrimenti accaderia errore alquanto più notabile, quantunque non molto. La terza causa può esser di maggiore importantia, e sarebbe quando l’hora de la vostra osseruatione non fusse guistamente, e da giusto horologio considerata; ouer quando l'osseruation fusse fatta tra hora &amp; hora. La quarta cagione, e la quinta sarieno; l'vna quando la linea del meridiano non fusse stata segnata giustamente, e l’altra, quando gli istrumenti non fusser giusti, ouero non fusser posti, e tenuti, ò vsati come v’ho detto che far si conuiene. La sesta &amp; vltima cagione, da la qual possa nascer errore; sarebbe quando voi ne l’osseruatione poneste molto tempo, talmente che la stella che voi cercate in quel mezo si fusse fatta sensibilmente più occidentale, che prima non era. Onde volendo voi che quanto v’ho detto disopra, à punto vi riesca verissimo e certo; vi fa di mestieri d'hauer auertenza a ciaschedun di questi sei accidenti, ò casi, da i quali può nascer errore. Il che facendo, non e dubio alcuno, che il tutto a punto vi procederà senza quasi vn minimo fallo.</p>
<lb/>Per qual via, e con che arte sieno composte le tauole del presente libro,
<lb/>cioè come l’Auttore habbia trouato, e saputo in qual si voglia
<lb/>hora le distantie de le stelle dal zeniih, e parimente
<lb/>doue il circol de l’altezza tocchi l’orizonte.
<p>     SArà forse alcuno cosi curioso, che desideraria sapere come io habbia conosciuto in qual si voglia hora di notte, la distanza de le stelle (per cui son fatte le tauole) dal nostro zenith, nel circolo de l’altezza, &amp; in che luogo il detto circolo venga a toccare il nostro orizonte. Onde io, quantunque; per molte vie saper ciò si possa;  nondimeno non vò mancar breuemente di fargli palese, che modo speciale io habbia tenuto in far questo. Io primamente considerauo se la stella, di cui ceruauo l'altezza ne l’hora che io la voleuo; fusse ancor peruenuta al circolo del meridiano il che difficil non era, sapendo io l'hora del nascimento suo, e l’arco suo semidiurno con l’aiuto de l’Astrolabio: &amp; ancor per il pronunciato 92 di Pietro Appiano. caso che de l’Astrolabio io non mi fidasse a ha bastanza. altre vie ancor ci sono da trouar questo, che non importa che io dica al presente. Trouando dunque che ella fusse a punto nel meridiano, trouauo poi la declination sua da  l’Equinottiale per il 85 &amp; 86 pronunciato del detto Appiano, benche per questo ancora non manchin molte altre vie: la qual declination saputa, &amp; insieme la declination del zenith, che sempre è vguale a l’altezza del polo; sottratta l'vna da l’altra, ouero aggiunta l’vna con l'altra, secondo che facea di mestieri; mi veniua la distanza di detta stella dal zenith, nel circol de l’altezza: il qual circolo essendo in questo caso il medesimo col meridiano: veniua ad intersecare l’orizonte nel punto ò d'Austro, ò di Settentrione, secondo che la Stella era dal zenith a Settentrione, ouero ad Austro inchinata. Ma trouando io che la Stella fusse fuor del meridiano: di alquanto più fatica facea dibisogno. E per che meglio io sia inteso formarò la presente figura.</p>
<pb n= "15 recto"/>
<p>  Ne la qual figura il meridiano si denota per il circolo a.f.c.d.b. &amp; b. sarà il polo settentrionale, &amp; o. l’australe, a. il zenith: f.e.g. l’Equinottiale c.e.d. l’orizonte &amp; vna quarta del circolo de l’altezza sarà a.m.n.e. la stella, de la quale io vò trouar la distanza dal zenitih, sia posta per caso in m. Hor io ho da cercar parimente l’arco a.m. che è la distanza de la Stella dal zenitih la qual per caso pongo che sia orientale dal meridiano. E dipoi ho da trouare l’arco c.n. che è la distanza. secondo la quale il circol de l’altezza a.m.n. tocca l’orizonte c.e.d. lontano dal punto c. che è il punto australe: peroche la Stella in questo caso pongo che sia australe dal zenitih. Hor’io adunque ho da sapere l’arco a.m. et l’arco .c.n. &amp; procedo cosi. In prima io per il pronunciato 86 d’Appiano so la declination de la Stella da l’Equinottiale, che è l’arco .h.m. dipoi per il pronunciato 98, verrò a sapere l’arco m. n. che è l'altezza de la Stella, il qual arco sottratto di 90, mi rimane l’arco a.m. che è la distanza dal zenitih di essa Stella, il che cercauo primamente. Dipoi per il pronunciato 99. haurò la notitia de l’arco .c.n. che è quel che secondariamente cercauo. Non altrimenti procederei, se la Stella fusse settentriotiale, ouero verso Leuante, ò verso Ponente, ò come la si fusse. Questo medesimo senza l'aiuto di Pietro Appiano si può parimente sapere per il mezo de la propositione 17 18. &amp; 19 del quarto libro de <pb n= "15 verso"/>i triangoli del Monteregio; e parimente per la 13 14 e 15 del primo libro di Gebro, &amp; anco secondo la via del primo settore, e del secondo, posta da Tolomeo nel primo libro del suo Almagesto, ancor che assai piu lunga, e piu difficil via fusse questa di Tolomeo. Ma molto piu ageuolmente si puo ciò sapere con l’aiuto de l’Astrolabio, quando il detto Astrolabio fusse tale, che confidar altri vi si potesse, come si puo veramente nel lib. di Stoflerino, che ei fa de l’uso de l’Astrolabio, e massimamente ne la 9 propositione, e ne la 433 &amp; in altre ancora, che per non esser lungo in questo, lascio da parte; percioche à quegli che punto han tocca la scorza de le scientie de Matematica, tai cose son familiarissime e trite, &amp; à gli altri, quantunque io lungamente in cio mi distendessi, &amp; m’ingegnassi di ageuolar la cosa, nondimeno sarien sempre fosche, e (per dir cosi) inintelligibili. </p>
<lb/>DE L’ORSA MINORE, OVERO CINOSVRA, Imagine Prima. 
<p>QVESTI, che trattano de le fauole, son diversi infra di loro intorno à quel che dicono de l’Orsa minore. Alcuni vogliano, ch’ella sia Calisto figlia di Licaone. Altri fra i quali e Diodoro, dicono che fu uno de i Cureti, à i quali fu dato à nutrire Gioue: ma io per piu ragioni m’accostarei piu tosto à l’opinion di coloro, che afferman che l’Orsa minore fu una di quelle Ninfe, che nel monte Ida in Creta diedero il latte à Gioue, il nome de la qual Ninfa fu Cinosura: e per tal merto poi fu da esso Gioue nel Cielo vicina al polo artico collocata, &amp; ha sette stelle, le quali compongono una certa figura, che s’assomiglia ad un carro, percioche cinque di dette stelle fan la figura del carro, e l’altre due, che vengano al pari, denotano i buoi che lo tirano: onde volgarmente anco ella è chiamata la figura del carro. &amp; un’altra imagin, che non molto è da essa lontana, ciamano il guidator de i Buoi, come diremo al luogo suo. Ne penso io gia di volere cosi in questa fauola, come ancora ne l’altre, che io ho da raccontarui, togliendo via il velo de la fauola manifestar le historie e la vertità, che sotto gli si nasconde: Prima perche ciò non fa al mio primo proponimento: e dipoi per essere in ciò differentissimi gli scrittori, che trattan di cotal cosa: tal che punto di vero ne la maggior parte di queste fauole saper non si puote, come di cose troppo lontane da i tempi nostri: ben è vero che per esser la historia il fondamento de la fauola, &amp; il vero di quella, secondo Aristotile ne la Rettorica sua; per questo non è punto da dubitare che tai fauole non sieno edificate, e costrutte sopra la stessa verità de i gran fatti di quegli quasi nuoui huomini nel Mondo: oltre che da buona parte di quei gran filosofi antichi erano le scientie stesse sotto l’oscuro velame de la fauole, per piu ragioni (che non v’importa che io vi dica) trattate e descritte, come si vede in Platone in piu luoghi, e massimamente nel Fedone, doue sotto figura e coprimento di fauola, de l’anima istessa disputa. Et altri ancora fecero il medesimo di che par che gli renda Aristotile nel proemio <pb n= "12 recto"/>de i suoi libri de l’anima. Di queste tai cose non fa mestieri ch’io vi parli; peroche hauendo à renderui io la ragione, per che le imagin del Cielo sieno, &amp; à questo &amp; à quel gran fatto applicate; basta sol che io vada seguendo le fauole, poco hauendo cura del resto. Sono adunque ne l’Orsa minore sette stelle, de le quali nessuna tramonta giamai nel clima nostro, e son queste.</p>
<p>a Vna ne l’estremità de la coda, e questa osseruano i nauiganti, per esser la piu vi cina al nostro polo di tutte l’altre	3 grandezza.</p>
<p>b In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, &amp; è vna di due che son ne la spalla sinistra	2	grandezza.</p>
<lb/>c L'altra di dette due ne la spalla medesima	2 grandezza.
<lb/>d Quasi nel mezo de la coda	4	grandezza.
<lb/>e Ne l’appiccatura de la coda	4	grandezza.
<p>f In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, &amp; è vna di due, che son nel fianco sinistro	4	grandezza.</p>
<lb/>g L'altra di dette due nel detto fianco	4	grandezza.
<lb/>Come queste stelle sien disposte fra di loro, si puo veder ne la
<lb/>figura prima, con la tauola prima.
<lb/>De l’Orsa maggiore, qual molti domandano, Arturo.Imagin seconda.
<p>CAlisto figlia di Licaone Re d'Arcadia, dopo la mala fortuna del padre suo, il qual per le grandissime crudeltà ch’egli vsaua, da Gioue in Lupo fu trasmutato, si diede à i seruigi di Diana, facendo voto di virginità, e poco dapoi fu da Gioue con inganno stuprata, il qual gia di lei s’era acceso di amore. Diuenuta adunque Calisto grauida, di Gioue, e cominciando gia il ventre cresciuto à dar sospetto del suo peccato, rifiutò di lauarsi ignuda insieme con l'altre Ninfe, e con Diana come prima far solea; per la qual cosa accortasi al fin Diana del commesso sallo, scacciandola dal casto suo choro, palesò il fatto à Giunone moglie di Gioue: la qual di subita ira accesa contra la sua concubina, quella in orsa trasmutò: hauendo ella gia partorito Arcade, il quale venendo ne gli anni, e trouandosi vn giorno in caccia, fattasegli inanzi l'Orsa, che era la madre sua, quella non conoscendo cominciò coi dardi à perseguitare: onde Calisto non potendo con parole fargli chiaro chi ella fusse: si risoluè di fuggire nel tempio di Gioue Liceo: ne mancò Arcade di seguirla dentro contra la lege, che l’entrare in quel tempio vietaua. 0nde corse subito il popolo per ammazzare &amp; Arcade e l'Orsa: e l’harria fatto. se non che Gioue ricordatosi del piacer che egli hauea hauuto di Calisto, mossosi à pietade tolse l’vno e l’altro dinanzi à la furia, &amp; in Ciel gli pose assai vicino al polo boreale: l’uno, cioè Calisto, domandorno poi l'Orsa maggiore; &amp; Arcade fu chiamato Boote, ouero 0 il vociferente: perche par ancor quiui che ad alta voce gridi correndo dietro à l’Orsa, come in Terra faceua. Alcuni altri lo chiamano guardiano de <pb n= "12 verso"/>l’Orsa, e molti guidator de i Buoi; come diremo al luogo suo. Questa Orsa maggiore volgarmente è chiamata il carro maggiore: peroche sette stelle principali, che in lei sono, fanno una figura simile ad un carro. Sono in tutto esse stelle 27. de le quali queste sono le 12 principali.</p>
<lb/>a Ne la estremità de la coda	                                             2 grandezza.
<lb/>b Ne la schena, in un’angolo de la figura quadrilatera.   2 grandezza.
<lb/>c Ne la sinistra coscia, in un’angolo de la figura detta    2 grandezza.
<lb/>d Nel mezo de la coda                                                         2 grandezza.
<lb/>e Ne l'apiccatura de la coda     			2 grandezza.
<lb/>f In vn fianco, ne la figura quadrilatera         	2 grandezza.
<p>g Poco disopra al principio de la coda, ne la detta figura quadrilatera 3 grand. h Nel pie sinistro di dietro	3 grandezza.</p>
<lb/>i Nel detto piede	3 grandezza.
<lb/>K Vna di due che son nel pie destro di dietro	3 grandezza.
<lb/>1 Nel pie sinistro dinanzi	3 grandezza,
<lb/>m Nel detto piede.	3 grandezza.
<lb/>Come sien disposte queste stelle si può vedere ne la figura seconda con la tauola seconda.
<lb/>Del Drago, Imagin 3.
<p>DVe opinioni, tra le più degne di fede, son di que l Drago, che è posto nel Cielo, tra le due Orse rauuolto. L’vna è che hauendo Giunone ne le estreme par ti di Occidente vn’horto eccellentissimo, &amp; accadendo spesso, che le figlie d’Atlante quiui vicine vi entrauan nascosamente a furare i pomi che vi erano; ella per riparare a questo, vi pose a guardia vn Drago, il qual nimico del sonno teneua continuamente gli occhi aperti guardando d’ogn’intorno, che alcuno nel giardino non entrasse. Accadde poi, che arriuando Hercole in queste parti, fu da esso il drago occiso valorosissimamete: onde Giunone per rimeritarlo de la diligentissima guardia, che fatto haueua, viuendo lo tolse nel cielo, e tra l'vna e l’altra Orsa lo pose: tal che par ancor che si difenda contra Hercole veggendoselo intorno ancor nel Cielo, come diremo. Altri vogliono che combattendo Minerua contra i Giganti; essi per difendersi le posero innanzi vn Drago dismesurata grandezza: onde Minerua veggendolo, presolo con vn braccio lo scagliò via con tanta forza, che peruenuto fino al cielo quiui si fisse: onde è, che cosi ritorto, e rauuolto lo veggiamo, come se pur hora fusse quel caso accaduto. Sono in tutto nel Drago stelle 31, de le quali le 13 più famose son queste.</p>
<lb/>a Sopra i occhio destro	3 grandezza.
<lb/>d Ne la sommità de la testa	3 grandezza.
<lb/>l Vna di tre che son nel collo, in vna linea retta.	4 grandezza.
<lb/>m L’vltima di dette tre	4 grandezza.
<lb/>n L'altra di dette tre	4 grandezza.
<pb n= "13 recto"/>
<lb/>e Nel ventre				4 grandezza.
<lb/>f Nel ventre 				4 grandezza.
<lb/>a Ne lo stregner del ventre		3 grandezza.
<lb/>g Nel principio de la coda 			3 grandezza.
<lb/>h Nel torcer de la coda 			3 grandezza.
<lb/>i Nel seguir de la coda 			3 grandezza.
<lb/>K Appresso al fin de la coda 		3 grandezza.
<lb/>c Ne la estremità de la coda		3 grandezza. 
<lb/>Che figura faccin le dette 13 stelle, si può conoscere ne la figura terza, con la tauola terza.
<lb/>Di Cefeo, Imagin quarta.
<p>Cefeo fu Re di Ethiopia, la cui figlia Andromeda sendo per sententia di posta a diuorare in sul lido del mare al mostro marino: fu da Perseo, il qual tor naua vittorioso da la speditione contra le Gorgone, veduta e liberata dal mostro, &amp; vltimamente sposata, acconsentendo a tai nozze il padre de la giouene Cefeo, e la madre Cassiopea: onde Perseo, essendo poi per i suoi gran fatti posto nel Cielo, ottenne gratia dal padre Gioue di hauer seco appresso la suso la moglie sua con il suocero, e con la suocera, come diremo al luogo loro. Cefeo dunque ha in tutto 11 stelle, de le quali otto le più importanti, sono queste.</p>
<lb/> a Nel pie destro	4	 grandezza
<lb/>b Sopra la destra spalla	3	grandezza.
<lb/>c Nel capello, in mezo di due altre	4	grandezza.
<lb/>d Nel pie sinistro	4	grandezza.
<lb/>e Ne la cintura, quasi appresso a la schena	4	grandezza.
<lb/>f Sopra al destro gombito	4	grandezza.
<lb/>g Sotto al destro gombito	4	grandezza.
<lb/>h Nel braccio sinistro	4	grandezza.
<lb/>Qual disponimento sia di queste stelle si vede ne la figura 4 con la tauola 4.
<lb/>Di Boote, ouer guardiano de l’Orse, Imagin quinta.
<p>GIà habbiam detto, quando trattammo de l’Orsa maggiore, che hauendo Calisto di Gioue conceputo e partorito Arcade; sendo poi ella in Orsa conuersa, il figlio suo già ne gli anni venuto, trouandosi vn giorno in caccia, e venendogli a l’incontro l’Orsa madre sua, quella non conosendo perseguitò co i dardi fin dentro al tempio di Gioue Liceo: per la qual cosa il popolo di Arcadia harebbe e l’vno e l’altro ammazzati; se non che Gioue, togliendogli lor dauanti ambidue pose nel Cielo: doue Arcade fu poi da molti Arturo chiamato, e da molti altri Boote, pero che ancor su in Cielo par che ad alta voce perseguiti l’Orsa. e di quì è che altri ancora lo domandano guardian de l’Orsa, essendo che cosi quiui è situato, che par che <pb n= "13 verso"/>quella osserui attamente: Dai i volgari e chiamato guida de i Buoi che tirano il carro, e la ragion v'ho detta quando trattammo de l'Orsa minore. Sono adunque in esso Boote 22 stelle: ma di 11 solo farò mentione, come principali, e son queste.</p>
<lb/>a Tra le due coscie, e si domanda Arturo	prima grandezza.
<lb/>b Sopra la spalla sinistra 	3 grandezza.
<lb/>c Ne lo stinco sinistro, vicina à due altre stelle	4 grandezza.
<lb/>d Ne la testa 	4 grandezza.
<lb/>e Sopra la spalla destra	4 grandezza. 
<lb/>f Nel mezo de la mazza che egli ha in mano 	4 grandezza.
<lb/>g Ne l’estremità de la mazza che tocca vn pie d'Hercole	4 grandezza.
<lb/>h Sotto il braccio sinistro 	4 grandezza.
<lb/>i Nel mezo de la schena 	3 grandezza.
<lb/>K Ne la cintura	4 grandezza.
<lb/>l Ne la gamba destra, appresso al ginocchio 	3 grandezza.
<lb/>Come sien figurate nel Ciel queste stelle, si puo vedere con l'aiuto
<lb/>de la figura quinta, e de la tauola quinta.
<lb/>De la corona d’Ariadna, Imagin 6.
<p>QVegli, l'opinion de i quali intorno à la corona d’Ariadna par che più si seguita; dicono che essendo stato mandato Teseo da gli Atheniesi in Creta al Minotauro; Ariadna figlia del Re Minos, e sorella del Minotauro, diuenuta già di Theseo innamorata gli mostrò la via che egli tener douesse per ammazare il Minotauro, con patti però che egli in premio di questo la sposasse, e menasse seco in Athene. Succedendo adunque felicemente l'abbatimento suo col Minotauro, posta Ariadna in naue, secretamente di Creta si partì: e peruenuto di prima ve la à l’Isola di Nasso, secondo Lattantio Firmiano, &amp; Iginio; quiui la notte venente lasciata Ariadna sepellita nel sonno senza altro dirle, date le vele à i venti, se ne ritornò in Athene. Suegliata adunque la giouane, e veggendosi abbandonata lungamente seco pianse e si dolse con quelle ò silmili parole che si leggono appresso di Catullo: tal che riempiendo di strida il lido d'ognintorno; auenne che Baccho per quei mari à sorte nauigando, al suon di quei lamenti si trasse la doue'ella era, e veggendola bellissima, subito accesosi de l'amor suo la tolse per moglie. E dopo alquanto tempo dipoi, innamoratosi egli de la figlia del Re de gl'Indi; diede cagione ad Ariadna di dolersi e lamentarsi assai lungo tempo; per fino che egli con carezze poi, e con abbraciamenti la mitigò: e per più gratificarsele, pose in Cielo quella corona, che seco haueua Ariadna, la qual gia hauendo fatta Vulcano con grande arte, à Vener donata l’haueua, e Venere parimente ad Ariadna n’haueua fatto dono. pose adunque Baccho questa corona nel cielo, adornandola di 8 stelle, de le quali queste son le sei più lucide e chiare.</p>
<lb/>a La più splendida di tutte	2 grandezza.
<pb n= "14 recto"/>
<lb/>e Appresso à la splendida 					4 grandezza.
<lb/>b Appresso à la splendida da l’altra parte.  			4 grandezza.
<lb/>f Dopo questa						4 grandezza.
<lb/>d Dopo questa 						4 grandezza.
<lb/>c L’vltima di tutte					4 grandezza.
<lb/>Per la figura 6 si vede come disposte sieno suso in Cielo, con l’aiuto de la tauola 6. 
<lb/>Di Hercole, Imagin settima.
<p>GIà di sopra v'ho detto che Hercole per comandamento di Euristeo andò a l’horto di Giuno ne ne l’ultime parti di Ponente. per portar di quei pomi ad Euristeo; e quiui trouato il Drago che gli guardaua, però che le figlio di Atlante eran prima solite di furare nel detto horto, combattendo con esso lo vinse e l’uccise onde Giunone per rimeritare il Drago de la buona guardia, che viuendo hauea fatta, lo pose nel Cielo, come habiam detto. E Gioue essendo à guardare il valor d’Hercole suo figlio, prese tal piacere di quello abbattimento, che volse che ne stesse in Cielo sempre l’imagine. onde Hercole come veggiamo, è situato su in Cielo in maniera, che par che continuamente combatta col Drago: però che sta posato in sul ginocchio destro, e col braccio destro leuato in alto, hauendo in man la mazza, e porgendo con la man sinistra innanzi la pelle del Leone per difendersi. Non mi è nuouo che alcuni vogliano che questa imagin nel Cielo non sia d’Hercole, ma di Teseo, il qual con ogni suo sforzo s’ingegni d'alzar la pietra, sotto la quale Egeo padre suo hauea posta quella spada, che egli volea, che prima Teseo di sua mano alzando il sasso tolesse, che egli andasse in Athene. Et ancor so che à molti piace che non sia in Ciel ne Hercol ne Teseo, ma in cambio loro Licaone padre di Calisto, il qual lamentandosi de i casi de la figlia in Orsa mutata, preghi, inginocchiato con le mani alzate al Cielo, che gli sia restituita de figlia. Ma la prima opinione ha più degni scrittori, che la fauoriscano. Hercole adunque ha in tutto stelle 18 de le quali queste sono 11 le più splendenti.</p>
<lb/>a Ne la testa	3	grandezza.
<lb/>b Ne la spala destra	3	grandezza.
<lb/>c Ne la coscia sinistra	3	grandezza.
<lb/>d Nel braccio destro	3	grandezza.
<lb/>e Ne la spalla sinistra	3	grandezza.
<lb/>f  Nel lato destro	3	grandezza.
<p>g Vna di tre, che son ne la man sinistra, doue tien la pelle del Leone 4 grandezza. h Ne la coscia sinistra	4 grandezza.</p>
<lb/>i Ne la coscia destra	4 grandezza.
<lb/>K Ne l’estremità del pie destro, &amp; è quella che è nel fine de la mazza
<lb/>di Boote.	4	grandezza.
<lb/>l Nel ginocchio sinistro	4	grandezza.
<pb n= "14 verso"/>
<p>Per la figura 7 si può conoscer come queste 11 stelle sien situate nel cielo, con l'aiuto de la tauola 7.</p>
<lb/>De la Lira, Imagin ottaua.
<p>LAsciando indietro tutto quello che intorno a l’imagine stellata. che chiaman la Lira, diuersi diuersarmente dicono; appicandomi a la più diuolgata opinione dico, che hauendo Mercurio composta vna Lira di vna Testugine, quella donò ad Orpheo figliolo di Calliope, vna de le Muse, il quale de l’armonia di questo istrumento s’era estremamente inuaghiro: &amp; in tal guisa dotto poi ne diuenne, che si facea correr dietro le selue, i sassi, e le fonti ad vdirlo. Ma scendendo poi ne l'inferno a far proua con la melodia di questa Lira di rihauer la moglie sua Euridice; quiui dicono che cantando su la Lira le lodi de tutti gli Dei, si scordò di Baccho: onde egli per vendicarsi mandò poco dopo le sue Sacerdotesse infuriate a smembrarlo, &amp; occiderlo, mentre che in Tracia si staua vn giorno in solazzo, sonando la lira sua. Assalito adunque da quella turba di Donne, fu tutto dilacerato &amp; ismembrato; tal che le sue Muse per più pietà raccolser le membra insieme, e le se pellirono. E la Lira, in memoria de Orfeo collocorno nel Cielo, l’adornorono di 1o stelle: e queste sono.</p>
<lb/>a Vna splendida chiamata Lira, quasi ne la testa de la Lira          1 grandezza.
<lb/>b Ne la schena de la lira doue quattro fanno vna figura quadrilatera 3 grand.
<lb/>c Nel medesimo luogo pur ne la detta figura	3 grandezza.
<lb/>d Vna di due, che sono appresso la splendida	4 grandezza.
<lb/>e L'altre di dette due	a grandezza.
<lb/>f Ne le corde de la Lira	4 grandezza.
<lb/>g Vna di due, che son ne l’estremità de la Lira	4 grandezza.
<lb/>K L'altra de le dette due	4 grandezza.
<lb/>h Vna de le dette quattro ne la schena de la Lira	4 grandezza.
<lb/>i L'vltima de le dette quattro	4 grandezza.
<lb/>Qualmente su in cielo sien disposte per la figura 8 si vede insieme con la tauola ottaua.
<lb/>Del Cigno, Imagin nona.
<p>ESsendosi Gioue di Nemesi caldamente innamorato, ne potendo da lei amicamente ottener l’intento suo, con inganno &amp; astutia l'ottenne: però che fe che Vener prendesse forma d'vna Aquila, e se medesimo trasmutando in Cigno mostraua di perseguitarla volando; tal che ella fìngendo di fuggire, nel grembo di Nemesi si accolse per vna alta finestra entrata del suo palazzo. Nemesi venendogliene pietà la prese &amp; abbraccio per difenderla dal Cigno, e tenendola cosi stretta come Vener volse, si addormi, e Gioue di Cigno, tornato ne la propria forma ne prese quel <pb n= "15 recto"/>piacere, che egli ne desideraua. E per il gran diletto, ch'egli hebbe di questo fatto volse vederne memoria sempre nel Cielo, ponendoui vn Cigno. Nemesi poi fatta grauida di Gioue partorì vn’ouo, il qual Mercurio tolse, e portollo in Lacedemone e postolo in grembo a Leda, ne nacque Helena: la cui bellezza senza discrepantia alcuna fu tenuta la maggiore che mai nel mondo si vedesse. Et tale che fu bastante a solleuar in arme buona parte del mondo. de la qual dice Dante nel suo inferno Helena uiddi, per cui tanto reo tempo si valse. Alcuni altri tra i quali è Ouidio e Lattantio Firmiano, dicono che Gioue conuerso in Cigno giacque con Leda, e non con Nemesi: e che Leda partorì per questo il detto ouo, donde ne nacque con Helena insiememente Castore e Polluce. Ma sia qual si voglia più vera opiuione: basta che il Cigno è in memoria solo del gran diletto, che hebbe Gioue sotto tal forma nascosto. Sono in esso stelle 17 .fra le quali 1 1 le più resplendenti, queste sono. </p>
<lb/>a Vna splendida, che è ne la coda, et è vna de le cinque, che fanno vna croce. 2 gran. 
<lb/>b Ne la testa ouer nel becco	3 grandezza.
<lb/>c Nel piegar de l'ala destra, vna de le cinque	3 grandezza.
<lb/>d Nel mezo del collo, vna de le cinque dette                                4 grandezza.
<lb/>e Nel petto, vna de le dette cinque	3 grandezza.
<lb/>f Nel piegar de l'ala sinistra, l'altra de le cinque                                3 grandezza.
<p>g Nell’estremità de l'ala destra                                                           4 grandezza.</p>
<p>h Nell'estremità de l'ala sinistra                                                          3 grandezza.</p>
<p>i Nel pie sinistro                                                                                    4 grandezza.</p>
<lb/>K Vna de le due, che son nel pie destro                                   4 grandezza.
<lb/>l L’altra de le dette due                                                              4 grandezza.
<p>Qual figura disegnino insieme queste 11 stelle su in Cielo si può sapere con la figura 9.e con la tauola nona.</p>
<lb/>Di Cassiopea, Imagin decima.
<p>PErseo (come disopra habbiam detto) hauendo liberata Andromeda dal mostro marino, con patti però, che Cefeo e Cassiopea, de i quali ella era figlia: gliela concedesser per moglie, osseruandogli eglino la promessa, &amp; essendo esso dal suo padre Gioue per i suoi gran fatti nel Ciel collocato ottenne d’hauere seco appresso la suso non solo la moglie Andromeda; ma i suoceri ancora Cefeo Cassiopea. E dice Sofocle, che per essersi Cassiopea data in vanto di auanzar di bellezza tutte le ninfe del mare, per la punition di questo le fu di mestieri dapoi ch'ella hauea da starsi nel cielo, distarui in vna certa maniera, che nel volgersi del Cielo le sia forza di volgersi supina, con la testa in dietro, quasi che paia che sempre in precipitio ne vada. Sono in tutto tra in essa, e ne la sedia doue ella con le braccia aperte si posa 13. stelle: de le quali queste sono le otto principali. a Ne le reni	3 grandezza.</p>
<lb/>b Nel ginocchio sinistro	3 grandezza.
<pb n= "15 verso"/>
<lb/>c Nel mezo de la sedia, doue ella resiede                              3 grandezza. 
<p>d Ne la testa                                                                              4 grandezza.</p>
<lb/>e Nel fianco destro, a canto a la sedia                                    3 grandezza.
<p>f In vn piede                                                                              4 grandezzaa </p>
<lb/>g Nel sinistro braccio                                                                3 grandezza.
<lb/>h Nel posamento de la sedia                                                    4 grandezza.     
<p>Come sieno queste stelle fra lor disposte, si può hauer chiaro per figura 10, e per la tauola decima.</p>
<lb/>Di Perseo, Imagin vndecima•
<p>DAnae figlia di	Acrisio fu (Come si legge) di marauigliosa bellezza dotata: onde il padre gelosissimo diuenutone, in vna forte e ben guardata Rocca, con gran diligentia la custodiua: di che ella quel dolor si pigliaua, che farebbe in tal caso, qual si voglia bella Donna che sauia fusse e che molto ben conoscesse, che vana &amp; in darno, si può stimar, che sia la bellezza, se non è da gli altri conosciuta, amata. e desiderata, come ben confessa Aristotile nel terzo libro de la sua topica. Sendo dunque Danae cosi diligentemente racchiusa e guardata, Gioue, che grandemente ardeua del suo amore, trasmutandosi in pioggia d'oro, e per il tetto de la Rocca trapassando, fu da essa gratamente raccolto, non conoscendo ella l'inganno che sotto quell’oro si nascondeua: quando poi parse a Gioue il tempo commodo, ritornato ne la propria figura si giacque con essa. Onde ella diuenuta grauida da questo fatto, al tempo poi, partorì Perseo: il quale venuto ne gli anni, secondo che dice Lattantio Firmiano, fu mandato dal Re Polidetto a la speditione contra le Gorgone, figlie, di Force, e del mostro marino: le quali, essendo tre, vn sol’occhio haueuan tra tutte, delquale hor l’vna, hor l’altra si seruiua, &amp; era si fiera la vista loro, che chiunque guardauano conuertiuano in sasso. Perseo adunque hauendo ottenuto da Mercurio i vanni, e la spada, e lo scudo da Pallade: sopra del pegaseo Cauallo alato andò a questa ispeditione, e vittorioso dipoi con la testa di Medusa ritornando, liberò Andromeda dal mostro marino, e la tolse per moglie. Altri fatti anco marauigliosi fece Perseo, per i quali meritò da Gioue padre suo di esser nel ciel collocato, e di 26 stelle adornato de le quali 10 le più lucide queste sono. </p>
<lb/>a Vna splendida nel destro lato			2 grandezza.
<p>b Vna splendente ne la testa di Medusa, che gli ha nela man sinistra              2 grandezza.                               </p>
<lb/>c Ne l’estremità del pie sinistro              3 grandezza.               
<lb/>d Ne la spalla destra                3 grandezza.
<lb/>e Vna di tre, che son nel lato destro                3 grandezza.
<lb/>f Nel ginocchio sinistro 		3 grandezza.
<lb/>g Nel calcagno sinistro			 3 grandezza. 
<lb/>h Ne la testa                    4 grandezza.
<lb/>i Nel ginocchio destro vna di quattro che sono                     4 grandezza.
<lb/>K A canto a la splendente, che è ne la testa di Medusa         4 grandezza.
<pb n= "16 recto"/>
<p>Le 10 stelle dette son nel ciel situate secondo che veder si può per mezo de la figara 11 e tauola vndecima.</p>
<lb/>De l'inuentor del Carro, ouero Auriga, Imagin 13.
<p>VArie opinioni ho lette intorno a quella imagine stellata, la qual chiamano Auriga, onero l’inuentor del Carro: tra le quali la più verisimile, &amp; approuata, mi par quella de santo Agostino nel suo libro de la Città di Dio: doue dice, che hauendo Vulcano fabricato le saette, le quali a Gioue furon di mestieri ne la gran guerra contra i giganti, dopo che Gioue hebbe ottenuta la vittoria, egli lo pregò che in premio de la fatica, ch’egli hauea durato in fabricar cotanta moltitudine di saette, gli facesse gratia che ei potesse giacersi vna notte con Pallade, di che Gioue fu contento, con questo patto però, ch'ella volendosi difendere potesse fare. Entrato adunque Vulcano vna notte ne la camera di Minerua, e trouatala in letto, prima con lusinghe, e dipoi con le forze cercò di recarla al fatto suo: ma difendendosi ella cosi valorosamente, che egli non poteua ottener cosa che egli volesse: accade nel combattere, sendo Vulcano molto acceso ne la volontà, gli fu forza per il continuo tumultuare di seminare in terra quel che altroue hauria voluto, Onde ne nacque Erictonio, che la metà di sopra era huomo, e le gambe hauea di serpente. venuto poi negli anni Erictonio, e veggendosi hauer le gambe di serpente, perche vedute manco gli fussero, se fabricare vn carro, doue da i cauali portarsi facea. E questo fu il primo carro che veduto fusse nel mondo. Di che Gioue marauigliandosi, e parendogli che col suo ingegno fusse arriuato a l’inuentione del Sole, lo giudicò degno del cielo, e di tal 13 stelle adornollo: tra le quali di 1o più famose farò mentione. e son queste.</p>
<lb/>a Vna lucida ne la spalla sinistra, chiamata la Capra	1 grandezza.
<lb/>c Nel Calcagno destro, &amp; è commune con l’estremità d’vn corno
<lb/>del Tauro	3	grandezza.
<lb/>b Ne la spalla destra	2	grandezza.
<lb/>d Vna de le due che son ne la testa	3 grandezza.
<lb/>e Nel gombito destro	4	grandezza.
<lb/>f Ne la man destra	4	grandezza.
<lb/>g Nel gombito sinistro	4	grandezza.
<lb/>h Ne la sinistra	4	grandezza.
<lb/>i Ne lo stinco sinistro accanto al piede	3	grandezza.
<lb/>K L'altra de le dua, che son ne la testa	4 grandezza.
<p>Son disposte le dette stelle suso in Cielo come si vede con l'aiuto de la figura 12. e de laTauola 1 2.</p>
<lb/>Di quel che tiene il serpe, da i più detto Esculapio, Imagin. 13.
<p>LA maggior parte de Astrologi, e de poeti è di questa opinione intorno a la Imagine stellata, che tiene il serpe, che essendo Esculapio cosi eccellente ne la <pb n= "16 verso"/>medicina che non solo ogni infirmità sanaua; ma ancora i mortiritornaua ne la vita ad Hippolito parimetente rese l’aure vitali: il quale per la malignità di Fedra sua matregna era già stato da i caualli occiso e squartato, però che a i piacer di quella non haueua voluto acconsentire. Per la eccellentia adunque de la medicina, e per esser amor figlio di Apollo, fu Esculapio nel Ciel collocato doue vn serpe tiene in mano, e la ragione è, che mentre che ei cercaua di ritonare Hippolito in vita; vn serpe gli venne dinanti con certa herba in bocca la qual lasciata subito sparse, e con l’aiuto poi di quella herba hebbe Esculapio in beneficio di Hippolito l’intento suo. Non mi è nascosto che alcuni vogliano che questo che ho detto del serpe avuenisse ad Esculapio non intorno ad Hippolito: ma mentre che egli cercaua di render in vita Glauco. E molti altri affermano che questa imagine stellata, che tiene il serpe, non sia Esculapio, ma Forbante in memoria del suo valore in liberare l’Isola de gli Rodij da la moltitudine de i serpi che la molestauano. Sono in tutto le stelle di detta imagine, senza quelle che figurano il serpe 23. ma solo di 12 come più chiare farò mentione, e queste sono.</p>
<lb/>a Ne la testa  						3 grandezza.
<lb/>b Vna de le due, che son ne la man sinistra 			3 grandezza.
<lb/>d L’altra de le dette due 					3 grandezza.
<lb/>c Nel ginocchio destro 					3 grandezza.		
<lb/>e Ne lo stinco destro					3 grandezza.
<lb/>f  Vna de le due, che sono ne la spalla destra		4 grandezza.
<lb/>g Una de le due, che sono ne la spalla sinistra 		4 grandezza.
<lb/>h Vna de le quattro, che son nel pie destro 			4 grandezza.
<lb/>i Ne la pianta del sinistro piè, che tocca vn pie de lo scorpio 	4 grandezza.
<lb/>K Ne la coscia sinistra					3 grandezza. 
<lb/>1 Vna de le due, che son ne la man destra altra 		4 grandezza.
<lb/>m L’altra di dette due					a grandezza.
<lb/>Come sien disposte insieme, si vede per la figura 13. e Tauola 13.
<lb/>Del Serpe d’Esculapio, Imag.14.
<p> DI questa figura detta il serpe d'Esculapio, ouer di Forbante secondo alcuni altri, non accade che io vi dica altro che quel che si è detto ne la Imagin precedente di Esculapio, da le cui mani è tenuto li detto Serpe. Sono adunque le stelle che lo figurano 18. ma 1o sono le più nominate, e son queste. </p>
<lb/>a Nel principio de la testa	3 grandezza.
<lb/>b Nella radice del collo vna di due	3 grandezza.
<lb/>d L'altra de le dette	3 grandezza.
<lb/>c Vna de le due, che sono dopo il primo riuolgimento inuerso la man
<lb/>sinistra d’Esculapio	3 grandezza.
<lb/>e L’altra de le dette due	3 grandezza.
<pb n= "17 recto"/>
<lb/>f Ne l'occhio destro vna di quattro, che son la testa	4	grandezza.
<lb/>g Appresso a la man destra d’Esculapio, nel torcer de la coda	4        grandezza.
<lb/>K Dopo la man destra detta nel segiur de la coda	4	grandezza.
<lb/>h Appresso a l’estremità de la coda	4	grandezza.
<lb/>i Ne l’estremità de la coda	4 grandezza.
<lb/>La figura 14 e la Tauola 1 4 posson far conoscer come queste stelle sieno nel cielo figurate.
<lb/>De la Saetta, Imag.decimaquinta.
<p>PRometeo figlio di Iapeto fu di tale ingegno e sapere, che ei formò l’huomo di loto cosi propriamente che solo lo spirito gli mancaua: Onde ueggendo Minerua cosi degna opera, marauigliatasi di tanto ingegno gli promise che in perfettio ne de l'opra sua gli mostraria la uia di poter fruir de' beni del Cielo. quel che più gli aggradasse: e respondendo Prometeo che non sapeua che domandarsi, se prima non vedeua quel che la suso si trouasse, che facesse al proposito suo; fu da lei al cielo innalzato, doue ueggendo egli che i corpi celesti eran tutti di fiamma e di caldezza animati, per poter ancora egli dar lo spirito a l'huomo che fatto hauea; nascostamente accostato vna fiaccolata, che hauea a le rote del Sole, subito l’accese, e col foco in terra tornatosene, e postolo nel petto de l’huomo da lui già formato, in cotal modo gli diede l'anima, dalqual poi discese l'humana generatione: le quai cose venendo a l’orecchie di Gioue lo acceser di tanto sdegno, che in punition di tal fallo fe legar Prometeo ignudo nel monte Caucaso con questa conditione che vn’Aquila continuamente si pascesse de le cose intern e del petto suo: e parimente punì gli huomini, che da tal huomo con inganno formato descender douessero, però che mandò loro, come molti affermano, le febri, la peste e l'altre infirmità, &amp; insiememente le Donne; quantunque alcuni altri scrittori non vogliono che le donne per tal cagione fosser nel mondo mandate: l’opinion de i quali tanto è più ragioneuole, quanto che ciascheduuo può ageuolmente conoscere, che le donne più tosto son cagion principale de la felicità de gli huomini, che punto quella ne impedischino. Dopo molto tempo poi, sendo Hercole (come hò detto disopra) mandato la Euristeo a tuor de i pomi de l'horto di Giunone non sapendo egli il camino, venne a passar per il monte Caucaso, doue trouato Prometeo tormentato nel modo, che habiam detto, fu da esso instrutto del camin, che douea fare per andare a l’horto di Giunone e de la via che hauea da tenere per ammazzar il drago guardiandi quello horto. Onde Hercole per rimeritarlo, scioltogli i legami da torno lo liberò, ammazzando quell'Aquila, con vna de le sue saetta: la qual saatta in memoria del valor d'Hercole, come vogliano alcuni fu nel Cielo di cinque stelle fatta adorna. e son queste.</p>
<lb/>a Nel ferro de la saetta	4 grandezza.
<lb/>b Vicina a quella, che è nel ferro	5 grandezza.
<pb n= "17 verso"/>
<lb/>e Nel mezo de l’hasta                         5 grandezza.
<lb/>d Appresso al fine, vicino a le penne                        5 grandezza.
<lb/>c Ne l'estremità, doue si mette la corda                       5 grandezza.
<lb/>Come in Ciel sien disposte, si vede per la figura 15. e Tauola 15.
<lb/>De l’Aquila, Imagin decimasesta.
<p>QVanto fusse ne i suoi tempi la bellezza di Ganimede figlio del Re Troio e cosa tanto manifesta che non fa di mestieri che molto io mi ci distenda. Innamoratosene adunque Gioue lo fe rapire da vn’Aquila in Cielo: però che questo Augello, più che qual si voglia altro fu sempre a Gioue accetto e caro, che solo fra tutti gli altri animali ha possanza di tener fissi gli occhi ne la faccia del Sole. Rapito adunque Ganimede e portato da la detta Aquila a la presentia di Gioue; fu da esso posto in luogo de la Dea Hebe: la quale ne la corte di vn tanto Iddio tenea l'officio di metterle da bere: e l'Aquila in memoria di cosi pregiata preda, che fatta hauea, fu nel Cielo ornata di 9 stelle, ma di sei più lucide: e queste sono. </p>
<p>a Vna detta splendida nel principio del collo, e si domanda l’Aquila, &amp; è vna di tre che fanno insieme vna linea retta	2 grandezza.</p>
<lb/>b Ne l’ala sinistra, vna de le dette tre	3 grandezza.
<lb/>c Ne la coda	3 grandezza.
<lb/>d Nel collo, &amp; è la terza de le tre dette	3 grandezza.
<lb/>e Appresso a la splendida, ne l'ala sinistra	3 grandezza.
<lb/>f Ne la testa	4 grandezza.
<p>Come in ciel sieno insieme disposte si può veder con l'aiuto de la figura decimasesta, &amp; de la tauola decimasesta.</p>
<lb/>Del Delfino, Imagin 17.
<p>DVe opinioni vi raccontarò de la cagione di questa Imagine celeste detta il Delfino: de le quali questa è l'vna. Desideroso Nettuno d'hauere Anfitrite per moglie, fu causa che ella sendo disposta a conseruar la sua virginità, fuggendo pervenne ad Atlante ne le estreme parti de l'occidente. Onde trà molti Nettuno mandato in diuerse parti a cercar nuoue di lei solo vn Delfino secondo alcuni 0 vero come altri dicono vn huomo chiamato Delfino, fu quello che non solamente la trouò; ma le seppe ancor persuadere di tor Nettuno per suo marito: e menatola seco la diede in man di Nettuno et in merito di questo gli fu data la cura de l'apparato de le nozze: e poco dopo fu collocato nel Cielo. L'altra opinione è che trouandosi Arione musico eccellentissimo ne i mari di Sicilia, &amp; hauendo seco molte richezze raccolte: però che con grandissimo guadagno giva dolcissimamente sonando in questa parte &amp; in quella: venne in animo ad alcuni suoi seruidori, che sarebbe molto <pb n= "22 recto"/>più lor’ vantaggio sommerger ne l'acqua il padron loro, e diuidersi tra loro le sue ricchezze, che consumare in continua seruitù gli anni loro. Fatto dunque auisato da vn di questi Arione, de le insidie, che contra gli si prepararono gli pregò che almeno si contentassero che egli innanzi la morte sua, potesse pigliar de la Lira sua l'vltimo diletto, che egli ho mai più prender ne douesse: &amp; essendogli questa gratia conceduta tolta la Lira cominciò con tal suauitade a sonarere con si pietose, e dolcirime a condolersi de la sua morte che molti Delfini si adunorono d'ogn’intorno per vdirlo: onde egli per vltimo riparo de la vita sua si scagliò sopra di quegli, tra i quali vno ve ne fu, che porgendogli il dorso lo riceuè, e portò ne i Lidi di Tenaro. Et afferma Herodoto che in Tenaro, doue il Delfino il posò a terra, fu posta poi vna statua di bronzo, che sopra vn Delfino lo figuraua. per questo dunque tolser occasione gli Astrologi antichi di dar luogo nel Cielo in memoria di questo fatto a l'imagin del Delfino: la quale è adorna di 10 stelle; quantunque queste sieno le 7 più famose.</p>
<lb/>a Vna de le tre, che son ne la coda	3	grandezza.
<lb/>b Una de le quattro che son ne la testa	3	grandezza.
<lb/>c Vna de le dette quattro	3	grandezza.
<lb/>d Vna de le dette quattro	3	grandezza.
<lb/>e L'altra de le dette quattro	3	grandezza.
<lb/>f Vna de le tre dette, che son ne la 	coda	4	grandezza.
<lb/>g L'altra de le tre dette	4	grandezza.
<lb/>Come sien disposte, si può veder la figura decimasettima e Tauola decimasettima.
<lb/>Del Caual primo, ouer minor, Imag. decimaottaua.
<p>IL cauallo primo non ha altro che quattro stelle ne la testa cosi piciole, e poco resplendenti, che da gli Astrologi son dette nebulose, &amp; occulte: onde non mi è parso farne altrimenti mentione ne con figura ne con tauola: e parimente, perche non ho letto di quello fauola molto degna di esser narrata, mi son risoluto, lasciandolo da parte venire a l'altro cauallo molto più famoso, e da i poeti cantato.</p>
<lb/>Del Cauallo Alato, Imagin 19.
<p>DI Medusa e di Nettuno nacque vn Cauallo Alato detto il Caual Pegaso: il quale secondo alcuni hauea anco in testa le corna et i piedi ferrati. Con questo Cauallo ottenne Bellorofonte la vittoria contra la Chimera, la qual gittando fuoco per boccà guastaua, e corrumpeua tutta la Licia, con il medesimo fu vittorioso Perseo contra le Gorgone. Questo stesso con l'ongie de i piedi cauò il fonte Castalio consecrato a le muse: il quale è ne la sommità di Helicona, monte di Beotia. Meritò dunque vn cosi vtile, e valoroso Cauallo, che vn giorno ch'egli volandosi era assai appresso al Ciel fatto vicino: Gioue nel ciel lo ritenesse e fermasse, e <pb n= "22 verso"/>di 20 stelle l’adornasse: de le quali queste sono le 12 più risplendenti.</p>
<lb/>a Nel bellico; &amp; è quella, che è ne la testa d’Andromeda	2 grandezza.
<lb/>b Ne la somittà de l’ala destra				  2 grandezza.
<lb/>c Ne la estremità de l'ala destra, e queste tre fanno insieme vn triangolo
<lb/>	2	grandezza.
<lb/>d Nel ginocchio destro	3	grandezza.
<lb/>m Ne la spalla destra		3 grandezza.
<lb/>e Nel collo	3	grandezza.
<lb/>f Vna sopra l’occhio destro		3 grandezza.
<lb/>g Ne la bocca	3	grandezza.
<lb/>h Vna de le due, che son nel petto vicine	4	grandezza.
<lb/>1 L’altra de le dette due	4	grandezza.
<lb/>i Nel calcagno destro dinanzi	4	grandezza.
<lb/>K Nel calcagno sinistro dinanzi	4	grandezza.
<lb/>Qualmente queste 12 stelle sien figurate nel Cielo, si può sapere per	la figura 19.
<lb/>e Tauola 19.
<lb/>	Di Andromeda, Imagin 20.
<p>DI quanta eccellentia sia la Gratitudine, e quanto da Dio istesso sia stimata &amp; hauuta in pregio; l’essempio di Andromeda figlia di Cefeo, ne può far chiaro: però che hauendola Perseo (Come habiam detto disopra) liberata dal mostro marino, &amp; essendosi egli per raddoppiar la cortesia, acceso de l'amor d'essa: non seppe ella più degnamente più generosamente sodisfare a tanto obligo, e remeritare vn cosi fatto beneficio, che con l'amarlo con tanta caldezza, con quanta fusse amato mai huomo nel mondo. E certissimo altro mezo pigliar non poteua che sodisfacesse pur in parte a quel che l’obligo la stringea; però che altro non è al mondo, con che si possa sodisfare a cosi gran beneficio, quanto è l'essere amato, che con l’mare istesso. perche (come si trahe da Aristotile nel nono de l’Ethica) l’essere amato, e l'amare, l’vn per l’altro se stringe e si mantiene. Amò dunque Andromeda cosi efficacemente e di core il suo Perseo. che ne prieghi, ne persuasioni di chi si fusse, valser punto a far ch’ella lasciando la patria, &amp; i parenti non lo seguisse, per la qual cosa in premio di cosi fatta gratitudine, ottenne ancora di seguirlo nel Cielo, doue non molto da lui lontano fu di 23 stelle illustrata, de le quali queste sono le 12 più splendenti e chiare.</p>
<lb/>a Ne la spalla sinistra	3 grandezza.
<lb/>b Vna de le tre, che son ne la cintura, quella del mezo	3 grandezza.
<lb/>c Nel pie sinistro	3 grandezza.
<lb/>d Nel gombito sinistro	3 grandezza.
<lb/>e Vna de le tre, che son ne la cintura	3 grandezza.
<pb n= "19 recto"/>
<lb/>f L'altra de le dette tre 				3 grandezza.
<lb/>g Appresso à la man destra, in cui sono tre stelle 	3 grandezza.
<lb/>h Ne la spalla destra 				4 grandezza.
<lb/>i Ne lo stinco destro 				4 grandezza.
<lb/>K Vna di tre che son ne la man destra 		4 grandezza.
<lb/>l Vna de le tre dette 				4 grandezza.
<lb/>m L'altra de le tre dette				4 grandezza.
<lb/>Per il mezo de la figura 20. e de la Tauola 20. si può veder la dispositione de le 12 stelle dette.
<lb/>Del Triangolo. Imagin 21.
<p>DUbiosamente scriuono de la cagione, per la qual fusse posto nel Cielo quel Triangolo, che noi ueggiamo sopra la testa del Montone, quei che trattan di tal materia. Alcuni vogliano, che non per altra causa questo fusse, se non acciò che il segno del Montone, per esser per se stessa non molto lucido &amp; risplendente, per mezo de lo splendor di questo Triangolo, fusse conosciuto piu ageuolmente: e questa opinione par che accenni Iginio manifestamente. Molti dicono che Cerere ottenne da Gioue di hauer nel Cielo vna figura simile a la Sicilia, la quale è in figura triangolare. Non pochi sono ancora che affermano che questo triangolo in Cielo con i tre suoi angoli denota che la terra è diuisa in tre parti. Altre opinioni ancor ci sono intorno a questa Imagin triangolare, ma tutte poco verisimili. Appicchisi adunque ciascheduno a qual ei vuole, basta che in tutto son nel triangolo 4 stelle, in ciaschedun angolo vna, e l’altra nel mezo de l'vn de i lati. e son queste.</p>
<lb/>a Ne l’angolo, ne la sommità del triangolo.	3	grandezza.
<lb/>b In vn’angolo de la base	3	grandezza.
<lb/>c Ne l’altro angolo	3	grandezza.
<lb/>d Nel mezo de la base	3	grandezza.
<lb/>Come sien disposte nel cielo queste 4 stelle, si può comprender per la figura 21. e Tauola. 21.
<lb/>Del Montone, ouero Ariete, Imagin.21.
<p>FRisso &amp; Helle furori'figli del Re Atamente, i quali essendo perseguitati tutto’l giorno da l’odio de la matregna; si risoluerno per liberarsi da tanto sastidio di partirsi secretamente et andarsene in Colchi con quel più ohe tor più potessero de le ricchezze paterne, tolto aduque; vna notte tra l’altre ricchezze vn Montone, a cui la pelle era d'oro si partiron dal proprio regno e s'inuiorno verso Oriente, e peruenuti a quello stretto di mare che diuide l’Europa, da l'Asia vicino a Bizantio detto hoggi Costantinopoli saliti ambidue sopra il Montone si messero in acqua: e come la mala fortuna di Helle volse accadè che prima che'a l’altro lido ariuasse ella del Monton caduta, e ne l’acque sommersa desse nome a quel mare: però che di poi Hellesponto fu dimandato. <pb n= "19 verso"/>Frisso dunque passando in Asia a saluamento peruenne a Colchi, è quiui da Oeta Re di quel luogo fu gratissimamente accolto &amp; accarezzato. Onde egli per render gratie a li Dij de la sua salute fe sacrificio a quegli de l'indorato Montone; la cui pelle appiccata nel tempio stette poi fin che gli Argonauti andassero a torla. Gli Dij dunque per mostrar che si pregiato sacrificio fusse loro a cuore, il montone de la pelle spogliato poser nel cielo, doue di 13 stelle lo ferno adorno, quantunque per hauer lasciato giù in terra la pelle indorata, fusse forza che sù in Cielo, non molto chiaramente risplendesse, si come noi veggiamo: nondimeno sei stelle vi sono, che rilucano assai mezanamente, e son queste. </p>
<lb/>a Vna de le due, che sono in vn corno 			3 grandezza.
<lb/>b L'altra de le dette due 					3 grandezza.
<lb/>c Vna de le tre che sono ne la coda				3 grandezza.
<lb/>d Vna de le tre dette					4 grandezza.
<lb/>e L'altra de le dette tre					4 grandezza. 
<lb/>f Ne l’estremità del pie destro di dietro 			4 grandezza.
<p>In qual maniera sien situate queste sei stelle sù in Cielo, con l’aiuto de la figura 22. e de la Tauola 22 può vedere.</p>
<lb/>Del Tauro, Imagin 23.
<p>ARdendo Gioue de l’amor d'Europa figlia di Agenore Re di Fenicia e sapendo egli ch'ella spesse volte sopra il lido del mare soleua scherzare, e giocare insieme con altre virginelle, comandò a Mercurio, che tolto forma d'vn pastore conducesse à quello istesso lido quello Armento de i Tori che nel monte di Fenicia pasceua: preparatosi Mercurio a questa impresa: Gioue tosto tolta la forma d'vn bellissimo toro, &amp; in quello armento meschiato si lasciò insieme con gli altri tori condurre al lido doue era già Europa con le compagne in festa, &amp; in danze venuta. Veggendo dunque Europa vn cosi bel toro quanto era quel, sotto la cui figura Giove si nascondeua, senza sospetto d'alcuno inganno se gli pose dattorno, e di guardarlo sommamente era vaga, e parendole humano mansueto prese ardire, di cominciare a toccarlo con mano in questa parte. &amp; in quella: e trouatol tuttauia più cortese e benigno, si arrischiò di porsegli a seder sopra il dorso: la qual cosa come uidde Gioue, a poco a poco entrato ne l'acqua, si cominciò a discostar da la terra. Onde Europa veggendosi ne l'acqua assai già dal lido lontana, tutta paurosa cominciò ad appicarsi a i corni del toro, &amp; a teneruisi sopra piu che poteua: &amp; intanto Gioue passando il mare, la condusse fino in Creta; e quiui tornato ne la propria forma tolse di lei quell'ultimo solazo che tutti gli amanti desiderano da le amate loro: &amp; in sempiterna memoria di questo fatto volse che Europa si domandasse vna de le tre parti del mondo, &amp; in Cielo collocò la forma di vn Toro adorna di 33. stelle, tra le quali son quelle chiamate da molti Pleiade, da alcuni Hiade, e da molti altri Vergilie, e volgarmente le gallinelle, ouer la chioccia, le quali furon figlie	 <pb n= "20 recto"/>di Atlante, e di Pleone: &amp; in merito d'hauer dato il latte a Gioue, ouero a Baccho, secondo l’opinion d'alcuni altri, furon poste nel cielo, parte ne la bocca, e parte uicino a le corna del Tauro: doue si dice che fan continui balli fra di loro; quantunque vna sia di esse, che per essere oscura, non molto ben si possa discernere: e la ragione è, che vna de le dette sorelle, cui nome era Elettra, dopo che Troia fu disolata, per esser i Troiani da lei discesi, non uolfe piu trouarsi in balli ne in festa con le altre sue sorelle: onde partatasi da quelle se n’andò soletta nel circolo artico, e quiui si stà nascosta; saluo che alcune volte si lascia uedere tutta dolente, e con la chioma sparsa, la qual domandan Crinita, o Cometa. Sono adunque le stelle del Tauro insieme con le Pleiade stelle 33.de le quali 12. le piu famose son queste. </p>
<lb/>a Vna splendida, ne l’occhio sinistro alquanto rossa 		1 grandezza.
<lb/>b Nel naso, &amp; è vna de le pleiade 				3 grandezza.
<lb/>c Nel petto, à canto à la spalla destra			3 grandezza.
<lb/>d Tra quella che è nel naso, &amp; l'occhio sinistro 		3 grandezza.
<lb/>e Ne l’occhio destro 					3 grandezza.
<lb/>f Appresso à l'occhio destro				3 grandezza.
<p>g Ne l’estremità del corno boreale, &amp; è quella, che è nel piè destro de l’inuentor del carro	3	grandezza.</p>
<lb/>l Ne l'estremità del corno australe	3 grandezza.
<lb/>h Nel ginocchio destro	4	grandezza.
<lb/>i Nel calcagno destro	4	grandezza.
<lb/>K Nel ginocchio sinistro	4	grandezza.
<lb/>m Nel calcagno sinistro	4	grandezza.
<p>In che guisa sieno le dette stelle nel Ciel figurate, si può considerare 	per la figura 23. e de la Tauola 23.</p>
<lb/>De i Gemegli, Imag. 24.
<p>DIsopra, ne la dechiaratione de l’imagin del Cigno dissi come (secondo l’opinion di molti) essendo Gioue innamorato di Leda tolta la forma di vn Cigno hebbe da lei lo intento suo: et ella fatta grauida partorì vn’ouo delquale ne nacque poi Castore e Polluce insiememente con Helena la cui bellezza auanzò tutte l’altre che fusser mai. Furon questi due fratelli di tanta beniuolentia et amore insieme congionti, che mai per fin che vissero nacque tra loro vna minima differentia ò intorno el regnare, ò in qual altra si voglia cosa, anzi sempre con ugual imperio, e uolontà menarono gli anni loro, contentandosi sempre l'vno di quel che a l'altro era aggrado. E dicon molti (tra i quali è Lattantio Firmiano &amp; Homero) che essendo occiso Castore, Polluce domandò gratia a Gioue di poter conceder la metà de la vita sua al morto fratello. e facendogliene Gioue la gratia, molto tempo poi duroron di viuere vn giorno l'vno, &amp; vn giorno l’altro: talche finalmente, per rimeritare <pb n= "20 verso"/>una tanta amoreuolezza e fratellanza, furon da esso Gioue nel Ciel collocati doue abbracciati insieme mostran’anco segno de la lor dolce amicitia e fratellanza. Sono in tutto in essi stelle 18 quantunque 13 sieno le più lucide, e son queste. </p>
<lb/>a Ne la testa de l’vn de i gemegli, il qual è più boreale	2	grandezza.
<lb/>b Ne la testa de l'altro, &amp; è alquanto rossa	2	grandezza.
<lb/>c Nel sinistro piede di quel che è più australe	3	grandezza.
<lb/>d Nel sinistro ginocchio de l’altro	3	grandezza.
<lb/>e Nel sinistro fianco di quel che è più australe	3	grandezza.
<lb/>f Ne la destra coscia del medesimo	3 grandezza.
<lb/>g Nel destro lato del medesimo	3	grandezza.
<lb/>h Ne l'estremità del pie destro del medesimo	4	grandezza.
<lb/>i Nel calcagno sinistro di quel che è più boreale	4	grandezza.
<lb/>K Ne la destra spalla del medesimo	4	grandezza.
<lb/>l Ne la sinistra spalla del medesimo	4	grandezza.
<lb/>m Ne la spalla sinistra di quel che è più australe	4	grandezza.
<lb/>n Ne la spalla destra del medesimo	4	grandezza.
<p>Come sieno le 13 stelle insieme disposte nel cielo con l'aiuto de la figura 24 e de la Tauola 24. si può vedere.</p>
<lb/>Del Cancro, Imagin 25.
<p>TOrnando Gioue dal conuito de gli Ethiopi, e ueggendo su la riua del fiume Bagrada vna bellissima ninfa, il cui nome era Garamantide, la quale i piedi in quel finme si lauaua, subito innamoratosene cominciò a far forza di persuaderla a la voglia sua: ma ella non dando orecchie a le sue parole, subito postasi in fuga si saria da Gioue liberata, se non che vn granchio, mentre che ella correua, gli morse vn calcagno. onde essendo ella sforzata di raffrenare in gran parte il corso suo fu da Gioue sopragiunta: il qual dicono che giacendo con essa sentì tal dolcezza, che ei volse donar luogo nel Cielo a quel Cancro, che cagion n’era stato, e lo adornò di 9 stelle: tra le quali dicono che son quelle, che si domandano gli Asini. e la cagion’è che douendo Gioue far guerra contra i Giganti comandò che tutti gli Dij fossero in aiuto suo: per la qual cosa, oltra gli altri Dij, che vi vennero, comparsero ancora i Satiri, &amp; i Siluani sopra gli Asini assesi,, i quali Asini come furno appresso a i nimici, presero ombra, e paorosi diuenuti cominciorono a far tal romore, e tumulto, che i nemici sbigottiti si misero in fuga: e cosi facilmente furon da Gioue vinti superati. Sendo dunque stati gli Asini principal cagione d’vna tanta vittoria; non senza cagione meritoron che Gioue gli ponesse nel Cielo. De le 9 stelle dunque del Cancro, queste son le 8 principali. </p>
<p>a Vna de le quattro, che son nel corpo, che fanno vna figura quadrilatera, la più boreale chiamaca l’Asino.	4 grandezza.</p>
<pb n= "21 recto"/>
<lb/>b Ne la bocca più verso Settentrione			4 grandezza.
<lb/>c Ne la bocca più verso Austro				4 grandezza. 
<lb/>d Vna de le dette quattro, che son nel corpo 		4 grandezza.
<lb/>e L'altra de le dette quattro 				4 grandezza.
<lb/>f L'vltima de le dette quattro 				4 grandezza.
<lb/>g Nel pie verso Austro					4 grandezza.
<lb/>h Nel pie verso Settentrione                                                      4 grandezza.	
<lb/>Come sieno insiememente situate, si può conoscere per la figura 25. e per la Tauola 25.
<lb/>Del Leone. Imag.26.
<p>GIà disopra più volte si è trattato del valor d’Hercole, il quale hor qnesto hor quello gran fatto facea secondo che Euristeo gli comandaua peroche cercando egli ogni hor via di farlo morire; ogni maggior pericolo che egli imaginar poteua gli recaua dinanzi: essendo che cosi era volutà di Iunone, la quale di tanto odio contra di Hercole ardeua, e cosi gli era nemica, che io non credo che tanto hauesse già in odio Sapia la gloria e la libertà de i Senesi. si come ne fa testimonio Dante nel 13 canto nel Purgatorio. Quanto adunque a l’Imagin celeste del Leone, si accordan tutti a dire, ch’ella fusse posta nel Cielo in memoria de la gloriosa vittoria che hebbe Hercole contra quel ferocissimo Leone, che era ne la selua Nemea: il quale guastaua e ruinaua tutto quel paese, che è tra Argo e Thebe: e la ragione, per la qual dicon che più questo hauesse da essere in cielo la memoria di questa vittoria, che di molte altre che Hercole ottenne in diuerse parti del mondo è questa; che oltra che la vittoria contra il Leone fusse forse la più forte e valorosa; egli ancora a questa volta combattè disarmato, doue che poi sempre andò forte de la pelle del morto Leone. Sono in tutto le stelle, che in esso risplendono 27 senza le 7 che gli son vicine a la coda, le quali si adomandan la chioma di Berenice: però che volendo Tolomeo Re di Egitto andar a far guerra in Asia, la sua consorte Berenice fe voto s’egli tornaua vittorioso di consecrare al tempio di Venere la chioma sua la quale era la più bella e pregiata che mai si vedesse. Tornando dunque Tolomeo con la desiderata vittoria, subito Berenice, secondo il fatto voto, leuatosi la chioma se la donò a Venere nel tempio. Et indi a pochi giorni, non essendo vista la detta chioma nel tempio, fu da alcuni Astrologi affermato; ch’ella fusse stata rapita nel Cielo, e posta vicino a la coda del Leone. 1o dunque son le stelle più lucide, che son nel Leone, e sono queste.</p>
<lb/>a Nel core, e si chiama il Re	1 grandezza.
<lb/>b Ne l'estremità de la coda, splendida	1 grandezza.
<lb/>c Vna de le tre, che son nel collo, quella del mezo	2 grandezza.
<lb/>d Vna de le dette tre	3 grandezza.
<pb n= "21 verso"/>
<lb/>e L'altra de le tre dette				3 grandezza.
<lb/>f Vna de le due, che son ne la testa 		3 grandezza.
<lb/>g L'altra de le dette due 				3 grandezza.
<lb/>h Sopra la coscia sinistra 				2 grandezza.
<lb/>i Ne la coscia sinistra 				3 grandezza.
<lb/>K Nel fianco sinistro				3 grandezza.
<p>In qual maniera sieno in Ciel figurate queste 10 stelle, comprender si può per la figura 26 e Tauola 26.</p>
<lb/>	De la Vergine, Imagin 29.
<p>Astrea figlia di Titano e de l’Anrora nel tempo, che il padre suo, &amp; i frateli feron l'impresa per cacciare Gioue del Cielo, sopraponendo i maggior monti l'vn sopra l’altro, afferman i buoni scrittori, che ella sempre s’ingegnò di torgli da tal'impresa e per quanto ella potè diede a Gioue aiuto e fauore: onde ella meritò dopo la vittoria contra i Titani di hauer luogo nel Cielo Altri dicano, che ne i primi secoli, ne i quali il mondo era per anco ne la sua giouentù di poco tempo creato: fu dal ciel mandata, la vergine Astrea, ò iustitia che noi ci voglian dire, a conuersare tra i mortali: la qual per fin che l'età d’oro si conseruò purgata, e senza macchia alcuna; mai da loro si dipartì: nel qual tempo felicissimamente viueuano gli huomini senza prouar ne infirmitade ne passione alcuna giamai, lontani da la necessità di qual si voglia fatiga: essendo che la terra per se stessa ogni cosa necessaria produceua. Et in cambio di guerre, di pestilentie, d’inuidia, d’odio, &amp; inimicitie regnaua continuamente pace, salute, amore, e beniuolentia. Ma cominciando l’oro poi a conuertirsi in rame, &amp; vltimamente in durissimo ferro; fu forza che la detta Vergine non potendo soffrir più le guerre, le morti, i furti, gl’inganni, e l’altre cosi fatte sceleranze, che erano a poco a poco venute quasi nel colmo, che venir potessero, fu forza dico, ch’ella lasciando tanti suoi auersarij impadroniti de la terra, se ne tornasse nel Cielo: doue per insino hoggi si è dimorata, &amp; ancor dimora sendo noi rimasti priui di cosa cosi eccellente e diuina come è la iustitia, la quale da nessuna altra virtù è in dignità superata, che solo da l’amicita, secondo il parer di Platone: il quale per questo mezo lo prona che la giustiria de l’amicitia ha bisogno ma questa di quella non già: e questo medesimo pone Aristotele ne l’ottauo del’ Ethica: doue dice, che quelli che son amici non han mestier d’esser giusti, ma quelli che giusti sono han bene de l’amicitia bisogno. Sono in tutte stelle 26. fra le quali di 9 più risplendenti farò mentione. e queste sono. </p>
<lb/>a	Vna splendida ne la man sinistra, e si chiama spiga	1	grandezza.
<lb/>b	Ne l’appicatur a de l'ala sinistra	3	grandezza.
<lb/>c	Nel pie destro, che è il più boreale	3	grandezza.
<lb/>d	Ne la sommità de l’ala sinistra	3	grandezza.
<lb/>e Ne la gamba destra	4	grandezza.
<pb n= "22 recto"/>
<lb/>f Ne la cintura del destro lato	3 grandezza.
<lb/>g Ne la coscia destra	3 grandezza.
<lb/>h Ne la cintura verso la parte sinistra	3 grandezza.
<lb/>K Nel pie sinistro	4 grandezza.
<p>Come sien le dette stelle disposte nel Cielo, per la figura 27. e per la tauola 27 si può comprendere.</p>
<lb/>De la Libra, Imagin 28.
<p>QVei primi Astrologi che divisero il Zodiaco in 12 parti nel modo ch'io v’ho detto nel quarto libro de la Sfera dem mondo; a ciascheduna di quelle diedero il nome d’alcun animale, ouero perche le stelle, che quiui si trouauano, forman tra lor figura simigliante ad essi animali: oueramente per qualche inclinatione, &amp; influsso corrispondente a la natura e qualità de i detti animali, che essi cagionino in questo mondo inferiore, ò pure per far immortal la memoria d'alcuni, che nel mondo habbin fatto qualche bella operatione, hanno di tanto gran numero di stelle, che sono: in cielo, tolto quelle che meglio eran poste per formar figura che facesse al proposito loro. Qual si fusse dunque la cagione, dico che ne la diuision del Zodiaco trouando che la figura de lo Scorpione era cosi grande ch'ella occupaua luogo per due parti: quella diuisero in due segni togliendo quelle stelle che son ne la parte dinanzi de lo Scorpione, e facendone vn segno particolare, il quale dimandaron la Libra. ò per che quelle stelle faccin figura assai simile a la Libra, oueramente perche quando il Sol si truoua nel principio di tal segno, par che ne le bilancie faccia giustamento pareggiar la notte col giorno. Sono adunque le stesse de la Libra 8 in tutto, quantunque (com’ho detto) sieno de lo Scorpione, de le quali di queste sei farò mentione.</p>
<lb/>a Ne la bocca de lo Scorpione Settentrionale, vna la quale domandano
<lb/>vna de le due lanci de la libra	2 grandezza.
<p>b Ne la bocca australe de lo Scorpione la qual domandano l’altra de le dette lanci de la libra	2 grandezza.</p>
<p>c Nel mez0 del forfice australe de lo Scorpione, ouer nel mezo de la lance austra le de la libra	4 grandezza.</p>
<lb/>d Nel mezo de l'altro forfice, ouer de l’altra lance	4 grandezza.
<lb/>e Nel principio del forfice, settentrionale, ouer de la lance, com'ho
<lb/>detto	4 grandezza.
<lb/>f Nel principio de l’altro forfice, ouer de l’altra lance	4 grandezza.
<lb/>Qualmente sien tra lor situate nel cielo queste stelle, si puo conoscere la figura 28. e Tauola 28.
<pb n= "22 verso"/>
<lb/>De lo Scorpione, Imag. 29.
<p>ORione figlio de l’Orina di Gioue e dell'Orina di Nettuno e di Mercurio (come meglio diremo quando specialmente di lui si trattarà) fu: cosi valoroso è bene instrutto, e lungamente essercitato ne la caccia; che alcuno non era ne i tempi suoi, che a gran pezza tanto ne sapesse: onde egli era in ciò cosi venuto superbo &amp; arrogante, ch'egli osò di dire, che nessun’ animale saria mai possibil che la terra producesse quanto si voglia fiero e possente, che egli non fusse bastante ad occiderlo: di che la terra grandemente sdegnata produsse subito lo scorpione et in citato contra de lui, con esso combattendo fu al fine vinto e morto Orione. Gioue dunque per lasciar memoria a i mortali di quanto spesso nuoca il considarsi troppo in se medesimo, il vittorioso Scorpioue nel ciel collocò, adornandolo di 21 stelle senza quelle che forman la Libra: de le quali queste son le 14 più famose. </p>
<lb/>a Vna de le tre assai chiare, che son nel corpo quella del mezo, &amp; è rossetta, detta
<lb/>il core de lo scorpione	2	grandezza.
<lb/>  b Nel principio de la coda	3	grandezza.
<lb/>  c Ne l’estremità de la coda	3	grandezza,
<lb/>  d Vna de le tre dette nel corpo de lo scorpione	3	grandezza.
<lb/>  e L’altra de le tre dette  	3	grandezza.
<lb/>  f Vna de le tre, che son ne la fronte	3	grandezza.
<lb/>  g Vna de le dette tre	3	grandezza.
<lb/>  h L’altra de le dette tre	3	grandezza.
<lb/>  i Nel primo spondilo, ouer nodo de la coda	3	grandezza.
<lb/>  K Nel secondo	3	grandezza.
<lb/>  I Nel terzo	3	grandezza.
<lb/>  m Nel quarto		3 grandezza.
<lb/>  n Nel quinto	3	grandezza.
<lb/>  0 Nel sesto appresso a l’estremità de la coda	3	grandezza.
<lb/>Che figura faccino in Cielo queste 14 stelle, si può vedere per la figura 29. e Tauola 29.
<lb/>Del Sagittario, Imagin 30.
<p>PErò che molto discrepanti sono i poeti intorno à la cagion, per la qual fusse chiamato Sagittario quel segno del Zodiaco, che segue appresso a lo Scorpione; io solamente vi dirò quella opinione, che mi pare alquanto piu verisimile. Et è, che habitando Croto figlio de la Nutrice de le muse insiememente con esse nel monte Helicona, di cui di sopra habbian fatta mentione; venne per il commercio, che hauea con le muse, in poco tempo di acutissimo ingegno, e poeta eccellentissimo; e parimente, però che per le selue di Beotia tutto’l giorno in caccia si essercitaua; diuenne in questo ancor espertissmo e valoroso: onde meritò che domandando le Muse gratia a Gioue che si degnasse di <pb n= "23 recto"/>volergli dar luogo in qualche parte del Cielo; furon da esso essaudite: però che Gioue subito gli diede luogo a canto a lo scorpione, hanendol prima trasmutato in mezo huomo e mezo cauallo per il gran diletto che gli haueua sempre hauuto del caualcare. Dicono ancora ch’ei tiene in mano l'arco e le saette in segno del suo valor ne la caccia, &amp; ha la coda d’vn Satiro per denotar la familiarità, e la domestichezza, che egli hauea prima con le Muse. Sono in tutto le stelle, de le quali egli è adorno 31. e queste son di tutte le 12 più risplendenti. </p>
<lb/>a Nel calcagno sinistro dinanzi 				2 grandezza.
<lb/>b Nel ginocchio sinistro dinanzi 				2 grandezza.
<lb/>c Nel ferro acuto de la saetta				3 grandezza.
<lb/>d Ne la man sinistra 					3 grondezza.
<lb/>e Ne la parte de l'arco più australe				3 grandezza. 
<lb/>f Ne la parte de l’arco più settentrionale 			3 grandezza.
<lb/>g Ne la spalla sinistra 					3 grandezza.
<lb/>h Nel lato sinistro 					3 grandezza.
<lb/>i Nel calcagno destro dinanzi 				3 grandezza.
<lb/>K Ne la gamba sinistra di dietro 				3 grandezza.
<lb/>l Vna di quelle che son ne la coda 				3 grandezza.
<lb/>m Nel pie destro di dietro					3 grandezza.
<p>Inqual maniera sieno intra di lor disposte queste 12 stelle, si può vedere per la figura 30. e Tauola 30.</p>
<lb/>Del Capricorno, Imag.31.
<p>DIcono alcuni tra i quali è Lattantio Firmiano, che essendo Gioue ne la sua infantia dato à nutrire a due figlie del Re Meliseo; fu da vna di quelle, che Amaltea si domandaua, con il latte di vna bellissima Capretta, ch’ella molto cara tenea, allattato e nutrito: onde egli in memoria di queste volse che in Ciel fusse la figura, e la forma del Capricorno. Questa opinione, quantunque habbia molto del verisimile nondimeno perche non manifesta perche causa questa Imagine detta il Capricorno habbia le parti di dietro in forma di pesce pensarò che in tutto vera non sia e mi appigliarò a quel che dican0 alcuni altri intoruo a questo: &amp;</p>
<p>è che trouandosi vn giorno vna buona parte de gli Dij, tra i quali era Gioue Mercurio, Apollo, Diana, il Dio Pane, e molti altri, ad vn conuito in Egitto; accade che quiui sopragiunse vno de giganti Titani inimicissimi di Gioue, detto Tifeo, il più feroce e crudel di tutti gli altri: per la qual cosa cominciando quegli Iddij a temere, tutti pieni di paura, chi di loro per iscanpar da le sue mani si trasmutò in vna forma, e chi in vn’altra: peroche Apollo tolse forma di Grue Mercurio di vn’altro augello et il simil fe ciascheduno de gli altri. Pane adunq; gittandosi in vn fiume, si trasmutò ne le parti dinanzi in Capra, et in serpe ò ver pesce ne le parti di dietro. e cosi scanpato da la furia di quel gigante diede tanto a ridere a gli altri Dij de la strania figura, <pb n= "23 verso"/>che si hauea tolta; che Gioue ne volse sempre memoria in cielo, ponendo vicino al Sagittario vna figura simile a quella: e questo è il Capricorno, nel quale tutto son 28 stelle, quantunque 12 sieno le più lucide e chiare: e son queste.</p>
<lb/>a L'vna de le due che son ne l'vn de i corni                           3 grandezza.
<lb/>b L’altra de le dette due 				         3 grandezza.
<lb/>c Vna de le due, che son nel principio de la coda                 3 grandezza.
<lb/>d L'altra de le dette due 				         3 grandezza.
<lb/>e Nel ginocchio sinistro				         4 grandezza. 
<lb/>f Nel petto					         4 grandezza.
<lb/>g Vna de le due che son ne la schena		         4 grandezza. 
<lb/>K L’altra de le due dette  				         4 grandezza.
<lb/>i Vna de le due che sotto’l ventre 			         4 grandezza.
<lb/>h L’altra de le dette due 				         4 grandezza.
<lb/>m Nel la coda 				                        3 grandezza.	 
<lb/>l Ne la estremità de la coda			         3 grandezza.
<p>Come sien queste stelle su in Cielo situate con l’aiuto de la figura 31. e de la Tanola 31 si può vedere.</p>
<lb/>Del’Aquario, Imagin 32.
<p>FV Ganimede figlio del Re Troio di tanta bellezza dotato, che Gioue stesso se n’accese di sorte che per vederselo continuamente d’attorno se lo se rapire da vn’Aquila, e portar su nel Cielo: e priuata Hebe de l’officio, ch’ella haueua de la coppa, ouer del porgergli da bere, che noi ci vogliam dire, pose Ganimede nel luogo suo, il qual per questo officio fu domandato da gli Astrologi Aquario, et in modo di versare acqua è formata sua figura, come noi ci veggiamo. Ne mi è nascosto che alcuni vogliano che il detto segno de l’Aquario sia Deucalione, il quale con il versare acqua continuamente par che faccia viuer la memoria del grandissimo diluuio d’acqua, che fu mentre che egli nel mondo regnò. Sono in tutto le stelle di questo segno 42 de le quali queste sono le 1o più nobili, e chiare.</p>
<p>a Ne l’estremità de l’acqua, ch’ei versa, &amp; è splendente, &amp; è quella che è ne la bocca del pesce Australe	1 grandezza.</p>
<lb/>b Vna de le tre che son ne la man destra, quella ch’è a 
<lb/>canto a la bocca del vaso					     3 grandezza.
<lb/>c Ne la man sinistra, e tocca il posamento del naso                        3 grandezza.
<p>g Ne la spalla sinistra                                                                         3 grandezza.</p>
<lb/>d Vna de le tre dette, che son ne la man destra                               3 grandezza.
<p>e L’altra de le dette tre                                                                        3 grandezza.</p>
<lb/>f Vna ne la spalla destra 					     3 grandezza.
<p>h Nel gombito destro                                                                          3 grandezza.</p>
<pb n= "20 recto"/>
<lb/>i Ne lo stinco destro	3 grandezza.
<lb/>K Nel principio de l’vscir de l'acqua	3 grandezza.
<lb/>Per la figura 32. per la tauola 32 si può comprendere come le dette stelle sieno in Cielo situate.
<lb/>De i Pesci, Imagin. 33.
<p>     DI sopra habbiamo fatto mentione di Tifeo gigante, vno de i giganti Titani inimicissmi di Gioue, i quali congiurarono già di spogliarlo del regno del Cielo. questo istesso Tifeo, il qual diede in Egitto tal terrore a molti Dei, che iui si trouauano ad vn conuito che per scampar da lui fe lor torre varie forme di animali: questo istesso dico, apparse vn giorno dinanzi a Venere, la quale insieme col suo figlio Cupido si staua a solazzo su la riua del fiume Eufrate: ond'ella da cosi fatta paura fu assalita; che per il miglior rimedio tolse di trasmutarsi insieme con il figlio in forma di pesci, e cosi scampando dal pericolo, in memoria de la salute loro volsero in Cielo la Imagin de i pesci, doue risplendono in tutto stelle 34. frà le quali di 9 le più famose farò mentione: e queste sono.</p>
<lb/>a Nel legame: col qual son legati i duo pesci, &amp; è quella, che appresso al nodo,
<lb/> che stringe la coda del pesce più settentrionale		3 grandezza. 
<lb/>b Vna del detto nodo					3 grandezza.
<lb/>c In bocca del primo pesce, che è il più australe		4 grandezza.
<lb/>d Ne la schena del medesimo 				4 grandezza.
<lb/>e Nel ventre del medesimo 				4 grandezza.
<lb/>f Ne la coda del medesimo 				4 grandezza.
<lb/>g Nel detto legame, quasi nel mezo 			4 grandezza.
<lb/>i Nel ventre del pesce più settentrionale			4 grandezza.
<lb/>h Ne la schena del medesimo 				4 grandezza.
<p>In che maniera sieno in Cielo disposte le dette stelle si può conoscer da la figura 33. da la Tauola 33.</p>
<lb/>Del Ceto, ouer Balena, Imag. 34.
<p>BReuemente si spediscono quelli authori, che io ho visto, che trattino de la cagione, per la qual fusse posta nel Cielo la imagine stellata, che noi chiamiamo il Ceto, ouer la Balena percioche dicano che essendo innamorato Nettuno di Andromeda, e non potendo da essa ottenere l’intento suo, tutto acceso di sdegno mandò vn mostro marino ouero vna Balena di smisurata grandezza la qual hauesse da pascersi del bel corpo di lei. Ma come volse la buona fortuna di quella giouane: accadè che venendo Perseo vittorioso da l’impresa de le Gorgone e veggendo cosi delicata giovane sopra il sasso legata per douer’esser preda di quel mostro da subita pietà commosso <pb n= "20 verso"/>occise il mostro, e quella liberata tolse per moglie. Onde Nettuno parendogli essere stato causa de la morte di quel pesce, per rimeritarlo gli diede luogo nel Cielo, e lo se adorno di 22 stelle, fra le quali queste son 13 le più splendide, e nominate.</p>
<lb/>a Vna nel ventre, e si chiama il ventre del Ceto	2 grandezza.
<lb/>b Ne la bocca	3 grandezza.
<lb/>c Vna de le due, che son ne la coda, la più australe	3 grandezza.
<lb/>h L'altra de le dette due	3	grandezza.
<lb/>d Vna di due, che son ne la mascella	destra	3	grandezza.
<lb/>e L'altra de le dette due	3	grandezza.
<lb/>f Vna de le quattro che son nel petto, che fanno vna figura 
<lb/>quadrilatera						3 grandezza.
<lb/>l Vna de le quattro dette	4	grandezza.
<lb/>m Vna de le quattro dette	4 grandezza.
<lb/>n L'altra de le dette quattro	4	grandezza.
<lb/>g Ne la schena	3	grandezza.
<lb/>i Vna di due, che sono appresso a la coda	3 grandezza.
<lb/>K L’altra de le dette due	3 grandezza.
<p>Come insieme sien disposte su in Cielo queste 13 stelle, può esser chiaramente manifesto per la figura 34. e Tauola 34.</p>
<lb/>Di Orione, Imag. 35.
<p>DEl nascimento di Orione. e de i genitori suoi mi pare che l’opinion di Ouidio sia più seguite, e per più verisimil tenuta comunemente, che alcuna de l'altre; il qual dice che trouandosi in viaggio Gioue, Nettuno, Mercurio assaliti da la notte fu lor forza albergar in vna picciola casetta di vn pouer lauorator di terra il cui nome era Hireo il quale hauendo lor fatta quella cortesia che egli seppemaggiore, senza conoscer chi loro fossero; subito poi che si accorse che fossero Iddij, ammezzato vn sol bue che egli hauea, ne se lor sacrificio da la cui gratitudine commosso Gioue lo domandò che cosa ei maggiormente desiderasse: allhora il pouer'huomo raccontò come di vna moglie che gli hebbe non haueua potuto hauer figliuoli, e che morendo ella, ei le haueua promesso di non tor mai altra Donna; nondimeno ch'egli per la maggior gratia che egli potesse hauere desiderarebbe vn figlio innanzi la mar te sua. Allhora Gioue fatto venire il cuoio del bue morto nel sacrificio, raccoltolo in modo d’vna borsa, dentro vi orinò; et il simile se fare a Nettuno &amp; a Mercurio e comandò al pouer’huomo ch'egli tenesse quel cuoio dieci mesi sotto terra, ilche facendo al fine del decimo mese trouò che nato era di quella orina vn fanciulletto il qual da questo hebbe nome Vrione, quantunque col tempo poi si conuertisse quel nome in Orione. Venuto dunque ne gli anni si effercitò cosi continuamente ne le caccie che in quelle venuto tutto fiero et esperto. egli se ne insuperbì di sorte, che egli osò di <pb n= "25 recto"/>dire, che nessun’animal potrebbe produr la terra cosi forte che egli non fusse bastante per superarlo: di che sdegnata la terra produsse lo scorpione, dalquale Orione fu occiso: e per i preghi di Diana, a la qual egli erastato affettionatissimo compagno, fu nel cielo collocato. Dicono ancor molti che essendo Diana innamorata di Orione, diede da suspicare alcuna cosa contra la sua virginità: per la qual cosa più fiate fu da Apollo ripresa di questo fatto, per fin che per torgli dinanzi Orione, vn giorno che ei notando non haueua altro di se discoperto da l’acque, che vna parte de la testa; disse Apollo a Diana, che ella con l'arte sua del saettare non saria bastante a ferir dirittamente in vn segno, che fusse picciolo, e di lontano, come sarebbe alquanto di negrezza, che ei vedeua in vna parte de l’acqua: e dicendo questo le mostrò la testa di Orione, la qual Diana non conoscendo, subito per mostrare il suo valore ne l’arte del sagittare, presa vna saetta diede a punto ne la testa di Orione, e l’occise. di che accortasi si dolse sopra modo e non potendo altro far gli di bene, nel Cielo lo pose tra l’altre Imagini ornate di stelle, in cui sono in tutto stelle 38. tra le quali son quelle che i volgari chiamano il Bordone. Di 12 dunque più famose farò mentione, e queste sono.</p>
<lb/>a Ne la spalla destra, splendida alquanto rossa	1 grandezza.
<p>b Vna splendida ne l’estremità del pie sinistro, &amp; è quella, che è nel principio del fiume						        1 grandezza.</p>
<lb/>c Vna de le tre lucide, che son ne la cintura, quella di mezo       2 grandezza.
<lb/>d Vna de dette tre					   2 grandezza. 
<lb/>e L'altra de le dette tre 					   2 grandezza.
<lb/>f Ne la spalla sinistra  					   2 grandezza.
<lb/>g Vna di quattro che son ne lo scudo 			   3 grandezza.
<lb/>h Vna de le dette quattro 					  3 grandezza.
<lb/>i Vna de le dette quattro 					   3 grandezza.
<lb/>K L'altra de le dette quattro 				   3 grandezza.
<lb/>l Nel pomo de la spada					   3 grandezza.
<lb/>m Ne la punta de la spada	3 grandezza.
<p>Come suso in Cielo sien disposte queste stelle, si può conoscere per la figura 35. e per laTauola 35.</p>
<lb/>Del fiume Eridano, ouer Nilo. Imog. 36.
<p>ERidano, il quale &amp; Faetonte hebbe nome fu figlio del Sole e di Climena, e venuto vn giorno a parole con Epaso; gli fu da quello tra l’altre inguriose parole detto chiaramente, che ei con inganno e falsità si faceua chiamar figlio del Sole; di che lamentandosi Eridano con la madre; fu da quella menato a la presentia del padre: il quale lietamente raccoltolo, &amp; intese le sue querele; gli promesse e giurò; che egli non gli negarebbe gratia che ei gli domandasse: per la qual cosa <pb n= "25 verso"/>Eridano desideroso di mostrar chiaro segno di che ei fusse figlio; pregò il padre che per vn giorno gli lasciasse guidare, e reggere il carro paterno a modo suo. Parse questo desiderio di Eridano al Sole troppo pericoloso: onde sforzandosi di torglielda l’animo; gli mostraua il pericolo che v’era. e finalmente niente giouando, sforzato dal giuramento che fatto hauea glielo concesse. Trouandosi adunque Eridano guida del carro solare, postosi in camino, come prima peruenne al segno de lo Scorpione, tutto spaventato da quello animale, abbandonata la briglia, cominciorono i caualli liberi diuenuti a correre per il cielo a modo loro, appressadosi a la terra più che non si conueniua; talche per le vicine fiamme del carro del Sole cominciorono i fiumi &amp; i fonti a seccarsi, e la terra ad ardere &amp; infiammarsi. Onde ella con preghi et voti supplicando, e raccomandandosi a Gioue lo commosse a pietate talmente, che egli con vn fulmine percosso Eridano nel petto, lo se morto, cader nel fiume, che Eridano per tal cagione si chiamò, &amp; hoggi il Pò si domanda, delquale la Imagin fu posta nel Cielo per rinouar la memoria continuamente di quanto danno sia il voler sottoporsi ad vn peso, che non corrisponda a le spalle, et a la forza di chi l'ha da sostenere. Non mi è nuouo che Iginio vuole, che quella figura, che è in Cielo del fiume, più tosto denoti li Nilo che il Pò: la qual opinione forse non è in tutto falsa: però che la stella più lucida fra tutte quelle che vi sono, è domandata communemente Canopo, e parimente Canopo è vna Isoletta d’ogni intorno cinta dal Nilo, ancor che non mi sia nascosto, che alcuni affermano quella stella chiamarsi Canopo, la quale è nel remo australe de la Naue. Sono in tutto nel detto fiume stelle 34. de le quali queste son 10 le più risplendenti. </p>
<lb/>a Vna splendida, nel fin de l’acqua	1 grandezza.
<lb/>b Vna de le quattro, che son quasi al terzo del fiume	3 grandezza.
<p>c Quasi al mezo del fiume, poco lontana, dal petto del ceto, doue il fiume comincia a rivolgersi in dietro	3 grandezza.</p>
<lb/>d Nel principio de l’acqua, &amp; è vicina a quella splendente, che è nel
<lb/>pie d’Orione	3	grandezza.
<lb/>e Vna de le quattro dette, che son quasi al terzo del fiume	3	grandezza.
<lb/>f Vna de le dette quattro	3	grandezza.
<lb/>i L'altra de le dette quattro	4	grandezza.
<p>g Vna nel secondo volger de l’acqua, è et quella ch'è nel petto del Ceto. 3 grandezza. h Una quasi al fin del fiume	4 grandezza.</p>
<p>K Vna poco doppo le quattro dette, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza. Qual figura formin nel Cielo le dette stelle si vede apertamente per la Figura 36.e Tauola 36.</p>
<lb/>De la Lepre, Imag. 37.
<p> E Opinion d’alcuni che non per altra cagione sia la Imagine de la Lepre nel Cielo vicina ad Orione; se non perche si mantenga la memoria, che Orione fu dottissimo e più che alcun’altro giamai ne le caccie essercitato. Ben è vero che questa <pb n= "26 recto"/>opinione da molti altri e refutata: i qualì dicano che poco degna cosa è che vn cacciatore della eccellentia e dottrina che era Orione, andasse cacciando cosi vili e paurosi animali, quante le lepri sono: e che per questo più tosto leuarebbe buona parte de la gloria e del’honore d’Orione vna tal memoria in Cielo, che punto gliene aggiugnesse. Dicano adunque, che la cagione, per la quale quella Lepre è nel cielo, è che non si trouando ne l’Isola d’Iero alcuna lepre, vno di quelli de l’Isola hauendone viste in l’altre parti del mondo, si era cosi inuaghito di quell’animale; che con gran diligentia procacciò d’hauerne vna: la qual sendo pregna, con estrema cura fe poi nutrire i Leprotti, che nacquero, tal che tutti gl’altri Isolani accesi del medesimo desiderio in poco tempo riempirono l’Isola di Lepri, le quali a poco multiplicaron di sorte, che altro non si vedeua che Lepri: onde per la copia grande essendo mancato il diletto, cominciaron quei de l’Isola a discaciarle e perseguitarle di maniera, che le Lepri accese di sdegno ristrettesi insieme ruinauano e guastauan tutta quell’Isola: perche gli Isolani con gran fatica a pena hebber possanza di liberarsene sommergendole in mare. Del qual fatto parse a Gioue, che fusse ben, che remanesse memoria nel cielo: accio che conoscessero gli huomini di poi, che nissuna cosa può da i mortali esser tanto desiderata, che non possa esser lor causa cosi di male, come di bene: ne sanno essi domandare quel che sia il meglio loro. Sono adunque ne la Imagine de la lepre 12 Stelle; ma solo de le 8, più lucide e chiare farò mentione: e queste sono.</p>
<lb/>a In mezo del corpo	3 grandezza.
<lb/>b Sotto il ventre	3 grandezza.
<lb/>c Ne la bocca		4 grandezza.
<lb/>d Nel pie sinistro dinanzi			4 grandezza.
<lb/>e Nel pie sinistro di dietro	4 grandezza.
<lb/>f Ne la gamba sinistra di dietro	4 grandezza.
<lb/>g In vn fianco	4 grandezza.
<lb/>h Ne la coda	4 grandezza.
<lb/>Qualmente su in cielo sien disposte le dette 8 stelle, la Figura 37. lo mostra, e la Tauola 37.
<lb/>Del cane Sirio,ouer Can maggiore, Imag. 38.
<p>E Opinion di Seruio che Cefalo figlio di Eolo essendo ardentemente amato da l'Aurora gli fusse da essa offerto in dono vn cane il cui nome era Lelopa, cosi veloce nel corso, che afferman molti che li fusse conceduto da i fati, che nissuna fiera potesse scampargli i dinanzi. Questo dono gli offerse l’Aurora, peroche egli fuor di modo de le caccciesi dilettaua con questi patti però che ei volesse vna fiata seco giacersi: a che egli rispese, che tra se e Procri sua consorte era legame di giuramanto di conseruar l’vno a l’altro perpetua castità. a questo disse l’aurora, che egli di gratia volesse far pruoua in qualche modo de la costantia de la sua consorte, e trouandola fedele casta, non lo ricercaria più di cosa alcuna: ma quando la troui altrimenti, gli  <pb n= "26 verso"/></p>
<p>potrà parimente non hauer più rispetto al giuramento, il quale ella prima habbia rotto e disciolto. Piacque a Cefalo questo auiso. e trasmutatosi in mercante con assai copia di oro, e di bellissime gioie se n’ando dinanzia Procri sua: e quando gli parse il tempo commodo cominciò a cercar di persuaderla a romper la fede al marito suo, e seco giacersi, promettendole tutto quel che più le andaua a grado de le tante ricchezze e gioie che egli haueua . Non fu bastante la Donna a resistere a queste offerte; anzi senza molte persuasioni si mostrò disposta a i piaceri del mercatante: il quale fatta esperientia de la fragilità e poca fede de la Donna sua, parendogli d'esser libero dal giuramento se ne ritornò a l’Aurora, e seco si giacque, &amp; sollazò: e riceuuto in dono il Can fatato; se n'andò con esso a Thebe, doue egli haueua  udito, che era vna volpe, a la quale i Fati haueuan conceduto tal velocità e prestezza nel corso; che nissun cane fusse mai bastante ad arriuarla. Trouandosi dunque insieme il Cane e la Volpe, non manco l’vn che l'altro fatato; dicon che Gioue ste gran pezza dubioso veggendosi necessitato a far vano il destino e’l fato de l’vn de i due: &amp; vltimamete si risoluè a tor di terra quel Cane, e dargli luogo nel Cielo, ponendolo assai vicino a la Lepre, &amp; adornandolo di stelle 18 tra le quali queste sono le 8 le più chiare.</p>
<p>a Vna splendidissima ne la bocca, la quale molto spessamente lampeggia e chiamasi il Cane	1	grandezza.</p>
<lb/>b Nel ventre; fra le gambe di dietro	2	grandezza.
<lb/>c Ne la coda		3	grandezza.
<lb/>d Nel pie destro dinanzi	3	grandezza.
<lb/>e Nel pie destro di dietro	3	grandezza.
<lb/>f Vna de le due, che son nel collo	4	grandezza.
<lb/>g L’altra de le dette due	4	grandezza.
<lb/>h Ne la schena	4	grandezza.
<lb/>Come sieno insieme disposte le dette stelle, si può comprendere per la figura 38. e Tauola 38.
<lb/>De la Canicola, ouer Can minore, Imag. 39.
<p>DI sopra hauiam detto come Orione nato de l’orina di Gioue, di Nettuno, e di Mercurio per la sua arrogantia e superbia fu cagion che la terra gli producesse incontra lo scorpione dal quale ei fusse occiso. Questo Orione dunque, essendo stato continuamente nutrito et essercitato ne le caccie e di quelle dilettatosi più che d’altra cosa del mondo meritò quando gli fu dato luogo nel Cielo di menarui seco vn de i suoi Cani, il più da lui amato et accarezzato, senza la cui compagnia prima harebbe rifiutata la stanza del Cielo: vicin dunque ad esso fu posto il cane che communemente si chiama la canicula, onero il can minore. Non mi è nascosto che alcuni vogliano che questa canicula fusse vna piccola cagnolina e molto legiadretta e vezzosa, la quale Helena amaua sigularmente, e sempre a canto teneua: ma essendo <pb n= "27 recto"/>rapita da Paris figlio di Priamo Re di Troia, hauendo ella seco la cara sua Cagnuola; dicono che la mala fortuna volse, che appresso a l’Isola d’Eubea, la detta Cagnuola caduta nel mare prima fusse da l'acque soffocata, che aiuto dar se le potesse: di che Helena dolendosi fuor di modo, ottenne gratia dal padre Gioue: che le donasse parte del Cielo. E forse fu posta nel Ciel questa Imagine di vn Cagnuolino, quasi che Gioue antiuedesse quel si leggiadro Cagnuolo, che voi, bellissima Madonna Laudomia, heueuate pochi anni passati sono. Questa è la opinione intorno a questo, tenghino gli altri l'opinion che vogliano. In esso dunque son due stelle, tra le quali vna è lucida molto: e son queste.</p>
<lb/>a Vna splendida, nel fianco, detta la Canicula.	1 grandezza.
<lb/>b Nel collare	4 grandezza.
<p>Qual di queste due stelle sia più vicina al nostro polo, si può vedere per la Figura 39. e per la Tauola. 39.</p>
<lb/>De la Naue chiamata Argo, Imag. 40.
<p>PElia Re di Tessaglia conoscendo il valore, &amp; il grande animo di Iasone suo ni pote figlio di Esone fratel suo, grandemente dubitaua che doppo la morte sua egli non occupasse il regno, e ne scacciasse i proprij suoi figli: e per questo cercaua sempre destra occasione di farlo morire. Hauendo dunque egli inteso che in Colchi nel Tempio di Gioue, era cosi diligentemente guardata la pelle d’oro del Montone, di cui si è fatta di sopra mentione, che era impresa quasi disperata e di certo pericolo il voler far forza di torla; si pensò che per esser Iasone d’animo inuitto, facilmente gli verrebbe fatto di persuaderlo &amp; accenderlo a questa impresa; ne la quale era quasi certo che la morte di lui ne seguirebbe. Cercando dunque Pelia con questo inganno di persuader Iasone a l’impresa de la pelle de l’oro, mostrandogli con molte ragioni quanto honore e gloria gli seguirebbe; se felicemente gli riuscesse; lo accese di sorte nel desiderio di questo fatto; che subito fattasi da Argo fabricare vna Naue nel seno Pagaseo, in compagnia de i più nobili di tutta Grecia si messe nel mare, et inuerso Colchi presero insieme il camino: Hor come felicemente succedesse vna cosi magnanima impresa; non accade ch’io vi racconti, come poco a proposito del nostro principal proponimento. Quanto fin quì v'ho detto di questo, è stato per dichiararui perche cagione fusse fabricata la Naue, la quale piglian do il nome da l’archittetore che la fece Argo fu domandato. E per esser quel la prima naue che fusse vista nel mare, meritò di hauer luogo nel cielo, ornata di 45 stelle, de le quali queste sono le 18 principali.</p>
<lb/>a	Vna de le due lucide, che son ne 	l’arbore	2	grandezza.
<lb/>b	L'altra de le dette due	2	grandezza.
<lb/>c	Nel corpo de la naue	2	grandezza.
<lb/>d	Vna de le due, che son nel remo 	australe, &amp; splendida, da molti
<lb/>detta Canopo	1 grandezza.
<pb n= "27 verso"/>
<lb/>e Vna de le due che son nel fondo de la naue		2 grandezza.
<lb/>f L'altra de le dette due 					2 grandezza.
<lb/>g Nel trauerso de gli intauolati 				2 grandezza.
<lb/>h Nel mezo del remo settentrionale			3 grandezza.
<lb/>i Ne l’estremità de la poppe de la naue 			3 grandezza.
<lb/>l Poco sotto a la detta, pur ne la poppe			3 grandezza.
<lb/>K Quella vicina a canopo, nel remo australe			3 grandezza.
<lb/>m In vna fune de la naue					3 grandezza.
<lb/>n In vn’altra fune						3 grandezza.
<lb/>o Nel fondo de la naue, non molto lontano da la prora 	3 grandezza.
<lb/>p Appresso a la detta 					3 grandezza.
<lb/>q Vna de le due, che son nel mezo del corpo 		3 grandezza.
<lb/>r L'altra de le due dette					3 grandezza.
<lb/>s Tra l’vno e l'altro remo 					3 grandezza.
<p>Queste otto, che sono d K e f r p q o non apparono mai al nostro Orizonte Come queste 18 stelle sieno tra loro nel ciel situate si può veder per la Figura 40 e Tauola 40.</p>
<lb/>Del’Hidra, Imag. 41.
<p>Frà l’Imagini stellate, che son nel Cielo, vi è ancora l'Hidra, ouero vn serpe che noi ci vogliam dire, il quale stando dattorno ad vna tazza piena d’acqua impedisce vn Coruo, che gliè da presso: che quantunque egli arda di sete, non ardisce di appressarsi a ber ne la tazza. Per render la ragion di tutto questo, dican molti che douendo Apollo sacrificare, mandò vn Coruo a tor de l’acqua da vn fonte: però che questo animale fu sempre molto suo familiare. andato adunque il Coruo per l’acqua e veggendo vna pianta di vn fico i cui pomi noneran per anco fatti maturi, sopra quella si posò ad aspettar che si maturassero, ne prima quindi si partì, che maturati divennero: onde mangiatone molti ad Apollo con l'acqua in vna tazza si ritornò il quale già si era seruito d’altra acqua per la longa tardanza del Coruo. e veggendol venire, doppo che l'hebbe ripreso lo fe tutto negro, doue che prima di bianchissime piume era vestito, e trouò via che nel tempo de i fighi egli ber non potesse. Volendo dunque gli antichi poeti, &amp; Astrologi lasciar di cotal fatto nel mondo memoria, figurorono in Cielo la sete del Coruo nel modo che di sopra vi ho detto, ponendo l'Hidra, che guardi che egli ad vna tazza non arriui. L’opinion di coloro che vogliono che questa Hidra sia in memoria di quella Lernea, che fu superata da Hercole, non è molto seguita da i buoni scrittori: per questo io la lascio da parte e massimamente perche non sodisfa a la cagion per la qual in essa sia il coruo e la tazza: son dunque ne l’Hidra in tutto stelle 25. de le quali queste 14 sono le più lucide e più nominate.</p>
<lb/>a Nel primo volger de l’Hidra, non molto lontan dal collo. 	2 grandezza.
<pb n= "28 recto"/>
<lb/>b Vna di due, che son nel mezo del ventre, appresso al posamento del
<lb/>vaso, onero de la tazza.		     3 grandezza.
<lb/>c Non molto lontan de la coda, in mezo tra la tazza &amp; il coruo 3 grandezza.
<lb/>d Vna de le dette due, che son nel mezo	3 grandezza.
<lb/>e Nel naso						       4 grandezza.
<lb/>f Sopra l’occhio sinistro 					4 grandezza.
<lb/>g Vna de le due, che son ne la radice del collo 		4 grandezza.
<lb/>h L’altra de le dette due					4 grandezza.
<lb/>i Vna de le due, che son quasi al terzo de l'Hidra 		4 grandezza.
<lb/>l L'altra de le dette due					4 grandezza. 
<lb/>K Ne l’estremità de la coda 				4 grandezza.
<lb/>m Ne la sommità de la testa 				4 grandezza.
<lb/>n Ne la bocca						4 grandezza.
<p>0 Ne la mascella                                                                           4 grandezza.	</p>
<p>In che guisa sieno insieme disposte queste 14 stelle, si può veder per la figura 41. e per la Tauola 41.</p>
<lb/>De la Tazza, ouer vaso, Imag.42.
<p>DIcono alcuni che nel tempo che Demifonte regnaua ne la Città di Flagusa posta nel Chersoneso di Thracia, accadè che subito nacque vna mortalissima pestilentia non solo per la Città, ma ancora per tutte le ville del regno suo talmente che non trouando rimedio alcuno che giouasse, mandò a l’oracol d’Apollo a saper come a tanto male rimediar si potesse, et essendo da l’oracol risposto, che altrimenti non saria mai quel Regno libero da quella peste; se non offerendo per ciaschedun’anno vna vergin nobil al sacrificio, ordinò Demifonte che in vn vaso fosser posti i nomi di tutte le vergini nobili de la Città sua saluo che de figlie sue proprie: e fattone trarre vna per sorte del vaso, quella pose vittima al sacrificio. Seguendo dunque questo medesimo ordine in ciascheduno anno: con grande inuidia de i nobili, i quali si doleuano che le figlie del Re non fosser poste sotto la sorte parimente con l altre; accaddè che vn più ardito de gli altri, nominato Matusio disse apertamente che non voleua più acconsentire, che la figlia sua fusse posta a la sorte del sacrificio, se le figlie di Demifonte non eran poste ancora esse al pericolo de la fortuna. Queste parole accesero il Re di tal furore, che senza aspettar che la figlia di Matusio fusse tratta per sorte, quella fece ammazzare: la qual cosa quantunque a Matusio dispiacesse, quanto più fusse possibile, nondimeno nascondendo lo sdegno de l’animo, mostrò nel volto di non curarsi molto di cotal fatto fingendo di credere che il Re per il ben de la patria fatto hauesse tal cosa: mostrandosegli benigno, et affettionato, tanto fece a poco a poco, che uenne appresso di lui il più intrinseco, e famigliar che egli hauesse. Quando dunque gli parse il tempo, ordinato vn bel conuito, fatto l’occasion di finger noue nozze <pb n= "28 verso"/>d'vn altra sua figlia, pregò il Re che si contentasse egli insieme con le proprie figlie di trouarsi ad honorar le nozze sue; di che contentandosi il Re, e mandate le figlie disse, che poco doppo egli ancora vi si trouarebbe. Matusio parendogli il tempo venuto di vendicarsi, rachiuse in vna camera le due figlie del Re, quelle ammazzò; e ponendo parte del sangue loro meschiato con vino in vna tazza, quella fe por la sera innanzi a Demifonte, e dopo che egli beuuta l’hebbe, tutto’l fatto Matusio gli discoperse. Quel che poi si seguisse, non accade ch'io vi racconti: basta che a Gioue parse che fusse ben fatto, che in ciel fusse posta quella tazza in memoria sempiterna a i mortali che i giusti sdegni non si smorzan mai. Non m’è nascosto che alcuni vogliano che questa tazza sia quella, con la quale il coruo d'Apollo portò l’acqua del fiume doppo che ei fu satio di fichi come ne la precedente dichiaratione de l’Hidra a bastanza hauiam detto son dunque in questa in tutto sette stelle, e son queste.</p>
<lb/>a Vna di due, che sono nel posamento de la tazza	4	grandezza.
<lb/>b Nel manico.o ansa che vogliam dire più boreale	4	grandezza.
<lb/>c Nel manico più australe	4	grandezza.
<lb/>d Vna de le due che son nel corpo de la tazza	4	grandezza.
<lb/>e L'altra de le dette due	4	grandezza.
<lb/>f Nel margo estremo del vaso	4	grandezza.
<lb/>g L'altra de le dette, che son nel posamento	4	grandezza.
<lb/>Come sieno insieme disposte le dette stelle, si può conoscere per la figura 42, e per
<lb/>La Tauola 42.
<lb/>Del Coruo, Imag.43.
<p>COronide filia di Flegia fu amata grandemente da Febo, e di lui fatta grauida partorì Esculapio medico eccellentissimo del quale hauiam di sopra fatto mentione. Fu parimente essa accesa de l'amor di Scino figlio di Calco: e trouandosi vn giorno abbracciata con esso in dolcissima festa, e sollazzo, vicino ad vn limpidissimo fonte, pigliandosi insieme al suaue suon di quell’acque gli vltimi diletti d’amore fu vista da vn Coruo &amp; a Febo accusata: il qual tolta subito vna saetta ambidui gli amanti occise con quella, nel più dolce de i loro abbracciamenti, et il coruo in merito de l'officio che hauea fatto, pose nel cielo. Non mi è nuono, che alcuni affermano, che questo Coruo è quello che portò la tazza de l’acqua ad Apollo, doppo che ei fu satio di fichi: come ne la dechiaratione de l’Hidra hauiam detto a bastanza. Sono in tutto in esso 7. stelle, de le quali queste son le 6. più importanti. </p>
<lb/>a	Nel becco	3	grandezza.
<lb/>b	Ne l’appicatura de l'ala sinistra.	3	grandezza.
<lb/>c	In vn piede	3	grandezza.
<lb/>d	Ne la testa	3	grandezza.
<pb n= "29 recto"/>
<lb/>e Nel l’ala destra	3 grandezza.
<lb/>f Ne l'estremità de l’ala sinistra	4  grandezza.
<p>In che guisa sien nel ciel situate le dette stelle, con l’aiuto de la Figura 43. e Tauola 43. si può vedere.</p>
<lb/>Del Centauro, Imagin 44.
<p>CHirone Centauro nato di Saturno, e di Fillire, dicon che di giustitia, e prudentia, e vera religione auanzò non solamente tutti i Centauri; ma gl'altri huomini ancora: onde meritò ragioneuolmente d'esser connumerato tra l’altre imagini del Cielo. E son alcuni che dicono, che trouandosi Hercole vn giorno in lunghi ragionamenti con esso, e mostrandogli le saette, con le quali e gli era stato con tra diuersi mostri vittorioso, nel guardarle, e considerarle ne lasciò inauedutamente Chirone, cadere vna, la qual percossol nel piede, fu cagion de la morte sua. Onde Gioue commosso a pietade gli diede luogo nel Cielo, doue e figurato in modo che par che voglia offerire vittima sopra vn’altare, per mostrar la vera sua bontade, e religione: del quale altare diremo al luogo suo. Sono adunque nel centauro in tutto stelle 37 tra le quali di queste 14 sarò mentione. </p>
<lb/>a	Nel braccio destro	3	grandezza.
<lb/>b	Ne la spalla destra	3	grandezza.
<lb/>c Ne la spalla sinistra	3	grandezza.
<lb/>d Ne la testa	4	grandezza.
<lb/>e	Nel mezo de la schena	4	 grandezza.
<lb/>f	Vna de le due, che egli ha in quel che tien ne la sinistra	4	grandezza.
<lb/>n L’altra de le dette due	4	grandezza.
<lb/>o Sotto la spalla sinistra	4	grandezza.
<lb/>g Vna splendida, nel pie destro dinanzi	1	grandezza.
<lb/>h Nel principio del corpo humano	2 grandezza.
<lb/>i Nel pie destro di dietro	2 grandezza.
<lb/>K Ne lo stinco destro di dietro	2 grandezza.
<lb/>1 Nel pie sinistro di dietro	2 grandezza.
<lb/>m Ne lo stinco sinistro dinanzi	2 grandezza.
<p>Come sieno queste stelle disposte nel Cielo, chiaramente si può comprendere per la figura 44. e Tauola 44.</p>
<p>Le sei vltime stelle, che sono g h i K l m non apparono al nostro orizonte, ma sol l'hò poste quì, accio che se per sorte questo libro venisse in man di persona, il cui orizonte fusse meno obliquo che’l nostro non è, possa conoscer la detta figura.</p>
<pb n= "29 verso"/>
<lb/>Del Lupo, Imag. 45.
<p>SI legge in Ouidio, che essendo salito al Cielo al cospetto di Gioue la fama de le sceleranze, e crudeltà, &amp; altri brutissimi vitij, che eran ne l’età del ferro, fatti signori di tutta la terra, hauendone scacciato la giustitia, e la religione, &amp; ogn’altra virtù; parse a Gioue, che fusse bene innanzi ch’egli castigasse e punisse gli huomini di tal errori; di voler prima presentialmente vedere, se cosi era in verità. come la fama gli haueua portato a l’orrechie: e tolta forma humana venendo dal cielo in terra cominciò hora in questa parte, &amp; hora in quella a considerare, i portamenti de i mortali: Venuto adunque vna sera in casa di Licaone, &amp; essendogli poste dinanzi tra l'altre viuande, cotto in pezzi vn de gli ostaggi de i Molossi, che Licaone hauea hauuti per sicurtà da i popoli di Epiro, subito non potendo sopportar tanta crudeltà, accesa la casa di ardentissime fiamme quindi si di parti, lasciando Licaone tutto attonito e sbigottito: il qual per scampar da quel fuoco se ne fuggì in vna selua e quiui poco di poi fu trasmutato in Lupo: ne la cui forma fu non molto tempo poi posto nel Cielo per lasciar memoria a i mortali di quanto dispiace a Dio la crudeltà. Ho letto anchor che ad alcun piace, che questo Lupo sia la vittima, che’l Centauro porta a l’altare come hauiam detto di sopra. Sono in tutto in esso stelle 19. de le quali queste sono le 13 più chiare e splendenti. </p>
<lb/>a Ne la gamba destra di dietro	3 grandezza.
<lb/>b Nel pie sinistro di dietro		3 grandezza.
<p>c Vna de le quattro che son ne la testa, che fan quasi vna figura quadrilatera la più australe						4 grandezza. </p>
<lb/>d Vna de le dette quattro 					4 grandezza.
<lb/>e Vna de le dette quattro 					4 grandezza.
<lb/>f L'vltima de le dette quattro 				4 grandezza.
<lb/>g Vna di due, che son ne la coda 				4 grandezza.
<lb/>m L'altra de le dette due					4 grandezza.
<lb/>h Nel pie sinistro dinanzi 					4 grandezza.
<lb/>i Appresso al pie detto 					4 grandezza.
<lb/>K Ne la schena 						4 grandezza.
<lb/>l Nel ventre 						4 grandezza.
<lb/>n Ne la spalla sinistra 					4 grandezza.
<lb/>Come sien disposte insieme nel Cielo, si può conoscere per la figura 45. e per la Tauola 45.
<lb/>De 'Altare, Imag.46.
<p>PIù volte si e fatta mention di sopra de i Giganti Titani; i quali essendo inimicissimi di Gioue con grande animo si prepararono a l’impresa di cacciarlo del Cielo <pb n= "30 recto"/>e per poter al cielo arrivare, i molti l'vn sopra l'altro poneuano; tal che cominciando Cielo gli Dij a temere, ristrettisi insieme pensoron di far tutti vna fermae salda congiura contra i detti Giganti; &amp; accio che tal congiura fusse più forte , e più strettamente obligata, feron fare a i Ciclopi fabri di vulcano vn altare, sopra il quale tutti gli Dij giuroron di esser uniti et vnanimi a tal impresa. ottenuta dunque dipoi la vittoria, in memoria del liberato essedio del regno Celeste, poser quel l'altare nel Cielo, vicino al Centauro: doue sono in tutto 7 stelle, e son queste. </p>
<lb/>a Nel primo grado de l’altare, sola di tutte appare al nostro Orizonte
<lb/>	3	grandezza.
<lb/>b Vna nel posamento de l'altare	4	grandezza.
<lb/>g Vna nel mezo de l'altare	4	grandezza,
<lb/>c Vna di tre, che son nel mezo 	del fuoco	4	grandezza.
<lb/>d Vna de le dette tre	5	grandezza.
<lb/>e L'altra de le dette tre	4	grandezza.
<lb/>f Ne l’estremità del fuoco	4	grandezza.
<p>L’ultime sei non apparono al nostro orizonte: ma quì le pongo, hauendo rispetto a quegli che hauessero l'orizonte manco obliquo: in man de i quali potria venir questo libro.</p>
<lb/>Come tra lor sieno situate, si può vedere per la Figura 46. e per la Tauola 46.
<lb/>De la Corona Australe, Imag. 47.
<p>TVtto quel ch’io v'ho detto di sopra de la Corona settentrionale d'Ariadna, molti vogliano, che si habbia da intendere di questa australe: ma seguendo io l’opinion de i più, dico, che questa non e la Corona d’Ariadna; ma quella che Bacco pose nel Cielo in memoria d'hauer la madre Semele da l'Inferno riportata: pero che dican che Bacco descendendo a l’Inferno non volse portar seco la Corona, che egli haueua hauuto in dono da Venere; ma la posò ne l’entrata, e ritornando poi con l’acquisto de la madre; a quella Corona in memoria di questo diede luogo nel Cielo. Et è questa Corona diuersa da quella, che Venere haeua donata ad Ariadna; anchor che quella ancora fusse da Bacco per gratificarsi con Ariadna nel Ciel collocata. Sono in questa Corona Australe in tutto 13 stelle ; ma sette solo più chiare e famoso. e quelle sono.</p>
<lb/>a Nel principio de l'arco australe de la corona	4 grandezza.
<lb/>f Doppo questa	4 grandezza.
<p>b Doppo questa, nel detto arco, vicina ad vna splendente che è nel ginocchio sinistro del Sagittario		4 grandezza.</p>
<lb/>c Doppo questa verso Austro	4 grandezza.
<lb/>g Doppo questa verso Austro	3 grandezza.
<lb/>d Nel mezzo de l’arco più Boreale	3 grandezza.
<pb n= "30 verso"/>
<lb/>e La più Austral di tutte, &amp; a punto arriva al nostro Orizonte, ma
<lb/>non saglie suso	4 grandezza.
<p>Come tra lor sien nel Ciel situate, e disposte, per mezo de la Figura 47.e de la Tavola 47. si può sapere.</p>
<lb/>Del Pesce Australe, Imag.48.
<p>DI questo pesce Australe non trouo alcuno scrittore, che ne dica cosa nessuna: saluo che Iginio, il qual parimente con gran breuità se ne spedisce: però che dice che i popoli di Siria per la gran veneratone che hanno a i pesci volser che tra l’altre Imagini del Cielo fusse ancor quella del pesce: essendo che sotto tal forma parimente adorano, e reueriscono gli Dij loro Penati. Come e si sia, basta che in questa costellatione del pesce australe sono in tutto 12 stelle, de le quali queste sono le 1o. più lucide, e più famose.</p>
<lb/>a Vna splendente ne la bocca: &amp; è quella stessa che è nel fin de l'acqua,
<lb/>che versa l’Aquario		1 grandezza.
<lb/>b Ne la schena	4	grandezza.
<lb/>c Ne la coda	4	grandezza.
<lb/>d Vna de le due, che son ne la bocca accanto a	 la splendida	4	grandezza.
<lb/>e L'altra de le dette due	4	grandezza.
<lb/>f Ne la sommità de la testa	4	grandezza.
<lb/>g Appresso a la coda	4	grandezza.
<lb/>h Doppo questa	4	grandezza.
<lb/>i Ne la schena verso la testa	4 grandezza.
<lb/>K Ne la mascella	4	grandezza.
<p>In qual maniera sien nel Ciel situate queste 1o stelle, si può sapere con l'aiuto de la Figura 48. e de la Tauola 48.</p>
<lb/>Questi sono li Caratteri de i 12 segni del Zodiaco.
<lb/>Quest sono li Caratteri de i setti Pianeti.
<pb n= "1 recto"/>
<p>NON è da lasciar indietro, l’hauere auertenza, che hauendosi ne le figure che segueno à conoscere le stelle distintamente secondo le varie grandezze loro, &amp; sendo esse quiui in quatro varij modi depinte, non è fuor di proposito, che sapiate prima, come quelle della prima grandezza son maggiori di tutte, &amp; bianche totalmente. Quelle poi della seconda grandezza sono alquanto minori, &amp; la metà bianche &amp; l’altra metà negre. L’altre poi della terza, son quasi di vgual grandezza come quelle della seconda: ma son negre totalmente. L'vltime son negre e picciole, e di tutte l’altre minori. Et perche meglio vi sian manifeste, eccouene vno essempio qui di sotto.</p>
<lb/>Stella della prima grandezza.
<lb/>Stella della seconda grandezza.
<lb/>Stella della terza grandezza.
<lb/>Stella della quarta grandezza.
<pb n= "unnumbered 1 recto"/>
<lb/>CON QVAL GRADO
<lb/>DEL ZODIACO NASCONO,
<lb/>ET TRAMONTINO LE
<lb/>Principali Stelle del Cielo.
<p>QVANTVNQUE con l’aiuto de le Tauole dette, &amp; de le figure potiate hauer notitia, quando alcuna imagine celeste faccia il corso suo sopra la terra, in tempo notturno, consequentemente possa da noi esser veduta; &amp; per il contrario, quando di giorno facendolo sia da i raggi del Sole, impedita la vista sua, nondimeno per torui ancora questa poca fatica, ho voluto innanzi ch’io ponga ultimo fine a questo trattato, quest cotal notitia ageuolarui, col raccoglier quì brevissimamente qual parte del zodiaco vegna sopra il nostro Orizonte, con il principio di qual si voglia imagine del cielo, &amp; quel parte seco tramonti, o pervenga al circol meridiano: la qual cosa sapendo, conoscerete quando o per i raggi solari, ouer lunari, sia tolto che noi vederla possiamo, &amp; perche in ciascheduna imagine è una stell principale, la qual parimente si ha acquistato il nome di tutta l’imagine, come poniam caso, ha fatto l’aquila, la quale ancor che di più stelle adorna sia, nondimeno quella stella, ch’ella ha nel principio del collo, come principale, si ha parimente cotal nome usurpato: &amp; il simil dico di tutte l’altre figure celesti, per questo dico, ho ancor voluto quì notare il grado del zodiaco, col quale o nasca, o tramonti, o nel meridiano peruenga a ciacheduna di queste tali stelle principali, che v’ho detto.</p>
<p>     Seconda facendo adunque principio da l’Orsa maggiore; però che l’Orsa minore, gia mai sotto al nostro Orizonte non si attusa, &amp; conseguentemente in ogni tempo de l’anno, si può la notte vedere, dico che l’Orsa maggiore, de la quale solo i piedi di dietro tramontano, nascono, comincia a nascondersi, col grado 10. de lo Scorpione, et nascer col grado 10 del Cancro, et a toccare il meridiano, col grado 23 del Cancro, ma la principal sua stella, la qual è ne la estremità de la coda, notata da me, ne la sua figura, per il carattere, a, gimai non ci si leua, o tramonta, &amp; al meridiano arriua, quando ella è verso il nostro zenith, col grado 23 de la Libra. </p>
<p>     Tertia il drago, non ha stella alcuna, che nasca o tramonti, al meridiano peruienne, quando è verso il nostro zenith, col grado 12 de la Scorpione, &amp; quella stella che egli ha sopra l’occhio destro, arriua al detto circolo, col grado 20 del Sagittario. </p>
<p>     Quarta, Cepheo medesimamente non ha parte che non sia sempre sopra il nostro Orizonte: &amp; comincia a toccare il meridiano, quando è tra il polo, e il nostro zenith, col grado 4 del Aquario, &amp; la stella che gli ha ne la spalla, notata ne la sua figura per b, tocca il meridiano insiememente col grado 17 del Aquario. </p>
<p>     Quinta Booteo ouero Arturo, il qual poco me che tutto nasce e tramonta, comincia a nascer col braccio sinsitro col grado 14 de lo Scorpione, &amp; a nascondersi la gamba sinsitra col grado 1. del Sagittario, &amp; col 22 de la Libra, viene al meridiano; &amp; la stella <pb n= "unnumbered 1 verso"/>che gli ha fra le due coscie, notata ne la figura per a, si leua con il grado 4 de la Libra &amp; tramonta col grado 13 del Sagittario, &amp; con il primo de lo Scorpione viene al meridiano.</p>
<p>  Sesta, la Corona d’Ariadna, comincia ad apparire, con il grado 8 de la Libra, &amp; a nascondersi con il 1o del Capricorno, &amp; col 18 de lo Scorpione viene il meridiano: &amp; la stella sua più chiara per a, disegnata, col grado 13 de la ___ ne sorge: &amp; col 10 del Capricorno  s'asconde, &amp; tocca il meridiano col 20 del Scorpione.</p>
<p>  Settima , Hercule di cui pochissime son le stelle, che sempre rimanghino sopra il nostro orizonte, comincia a leuarsi con la gamba destra sopra la terra col grado 20 de la Vergine, &amp; tramontar con la spalla destra col 7 del Capricorno venendo al circulo meridiano, col grado 20 de lo Scorpione, &amp; la stella ch'egli ha ne la testa, per a, disegnata, col grado 15 de lo Scorpione si leua, col 17 del Capricorno s’asconde, &amp; col 13 del Sagittario peruiene al meridiano.</p>
<p>  Ottaua, la Lira, col grado 6 de lo Scorpione comincia a venir fuora de l’orizonte, &amp; col 23 del Aquario poi si tramonta, &amp; viene al circol del mezo giorno, col grado 3 del Capricorno, &amp; la sua più lucida stella, notata per a, col grado 6 de lo Scorpione ne sorge, col 1 de il Pesci tramonta, &amp; al meridiano peruiene, col grado 3 del Capricorno.</p>
<p>  Nona, il Cigno, ouer la Gallina, ancor che vna parte d'vna la non tramonti mai, nondimeno il rimanente, col grado 5 de lo Scorpione comincia con l'ala destra a nascere, &amp; col grado 27 de Aquario ad attufar la testa in occidente, &amp; a venire al meridiano conl’ala destra, col grado 14 del Capricorno, la cui stella ch'egli ha ne la coda, per a , diseguata, nasce col grado 20 de lo Scorpione, &amp; tramonta col 6 del Montone, &amp; al circulo del mez0 giorno, viene col 3 Aquario.</p>
<p>  Decima, Cassiopea, non ha parte che nasca 0 tramonti giamai, &amp; comincia a toccare il meridiano, verso il nostro zenitih, con la parte di sopra de la sedia, insieme col grado io de i Pesci, &amp; la stella ch’ella ha nel ginocchio sinistro, notata per b, vi arriua col grado 15 del Montone.</p>
<p>  Undecima, Perseo, di cui parte nasce, e tramonta, e parte sempre si stà di sopra, comincia ad apparir col lato destro, col grado 13 di Aquario &amp; a nascondersi con la testa di Medusa, col 3 di Gemegli  venendo al meridiano col 28 del Montone, &amp; la stella ch'egli ha nel destro lato, disegnata ne la sua figura, per a, non tramonta mai; &amp; quella, ch’egli ha ne la testa di Medusa, disegnata per b, si leua col grado 20 de i Pesci &amp; tramonta col 18 di Gemegli, &amp; col 12 del Tauro viene al circulo del mezo giorno.</p>
<p>  Duodecima, l’inuentor del carro, di cui parte nasce, &amp; tramonta, comincia di quel che s’asconde, a venir fuora con la spalla sinistra col grado 5 del Montone, et a nascondersi col pie sinistro, con il grado 19 di Gemegli, peruenendo al mezo giorno con lo 8 di Gemegli, et la stella ch'egli ha ne la spalla sinistra, la qual chiaman molti la capra, designata per a, sorge col grado 5 del Montone, &amp; col 25 del Cancro tramonta, &amp; al mezo giorno vien col grado 11 di Gemegli.</p>
<p>  Tertiadecima, quel che tiene il serpe comincia ad apparir, col braccio sinistro, col grado 14 de lo Scorpione, &amp; a nascondersi col pie sinistro, col grado 19 de lo Scorpione <pb n= "unnumbered 2 recto"/>venendo al meridiano col 1 de Sagittario la cui stella ch'egli ha ne la testa, notata per a, vien fuore, col grado 21 de lo Scorpione tramonta col 20 del Capricorno &amp; fassi meridiana, col 13 del Sagittario. </p>
<p>Quartadecima. Il serpe poi che gli tiene in mano, comincia a nascer con la sommita de la testa, col grado 22 de la Libra &amp; a tramontar col ventre non molto lontanda la testa, col grado 20 del Sagittario venendo al mezo giorno col 20 de lo Scorpione &amp; la stella che gli ha nel principio de la testa disegnata per a, sorge col 25 de la tramonta Libra col 2 del Capricorno &amp; diuenta meridiana col 22 de lo Scorpione.</p>
<p>  Quintadecima. La Setta, comincia ad apparir con le penne, con il grado 13 del Sagittario &amp; a nascondersi parimente con le penne, col 17 di Aquario arriuando al circul meridiano col 17 del Capricorno la cui stella ch’ella ch'ella ha nel ferro, notata per a, nasce col grado 19 del Sagittario tramonta col 27 del Aquario &amp; arriua al mezo giorno, col 26 del Capricorno. </p>
<p>   Sestadecima. L’aquila comincia con la coda a sorger sopra la terra col grado 9 del Sagittario &amp; à ritornar sotto con l'ala destra, col grado 8 del Aquario venendo al meridiano col 9 del Capricorno &amp; la stella ch'ella ha nel principio del collo, notata per a, che si domanda Aquila, come principale, si come de l’altre imagini vi ho detto che gli accade, appare col gra. 23 del Sagittario s’asconde, col 1 2 del Aquario &amp; fassi meridiana col 19 del Capricorno.</p>
<p>   Settimadecima. Il delfino comincia con la mascella di sotto, à venir sopra l’orizonte, col grado 28 del Sagittario &amp; con la coda a nascondersi col 23 de Aquario toccando il meridiano col 1 de Aquario &amp; vna stella che gli ha ne la coda, notata per a, nasce col grado 2 del Capricorno tramonta col 23 de Aquario &amp; diuenta meridiana col 2 de Aquario.</p>
<p>   Nonadecima. Il cauallo alato comincia co i piedi dinanzi, ad apparire, col grado 28 del Sagittario &amp; con la testa a tramontar col 4 de i Pesci arriuando al meridiano, col 17 de Aquario &amp; la stella che gli ha nel bellico, cioè nel mezo, notata per a, vien fuora, col grado 10 del Aquario tramonta col 18 del Montone &amp; al meridiano peruiene, col 26 de i Pesci.</p>
<p>   Vigesima. Andromeda, comincia con la man destra, &amp; col pie destro, a toccar l’orizonte orientale, col grado 24 del Sagittario &amp; con la testa l’occidentale, col grado 21 del Montone arriuando al mezo giorno, col 11 de i Pesci di cui la stella ch'ella ha appresso la cintura, in mezzo à due altre, notata per b, si leua col grado 6 de Aquario tramonta col 8 del Tauro &amp; fassi meridiana col 7 del Montone.</p>
<p>   Vigesimaprima. Il triangolo comincia con l’angulo più boreale, à venir fuora col grado 21 de i Pesci &amp; con la sommità à nascondersi col 9 del Tauro &amp; al meridiano arriua col 25 del Montone, la cui stella che gli ha ne la sommità si leua col grado 22 de i Pesci, tramonta col 9 del Tauro &amp; col 25 del Montone arriua al mezo giorno.</p>
<p>   Vigesimaseconda. L’Ariete comincia con le corna, à nascer col grado 9 del Montone, &amp; con i piedi dinanzi a nascondersi col 28 del Montone, et col 24 del Montone viene a toccare il meridiano, di cui vna stella che gli ha ne la sommità di vn corno notata per a, nasce col grado 9 del Montone ascondesi col 1 del Tauro, et al mezo giorno arriua col 24 del Montone.</p>
<p>   Vigesimatertia. Il Tauro col collo, comincia à venir fuora, col gra. 24 del Tauro et col pie sinistro, a tramontare col 10 del Tauro, &amp; à farsi meridiano col 17 del Tauro &amp; la stella che gli ha ne l'occhio sinistro, notata per a, si leua col grado 10 di Gemegli, <pb n= "unnumbered 2 verso"/>s’asconde col 29 del Tauro, &amp; diuenta meridiana col 3 di Gemegli.</p>
<p>   Vigesimaqurta, i Gemegli, col braccio sinistro del più boreale, cominciano ad apparire, col grado 25 di Gemegli, &amp; col pie destro del più australe, a nascondersi col 24 di Gemegli pervenendo al mezo giorno, col 28 di Gemegli, &amp; la stella che è nella testa de l'vn di loro disegnata per b, appare à l'orizonte orientale col grado 10 del Cancro, &amp; arriua à l'occidentale, col 26 del Cancro facendosi meridiana, col 17 del Cancro.</p>
<p>   Uigesimaquinta, il Cancro con la bocca più boreale, comincia a nascer col grado 19 del Cancro, &amp; col pie più australe, ad attufarsi in occidente, col 10 del Cancro venendo al meridiano col 20 del Cancro, &amp; quella stella ch'egli ha nel corpo, la qual domandano l'asino, notata per a, siue col grado 28 del Cancro s’asconde col 4 Leone, &amp; al meridiano arriua col 1 grado del Leone.</p>
<p>   Vigesimasexta, il Leone, con la bocca comincia ad apparire col grado 2 del Leone, co i piedi dinanzi a tramontar col 7 del Leone, &amp; diuenta meridiano 11 del Leone, la cui stella che gli ha nel core, notata per a, nasce col grado 23 del Leone tramontar col 23 del Leone &amp; col medesimo si fa meridiana.</p>
<p>   Vigesimaseptima, la Vergine con la testa comincia a sorger da l'orizonte, col grado 14 de la Vergine, &amp; con l'ala sinistra a nascondersi in occidente col 27 de la Vergine, arriuando al mezo giorno, col 17 de la Vergine, &amp; la stella ch'ella ha ne la man sinistra, disegnata nella sua figura per a, nasce col grado 18 de la ___, si nasconde, col 11 de la Libra, &amp; col 1 6 de la Libra si fa meridiana.</p>
<p>   Vigesimaottaua, la Libra, con la lancia più boreale, comincia ad apparire, col grado 5 de lo Scorpione, &amp; con la lance più australe, comincia a tramontare col grado 9 de lo Scorpione, venendo al meridiano col 7 de lo Scorpione, la cui stella ch'ella ha ne la bocca de lo Scorpione settentrionale, denotata per a, nasce col grado 13 de lo 13 Scorpione, tramonta col 26 de lo Scorpione, &amp; viene ad esser meridiana col  14 de lo Scorpione.</p>
<p>   Vigesimanona, lo Scorpione con la fronte, comincia ad apparire, col grado 26 de lo Scorpione, &amp; col terzo frondile, ouer nodo de la coda, à tramontare, col primo grado de lo Scorpione venendo al meridiano col 18 de lo Scorpione, &amp; la stella ch'egli ha nel core, disegnata per a, si leua in oriente, col grado 6 del Sagittario, &amp; si ripone in occidente, col 25 de lo lo Scorpione facendosi meridiana col 2 del Sagittario.</p>
<p>   Trigesima, il Sagittario con la parte de l'arco più boreale, comincia à nascer col gra. 25 del Sagittario, et con le gambe dinanzi a nascodersi col 20 de lo Scorpione peruenendo al meridiano col 25 del Sagittario, &amp; la stella, ch'egli ha nel ginocchio sinistro dinanzi notata per b, si leua col grado 12 del Aquario si nasconde col 8 del Sagittario, et si fa meridiana col gra. 19 del Leone. </p>
<p>   Trigesimaprima il Capricorno con le corna comincia a nascer col gra. 19 del Leone, et con le ginocchia dinanzi, a tramontar col 25 del Capricorno arriuando al meridiano col 26 del Capricorno, &amp; la stella ch’egli ha nel principio de la coda, denotata per c, nasce col gra. 20 del Aquario tramonta col 13 de Aquario arriuando al mezo giorno col 15 gra. de Aquario, </p>
<p>   Trigesimaseconda, l’Aquario, col posamento del vaso comincia ad apparire in oriente col grado 23 del Capricorno, et col medesimo posamento torna in occidente col 9 del Aquario,  <pb n= "unnumbered 3 recto"/>venendo al mezo giorno col 2 del Aquario, &amp; la stella ch'egli ha ne l’estremità de l'acqua che ei versa, disegnata per a, nasce col grado 28 del Montone tramonta col 13 de Aquario,  &amp; diuenta meridiana col grado 6 de i Pesci.</p>
<p>    Trigesimatertia, i Pesci con la bocca del più boreale cominciano ad apparire, con il grado 25 del Aquario, &amp; con la bocca del più australe, ad attufarsi in occidente col 15 grado de i Pesci, &amp; peruengano al meridiano col 8 de i Pesci &amp; la stella, che è nel nodo del laccio che gli lega, notata per b, nasce col grado primo del Montone s'asconde col 25 del Montone, &amp; viene al mezo giorno col grado 19 del Montone.</p>
<p>    Trigesimaquarta, il Ceto, ouer la Balena, con la coda, comincia à nascer col grado 1 7 del Montone, &amp; con la coda parimente, ad attufarsi in occidente, col 17 de i Pesci, venendo al circulo del mezo giorno, col grado 29 de i Pesci, et la stella che gli ha nel ventre, notata per a, vien fuora de l’orizonte, col grado 25 del Tauro ritorna sotto col 7 del Montone, &amp; tocca il meridiano col 23 del Montone.</p>
<p>   Trigesimaquinta Orione, comincia con lo scudo a mostrarsi in oriente, col grado 20 di Gemegli col pie sinistro a tramontar col 23 del Tauro, &amp; arriua al circolo meridiano col 7 di Gemegli, &amp; la stella ch’egli ha ne la spalla destra, disegnata per a, vien fuora col grado 9 del Cancro tramonta col 8 di Gemegli, &amp; si fa meridiana col 23 di Gemegli.</p>
<p>    Trigesimasesta il Fiume che molti chiamano il Po, comincia con la parte del mezo, che tocca il ceto, a sorger in oriente, col grado 10 di Gemegli, &amp; a meschiarsi col fin suo, ne l’acque de l'oceano occidentale, col grado 10 dei Pesci, arriuando al mezo giorno, c0l 7 Tauro la stella ch’egli ha nel fin de l’acqua, notata per a, si leua col grado 23 del Cancro s’asconde col 20 de i Pesci, &amp; viene al mezo giorno col 15 del Tauro.</p>
<p>    Trigesimasettima, la Lepre, con l’orecchie comincia ad apparir col grado 17 del Cancro, &amp; con li piedi dinanzi, a tramontar col 7 del Tauro, arriuando al meridiano col 13 grado di Gemegli, &amp; la stella ch'ella ha sotto il ventre, notata per b, si leua col grado 28 del Cancro tramontar col 14 del  Tauro facendosi meridiano col 19 di Gemegli.</p>
<p>    Trigesimaottaua, il Cane Sirio, comincia col pie destro dinanzi, a sorger col grado 6 del Leone, &amp; col pie sinistro di dietro, a nascondersi, col 14 del Tauro venendo al mezo giorno col 1 grado del Cancro, &amp; la stalla a che gli ha ne la bocca notata per a, vien fuora col grado 7 del Leone va sotto l’orizonte col 11 di Gemegli, &amp; si fa meridiana col 5 grado del Cancro.</p>
<p>    Trigesimanona, la Canicula, comincia con la testa à venir fuora, col grado 26 del Cancro  &amp; col 29 di Gemegli, ritorna con i piedi dinanzi in occidente; peruenendo al meridiano col 13 del Cancro &amp; la stella ch' ella ha nel fianco, notata per a, appare col grado 1 del Leone, tramonta col 1 del Cancro, &amp; viene al mezo giorno, col grado 17 del Cancro.</p>
<p>    Quadragesima, la Naue, di quell a parte, che sempre non sta sotto il nostro orizonte, comincia con la poppe, à mostrarcisi sopra, col grado 24 del Leone, et eo i remi à tramontarsi, col 22 del Montone, arriuando al meridiano, col 27 di Gemegli, &amp; la stella sua principale ch’ella ha nel remo australe, denotata nella sua figura per d non vien mai fuora del nostro orizonte.</p>
<pb n= "unnumbered 3 verso"/>
<p>  Quadragesimaprima. L'Hidra col naso, comincia ad apparire col grado 11 del Leone &amp; col ventre, &amp; con la bocca insieme, a nascondersi col 12 del Cancro venendo al  mezo giorno col 1 gra. del Leone,et la stella ch’ella ha appresso al collo notata per a, nasce col gra. 29 del Leone, &amp; tramonta col 17 del Cancro facendosi meridiana col 23  del Leone,</p>
<p>  Quadragesimaseconda, la tazza, ouero il vaso, comincia con il manico più boreale a venir sopra l'orizonte, col grado 25 de la Vergine, &amp; con il posamento, a ritornar sotto col 1 grado del Leone toccando il meridiano, col 7 de la Vergine, la cui stella che gli ha nel posamento notata per a, n'appare col grado 1 de la Libra tramonta col 1 del Leone, &amp; viene al meridian circolo, col grado 10 de la Vergine.</p>
<p>   Quadragesimatertia. Il Coruo comincia con l'ala destra a venir fuora in oriente col grado 10 de la Libra &amp; a tornar col becco, sotto in occidente, col grado 17 del Leone peruenendo al mezo giorno col grado 25 de la Vergine, la cui stella che ha in vn piede, disegnata per c, nasce col grado 18 de la Libra s'asconde col 27 del Leone, &amp; si fa meridiana col grado 3 de la Libra.</p>
<p>   Quadragesimaquarta. Il Centauro, di cui parte perpetuamente, sotto il nostro orizonte dimora, de l'altra parte poi, comincia con la coda, et con la testa insieme, a mostrarsi sopra col grado 9 de lo Scorpione, &amp; con la coda, a nascondersi col 1 grado del Cancro venendo al meridiano col 1 de la Libra, et la stella sua principale disegnata per g, non appar sopra il nostro orizonte.</p>
<p>   Quadragesimaquinta. Il Lupo, con il piè sinistro dinanzi comincia ad apparire in oriente col grado 23 de lo Scorpione &amp; a tornarsi con l'estremità de la coda, in occidente col grado 6 del Leone venendo al circol del mezo giorno col gra. 28 de la Libra la cui stella, che gli ha ne la gamba destra di dietro, notata ne la sua figure per a, nasce col grado 9 del Sagittario tramonta col 1 de la Vergine, &amp; si fa meridiana, col gra. 8. de lo Scorpione.</p>
<p>   Quadragesimasesta. L'Altare tutto si stà noi perpetuamente nascosto, saluo che vna stella, che gli ha nel primo grado, notata ne la figura per a, la qual appare in oriente, col grado 2 de Aquario tramonta col 12 de la Libra, &amp; diuenta meridiana, col grado 16 del Sagittario.	</p>
<p>   Quadragesimasettima. La Corona australe comincia a venir fuora da l'oriente col grado 25 del Capricorno, et comincia a nascondersi in occidente, col grado 5 de lo Scorpione, arriuando al meridiano col grado 28 del Sagittario, la cui stella ch'ella ha nel principio del suo arco Australe, denotata per a, appare col grado 5 de Aquario tramonta col 13 Sagittario &amp; diuenta meridiana, col grado 8 del Capricorno.</p>
<p>   Quadragesimaottaua. Il Pesce australe comincia con la schena à mostrarsi nelle parti orientali col grado 22 de i Pesci &amp; à tramontar con la coda, insieme con il grado 22 del Capricorno, arriuando al circol del mezo giorno, col grado 17 de Aquario, &amp; la stella che gli ha ne la bocca, disegnata ne la sua figura per il carattere a, nasce col grado 1 del Capricorno,  s’asconde col gra. 14 de Aquario et tocca il circol meridiano, col grado 7 de i Pesci.</p>
<lb/>IL FINE.
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Based on the e-rara.ch copy at ETH Bibliothek Zürich. DE LE STELLE FISSE LIBRO VNO. Dove di tutte le XLVII. Imagin celesti minutissimamente si tratta; & non solo le Fauole loro ordinatamente si narra, ma ancora le Figure di ciascheduna n’apparon cosi manifeste, & distintamente disposte, & formate, come à punto per il Ciel si distendono: Et oltre à questo ci son tauole, con nuoua inuention fabricate, con le lor dichiarationi, cosi facili & chiare, che per il mezo di quelle & de le figure insiememente, potrà ciascheduno, con marauigliosa ageuolezza, in ogni tempo de l’anno, à qual si sia hora di notte, conoscere non solo le dette imagin nel Cielo, ma qual si voglia stella di quelle. CON PRIVILEGIO In Venetia, Per Gio. Varisco, & Compagni. 1579. Piccolomini, Alessandro Venice Varisco, Giovanni 1570.

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DE LE STELLE FISSE LIBRO VNO. Dove di tutte le XLVII. Imagin celesti minutissimamente si tratta; & non solo le Fauole loro ordinatamente si narra, ma ancora le Figure di ciascheduna n’apparon cosi manifeste, & distintamente disposte, & formate, come à punto per il Ciel si distendono: Et oltre à questo ci son tauole, con nuoua inuention fabricate, con le lor dichiarationi, cosi facili & chiare, che per il mezo di quelle & de le figure insiememente, potrà ciascheduno, con marauigliosa ageuolezza, in ogni tempo de l’anno, à qual si sia hora di notte, conoscere non solo le dette imagin nel Cielo, ma qual si voglia stella di quelle. CON PRIVILEGIO. In Venetia, Per Gio. Varisco, & Compagni. 1579. ALLA NOBILISSIMA, ET BELLISSIMA MADONNA LAVDOMIA FORTEGVERRI Gentildonna Senese. Alessandro Piccolomini S.

QVEL Dottissimo Hermete, che fra gli antichissimi Theologi de i primi tempi, cosi famoso & illustre diuenne, che gli Egittij, chiamandolo Mercurio Termegisto, tre volte grandissimo lo nominauano, (Bellissima Madonna Laudomia) affermaua per cosa chiarissima, che tante fosser le imagini nel cielo stellato, quante son le specie de le cose mortali & caduche, che dentro al Ciel de la Luna si nascondon racchiuse: & tra le altre ragioni che à ciò lo moueuano, diceua che sendo il grande Iddio perfettissimo Architettore, non poteua se non hauer fatto questo mondo elementare à somiglianza del celeste & sempiterno; & conseguentemente facea mestieri, che quante fosser le specie de le cose corrotibili, tanti fusser parimente gli essempii di quelle, ò vogliam dir le Idee ne la parte celeste. onde ei teneua per certo, che non fosse, ò pietra alcuna ò pianta, ò qual si voglia vilissima cosa, che nel Ciel de le stelle, non hauesse appropriata imagine, & specialmente al gouerno suo destinata: & affermaua più oltre, & parimente vna parte de i Pittagorici affermarono dipoi que sto medesimo, & è, che in alcune specie piu perfette, gli indiuidui sieno in certo numero determinato, il quale non può crescerne diminuire; & ciò piu indubitatamente affermauan de la specie humana, ne la quale solo 46560000 ouero 12960000 huomini si truouan del continuo; il qual numero sia fisso, ne possa mai mancare che se in alcuna parte de la terra accade ò guerra ò peste, ò altro simili dispergimento d’huomini; in altre parti si racquista il perduto, & questo dicono esser necessario; peroche l'anime sono in certo numero da Dio fabricate. onde se il numer de gli huomini punto variasse, saria mestieri, ò che qualche anima si stesse senza corpo, ouero alcun'huomo senza anima viuesse: le quai cose essi giudicano impossibili. Altri gran filolofi, dopo Mercurio, han detto che non tutte le specie han su in Cielo alcuni ordini di stelle, che habbian particolar dominio sopra di loro, ma solamente afferman questo di quelle specie quà giù fra noi, le quali sieno eterne & incorruttibili; essendo che tutte le specie di questo mondo inferiore son sempiterne, anzi molte vengon mancando, & altre n'appaion di nuouo di mano in mano; come ben ne rende la cagione Aristotile ne i suoi libri de gli animali, & Auerroe ancora ne fa testimonianza ne l’ottauo de la Fisica. Queste tali opinioni, non accettaron poi gli Astrologi, che sequiron dopo; ma solamente in 48 imagini raccolsero tutte quelle stelle, che ne l'orbe stellato offeruaron, che fino à la sesta grandezza venisser mancando & diminuendo, poca cura hauendo de l’altre che di tal sesta grandezza fosser minori; non solo per la lor quasi innumerabil moltitudine, & difficillima osseruatione; ma ancora, però che essi & per ragioni, & per lunghe esperienze stimaron che insensibil dominio & breue possanza hauesser cosi piccole stelle, sopra de le cose inferiori. Solo adunque fra tanto numero di stelle, non più che 1022 considerandone, di quelle formarono & figurarono le 48 imagini, come ho detto; de le quali la maggior parte nominaron dal nome di qualche animale; non per la somiglianza che han tai figure con i detti animali: (come vogliono alcuni) perche non è dubio, che non è tanta la somiglianza che han con quegli, che la non si potesse addatrar parimente à molte altre cose: ne ancor lo feron, perche il dominio che han sopra de le cose, mortali sia conforme (secondo che stimano alcuni altri) a la natura di quegli stessi animali, dal nome de i quali le son nominate; essendo che non tutte quelle imagini han cotal nome; ne anco per le osseruationi si truoua, che il dominio loro sia sempre corrispondente à la detta natura, Dunque diremo, che non per altra cagione furon le dette imagini da quei primi Astrologi cosi nominate, se non per render chiara & sempiterna in tal modo la virtù di alcuni illustrissimi mortali, & grandi Heroi, ò Semidei che ci vogliam dire; come si vede chiaramente. però che per altro non è in Cielo, Cassiopea, ne il cauallo Alato, se non per render con essi eterna la fama di Perseo; ne per altro il Leone, che per far uiuer in perpetuo la memoria de la virtù di Hercole, & cosi de gli altri parimente. Et si tien per certo, che se l'Imperio di Roma sopra di tutto il mondo fusse durato per fino à i tempi nostri, si come era nel tempo di Ottauiano & di Tiberio, hoggi spenti sarieno gli antichi nomi de le imagini celesti, & in vece di quegli sarien nominate da la virtù di molti inuitti Romani cosi huomini come donne. Et già nel tempo di Iulio Cesare, se ne vidde segno manifesto, però che ei fu dopo la morte sua fra l’altre stelle nel cielo collocato. Et non è dubio alcuno, che se la fortuna facesse per qualche via, suscitare hoggi in Italia, con le scientie insieme, l’Imperio ancora sopra del mondo, si vedriano in poco tempo salire in cielo, & prender luogo fra le stelle, molte persone quasi immortali che sono hoggi in Italia, & principalmente in Toscana, fra le quali alcune nobilissime & gran donne di Siena, sò che di lungi vi trouarebbono il luogo loro; & V. S. massimamente, a quale saria meritamente riseruato in luogo di Venere, anzi del Sole istesso, rettore, & gouernatore di tutti gli altri corpi che splendon nel cielo, il qual seco il giorno ne porta, & la notte lascia partendosi; si come V. S. parimente con la presentia sua fino à l'aere istesso rende lieto & sereno d’ogni intorno, & per il contrario tenebroso & infeIice, sendo lontana. ha possanza ella con la vertù de la vista sua riscaldar quanto si voglia aggiacciato core, & produrre in quanto si sia rozo animo & vile, ardentissimo desio di gloria & d’honore, si come medesimamente il Sole co i raggi suoi riscalda & concorre à la produttione di tutte le cose viuenti. Ma lasciando questo da parte, dico che non più che 48 immagini poser nel cielo gli Astrologi de i primi tempi: & a lor si sono accostati quegli che dopo venuti sono, dal giudicio de i quali non è punto lungi, quanto in questo libro ho trattato: il quale supplico la S. V. si degni di legger con lieta fronte, & ricordarsi intanto che io continuamente desidero che la mi comandi. Stia Sana & felice. Da la villa di Valzanzibio villa del Padouano el dì 29. d’Agosto, nel 39.

MADONNA LAVDOMIA FORTEGVERRI GENTILDONNA SENESE; Alessandro Piccolomini. GLI alti trofei de i primi illustri Heroi; Di cui s'intesse il lembo, e’l manto indora La Notte sì, ch'indi depende ogn’hora. Fuor che’l nostro voler, quant'è frà noi; Scriuo Donna gentil; per ardir poi Scriuer de’ vostri lumi; ond'appar fuora, Chiaro splendor, che fin’all’alme ancora, Vince con la virtù de' lampi suoi. Lumi del nostro ciel; beate, & care Luci : cosi fortuna i raggi vostri Dopo il lungo eclissar, ne scopra vn giorno; Come sper’io con via piu chiari inchiostri Dir l'ardente virtù, ch’in voi traspare; Con cui scaldate ogn’hor l’alme d’attorno. DE LE STELLE FISSE LIBRO VNO, Alla nobilissima & bellisima Madonna Laudomia Forteguerri. Intention de l’Autore in questo Libro.

L’INTENTION mia in questo libro de le stelle, (Belissima Madonna Laudomia,) è di usare ogni ingegno, & ogni diligentia, che per me si può, in far che voi potiate con marauigliosa agueloezza hauer chiara notitia di tutte le 48 imagini stellate: le quali depingono, e rendono cosi bello & adorno l’ottauo Cielo come noi ce lo veggiamo: Et oltra ciò, sappiate ogni volta che vi vien bene appartatamente distinguere l’una da l’altra: e non solo non vi sia nascosto il nome di ciascheduna di queste imagini, ma ne ancora la ragione perche cosi si domandino, & le fauole integramente, da le quali esse dependino: e tutto secondo le opininni de’ più approvati scrittori, e più famosi poeti. Et oltre à questo, in ciaschedun tempo de l’anno, & in qual si voglia hora di notte, che meglio vi mette, possiate senza fatica nissuna chiaramente conoscere in qual parte del Cielo si truoui qual si voglia imagine celeste, e di quante stelle ò di maggiore, ò di minor grandezza ella sia splendente, & adorna: & in che figura, e forma per il Cielo si distenda.

Questa dunque che io v ho detto è integramenta la intention mia in questo libro, e per più facilmente essequirla ho tenuto quest’ordine.

Del modo del procedere in detto libro.

LA prima cosa incominciandomi da la parte settentrionale, anzi dal polo Artico istesso, di tutte le 48 imagini stellate, de l’una distintamente da l’altra ho preso à trattare, ponendo prima il nome de l’immagine, secondo l’opinione de’ più fedeli scrittori, & insiememente la fauola intera, che intorno à tal nome fa mestieri. Et appresso à questo ho posto il numero de le stelle che ne l’imagine si contengono, secondo il parer di Tolomeo, cosi de le stelle de la prima grandezza, come de la seconda, e de l’altre grandezze di mano in mano, essendo che gia sapete, per quel che si è detto nel libro de la Sfera del mondo, che in sei differenti grandezze han considerate e distinte le stelle gl’Astrologi. E nel porre il nome di tali, stelle, ho parimente detto in qual parte de la imagin ciascheduna di quella stia collocata, come sarebbe ò nel petto, ò nel braccio, ò nella testa, ò dou'elle sieno.E fatto'questo tutto quel poiche di tal numero ho con parole esplicato, ho ancor parimente ridutto in figura distinguendo giustissimamente le stelle, ò vicine tra loro, ò lontane, ò verso Austro, ò verso Settentrione. si come quelle figuran la detta imagine nel Cielo, facendole e dipingendole quiui ò maggiori, ò minori: secondo che di varie grandezze si trouano come v’ho detto. Et perche si possa conoscere la distantia de l'vna da l’altra; ho posto sotto à la detta figura la misura de i gradi, proportionata appartatamente, e propriamente à la distantia de le stelle che sono ne l’imagine. Questo dico, perche vna medesima misura non potria seruire à ciascheduna imagine: però che per la breuità de la carta, in cui tai figure descriuer si deuono, non si potria accrescere, e distendere le distantie, secondo che le imagini son più ò meno largamente distese per il cielo, come meglio m'intenderete ne l’essempio, che io per piu chiarezza di quel che io dico, vi addurrò poco di sotto. Basta che ne la figura di ciascheduna imagine trouarete la misura de’gradi à quella proportionata, secondo la quale giustamente potrete misurare ogni distantia che n’occorra in dette figure. Hauete gia dunque in tal maniera notitia del nome prima de le imagini dette, e del numero e grandezza de le stelle che le formano, e le figure poi parimente di quelle: onde altro non resta, se non sapere in che parte del cielo tai figure si ritrouino in ogni tempo de l’anno; e per far ciò manifesto ho ordinato per causar manco confusione 48 tauole, ad ogni imagine la sua, per le quali con breuissima fatica si può sapere in ogni tempo de l’anno; et in qual si voglia hora di notte, quanti gradi quelle stelle, che noi cercaremo, si trouin lontane dal nostro zenith, nel circolo de l’altezza, & à quanti gradi de l’orizonte ò vicino ad Austro, ouero à Settentrione, il detto circolo de l’altezza venga à toccare l’orizonte: i quali due numeri di gradi, poi con l’aiuto dell’istrumento che nel libro de la Sfera del mondo si è insegnato à fabricare, subito ne mostran le dette stelle nel Cielo; come meglio, e quanto à l’vso de le tauole, & quanto à l’vso de l’istrument0 trattaremo poco di sotto, quando porremo l’essempio di quanto fin quì n’habbiam detto.

De l’ordine di quel che si dee trattare nel libro de le stelle, alquanto più particolarmente.

PEr piu aperta intelligentia di quel che ho detto fin quì appartenente al modo, et à l’ordine che ho tenuto intorno à la mia prima intentione in questo libro, che è trattar de le stelle; voglio alquanto in ciò più distendermi; prendendo come per essempio vna de le dette 48 imagini celesti, accioche quanto io dimostro in quella de l'ordine, che ho osseruato in trattar di tal materia si habbia parimente da intendere di tutte l’altre. Dico adunque, che volendo io in questo libro darui piena notitia di quanto si ha da desiderare intorno (poniam caso) à quella imagine celeste, ò costellatione che noi ci vogliam dire, la quale è detta Cassiopea; la prima cosa io vi ho resa la cagione, per cui tal costellatione sia cosi nominata, raccontando per questo integramente tutta quella fauola, che io piu giudicai che facesse al proposito suo: non mi partendo però mai da l’opinione de i piu approuati scrittori. Et quantunque in alcune costellationi io habbia posto quasi necessitato diuerso opinioni le piu fedeli, e le piu famose; nondimeno ne la maggior parte mi sono sforzato d’appigliarmi ad vna sola, la piu verisimile, e da i piu dotti seguita. Dopo questo io ho posto il numero de le stelle, secondo la grandezza di ciascheduna, le quali la detta imagine di Cassiopea figuran nel Cielo, che in essa son 13 à punto. Hor quì hauete da sapere, che io non ho voluto, posto che io ho il numero de le stelle, che ferman la detta Cassiopea, ò qual si sia altra imagine, non ho voluto dico trattar poi distintamente di ciascheduna di quelle: e la ragion è, che volendo io porui dinanzi à gli occhi disegnate e disposte nel libro le dette figure nel modo, che suso in Ciel si ritrouano; giudicai che si gran numero di stelle, e di diuerse grandezze, fusse per fare per la breuità de la carta, alquanto di confusione, anzi che nò. Onde di tali inconuenienti stimai che fusse meglio d’appigliarmi al minore: considerando che il meglio fusse lasciar in dietro le stelle minori, cha son de la quinta e de la sesta grandezza; per essere di poca importantia, e fare ò piu ò men chiare le figure de le dette costellationi; e disegnare in carta le figure piu distinte, e meno intrigate e confuse; con quelle stelle solo, che fino à la quarta grandezza considerate son piu lucide e chiare. Le stelle dunque, che minutamente in questo libro si considerano, & in carta figurate si pongono, son solo de la prima, seconda, terza, e quarta grandezza: e ne le figure stesse in quattro modi diuersi depinte si veggono, secondo che quattro son le grandezze, che in esse si considerano. Tornando dunque a proposito dico, che hauendo io posto in Cassiopea il numero de le sue stelle, che 13 sono in tutto: leuando poi quel le de la quinta & sesta grandezza; solamente di otto; che ne restano, so mentione particolare: dicendo minutamente doue ciascheduna di quelle sia collocata, ò ne la spalla, ò ne la testa, ò nel piede, ò doue in altra parte si sieno: & indi le riduco, e dipingo in figura secondo la distinta grandezza di ciascheduna. Et accioche si possa conoscere in che modo sù in Cielo sia situata e disposta, rispetto al nostro polo, ne la medesima figura ho posto da che parte venga il polo, rispetto à la qual parte son giustamente situate e figurate ne la carta. E questo ho fatto, acciò ehe potiate meglio accommodar la figura à l'imagine in cielo: ponendo & immaginando verso il polo quella parte de la figura che è piu polare; per il contrario, piu verso Austro quella, che piu dal polo è lontana, disponendo la detta figura secondo il sito, che se le conuiene. E per piu ageuolar questo medesimo; ho ancor ne la figura posto da che parte, secondo il mouimento del primo mobile, quelle stelle si muouino, ò da la destra, ò da la sinistra vostra, hauendo voi la figura ne le mani. E questo è stato assai necessario, per poter subito imaginare il sito di dette stelle, che tal imagin forman nel Cielo. Et accioche potiate senza fatica alcuna, saper la distantia di ciascheduna di quelle stelle tra loro; ho potestà sotto la figura la misura de i gradi, proportionata à la distantia de le stelle, che quiui figurate si trouano. onde, se vorrete sapere quanto vna de le stelle che sono in Cassiopea. poniam caso, quella ch’ella ha ne le reni, sia distante da vn’altra, come saria da quella ch'ella ha ne la testa; considerate quanti gradi de la misura quiui posta entran tra l'vna e l'altra. Et hauete d’auertire, che vna medesima misura non può seruire à tutte l'imagini; anzi ciascheduna ha dibisogno di misura à se proportionata: e la ragion è, che per la breuità de la carta in cui le figure de l'imagini si descriueno, non potria alcuna quantità di gradi non auanzar di l'vnghezza in alcune figure lo spatio de la carta in cui si depingono; poniam caso, sarà alcuna imagine come saria il triangolo, nel quale non sara stella, che sia per piu che per 8 gradi da l'altra lontana: in tal figura adunque, bastarà che’l grado sia tal di lunghezza, che possa quiui otto volte esser tolto tra stella e stella. Dunque, in alcun’altra imagine, doue sieno stelle, per 40 gradi, ò piu tra lor lontane, non potrà quella medesima grandezza d’vn grado seruir parimente: perciò che s’egli si pigliasse 40 volte, di lungi vsciria fuor de la carta, in cui tal figura fusse descritta. Onde fa di mestieri ouero quella medesima misura che era prima d’vn grado, destinarla à due gradi, ò à tre, o ueramente far nuoua misura di gradi, secondo che se le conuiene. A proposito dunque tornando dico, che hauendo voi gia saputo come sia disposta e figurata nel Cielo la imagin di Cassiopea, resta che vi sia poi manifesto in che parte del Cielo tai imagin si truoui, in ciaschedun tempo de l'anno, & in qual si voglia hora di notte, secondo che piu vi agrada . E per dechiararui questo, ho imaginato per manco confusione, e piu breuità, in ciascheduna imagine vna tauola non punto intrigata, anzi ageuolissima, e chiara.

Prenderete dunque tra le stelle di Cassiopea (poi che di Cassiopea habbiam tolto l’essempio) vna di quelle che son segnate per vna de i tre caratteri de l’alfabetto, che sono a.b.c. poniam caso la stella ch’ella ha ne le reni con, e essa, secondo il mese nel qual vi trouarete, & l'hora de la notte che piu vi agrada, entrarete ne la sua tauola: & in essa, à l'incontro del mese detto, e dell'hora, trouarete vna casetta, doue son due numeri: l'vno de i quali, che disopra è, denota la distantia di tale stella dal vostro zenith nel circolo de l'altezza: & l'altro numero, che di sotto è disegna in che parte tocchi l'Orizonte il circol detto de l'altezza. Peroche se voi sapeste solamente la distantia d’vna stella dal zenith, stareste in dubio in che par te voi vi haueste da volgere de l'Orizonte, per imaginar il circolo de l'altezza. Adunque, hauendo voi questi due numeri di gradi, con l'aiuto poi de lo stromento gia fabricato nel libro de la Sfera del Mondo; trouarete a ponto la stella detta nel Cielo senza vn sensibil errore. Saputa questa, potrete nel medesimo modo cercare vna de l'altre stelle de la detta Cassiopea, segnata pur per vn de i tre carratteri. a.b.c. poniam caso quella, che le stà nel ginocchio, e dopo questa vn’altra: tal che sapendone voi gia tre, facil cosa vi fia poi, tutte l'altre conoscere, formando con l’aiuto di quelle in Cielo, quella figura che nel libro vedrete, accommodando la parte verso il polo, secondo il sito suo, e l'altre parti parimente, e considerando ill mouimento verso che parte sia, come di sopra v’ho detto: e con la misura, che quiuui sia posta, misurando la distanza da l’altre, talche con marauigliosa ageuolezza tutta la imagin vi sia manifesta.

Ne vi marauigliate che io habbio con breuità fatto mentione de le Tauole, che io v'ho dette, e de lo istrumento medesimamente; peroche quanto appartiene al praticare et vsar cosi le tauole, come anchor lo stromento, vi ho da dichiarare à bastanza quì di sotto. E questo è quanto mi occorre dirai intorno à l'ordine & la via, che ho osseruata in trattar di Cassiopea: accioche per questa voi potiate il medesimo comprender da tutte l'altre imagini celesti, per esser il medesimo ordine, e la medesimo regola in tutte osseruata: auertendoui però, che voi non vi marauigliaste, che nel dirui il modo disopra del dispor le figure secondo’l sito rispetto al nostro polo, che se le conuiene, io non vi mostri parimente il modò di saper quale in Cielo sia il nostro polo; peroche questo lo so presupponendo che voi gia (per quel che si dice nel quarto libro de la Sfera del mondo, quando tratto de la linea meridiana, e del vso de l’istrumento quiui fabricato) potiate conoscer benissimo in che parte del Cielo sia il polo nostro: peroche gia v'ho detto, che è nel circolo meridiano, sopra la Terra 42 gradi e mezo verso quella parte, doue mandiamo l'ombre solari, sul mezo giorno.

De l’uso, ouer modo del praticare le tauole, che nel libro de le stelle si contengono.

LA prima cosa hauete da sapere intorno à queste che le tauole che io ha fatte, non scruono a tutte le stelle, le quali io dispongo, e disegno ne la figura di ciascheduna imagin celeste; ma in qual si voglia imagine, io ho tolte tre stelle le principali, e di maggior chiarezza, e piu famose, e per quelle solamente ho composte le tauole: e questo ho fatto, peroche se io hauesse voluto porre in dette tauole tutte le stelle, de le quali fo mentione; saria stata l’opera troppo lunga, & assai fastidiosa, e parimente superflua: essendo che per hauer la notitia d’vna imagin celeste, in che luogo del Ciel la si troui, di lungi ne puo bastare in conoscere in Cielo tre de le stelle che la figurano: peroche sapendo le dette tre, facilmente poi si puo comprendere e conoscere l’altre, hauendo dinanzi la figura de l'imagine disegnata nel libro, & insiememente la misura, secondo la quale senza fatica alcuna si puo misurando e considerando hauer perfetta notitia di tutte l’altre stelle, che forman la detta imagin nel Cielo. Adunque per piu breuità, e per fuggire il superfluo per tre sole stelle in ciascheduna celeste costellatione ho formate e disposte le tauole, le quali haurete da vsare, e praticare ne la maniera, che io vi dirò, dopo che io vi harò dichiarato l'ordin di quelle, e la loro dispositione & è questa. Primamente per la lunghezza del foglio trouarete quindeci linei, le quali chiuggono intrà di loro 24 spatij: nel primo de i quali saran segnate le calende de i mesi, cominciando da Maggio, e seguendo di mano in mano. Nel secondo spatio saran per ciaschedun mese notate le tre stelle principali di quella imagine, per la quale la tauola è fatta: le quai tre stelle con i caratteri de l'alfabetto .a.b.c. saran disegnate, peroche co i medesimi caratteri son parimente notate nel luogo doue de le stelle di quella tal imagine si fa mentione. Il terzo spatio serue à le case, ne le quali saran notati gradi, cosi del circolo de l’altezza, come ancora de l'orizonte ne la prima hora di notte. Il quarto spatio serue à i detti gradi medesimamente, ne la seconda hora di notte. Il quinto à i medesimi gradi, ne la terza hora, e cosi di mano in mano fina à l'hora 12. si come di tutto questo si vede al capo de i detti spatij scritto e notato.

Per la larghezza poi nel foglio trouarete ad ogni mese correspondenti tre spatij, vno per ciascheduna de le tre stelle dette: ne i quali spatij il numero di sopra contiene i gradi del circolo de l'altezza, e l'altro numero i gradi de l'orizonte: co i quali gradi de l'orizonte trouarete due caratteri de l'alfabeto, che vi disegnaranno in qual quarta de l'orizonte s'habbin da intender quei secondi gradi, che quiui harete tronati: peroche gia sapete che l’orizonte si diuide in quattro quarte principali, l' vna e tra Leuante e Settentrione, la qual disegnaremo per questi due caratteri. s.l. La seconda quarta, tra Settentrione e Ponente, denotata per s.p. L’altra tra ponente & Austro, segnata per a.p.e l'ultima tra Austro e Leuante, intesa per a.l. E brevemente per a. intendo Austro, per l. Leuante, per p. Ponente, e per s. Settentrione. Adunque in queste tauole altro non harete, se non due numeri di gradi: l'un del circolo de l'altezza, e l'altro de l'orizonte, in che mese & hora che piu vi piace: i quali numeri, con l'aiuto de l’istrumento, di cui parlaremo quì di sotto, vi daranno à punto il luogo nel Cielo di quella Stella, che cercarete. Et accioche meglio intendiate, quanto v’ho detto, ve ne darò vn'essempio.

Essempio del modo de l’vfar le tauole.

POniam caso che voi il primo d'Agosto, ad hore due di notte vogliate conoscere in Cielo la imagine de lo Scorpione: primamente adunque cercarete in quella parte del libro, doue si tratta de lo Scorpione, & à i piedi de la sua fauola trouarete non solo il numero de le sue stelle per fino à la quarta grandezza; ma ancora doue ciascheduna in esso sia situata. poniam caso, ò ne la fronte, ò ne la coda, ò dou'ella sia: quiui tra tutte vedrete che le tre principali son notate con le tre lettere de l'alfabeto .a.b.c. che sono il core, il principio de la coda, e l'estremità de la coda. prenderete dunque in prima vna di queste; e sia per caso il core, che per a. è notato: e con essa entrarete ne la sua tauola, e nel primo spatio per il lungo, trouarete il mese d'Agosto, cercarcete il carattere .a. nel secondo spatio. e trouatolo, andando poi per la larghezza, fino al quarto spatio, verso la man destra, il quale spatio è disegnato per la seconda hora di notte, come si vede in fronte de la tauola, che vi è posto il numero de l'hore; in tal luogo vedrete la casetta, ne la quale saran due numeri: il primo superiore, che vi mostrarà 75 gradi del circolo de l'altezza, che è la distanza di tale Stella del core dal zenith: e ne l’altro inferiore trouarete 34 gradi con i due caratteri .a.p. che denotano che il detto 34 grado de l'orizonte è ne la quarta tra Ponente & Austro, cioè che il detto circolo de l’altezza toccarà l'orizonte 34 gradi lontan da Austro. Adunque harete due numeri, i quali per il mezo de l’istrumento detto, vi mostreranno à punto in Cielo il luogo del detto core de lo Scorpione. & in qual modo harete da seruirui de l’istrumento perfar questo; vi dirò poco di sotto: percioche solo fin quì v'ho detto quanto m'occorre, per mostrarui l'uso de le tauole. Conosciuto dunque in Cielo il core de lo Scorpione reintrarete ne la tauola detta con la seconda Stella designata per b. & è li principio de la coda; e per il medesimo ordine detto di sopra trouarete i due numeri di gradi ad essa appartenenti. Hauuta poi la notitia di questa, entrarete vltimamente ne la tauola con la terza Stella intesa per c. & è l'estremità de la coda, e parimente secondo la medesima via harete di essa notitia, per la qual cosa vi saran manifeste nel ciclo tre stelle de lo Scorpione per il mezo de le quali potrete tutta la sua imagin conoscere, peroche guardando voi la figura che harete ne le mani de la sua imagine, la quale io disegno, e figuro in carta nel luogo suo: e disponendo le parti di quella, come se le conuiene, ò verso il polo, ò lontano, come v’ho detto di sopra, e considerando il mouimento suo secondo che qniui notato trouarete, e finalmente misurando con la misura de i gradi, che quiui proportionata vi pongo, senza fatica alcuna tutta la figura de lo Scorpione vi sarà manifesta. & il medesimo dico de l’altre imagini del Cielo stellato.

Del’vso ouer modo di pratticar lo istromento necessario à la notitia de le stelle.

PEr piu commodità ho pensato che sia bene descriuerui, e figuraui quì di nuouo la medesima figura de lo istromento, che vi ho designata nel quarto libro de la Sfera del Mondo: ne la qual gia sapete, che douendosi vsar lo istrumento in piano, il punto .s. dimostra Settentrione .p. Ponente .a. Austro, & .l. Leuante: e douendosi vfar sospeso, e leuato da Terra; il punto .s. disegna il zenith, & .l. & .p. dimostrano l'orizonte. come à bastanza intorno à questo vi ho detto nel luogo suo. Onde solo di nuouo hauete da sapere, che vi fa di mestieri hauer due di que sti istrumenti: percioche in vn medesimo tempo sarà necessario vsarlo & in piano, e sospeso: come meglio quì di sotto intenderete.

Questa è la form a de lo istrumento.

Dico adunque che hauendo voi ne la tauola de la Stella, che cercate, trouati due numeri: l’vno de i gradi del circolo de l’altezza: e l'altro de i gradi de l’Orizonte; fa dibisogno che disposto che harete lo istrumento in piano, in modo che la linea .s. a. venga per il dritto de la linea meridiana, la qual gia sapete, douiate volger la tauoletta doue sono i due perforati, per fin che la mostri con l’acutezza sua il numero de i gradi, i quali hauete de l orizonte, e quiui fermarla. e ciò deue esser in quella quarta de l’orizonte denotata per i due caratteri trouati pur ne la tauola, sotto il detto numero inferiore. Trouato questo fa di mistieri sospender l’altro istrumento al dritto de la tauoletta de’due perforati del primo istrumento, che mostraua i gradi de l’orizonte, come ho gia detto, e poi volger la tauoletta de i due perforati del detto secondo istrumento, fin che la mostri con la sua acutezza il numer de i gradi che hauete gia del circolo de l'altezza, allhor fermandola, e posto l’occhio destro al perforato di sotto, vedrete per il perforato di sopra la Stella che cercate. Et accioche più manifesto vi sia quanto v’ho detto, ve ne darò vn essempio; poniam caso che voi vogliate vedere il core de lo Scorpione, ne le calende d'Agosto, su l’hore due di notte; voi gia per la tauola hauete trouato, per il modo, che di sopra v'ho detto due numeri di gradi, l'vno 75 nel circolo de l’altezza, e l'altro 34 de l’orizonte, insieme con i caratteri .a.p. posto dunque; il primo istrumento in piano nel modo, che io v’ho insegnato, quando disopra si trattò di tal maniera nel quarto libro de la Sfera del Mondo; Volgerete la tauoletta de i due perforati, denotata ne la figura de lo istrumento per o.x. per fin che ne la quarta che è tra’l punto .a. & il punto p. cioè tra Austro e Ponente, la vi mostri con la sua acutezza il numero de i 34 gradi, e quiui fermatela. E di poi preso il secondo istrumento, quello sospenderete, ponendolo per il dritto à punto de la linea, che è nel mezo per la longhezza de la tauoletta de gli due perforati del primo istrumento, e volgendo poi la tauoletta de i due perforati del secondo istrumento alzandola, ouero abbassandola per fino che la vi mostri con la sua acutezza nel circol de l'altezza, cioè nel circol de l'istrumeto, il numero 75 gradi trouati già ne la tauola: e quiui allhora fermatola, posto l’occho destro nel perforato di sotto vedrete per il perforato di sopra il core de lo Scorpione, che voi cercauate, & hauete d’auertire, che sempre quel perforato de la tauoletta del sospeso istrumento deue esser di sopra, il quale è in verso la quarta del primo istrumento la qual quarta si disegna per le due carattere, come v'ho detto, che nel caso nostro erano a.p. cioè la quarta tra Austro, e Ponente.

Di alcune cose che si deuono auertire nel detto libro de le stelle.

PRimamente hauete à sapere (si come anchora v’ho accennato di sopra) che non tutte le stelle che figuran le imagini celesti, ho poste ne le lor figure; peroche in alcuna imagine, per esseruene gran moltitudine, harian forse fatto qualche confusione, per la breuità de lo spacio de la carta, in cui figurar si deuono. Ho adunque lasciate indietro quelle de la quinta, e de la sesta grandezza, & alcune de la quarta manco famose. e tanto piu arditamente l'ho fatto, quanto che à la mia prima intentione questo non porge molto impedimento: essendo che altro non cerco in questo libro, se non che voi cognosciate su in Cielo ciascheduna de le 48 imagini stellate; non con quella minutezza che si ricercarla à i piu curiosi Astrologi inuolti continuamente in quella parte d'Astrologia, che chiaman iudiciaria ma al quanto più in vniuersale; à che di lungi son bastanti le stelle fino à la quarta grandezza. Et oltre à questo, à ciò ma spinto ancora, che quando alcun pur volesse la cosa più minutamente sapere, può con quello istesso ordine, che ho osseruato io in questo libro; far il medesimo de l’altre stelle, che ne restano in dietro. però quanto à questo mi basta di hauer lor mostrata la via.

Voglio che sapiate ancora che queste stelle, che io v'ho detto, piu principali, e piu chiare, che io considero fino à la quarta grandezza; tutte ho notate à i piedi de le tauole di qual si voglia imagine. ho notato dico, ciascheduna con vna lettera de lo alfabeto: e quest' ho fatto, accioche poi ne le figure le riconosciate, e sappiate distinguere l'vna da l'altra. poniam caso, quella che sarà ne la testa , da quella che sarà nel braccio, e cosi de l’altre parimente. Ben è vero che poi ne le figure ho posto molte volte alcune stelle piu, le quali à i piedi de le tauole non ho numerate: e conseguentemente tali stelle non son notate con lettera d’alfabetto: e questo ho fatto perche per la breuità de la carta, tanta moltitudine di caratteri de l'alfabeto farebbe in molte figure non poca confusione: ma ho auertito di far questo in quelle stelle, le quali facilmente possa considerarsi in che parte sieno de l'imagine, per la vicinanza di alcune altre con il caratter notate: come il tutto benissimo comprenderete, senza che io piu in ciò mi distenda. Ancora non ho voluto come fa Iginione le dette figure dipingere i membri di quegli animali, che i Poeti han finto esser nel Cielo: perche ancora che ciò facesse al quanto di vaghezza à l’occhio; nondimeno offuscarebbe ancor parimente le stelle, o farebbe non poca confusione: & io ho piu tosto voluto hauer riguardo à la chiarezza de la figura, che à la vaghezza de l’occhio; essendo il mio primo intento, mostrar quelle figure piu distintamente ch’io posso, e nel modo che le sono, sendo elle sol di stelle adornate senza braccia ne piedi, come ciaschedun puo vedere.

Dipoi, di quelle stelle ancora, le quai io dispongo in figura (che gia v’ho detto, che non passan la quarta grandezza) io parimente non ho fatte le tauole per ciascheduna: prima perche io vedeuo, che volendo far questo saria moltiplicato il volume di sorte che haria generato piu tosto fastidio che altrimenti. Dipoi io conosceua molto bene, che per la notitia d’vna imagine in Cielo, assai eran bastanti tre stelle le principali: però che sapendo quelle tre, & dipoi considerando la figura disegnata nel libro, & adattandola in Cielo, e trouandola corrispondente, ageuolmente veniua à manifestare integramente la imagine ancora, e massimamente con l’aiuto de la misura, la quale ho posto in ciascheduna figura à quella proportionata, come disopra vi ho notato à bastanza. adunque per tre stelle solamente, le piu famose di ciascheduna imagine, son composte le tauole come v’ho detto.

Hauete ancora d’auertire, che in ciascheduna figura ho posto, e notato quella parte, che è verso’l polo nostro, et insieme ho notato e da i piedi, e dal capo de la figura in che parte la imagin si muoua per il mouimento del primo mobile, e non ho fatto questo, dicendo da la destra parte verso la sinistra, ouero per il contrario: peroche per il diuerso vostro situarui, rispetto al Cielo, & ancora per il diuerso sito che potrebbe hauer tal imagine in Cielo, rispetto al zenith vostro, potrebbe spesso questo ingannarui: & vna medesima parte de la imagine esserui quando destra, e quando sinistra: però io in vece di dire da la destra inuerso la sinistra, ò per il contrario; ho notata quella parte, donde l'imagin mouendo si parte, con questa parola DONDE.e quell’altra parte verso la quale ella si muoue, ho nominato VERSO DOVE. e da questo non può nascere errore. Adunque voi potete adattare la figura su in Cielo, e considerare che parte sia verso'l polo, e qual parte da quel lontana, e da che parte, è verso che parte si muouin quelle stelle, che quiui si truouatio; e con la misura che quiui trouarete misurare, e distinguer le distantie tra l’vna e l'altra: auertendoui però che quella misura che quiui si truoua, non serue a misurar la distanza de le stelle dal polo; peroche il polo da molte imagini è distante per più che per 90 gradi: & anchora perche io ne la figura non ho posto il polo: ma solamente notato verso che parte egli venga.

E da notar parimente, che doue ne le casette, che son ne le tauole, trouarete segnato zero: dimostra se ciò è nel circol de l’altezza, cioè nel luogo del numero superiore, che quella tale Stella non è punto per alcun grado distante dal zenith, anzi è nel zenith stesso, e se il zero sarà nel luogo del numero inferiore appropriato al circol de l'orizonte, denota che il circolo de l’altezza tocca l’orizante non in alcuna de le quattro quarte; ma, in vno de i due detti punti principali de l’orizonte, secondo il carattere che sotto solo gli sarà posto; che sarà ouer .a. ouero .s. cioè il punto d’Austro ouer di Settentrione: peroche in quel caso non occorre poruene due, essendo allhora il circolo de l’altezza fatto vn medesimo col meridiano; come per voi stessa potete considerar facilmente.

Oltre a quello voglio che sapiate, che quando trouarete ne le tauole alcuna de le dette casette vote e di numeri, e di zero; ciò vi dimostra che in quella hora la Stella che cercate veder non si può: peroche gli è impedita la luce sua da i raggi del Sole, che ò vicino l’orizonte, ouer sopra la Terra si truoua, e questo accaderà molte volte: perche le tauole son fatte per fino a le 12 hore, dopo il tramontar del Sole; accioche possino seruire ad ogni mese de l'anno, si come si vede in fronte di quelle: e molti mesi sono, ne i quali auanti a le 12 hore si leua il Sole sopra la terra è conseguentemente con lo splendor suo fa sparir la luce de l'altre stelle. Basta dunque che le case vote mostran che le stelle a le quali le corrispondano; per il detto impedimento veder non si possano. E se trouarete ne le dette casette notato, e scritto sotto l’orizonte vi dimostrarà che in quel punto quella stella non si troua sopra il vostro orizonte, e conseguentemente veder non la possiate.

Dubitarete forse, che essendo alcun mese nel quale la notte si stende nel clima nostro per fino a le 15 hore e più: & in alcuni altri mesi fino a le 14 & a le 13 prima che la luce del Sole habbia forza auicinandosi a l’orizonte, di spegnere il lume de l’altre stelle; parea per questo ragioneuole, che in tali mesi deuessen le tauole esser fatte per più hore, che per 12. A questo vi rispondo, che quel che mi ha mosso a non curami di questo: è nato da due cagioni principali: l’vna è, perche volendo io hauer rispetto particularmente ad ogni hora di qualunque mese, mi bisognaua far per ciuschedun mese vna tauola appartata: & cosi veniua a moltiplicarsi l’opera, per dodici, quasi che indarno. onde molto meglio mi è parso di voler fuggire il fastidio, e la confusioue, che harebbe fatto vna tal moltiplicatione di tauole; che hauer rispetto à due ò tre hore, in due ò tre mesi di tutto l’anno. L’altra causa, che à far questo m'ha dato ardire, è che hauendo io fatto questa operetta, principalmente in seruitio vostro (Bellissima Madon. Laudomia) mi è parso assai verisimile, che in quelle due hore inanzi giorno, nel Decembre, e nel Gennaro non vi sia molto commodo leuarui del letto à contemplar le stelle del Cielo: essendo che nel resto de l’anno, e ne i mesi piu temperati, e piaceuoli potiate ciascheduna imagine del Cielo conoscer benissimo. E tanto piu, che il piu delle volte Decembre, e Gennaro vanno nubilosi, e vestiti di pioggie, e di nebbie, e poco atti a tali osseruationi. come si vede manifestamente.

Miresta solo che sappiate, che per fuggire vna longhezza inconportabile, non ho voluto far le tauole per tutti i giorni de l'anno distintamete, ma solo ho tolte le calende de i mesi. E tanto piu arditamente ho fuggita questa tediosa lunghezza, quanto che perciò punto non s’interrompe il mio primo proponimento: il quale è che uoi per mezo di questo libro potiate nel ciel conoscer le 48 imagini del Cielo stellato. E questo vi verrà fatto benissimo: peroche hor ne le calende d’vn mese, & hor ne le calende de l'altro potrete osseruar qual imagin più vi aggrada tante volte, che facendouela familiare dipoi senza più bisogno di tauole ò di altra simil consideratione, per se stessa in ogni tempo vi sarà manifesta. E se per sorte ne le calende d'alcun mese sarà coperto di nuvole il Cielo; non è verisimile che le calende di tutti gli altri mesi sieno parimente di tai nebbie ò nuuole nascoste e velate. Et oltre a questo quando voi ben voleste seruirui de le dette tauole in alcun giorno non molto lontano da le calende d'alcun mese, non ve ne seguirà molto sensibile errore, se si tolle quel giorno de le dette calende, per il giorno a quelle vicino. E se pur alcuno essercitato ne le scientie di Matematica sarà desideroso di poter far le medesime, osseruationi, in ogni giorno che ben gli metta io gli mostrarò la via per la qual si potrà quasi seruire di questo libro e di queste tauole in ogni tempo de l’anno. E questa è, che gli entri ne le tauole con le calende che precedano al giorno nel quale ei desidera far la detta osseruatione e dipoi vi entri con le calende che seguano al detto giorno, et vegga la differentia che è tra le due dette calende, nei numeri che si han da trouare e di tal differentia pigli la parte proportionale, secondo la proportione del numero del giorno suo a tutto il mese, cioè che se il giorno sarà il 15 d'Agosto; entri ne la tauola con le calende d’Agosto, e prenda li numero che gli viene, ouer nel circol de l’altezza, ouer nel circol de l’orizonte, secondo che ci vuol considerar più l'vn che l'altro. E di poi il medesimo faccia con le calende seguenti, che sono di Settembre, e prenda parimente il numero de i gradi, ò de l’altezza, ò de l’orizonte, secondo che ei lo tolse ne le prime calende, e di questi due numeri hauuti ne le due calende consideri la differentia, la qual se poniam caso, sarà quattro gradi prenda vna parte di essi proportionale, secondo la proportion di 15 à 31 peroche è il 15 giorno d’Agosto, & egli ha 31 giorni, e gli verrà quasi due gradi. dico quasi, perche se Agosto hauesse 3o giorni gli verrian due gradi a punto: perche la medesima proportione ha 2 a 4 che gli ha 15 a 30 che è proportion subdupla. quel dunque che gli verrà aggiugnerà, ouero diminuirà al numero che trouò ne le tauole per le calende d’Agosto, secondo che ò maggiore, ò minore serà il numero trouato ne le calende d'Agosto, di quel che ei trouò ne le calende di Settembre. E per dir breuemeute segua l’ordine & il modo, che pone, Alfonso ne la 11 propositione de le sue tauole, la qual è fondata ne la propositione 16 del sesto libro d’Euclide: nel qual modo non mi distenderò altrimenti, perche quegli che non sono essercitati in tali studij, non m’intenderebbono: e gli altri che essercitati ci sono, hanno tal cosa per molto chiara, trita, e familiare: & oltre à ciò, posson questo vedere in detto Alfonso, ne l’allegata propositione, doue ampiamente tratta di tal cosa: auertendo però, che fa di mestieri, quel la Stella, la quale si cerca, sia e ne le passate, e ne le future calende sopra la Terra: peroche se ne l’vne di quelle calende, ouero in ambedue, la fusse sotto l'orizonte; tal regola de la parte proportionale non hauria luogo: e cosi ne seguirà, che queste tauole saranno vniuersali, quasi a tutto’l tempo de l’anno.

Non vò che mi si scordi ridurui a memoria vna particolare auertenza che nel libro de la Sfera del Mondo parimente vi feci notare: et è che cosi ne i libri di detta Sfera, come in questo libro de le stelle non mi son curato di render la cosa cosi minutamente osseruata che passi la minutezza d'vn grado: anzi ho sempre tolto qual che è da i 30 minuti fino a i 60 per vn grado: & quel che è da l’vn minuto fino a i 30 per nissun grado, peroche non può accader per questo cosi sensibile errore, che io lo stimi d'importantia a la notitia di tai cose, che hauete ad hauer voi, per cui solamente non per altra cagione mi son tolta questa fatica. Onde ne segue, che non curandomi io de la minutezza di vn minuto; non può porger per quanto è per durar l'età nostra, impedimento alcuno a questo libro il tardo mouimento. che le stelle fisse hanno lor proprio, che in molte decine d'anni non si muouan propriamente pur vn sol grado da Ponente a Leuante: come nel libro de la Sfera del Mondo vi ho detto a bastanza.

In quanti modi si può pigliare errore ne le dette osseruationi, che si hanno da fare per la notitia de le stelle fisse.

MI souiene ancora (accioche in tali osseruationi potiate esser diligentissima) l’auertirui, e manifestarui da quante cause possa nascere errore per il quale vi accada che non vediate cosi a punto la Stella che cercarete per i perforati de l’istrumento secondo che si è detto disopra ma la veggiate alquanto variata: e queste sono. Primamente può nascer tal variatione, per esser i due numeri trouati ne la tauola, non precisamente nel fin de i gradi: peroche già v’ho detto poco di sopra, che io non considero in questo libro gli spatij, e le quantità più minutamente che per gradi, pigliando la parte del grado per il grado che più gli è vicino: ma tal causa può esser di pochissimo & insensibile errore. La seconda causa può esser dal non far l’osseruatione ne le calende de i mesi: peroche già sapete che per le calende son fatte le tauole: ma ancor questa causa non saria di molta importantia, quando il giorno de l'osseruatione fusse vicino a le calende: ma essendo lontano bisognaria proceder per la parte proportionale, come di sopra v’ho detto, altrimenti accaderia errore alquanto più notabile, quantunque non molto. La terza causa può esser di maggiore importantia, e sarebbe quando l’hora de la vostra osseruatione non fusse guistamente, e da giusto horologio considerata; ouer quando l'osseruation fusse fatta tra hora & hora. La quarta cagione, e la quinta sarieno; l'vna quando la linea del meridiano non fusse stata segnata giustamente, e l’altra, quando gli istrumenti non fusser giusti, ouero non fusser posti, e tenuti, ò vsati come v’ho detto che far si conuiene. La sesta & vltima cagione, da la qual possa nascer errore; sarebbe quando voi ne l’osseruatione poneste molto tempo, talmente che la stella che voi cercate in quel mezo si fusse fatta sensibilmente più occidentale, che prima non era. Onde volendo voi che quanto v’ho detto disopra, à punto vi riesca verissimo e certo; vi fa di mestieri d'hauer auertenza a ciaschedun di questi sei accidenti, ò casi, da i quali può nascer errore. Il che facendo, non e dubio alcuno, che il tutto a punto vi procederà senza quasi vn minimo fallo.

Per qual via, e con che arte sieno composte le tauole del presente libro, cioè come l’Auttore habbia trouato, e saputo in qual si voglia hora le distantie de le stelle dal zeniih, e parimente doue il circol de l’altezza tocchi l’orizonte.

SArà forse alcuno cosi curioso, che desideraria sapere come io habbia conosciuto in qual si voglia hora di notte, la distanza de le stelle (per cui son fatte le tauole) dal nostro zenith, nel circolo de l’altezza, & in che luogo il detto circolo venga a toccare il nostro orizonte. Onde io, quantunque; per molte vie saper ciò si possa; nondimeno non vò mancar breuemente di fargli palese, che modo speciale io habbia tenuto in far questo. Io primamente considerauo se la stella, di cui ceruauo l'altezza ne l’hora che io la voleuo; fusse ancor peruenuta al circolo del meridiano il che difficil non era, sapendo io l'hora del nascimento suo, e l’arco suo semidiurno con l’aiuto de l’Astrolabio: & ancor per il pronunciato 92 di Pietro Appiano. caso che de l’Astrolabio io non mi fidasse a ha bastanza. altre vie ancor ci sono da trouar questo, che non importa che io dica al presente. Trouando dunque che ella fusse a punto nel meridiano, trouauo poi la declination sua da l’Equinottiale per il 85 & 86 pronunciato del detto Appiano, benche per questo ancora non manchin molte altre vie: la qual declination saputa, & insieme la declination del zenith, che sempre è vguale a l’altezza del polo; sottratta l'vna da l’altra, ouero aggiunta l’vna con l'altra, secondo che facea di mestieri; mi veniua la distanza di detta stella dal zenith, nel circol de l’altezza: il qual circolo essendo in questo caso il medesimo col meridiano: veniua ad intersecare l’orizonte nel punto ò d'Austro, ò di Settentrione, secondo che la Stella era dal zenith a Settentrione, ouero ad Austro inchinata. Ma trouando io che la Stella fusse fuor del meridiano: di alquanto più fatica facea dibisogno. E per che meglio io sia inteso formarò la presente figura.

Ne la qual figura il meridiano si denota per il circolo a.f.c.d.b. & b. sarà il polo settentrionale, & o. l’australe, a. il zenith: f.e.g. l’Equinottiale c.e.d. l’orizonte & vna quarta del circolo de l’altezza sarà a.m.n.e. la stella, de la quale io vò trouar la distanza dal zenitih, sia posta per caso in m. Hor io ho da cercar parimente l’arco a.m. che è la distanza de la Stella dal zenitih la qual per caso pongo che sia orientale dal meridiano. E dipoi ho da trouare l’arco c.n. che è la distanza. secondo la quale il circol de l’altezza a.m.n. tocca l’orizonte c.e.d. lontano dal punto c. che è il punto australe: peroche la Stella in questo caso pongo che sia australe dal zenitih. Hor’io adunque ho da sapere l’arco a.m. et l’arco .c.n. & procedo cosi. In prima io per il pronunciato 86 d’Appiano so la declination de la Stella da l’Equinottiale, che è l’arco .h.m. dipoi per il pronunciato 98, verrò a sapere l’arco m. n. che è l'altezza de la Stella, il qual arco sottratto di 90, mi rimane l’arco a.m. che è la distanza dal zenitih di essa Stella, il che cercauo primamente. Dipoi per il pronunciato 99. haurò la notitia de l’arco .c.n. che è quel che secondariamente cercauo. Non altrimenti procederei, se la Stella fusse settentriotiale, ouero verso Leuante, ò verso Ponente, ò come la si fusse. Questo medesimo senza l'aiuto di Pietro Appiano si può parimente sapere per il mezo de la propositione 17 18. & 19 del quarto libro de i triangoli del Monteregio; e parimente per la 13 14 e 15 del primo libro di Gebro, & anco secondo la via del primo settore, e del secondo, posta da Tolomeo nel primo libro del suo Almagesto, ancor che assai piu lunga, e piu difficil via fusse questa di Tolomeo. Ma molto piu ageuolmente si puo ciò sapere con l’aiuto de l’Astrolabio, quando il detto Astrolabio fusse tale, che confidar altri vi si potesse, come si puo veramente nel lib. di Stoflerino, che ei fa de l’uso de l’Astrolabio, e massimamente ne la 9 propositione, e ne la 433 & in altre ancora, che per non esser lungo in questo, lascio da parte; percioche à quegli che punto han tocca la scorza de le scientie de Matematica, tai cose son familiarissime e trite, & à gli altri, quantunque io lungamente in cio mi distendessi, & m’ingegnassi di ageuolar la cosa, nondimeno sarien sempre fosche, e (per dir cosi) inintelligibili.

DE L’ORSA MINORE, OVERO CINOSVRA, Imagine Prima.

QVESTI, che trattano de le fauole, son diversi infra di loro intorno à quel che dicono de l’Orsa minore. Alcuni vogliano, ch’ella sia Calisto figlia di Licaone. Altri fra i quali e Diodoro, dicono che fu uno de i Cureti, à i quali fu dato à nutrire Gioue: ma io per piu ragioni m’accostarei piu tosto à l’opinion di coloro, che afferman che l’Orsa minore fu una di quelle Ninfe, che nel monte Ida in Creta diedero il latte à Gioue, il nome de la qual Ninfa fu Cinosura: e per tal merto poi fu da esso Gioue nel Cielo vicina al polo artico collocata, & ha sette stelle, le quali compongono una certa figura, che s’assomiglia ad un carro, percioche cinque di dette stelle fan la figura del carro, e l’altre due, che vengano al pari, denotano i buoi che lo tirano: onde volgarmente anco ella è chiamata la figura del carro. & un’altra imagin, che non molto è da essa lontana, ciamano il guidator de i Buoi, come diremo al luogo suo. Ne penso io gia di volere cosi in questa fauola, come ancora ne l’altre, che io ho da raccontarui, togliendo via il velo de la fauola manifestar le historie e la vertità, che sotto gli si nasconde: Prima perche ciò non fa al mio primo proponimento: e dipoi per essere in ciò differentissimi gli scrittori, che trattan di cotal cosa: tal che punto di vero ne la maggior parte di queste fauole saper non si puote, come di cose troppo lontane da i tempi nostri: ben è vero che per esser la historia il fondamento de la fauola, & il vero di quella, secondo Aristotile ne la Rettorica sua; per questo non è punto da dubitare che tai fauole non sieno edificate, e costrutte sopra la stessa verità de i gran fatti di quegli quasi nuoui huomini nel Mondo: oltre che da buona parte di quei gran filosofi antichi erano le scientie stesse sotto l’oscuro velame de la fauole, per piu ragioni (che non v’importa che io vi dica) trattate e descritte, come si vede in Platone in piu luoghi, e massimamente nel Fedone, doue sotto figura e coprimento di fauola, de l’anima istessa disputa. Et altri ancora fecero il medesimo di che par che gli renda Aristotile nel proemio de i suoi libri de l’anima. Di queste tai cose non fa mestieri ch’io vi parli; peroche hauendo à renderui io la ragione, per che le imagin del Cielo sieno, & à questo & à quel gran fatto applicate; basta sol che io vada seguendo le fauole, poco hauendo cura del resto. Sono adunque ne l’Orsa minore sette stelle, de le quali nessuna tramonta giamai nel clima nostro, e son queste.

a Vna ne l’estremità de la coda, e questa osseruano i nauiganti, per esser la piu vi cina al nostro polo di tutte l’altre 3 grandezza.

b In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, & è vna di due che son ne la spalla sinistra 2 grandezza.

c L'altra di dette due ne la spalla medesima 2 grandezza. d Quasi nel mezo de la coda 4 grandezza. e Ne l’appiccatura de la coda 4 grandezza.

f In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, & è vna di due, che son nel fianco sinistro 4 grandezza.

g L'altra di dette due nel detto fianco 4 grandezza. Come queste stelle sien disposte fra di loro, si puo veder ne la figura prima, con la tauola prima. De l’Orsa maggiore, qual molti domandano, Arturo.Imagin seconda.

CAlisto figlia di Licaone Re d'Arcadia, dopo la mala fortuna del padre suo, il qual per le grandissime crudeltà ch’egli vsaua, da Gioue in Lupo fu trasmutato, si diede à i seruigi di Diana, facendo voto di virginità, e poco dapoi fu da Gioue con inganno stuprata, il qual gia di lei s’era acceso di amore. Diuenuta adunque Calisto grauida, di Gioue, e cominciando gia il ventre cresciuto à dar sospetto del suo peccato, rifiutò di lauarsi ignuda insieme con l'altre Ninfe, e con Diana come prima far solea; per la qual cosa accortasi al fin Diana del commesso sallo, scacciandola dal casto suo choro, palesò il fatto à Giunone moglie di Gioue: la qual di subita ira accesa contra la sua concubina, quella in orsa trasmutò: hauendo ella gia partorito Arcade, il quale venendo ne gli anni, e trouandosi vn giorno in caccia, fattasegli inanzi l'Orsa, che era la madre sua, quella non conoscendo cominciò coi dardi à perseguitare: onde Calisto non potendo con parole fargli chiaro chi ella fusse: si risoluè di fuggire nel tempio di Gioue Liceo: ne mancò Arcade di seguirla dentro contra la lege, che l’entrare in quel tempio vietaua. 0nde corse subito il popolo per ammazzare & Arcade e l'Orsa: e l’harria fatto. se non che Gioue ricordatosi del piacer che egli hauea hauuto di Calisto, mossosi à pietade tolse l’vno e l’altro dinanzi à la furia, & in Ciel gli pose assai vicino al polo boreale: l’uno, cioè Calisto, domandorno poi l'Orsa maggiore; & Arcade fu chiamato Boote, ouero 0 il vociferente: perche par ancor quiui che ad alta voce gridi correndo dietro à l’Orsa, come in Terra faceua. Alcuni altri lo chiamano guardiano de l’Orsa, e molti guidator de i Buoi; come diremo al luogo suo. Questa Orsa maggiore volgarmente è chiamata il carro maggiore: peroche sette stelle principali, che in lei sono, fanno una figura simile ad un carro. Sono in tutto esse stelle 27. de le quali queste sono le 12 principali.

a Ne la estremità de la coda 2 grandezza. b Ne la schena, in un’angolo de la figura quadrilatera. 2 grandezza. c Ne la sinistra coscia, in un’angolo de la figura detta 2 grandezza. d Nel mezo de la coda 2 grandezza. e Ne l'apiccatura de la coda 2 grandezza. f In vn fianco, ne la figura quadrilatera 2 grandezza.

g Poco disopra al principio de la coda, ne la detta figura quadrilatera 3 grand. h Nel pie sinistro di dietro 3 grandezza.

i Nel detto piede 3 grandezza. K Vna di due che son nel pie destro di dietro 3 grandezza. 1 Nel pie sinistro dinanzi 3 grandezza, m Nel detto piede. 3 grandezza. Come sien disposte queste stelle si può vedere ne la figura seconda con la tauola seconda. Del Drago, Imagin 3.

DVe opinioni, tra le più degne di fede, son di que l Drago, che è posto nel Cielo, tra le due Orse rauuolto. L’vna è che hauendo Giunone ne le estreme par ti di Occidente vn’horto eccellentissimo, & accadendo spesso, che le figlie d’Atlante quiui vicine vi entrauan nascosamente a furare i pomi che vi erano; ella per riparare a questo, vi pose a guardia vn Drago, il qual nimico del sonno teneua continuamente gli occhi aperti guardando d’ogn’intorno, che alcuno nel giardino non entrasse. Accadde poi, che arriuando Hercole in queste parti, fu da esso il drago occiso valorosissimamete: onde Giunone per rimeritarlo de la diligentissima guardia, che fatto haueua, viuendo lo tolse nel cielo, e tra l'vna e l’altra Orsa lo pose: tal che par ancor che si difenda contra Hercole veggendoselo intorno ancor nel Cielo, come diremo. Altri vogliono che combattendo Minerua contra i Giganti; essi per difendersi le posero innanzi vn Drago dismesurata grandezza: onde Minerua veggendolo, presolo con vn braccio lo scagliò via con tanta forza, che peruenuto fino al cielo quiui si fisse: onde è, che cosi ritorto, e rauuolto lo veggiamo, come se pur hora fusse quel caso accaduto. Sono in tutto nel Drago stelle 31, de le quali le 13 più famose son queste.

a Sopra i occhio destro 3 grandezza. d Ne la sommità de la testa 3 grandezza. l Vna di tre che son nel collo, in vna linea retta. 4 grandezza. m L’vltima di dette tre 4 grandezza. n L'altra di dette tre 4 grandezza. e Nel ventre 4 grandezza. f Nel ventre 4 grandezza. a Ne lo stregner del ventre 3 grandezza. g Nel principio de la coda 3 grandezza. h Nel torcer de la coda 3 grandezza. i Nel seguir de la coda 3 grandezza. K Appresso al fin de la coda 3 grandezza. c Ne la estremità de la coda 3 grandezza. Che figura faccin le dette 13 stelle, si può conoscere ne la figura terza, con la tauola terza. Di Cefeo, Imagin quarta.

Cefeo fu Re di Ethiopia, la cui figlia Andromeda sendo per sententia di posta a diuorare in sul lido del mare al mostro marino: fu da Perseo, il qual tor naua vittorioso da la speditione contra le Gorgone, veduta e liberata dal mostro, & vltimamente sposata, acconsentendo a tai nozze il padre de la giouene Cefeo, e la madre Cassiopea: onde Perseo, essendo poi per i suoi gran fatti posto nel Cielo, ottenne gratia dal padre Gioue di hauer seco appresso la suso la moglie sua con il suocero, e con la suocera, come diremo al luogo loro. Cefeo dunque ha in tutto 11 stelle, de le quali otto le più importanti, sono queste.

a Nel pie destro 4 grandezza b Sopra la destra spalla 3 grandezza. c Nel capello, in mezo di due altre 4 grandezza. d Nel pie sinistro 4 grandezza. e Ne la cintura, quasi appresso a la schena 4 grandezza. f Sopra al destro gombito 4 grandezza. g Sotto al destro gombito 4 grandezza. h Nel braccio sinistro 4 grandezza. Qual disponimento sia di queste stelle si vede ne la figura 4 con la tauola 4. Di Boote, ouer guardiano de l’Orse, Imagin quinta.

GIà habbiam detto, quando trattammo de l’Orsa maggiore, che hauendo Calisto di Gioue conceputo e partorito Arcade; sendo poi ella in Orsa conuersa, il figlio suo già ne gli anni venuto, trouandosi vn giorno in caccia, e venendogli a l’incontro l’Orsa madre sua, quella non conosendo perseguitò co i dardi fin dentro al tempio di Gioue Liceo: per la qual cosa il popolo di Arcadia harebbe e l’vno e l’altro ammazzati; se non che Gioue, togliendogli lor dauanti ambidue pose nel Cielo: doue Arcade fu poi da molti Arturo chiamato, e da molti altri Boote, pero che ancor su in Cielo par che ad alta voce perseguiti l’Orsa. e di quì è che altri ancora lo domandano guardian de l’Orsa, essendo che cosi quiui è situato, che par che quella osserui attamente: Dai i volgari e chiamato guida de i Buoi che tirano il carro, e la ragion v'ho detta quando trattammo de l'Orsa minore. Sono adunque in esso Boote 22 stelle: ma di 11 solo farò mentione, come principali, e son queste.

a Tra le due coscie, e si domanda Arturo prima grandezza. b Sopra la spalla sinistra 3 grandezza. c Ne lo stinco sinistro, vicina à due altre stelle 4 grandezza. d Ne la testa 4 grandezza. e Sopra la spalla destra 4 grandezza. f Nel mezo de la mazza che egli ha in mano 4 grandezza. g Ne l’estremità de la mazza che tocca vn pie d'Hercole 4 grandezza. h Sotto il braccio sinistro 4 grandezza. i Nel mezo de la schena 3 grandezza. K Ne la cintura 4 grandezza. l Ne la gamba destra, appresso al ginocchio 3 grandezza. Come sien figurate nel Ciel queste stelle, si puo vedere con l'aiuto de la figura quinta, e de la tauola quinta. De la corona d’Ariadna, Imagin 6.

QVegli, l'opinion de i quali intorno à la corona d’Ariadna par che più si seguita; dicono che essendo stato mandato Teseo da gli Atheniesi in Creta al Minotauro; Ariadna figlia del Re Minos, e sorella del Minotauro, diuenuta già di Theseo innamorata gli mostrò la via che egli tener douesse per ammazare il Minotauro, con patti però che egli in premio di questo la sposasse, e menasse seco in Athene. Succedendo adunque felicemente l'abbatimento suo col Minotauro, posta Ariadna in naue, secretamente di Creta si partì: e peruenuto di prima ve la à l’Isola di Nasso, secondo Lattantio Firmiano, & Iginio; quiui la notte venente lasciata Ariadna sepellita nel sonno senza altro dirle, date le vele à i venti, se ne ritornò in Athene. Suegliata adunque la giouane, e veggendosi abbandonata lungamente seco pianse e si dolse con quelle ò silmili parole che si leggono appresso di Catullo: tal che riempiendo di strida il lido d'ognintorno; auenne che Baccho per quei mari à sorte nauigando, al suon di quei lamenti si trasse la doue'ella era, e veggendola bellissima, subito accesosi de l'amor suo la tolse per moglie. E dopo alquanto tempo dipoi, innamoratosi egli de la figlia del Re de gl'Indi; diede cagione ad Ariadna di dolersi e lamentarsi assai lungo tempo; per fino che egli con carezze poi, e con abbraciamenti la mitigò: e per più gratificarsele, pose in Cielo quella corona, che seco haueua Ariadna, la qual gia hauendo fatta Vulcano con grande arte, à Vener donata l’haueua, e Venere parimente ad Ariadna n’haueua fatto dono. pose adunque Baccho questa corona nel cielo, adornandola di 8 stelle, de le quali queste son le sei più lucide e chiare.

a La più splendida di tutte 2 grandezza. e Appresso à la splendida 4 grandezza. b Appresso à la splendida da l’altra parte. 4 grandezza. f Dopo questa 4 grandezza. d Dopo questa 4 grandezza. c L’vltima di tutte 4 grandezza. Per la figura 6 si vede come disposte sieno suso in Cielo, con l’aiuto de la tauola 6. Di Hercole, Imagin settima.

GIà di sopra v'ho detto che Hercole per comandamento di Euristeo andò a l’horto di Giuno ne ne l’ultime parti di Ponente. per portar di quei pomi ad Euristeo; e quiui trouato il Drago che gli guardaua, però che le figlio di Atlante eran prima solite di furare nel detto horto, combattendo con esso lo vinse e l’uccise onde Giunone per rimeritare il Drago de la buona guardia, che viuendo hauea fatta, lo pose nel Cielo, come habiam detto. E Gioue essendo à guardare il valor d’Hercole suo figlio, prese tal piacere di quello abbattimento, che volse che ne stesse in Cielo sempre l’imagine. onde Hercole come veggiamo, è situato su in Cielo in maniera, che par che continuamente combatta col Drago: però che sta posato in sul ginocchio destro, e col braccio destro leuato in alto, hauendo in man la mazza, e porgendo con la man sinistra innanzi la pelle del Leone per difendersi. Non mi è nuouo che alcuni vogliano che questa imagin nel Cielo non sia d’Hercole, ma di Teseo, il qual con ogni suo sforzo s’ingegni d'alzar la pietra, sotto la quale Egeo padre suo hauea posta quella spada, che egli volea, che prima Teseo di sua mano alzando il sasso tolesse, che egli andasse in Athene. Et ancor so che à molti piace che non sia in Ciel ne Hercol ne Teseo, ma in cambio loro Licaone padre di Calisto, il qual lamentandosi de i casi de la figlia in Orsa mutata, preghi, inginocchiato con le mani alzate al Cielo, che gli sia restituita de figlia. Ma la prima opinione ha più degni scrittori, che la fauoriscano. Hercole adunque ha in tutto stelle 18 de le quali queste sono 11 le più splendenti.

a Ne la testa 3 grandezza. b Ne la spala destra 3 grandezza. c Ne la coscia sinistra 3 grandezza. d Nel braccio destro 3 grandezza. e Ne la spalla sinistra 3 grandezza. f Nel lato destro 3 grandezza.

g Vna di tre, che son ne la man sinistra, doue tien la pelle del Leone 4 grandezza. h Ne la coscia sinistra 4 grandezza.

i Ne la coscia destra 4 grandezza. K Ne l’estremità del pie destro, & è quella che è nel fine de la mazza di Boote. 4 grandezza. l Nel ginocchio sinistro 4 grandezza.

Per la figura 7 si può conoscer come queste 11 stelle sien situate nel cielo, con l'aiuto de la tauola 7.

De la Lira, Imagin ottaua.

LAsciando indietro tutto quello che intorno a l’imagine stellata. che chiaman la Lira, diuersi diuersarmente dicono; appicandomi a la più diuolgata opinione dico, che hauendo Mercurio composta vna Lira di vna Testugine, quella donò ad Orpheo figliolo di Calliope, vna de le Muse, il quale de l’armonia di questo istrumento s’era estremamente inuaghiro: & in tal guisa dotto poi ne diuenne, che si facea correr dietro le selue, i sassi, e le fonti ad vdirlo. Ma scendendo poi ne l'inferno a far proua con la melodia di questa Lira di rihauer la moglie sua Euridice; quiui dicono che cantando su la Lira le lodi de tutti gli Dei, si scordò di Baccho: onde egli per vendicarsi mandò poco dopo le sue Sacerdotesse infuriate a smembrarlo, & occiderlo, mentre che in Tracia si staua vn giorno in solazzo, sonando la lira sua. Assalito adunque da quella turba di Donne, fu tutto dilacerato & ismembrato; tal che le sue Muse per più pietà raccolser le membra insieme, e le se pellirono. E la Lira, in memoria de Orfeo collocorno nel Cielo, l’adornorono di 1o stelle: e queste sono.

a Vna splendida chiamata Lira, quasi ne la testa de la Lira 1 grandezza. b Ne la schena de la lira doue quattro fanno vna figura quadrilatera 3 grand. c Nel medesimo luogo pur ne la detta figura 3 grandezza. d Vna di due, che sono appresso la splendida 4 grandezza. e L'altre di dette due a grandezza. f Ne le corde de la Lira 4 grandezza. g Vna di due, che son ne l’estremità de la Lira 4 grandezza. K L'altra de le dette due 4 grandezza. h Vna de le dette quattro ne la schena de la Lira 4 grandezza. i L'vltima de le dette quattro 4 grandezza. Qualmente su in cielo sien disposte per la figura 8 si vede insieme con la tauola ottaua. Del Cigno, Imagin nona.

ESsendosi Gioue di Nemesi caldamente innamorato, ne potendo da lei amicamente ottener l’intento suo, con inganno & astutia l'ottenne: però che fe che Vener prendesse forma d'vna Aquila, e se medesimo trasmutando in Cigno mostraua di perseguitarla volando; tal che ella fìngendo di fuggire, nel grembo di Nemesi si accolse per vna alta finestra entrata del suo palazzo. Nemesi venendogliene pietà la prese & abbraccio per difenderla dal Cigno, e tenendola cosi stretta come Vener volse, si addormi, e Gioue di Cigno, tornato ne la propria forma ne prese quel piacere, che egli ne desideraua. E per il gran diletto, ch'egli hebbe di questo fatto volse vederne memoria sempre nel Cielo, ponendoui vn Cigno. Nemesi poi fatta grauida di Gioue partorì vn’ouo, il qual Mercurio tolse, e portollo in Lacedemone e postolo in grembo a Leda, ne nacque Helena: la cui bellezza senza discrepantia alcuna fu tenuta la maggiore che mai nel mondo si vedesse. Et tale che fu bastante a solleuar in arme buona parte del mondo. de la qual dice Dante nel suo inferno Helena uiddi, per cui tanto reo tempo si valse. Alcuni altri tra i quali è Ouidio e Lattantio Firmiano, dicono che Gioue conuerso in Cigno giacque con Leda, e non con Nemesi: e che Leda partorì per questo il detto ouo, donde ne nacque con Helena insiememente Castore e Polluce. Ma sia qual si voglia più vera opiuione: basta che il Cigno è in memoria solo del gran diletto, che hebbe Gioue sotto tal forma nascosto. Sono in esso stelle 17 .fra le quali 1 1 le più resplendenti, queste sono.

a Vna splendida, che è ne la coda, et è vna de le cinque, che fanno vna croce. 2 gran. b Ne la testa ouer nel becco 3 grandezza. c Nel piegar de l'ala destra, vna de le cinque 3 grandezza. d Nel mezo del collo, vna de le cinque dette 4 grandezza. e Nel petto, vna de le dette cinque 3 grandezza. f Nel piegar de l'ala sinistra, l'altra de le cinque 3 grandezza.

g Nell’estremità de l'ala destra 4 grandezza.

h Nell'estremità de l'ala sinistra 3 grandezza.

i Nel pie sinistro 4 grandezza.

K Vna de le due, che son nel pie destro 4 grandezza. l L’altra de le dette due 4 grandezza.

Qual figura disegnino insieme queste 11 stelle su in Cielo si può sapere con la figura 9.e con la tauola nona.

Di Cassiopea, Imagin decima.

PErseo (come disopra habbiam detto) hauendo liberata Andromeda dal mostro marino, con patti però, che Cefeo e Cassiopea, de i quali ella era figlia: gliela concedesser per moglie, osseruandogli eglino la promessa, & essendo esso dal suo padre Gioue per i suoi gran fatti nel Ciel collocato ottenne d’hauere seco appresso la suso non solo la moglie Andromeda; ma i suoceri ancora Cefeo Cassiopea. E dice Sofocle, che per essersi Cassiopea data in vanto di auanzar di bellezza tutte le ninfe del mare, per la punition di questo le fu di mestieri dapoi ch'ella hauea da starsi nel cielo, distarui in vna certa maniera, che nel volgersi del Cielo le sia forza di volgersi supina, con la testa in dietro, quasi che paia che sempre in precipitio ne vada. Sono in tutto tra in essa, e ne la sedia doue ella con le braccia aperte si posa 13. stelle: de le quali queste sono le otto principali. a Ne le reni 3 grandezza.

b Nel ginocchio sinistro 3 grandezza. c Nel mezo de la sedia, doue ella resiede 3 grandezza.

d Ne la testa 4 grandezza.

e Nel fianco destro, a canto a la sedia 3 grandezza.

f In vn piede 4 grandezzaa

g Nel sinistro braccio 3 grandezza. h Nel posamento de la sedia 4 grandezza.

Come sieno queste stelle fra lor disposte, si può hauer chiaro per figura 10, e per la tauola decima.

Di Perseo, Imagin vndecima•

DAnae figlia di Acrisio fu (Come si legge) di marauigliosa bellezza dotata: onde il padre gelosissimo diuenutone, in vna forte e ben guardata Rocca, con gran diligentia la custodiua: di che ella quel dolor si pigliaua, che farebbe in tal caso, qual si voglia bella Donna che sauia fusse e che molto ben conoscesse, che vana & in darno, si può stimar, che sia la bellezza, se non è da gli altri conosciuta, amata. e desiderata, come ben confessa Aristotile nel terzo libro de la sua topica. Sendo dunque Danae cosi diligentemente racchiusa e guardata, Gioue, che grandemente ardeua del suo amore, trasmutandosi in pioggia d'oro, e per il tetto de la Rocca trapassando, fu da essa gratamente raccolto, non conoscendo ella l'inganno che sotto quell’oro si nascondeua: quando poi parse a Gioue il tempo commodo, ritornato ne la propria figura si giacque con essa. Onde ella diuenuta grauida da questo fatto, al tempo poi, partorì Perseo: il quale venuto ne gli anni, secondo che dice Lattantio Firmiano, fu mandato dal Re Polidetto a la speditione contra le Gorgone, figlie, di Force, e del mostro marino: le quali, essendo tre, vn sol’occhio haueuan tra tutte, delquale hor l’vna, hor l’altra si seruiua, & era si fiera la vista loro, che chiunque guardauano conuertiuano in sasso. Perseo adunque hauendo ottenuto da Mercurio i vanni, e la spada, e lo scudo da Pallade: sopra del pegaseo Cauallo alato andò a questa ispeditione, e vittorioso dipoi con la testa di Medusa ritornando, liberò Andromeda dal mostro marino, e la tolse per moglie. Altri fatti anco marauigliosi fece Perseo, per i quali meritò da Gioue padre suo di esser nel ciel collocato, e di 26 stelle adornato de le quali 10 le più lucide queste sono.

a Vna splendida nel destro lato 2 grandezza.

b Vna splendente ne la testa di Medusa, che gli ha nela man sinistra 2 grandezza.

c Ne l’estremità del pie sinistro 3 grandezza. d Ne la spalla destra 3 grandezza. e Vna di tre, che son nel lato destro 3 grandezza. f Nel ginocchio sinistro 3 grandezza. g Nel calcagno sinistro 3 grandezza. h Ne la testa 4 grandezza. i Nel ginocchio destro vna di quattro che sono 4 grandezza. K A canto a la splendente, che è ne la testa di Medusa 4 grandezza.

Le 10 stelle dette son nel ciel situate secondo che veder si può per mezo de la figara 11 e tauola vndecima.

De l'inuentor del Carro, ouero Auriga, Imagin 13.

VArie opinioni ho lette intorno a quella imagine stellata, la qual chiamano Auriga, onero l’inuentor del Carro: tra le quali la più verisimile, & approuata, mi par quella de santo Agostino nel suo libro de la Città di Dio: doue dice, che hauendo Vulcano fabricato le saette, le quali a Gioue furon di mestieri ne la gran guerra contra i giganti, dopo che Gioue hebbe ottenuta la vittoria, egli lo pregò che in premio de la fatica, ch’egli hauea durato in fabricar cotanta moltitudine di saette, gli facesse gratia che ei potesse giacersi vna notte con Pallade, di che Gioue fu contento, con questo patto però, ch'ella volendosi difendere potesse fare. Entrato adunque Vulcano vna notte ne la camera di Minerua, e trouatala in letto, prima con lusinghe, e dipoi con le forze cercò di recarla al fatto suo: ma difendendosi ella cosi valorosamente, che egli non poteua ottener cosa che egli volesse: accade nel combattere, sendo Vulcano molto acceso ne la volontà, gli fu forza per il continuo tumultuare di seminare in terra quel che altroue hauria voluto, Onde ne nacque Erictonio, che la metà di sopra era huomo, e le gambe hauea di serpente. venuto poi negli anni Erictonio, e veggendosi hauer le gambe di serpente, perche vedute manco gli fussero, se fabricare vn carro, doue da i cauali portarsi facea. E questo fu il primo carro che veduto fusse nel mondo. Di che Gioue marauigliandosi, e parendogli che col suo ingegno fusse arriuato a l’inuentione del Sole, lo giudicò degno del cielo, e di tal 13 stelle adornollo: tra le quali di 1o più famose farò mentione. e son queste.

a Vna lucida ne la spalla sinistra, chiamata la Capra 1 grandezza. c Nel Calcagno destro, & è commune con l’estremità d’vn corno del Tauro 3 grandezza. b Ne la spalla destra 2 grandezza. d Vna de le due che son ne la testa 3 grandezza. e Nel gombito destro 4 grandezza. f Ne la man destra 4 grandezza. g Nel gombito sinistro 4 grandezza. h Ne la sinistra 4 grandezza. i Ne lo stinco sinistro accanto al piede 3 grandezza. K L'altra de le dua, che son ne la testa 4 grandezza.

Son disposte le dette stelle suso in Cielo come si vede con l'aiuto de la figura 12. e de laTauola 1 2.

Di quel che tiene il serpe, da i più detto Esculapio, Imagin. 13.

LA maggior parte de Astrologi, e de poeti è di questa opinione intorno a la Imagine stellata, che tiene il serpe, che essendo Esculapio cosi eccellente ne la medicina che non solo ogni infirmità sanaua; ma ancora i mortiritornaua ne la vita ad Hippolito parimetente rese l’aure vitali: il quale per la malignità di Fedra sua matregna era già stato da i caualli occiso e squartato, però che a i piacer di quella non haueua voluto acconsentire. Per la eccellentia adunque de la medicina, e per esser amor figlio di Apollo, fu Esculapio nel Ciel collocato doue vn serpe tiene in mano, e la ragione è, che mentre che ei cercaua di ritonare Hippolito in vita; vn serpe gli venne dinanti con certa herba in bocca la qual lasciata subito sparse, e con l’aiuto poi di quella herba hebbe Esculapio in beneficio di Hippolito l’intento suo. Non mi è nascosto che alcuni vogliano che questo che ho detto del serpe avuenisse ad Esculapio non intorno ad Hippolito: ma mentre che egli cercaua di render in vita Glauco. E molti altri affermano che questa imagine stellata, che tiene il serpe, non sia Esculapio, ma Forbante in memoria del suo valore in liberare l’Isola de gli Rodij da la moltitudine de i serpi che la molestauano. Sono in tutto le stelle di detta imagine, senza quelle che figurano il serpe 23. ma solo di 12 come più chiare farò mentione, e queste sono.

a Ne la testa 3 grandezza. b Vna de le due, che son ne la man sinistra 3 grandezza. d L’altra de le dette due 3 grandezza. c Nel ginocchio destro 3 grandezza. e Ne lo stinco destro 3 grandezza. f Vna de le due, che sono ne la spalla destra 4 grandezza. g Una de le due, che sono ne la spalla sinistra 4 grandezza. h Vna de le quattro, che son nel pie destro 4 grandezza. i Ne la pianta del sinistro piè, che tocca vn pie de lo scorpio 4 grandezza. K Ne la coscia sinistra 3 grandezza. 1 Vna de le due, che son ne la man destra altra 4 grandezza. m L’altra di dette due a grandezza. Come sien disposte insieme, si vede per la figura 13. e Tauola 13. Del Serpe d’Esculapio, Imag.14.

DI questa figura detta il serpe d'Esculapio, ouer di Forbante secondo alcuni altri, non accade che io vi dica altro che quel che si è detto ne la Imagin precedente di Esculapio, da le cui mani è tenuto li detto Serpe. Sono adunque le stelle che lo figurano 18. ma 1o sono le più nominate, e son queste.

a Nel principio de la testa 3 grandezza. b Nella radice del collo vna di due 3 grandezza. d L'altra de le dette 3 grandezza. c Vna de le due, che sono dopo il primo riuolgimento inuerso la man sinistra d’Esculapio 3 grandezza. e L’altra de le dette due 3 grandezza. f Ne l'occhio destro vna di quattro, che son la testa 4 grandezza. g Appresso a la man destra d’Esculapio, nel torcer de la coda 4 grandezza. K Dopo la man destra detta nel segiur de la coda 4 grandezza. h Appresso a l’estremità de la coda 4 grandezza. i Ne l’estremità de la coda 4 grandezza. La figura 14 e la Tauola 1 4 posson far conoscer come queste stelle sieno nel cielo figurate. De la Saetta, Imag.decimaquinta.

PRometeo figlio di Iapeto fu di tale ingegno e sapere, che ei formò l’huomo di loto cosi propriamente che solo lo spirito gli mancaua: Onde ueggendo Minerua cosi degna opera, marauigliatasi di tanto ingegno gli promise che in perfettio ne de l'opra sua gli mostraria la uia di poter fruir de' beni del Cielo. quel che più gli aggradasse: e respondendo Prometeo che non sapeua che domandarsi, se prima non vedeua quel che la suso si trouasse, che facesse al proposito suo; fu da lei al cielo innalzato, doue ueggendo egli che i corpi celesti eran tutti di fiamma e di caldezza animati, per poter ancora egli dar lo spirito a l'huomo che fatto hauea; nascostamente accostato vna fiaccolata, che hauea a le rote del Sole, subito l’accese, e col foco in terra tornatosene, e postolo nel petto de l’huomo da lui già formato, in cotal modo gli diede l'anima, dalqual poi discese l'humana generatione: le quai cose venendo a l’orecchie di Gioue lo acceser di tanto sdegno, che in punition di tal fallo fe legar Prometeo ignudo nel monte Caucaso con questa conditione che vn’Aquila continuamente si pascesse de le cose intern e del petto suo: e parimente punì gli huomini, che da tal huomo con inganno formato descender douessero, però che mandò loro, come molti affermano, le febri, la peste e l'altre infirmità, & insiememente le Donne; quantunque alcuni altri scrittori non vogliono che le donne per tal cagione fosser nel mondo mandate: l’opinion de i quali tanto è più ragioneuole, quanto che ciascheduuo può ageuolmente conoscere, che le donne più tosto son cagion principale de la felicità de gli huomini, che punto quella ne impedischino. Dopo molto tempo poi, sendo Hercole (come hò detto disopra) mandato la Euristeo a tuor de i pomi de l'horto di Giunone non sapendo egli il camino, venne a passar per il monte Caucaso, doue trouato Prometeo tormentato nel modo, che habiam detto, fu da esso instrutto del camin, che douea fare per andare a l’horto di Giunone e de la via che hauea da tenere per ammazzar il drago guardiandi quello horto. Onde Hercole per rimeritarlo, scioltogli i legami da torno lo liberò, ammazzando quell'Aquila, con vna de le sue saetta: la qual saatta in memoria del valor d'Hercole, come vogliano alcuni fu nel Cielo di cinque stelle fatta adorna. e son queste.

a Nel ferro de la saetta 4 grandezza. b Vicina a quella, che è nel ferro 5 grandezza. e Nel mezo de l’hasta 5 grandezza. d Appresso al fine, vicino a le penne 5 grandezza. c Ne l'estremità, doue si mette la corda 5 grandezza. Come in Ciel sien disposte, si vede per la figura 15. e Tauola 15. De l’Aquila, Imagin decimasesta.

QVanto fusse ne i suoi tempi la bellezza di Ganimede figlio del Re Troio e cosa tanto manifesta che non fa di mestieri che molto io mi ci distenda. Innamoratosene adunque Gioue lo fe rapire da vn’Aquila in Cielo: però che questo Augello, più che qual si voglia altro fu sempre a Gioue accetto e caro, che solo fra tutti gli altri animali ha possanza di tener fissi gli occhi ne la faccia del Sole. Rapito adunque Ganimede e portato da la detta Aquila a la presentia di Gioue; fu da esso posto in luogo de la Dea Hebe: la quale ne la corte di vn tanto Iddio tenea l'officio di metterle da bere: e l'Aquila in memoria di cosi pregiata preda, che fatta hauea, fu nel Cielo ornata di 9 stelle, ma di sei più lucide: e queste sono.

a Vna detta splendida nel principio del collo, e si domanda l’Aquila, & è vna di tre che fanno insieme vna linea retta 2 grandezza.

b Ne l’ala sinistra, vna de le dette tre 3 grandezza. c Ne la coda 3 grandezza. d Nel collo, & è la terza de le tre dette 3 grandezza. e Appresso a la splendida, ne l'ala sinistra 3 grandezza. f Ne la testa 4 grandezza.

Come in ciel sieno insieme disposte si può veder con l'aiuto de la figura decimasesta, & de la tauola decimasesta.

Del Delfino, Imagin 17.

DVe opinioni vi raccontarò de la cagione di questa Imagine celeste detta il Delfino: de le quali questa è l'vna. Desideroso Nettuno d'hauere Anfitrite per moglie, fu causa che ella sendo disposta a conseruar la sua virginità, fuggendo pervenne ad Atlante ne le estreme parti de l'occidente. Onde trà molti Nettuno mandato in diuerse parti a cercar nuoue di lei solo vn Delfino secondo alcuni 0 vero come altri dicono vn huomo chiamato Delfino, fu quello che non solamente la trouò; ma le seppe ancor persuadere di tor Nettuno per suo marito: e menatola seco la diede in man di Nettuno et in merito di questo gli fu data la cura de l'apparato de le nozze: e poco dopo fu collocato nel Cielo. L'altra opinione è che trouandosi Arione musico eccellentissimo ne i mari di Sicilia, & hauendo seco molte richezze raccolte: però che con grandissimo guadagno giva dolcissimamente sonando in questa parte & in quella: venne in animo ad alcuni suoi seruidori, che sarebbe molto più lor’ vantaggio sommerger ne l'acqua il padron loro, e diuidersi tra loro le sue ricchezze, che consumare in continua seruitù gli anni loro. Fatto dunque auisato da vn di questi Arione, de le insidie, che contra gli si prepararono gli pregò che almeno si contentassero che egli innanzi la morte sua, potesse pigliar de la Lira sua l'vltimo diletto, che egli ho mai più prender ne douesse: & essendogli questa gratia conceduta tolta la Lira cominciò con tal suauitade a sonarere con si pietose, e dolcirime a condolersi de la sua morte che molti Delfini si adunorono d'ogn’intorno per vdirlo: onde egli per vltimo riparo de la vita sua si scagliò sopra di quegli, tra i quali vno ve ne fu, che porgendogli il dorso lo riceuè, e portò ne i Lidi di Tenaro. Et afferma Herodoto che in Tenaro, doue il Delfino il posò a terra, fu posta poi vna statua di bronzo, che sopra vn Delfino lo figuraua. per questo dunque tolser occasione gli Astrologi antichi di dar luogo nel Cielo in memoria di questo fatto a l'imagin del Delfino: la quale è adorna di 10 stelle; quantunque queste sieno le 7 più famose.

a Vna de le tre, che son ne la coda 3 grandezza. b Una de le quattro che son ne la testa 3 grandezza. c Vna de le dette quattro 3 grandezza. d Vna de le dette quattro 3 grandezza. e L'altra de le dette quattro 3 grandezza. f Vna de le tre dette, che son ne la coda 4 grandezza. g L'altra de le tre dette 4 grandezza. Come sien disposte, si può veder la figura decimasettima e Tauola decimasettima. Del Caual primo, ouer minor, Imag. decimaottaua.

IL cauallo primo non ha altro che quattro stelle ne la testa cosi piciole, e poco resplendenti, che da gli Astrologi son dette nebulose, & occulte: onde non mi è parso farne altrimenti mentione ne con figura ne con tauola: e parimente, perche non ho letto di quello fauola molto degna di esser narrata, mi son risoluto, lasciandolo da parte venire a l'altro cauallo molto più famoso, e da i poeti cantato.

Del Cauallo Alato, Imagin 19.

DI Medusa e di Nettuno nacque vn Cauallo Alato detto il Caual Pegaso: il quale secondo alcuni hauea anco in testa le corna et i piedi ferrati. Con questo Cauallo ottenne Bellorofonte la vittoria contra la Chimera, la qual gittando fuoco per boccà guastaua, e corrumpeua tutta la Licia, con il medesimo fu vittorioso Perseo contra le Gorgone. Questo stesso con l'ongie de i piedi cauò il fonte Castalio consecrato a le muse: il quale è ne la sommità di Helicona, monte di Beotia. Meritò dunque vn cosi vtile, e valoroso Cauallo, che vn giorno ch'egli volandosi era assai appresso al Ciel fatto vicino: Gioue nel ciel lo ritenesse e fermasse, e di 20 stelle l’adornasse: de le quali queste sono le 12 più risplendenti.

a Nel bellico; & è quella, che è ne la testa d’Andromeda 2 grandezza. b Ne la somittà de l’ala destra 2 grandezza. c Ne la estremità de l'ala destra, e queste tre fanno insieme vn triangolo 2 grandezza. d Nel ginocchio destro 3 grandezza. m Ne la spalla destra 3 grandezza. e Nel collo 3 grandezza. f Vna sopra l’occhio destro 3 grandezza. g Ne la bocca 3 grandezza. h Vna de le due, che son nel petto vicine 4 grandezza. 1 L’altra de le dette due 4 grandezza. i Nel calcagno destro dinanzi 4 grandezza. K Nel calcagno sinistro dinanzi 4 grandezza. Qualmente queste 12 stelle sien figurate nel Cielo, si può sapere per la figura 19. e Tauola 19. Di Andromeda, Imagin 20.

DI quanta eccellentia sia la Gratitudine, e quanto da Dio istesso sia stimata & hauuta in pregio; l’essempio di Andromeda figlia di Cefeo, ne può far chiaro: però che hauendola Perseo (Come habiam detto disopra) liberata dal mostro marino, & essendosi egli per raddoppiar la cortesia, acceso de l'amor d'essa: non seppe ella più degnamente più generosamente sodisfare a tanto obligo, e remeritare vn cosi fatto beneficio, che con l'amarlo con tanta caldezza, con quanta fusse amato mai huomo nel mondo. E certissimo altro mezo pigliar non poteua che sodisfacesse pur in parte a quel che l’obligo la stringea; però che altro non è al mondo, con che si possa sodisfare a cosi gran beneficio, quanto è l'essere amato, che con l’mare istesso. perche (come si trahe da Aristotile nel nono de l’Ethica) l’essere amato, e l'amare, l’vn per l’altro se stringe e si mantiene. Amò dunque Andromeda cosi efficacemente e di core il suo Perseo. che ne prieghi, ne persuasioni di chi si fusse, valser punto a far ch’ella lasciando la patria, & i parenti non lo seguisse, per la qual cosa in premio di cosi fatta gratitudine, ottenne ancora di seguirlo nel Cielo, doue non molto da lui lontano fu di 23 stelle illustrata, de le quali queste sono le 12 più splendenti e chiare.

a Ne la spalla sinistra 3 grandezza. b Vna de le tre, che son ne la cintura, quella del mezo 3 grandezza. c Nel pie sinistro 3 grandezza. d Nel gombito sinistro 3 grandezza. e Vna de le tre, che son ne la cintura 3 grandezza. f L'altra de le dette tre 3 grandezza. g Appresso à la man destra, in cui sono tre stelle 3 grandezza. h Ne la spalla destra 4 grandezza. i Ne lo stinco destro 4 grandezza. K Vna di tre che son ne la man destra 4 grandezza. l Vna de le tre dette 4 grandezza. m L'altra de le tre dette 4 grandezza. Per il mezo de la figura 20. e de la Tauola 20. si può veder la dispositione de le 12 stelle dette. Del Triangolo. Imagin 21.

DUbiosamente scriuono de la cagione, per la qual fusse posto nel Cielo quel Triangolo, che noi ueggiamo sopra la testa del Montone, quei che trattan di tal materia. Alcuni vogliano, che non per altra causa questo fusse, se non acciò che il segno del Montone, per esser per se stessa non molto lucido & risplendente, per mezo de lo splendor di questo Triangolo, fusse conosciuto piu ageuolmente: e questa opinione par che accenni Iginio manifestamente. Molti dicono che Cerere ottenne da Gioue di hauer nel Cielo vna figura simile a la Sicilia, la quale è in figura triangolare. Non pochi sono ancora che affermano che questo triangolo in Cielo con i tre suoi angoli denota che la terra è diuisa in tre parti. Altre opinioni ancor ci sono intorno a questa Imagin triangolare, ma tutte poco verisimili. Appicchisi adunque ciascheduno a qual ei vuole, basta che in tutto son nel triangolo 4 stelle, in ciaschedun angolo vna, e l’altra nel mezo de l'vn de i lati. e son queste.

a Ne l’angolo, ne la sommità del triangolo. 3 grandezza. b In vn’angolo de la base 3 grandezza. c Ne l’altro angolo 3 grandezza. d Nel mezo de la base 3 grandezza. Come sien disposte nel cielo queste 4 stelle, si può comprender per la figura 21. e Tauola. 21. Del Montone, ouero Ariete, Imagin.21.

FRisso & Helle furori'figli del Re Atamente, i quali essendo perseguitati tutto’l giorno da l’odio de la matregna; si risoluerno per liberarsi da tanto sastidio di partirsi secretamente et andarsene in Colchi con quel più ohe tor più potessero de le ricchezze paterne, tolto aduque; vna notte tra l’altre ricchezze vn Montone, a cui la pelle era d'oro si partiron dal proprio regno e s'inuiorno verso Oriente, e peruenuti a quello stretto di mare che diuide l’Europa, da l'Asia vicino a Bizantio detto hoggi Costantinopoli saliti ambidue sopra il Montone si messero in acqua: e come la mala fortuna di Helle volse accadè che prima che'a l’altro lido ariuasse ella del Monton caduta, e ne l’acque sommersa desse nome a quel mare: però che di poi Hellesponto fu dimandato. Frisso dunque passando in Asia a saluamento peruenne a Colchi, è quiui da Oeta Re di quel luogo fu gratissimamente accolto & accarezzato. Onde egli per render gratie a li Dij de la sua salute fe sacrificio a quegli de l'indorato Montone; la cui pelle appiccata nel tempio stette poi fin che gli Argonauti andassero a torla. Gli Dij dunque per mostrar che si pregiato sacrificio fusse loro a cuore, il montone de la pelle spogliato poser nel cielo, doue di 13 stelle lo ferno adorno, quantunque per hauer lasciato giù in terra la pelle indorata, fusse forza che sù in Cielo, non molto chiaramente risplendesse, si come noi veggiamo: nondimeno sei stelle vi sono, che rilucano assai mezanamente, e son queste.

a Vna de le due, che sono in vn corno 3 grandezza. b L'altra de le dette due 3 grandezza. c Vna de le tre che sono ne la coda 3 grandezza. d Vna de le tre dette 4 grandezza. e L'altra de le dette tre 4 grandezza. f Ne l’estremità del pie destro di dietro 4 grandezza.

In qual maniera sien situate queste sei stelle sù in Cielo, con l’aiuto de la figura 22. e de la Tauola 22 può vedere.

Del Tauro, Imagin 23.

ARdendo Gioue de l’amor d'Europa figlia di Agenore Re di Fenicia e sapendo egli ch'ella spesse volte sopra il lido del mare soleua scherzare, e giocare insieme con altre virginelle, comandò a Mercurio, che tolto forma d'vn pastore conducesse à quello istesso lido quello Armento de i Tori che nel monte di Fenicia pasceua: preparatosi Mercurio a questa impresa: Gioue tosto tolta la forma d'vn bellissimo toro, & in quello armento meschiato si lasciò insieme con gli altri tori condurre al lido doue era già Europa con le compagne in festa, & in danze venuta. Veggendo dunque Europa vn cosi bel toro quanto era quel, sotto la cui figura Giove si nascondeua, senza sospetto d'alcuno inganno se gli pose dattorno, e di guardarlo sommamente era vaga, e parendole humano mansueto prese ardire, di cominciare a toccarlo con mano in questa parte. & in quella: e trouatol tuttauia più cortese e benigno, si arrischiò di porsegli a seder sopra il dorso: la qual cosa come uidde Gioue, a poco a poco entrato ne l'acqua, si cominciò a discostar da la terra. Onde Europa veggendosi ne l'acqua assai già dal lido lontana, tutta paurosa cominciò ad appicarsi a i corni del toro, & a teneruisi sopra piu che poteua: & intanto Gioue passando il mare, la condusse fino in Creta; e quiui tornato ne la propria forma tolse di lei quell'ultimo solazo che tutti gli amanti desiderano da le amate loro: & in sempiterna memoria di questo fatto volse che Europa si domandasse vna de le tre parti del mondo, & in Cielo collocò la forma di vn Toro adorna di 33. stelle, tra le quali son quelle chiamate da molti Pleiade, da alcuni Hiade, e da molti altri Vergilie, e volgarmente le gallinelle, ouer la chioccia, le quali furon figlie di Atlante, e di Pleone: & in merito d'hauer dato il latte a Gioue, ouero a Baccho, secondo l’opinion d'alcuni altri, furon poste nel cielo, parte ne la bocca, e parte uicino a le corna del Tauro: doue si dice che fan continui balli fra di loro; quantunque vna sia di esse, che per essere oscura, non molto ben si possa discernere: e la ragione è, che vna de le dette sorelle, cui nome era Elettra, dopo che Troia fu disolata, per esser i Troiani da lei discesi, non uolfe piu trouarsi in balli ne in festa con le altre sue sorelle: onde partatasi da quelle se n’andò soletta nel circolo artico, e quiui si stà nascosta; saluo che alcune volte si lascia uedere tutta dolente, e con la chioma sparsa, la qual domandan Crinita, o Cometa. Sono adunque le stelle del Tauro insieme con le Pleiade stelle 33.de le quali 12. le piu famose son queste.

a Vna splendida, ne l’occhio sinistro alquanto rossa 1 grandezza. b Nel naso, & è vna de le pleiade 3 grandezza. c Nel petto, à canto à la spalla destra 3 grandezza. d Tra quella che è nel naso, & l'occhio sinistro 3 grandezza. e Ne l’occhio destro 3 grandezza. f Appresso à l'occhio destro 3 grandezza.

g Ne l’estremità del corno boreale, & è quella, che è nel piè destro de l’inuentor del carro 3 grandezza.

l Ne l'estremità del corno australe 3 grandezza. h Nel ginocchio destro 4 grandezza. i Nel calcagno destro 4 grandezza. K Nel ginocchio sinistro 4 grandezza. m Nel calcagno sinistro 4 grandezza.

In che guisa sieno le dette stelle nel Ciel figurate, si può considerare per la figura 23. e de la Tauola 23.

De i Gemegli, Imag. 24.

DIsopra, ne la dechiaratione de l’imagin del Cigno dissi come (secondo l’opinion di molti) essendo Gioue innamorato di Leda tolta la forma di vn Cigno hebbe da lei lo intento suo: et ella fatta grauida partorì vn’ouo delquale ne nacque poi Castore e Polluce insiememente con Helena la cui bellezza auanzò tutte l’altre che fusser mai. Furon questi due fratelli di tanta beniuolentia et amore insieme congionti, che mai per fin che vissero nacque tra loro vna minima differentia ò intorno el regnare, ò in qual altra si voglia cosa, anzi sempre con ugual imperio, e uolontà menarono gli anni loro, contentandosi sempre l'vno di quel che a l'altro era aggrado. E dicon molti (tra i quali è Lattantio Firmiano & Homero) che essendo occiso Castore, Polluce domandò gratia a Gioue di poter conceder la metà de la vita sua al morto fratello. e facendogliene Gioue la gratia, molto tempo poi duroron di viuere vn giorno l'vno, & vn giorno l’altro: talche finalmente, per rimeritare una tanta amoreuolezza e fratellanza, furon da esso Gioue nel Ciel collocati doue abbracciati insieme mostran’anco segno de la lor dolce amicitia e fratellanza. Sono in tutto in essi stelle 18 quantunque 13 sieno le più lucide, e son queste.

a Ne la testa de l’vn de i gemegli, il qual è più boreale 2 grandezza. b Ne la testa de l'altro, & è alquanto rossa 2 grandezza. c Nel sinistro piede di quel che è più australe 3 grandezza. d Nel sinistro ginocchio de l’altro 3 grandezza. e Nel sinistro fianco di quel che è più australe 3 grandezza. f Ne la destra coscia del medesimo 3 grandezza. g Nel destro lato del medesimo 3 grandezza. h Ne l'estremità del pie destro del medesimo 4 grandezza. i Nel calcagno sinistro di quel che è più boreale 4 grandezza. K Ne la destra spalla del medesimo 4 grandezza. l Ne la sinistra spalla del medesimo 4 grandezza. m Ne la spalla sinistra di quel che è più australe 4 grandezza. n Ne la spalla destra del medesimo 4 grandezza.

Come sieno le 13 stelle insieme disposte nel cielo con l'aiuto de la figura 24 e de la Tauola 24. si può vedere.

Del Cancro, Imagin 25.

TOrnando Gioue dal conuito de gli Ethiopi, e ueggendo su la riua del fiume Bagrada vna bellissima ninfa, il cui nome era Garamantide, la quale i piedi in quel finme si lauaua, subito innamoratosene cominciò a far forza di persuaderla a la voglia sua: ma ella non dando orecchie a le sue parole, subito postasi in fuga si saria da Gioue liberata, se non che vn granchio, mentre che ella correua, gli morse vn calcagno. onde essendo ella sforzata di raffrenare in gran parte il corso suo fu da Gioue sopragiunta: il qual dicono che giacendo con essa sentì tal dolcezza, che ei volse donar luogo nel Cielo a quel Cancro, che cagion n’era stato, e lo adornò di 9 stelle: tra le quali dicono che son quelle, che si domandano gli Asini. e la cagion’è che douendo Gioue far guerra contra i Giganti comandò che tutti gli Dij fossero in aiuto suo: per la qual cosa, oltra gli altri Dij, che vi vennero, comparsero ancora i Satiri, & i Siluani sopra gli Asini assesi,, i quali Asini come furno appresso a i nimici, presero ombra, e paorosi diuenuti cominciorono a far tal romore, e tumulto, che i nemici sbigottiti si misero in fuga: e cosi facilmente furon da Gioue vinti superati. Sendo dunque stati gli Asini principal cagione d’vna tanta vittoria; non senza cagione meritoron che Gioue gli ponesse nel Cielo. De le 9 stelle dunque del Cancro, queste son le 8 principali.

a Vna de le quattro, che son nel corpo, che fanno vna figura quadrilatera, la più boreale chiamaca l’Asino. 4 grandezza.

b Ne la bocca più verso Settentrione 4 grandezza. c Ne la bocca più verso Austro 4 grandezza. d Vna de le dette quattro, che son nel corpo 4 grandezza. e L'altra de le dette quattro 4 grandezza. f L'vltima de le dette quattro 4 grandezza. g Nel pie verso Austro 4 grandezza. h Nel pie verso Settentrione 4 grandezza. Come sieno insiememente situate, si può conoscere per la figura 25. e per la Tauola 25. Del Leone. Imag.26.

GIà disopra più volte si è trattato del valor d’Hercole, il quale hor qnesto hor quello gran fatto facea secondo che Euristeo gli comandaua peroche cercando egli ogni hor via di farlo morire; ogni maggior pericolo che egli imaginar poteua gli recaua dinanzi: essendo che cosi era volutà di Iunone, la quale di tanto odio contra di Hercole ardeua, e cosi gli era nemica, che io non credo che tanto hauesse già in odio Sapia la gloria e la libertà de i Senesi. si come ne fa testimonio Dante nel 13 canto nel Purgatorio. Quanto adunque a l’Imagin celeste del Leone, si accordan tutti a dire, ch’ella fusse posta nel Cielo in memoria de la gloriosa vittoria che hebbe Hercole contra quel ferocissimo Leone, che era ne la selua Nemea: il quale guastaua e ruinaua tutto quel paese, che è tra Argo e Thebe: e la ragione, per la qual dicon che più questo hauesse da essere in cielo la memoria di questa vittoria, che di molte altre che Hercole ottenne in diuerse parti del mondo è questa; che oltra che la vittoria contra il Leone fusse forse la più forte e valorosa; egli ancora a questa volta combattè disarmato, doue che poi sempre andò forte de la pelle del morto Leone. Sono in tutto le stelle, che in esso risplendono 27 senza le 7 che gli son vicine a la coda, le quali si adomandan la chioma di Berenice: però che volendo Tolomeo Re di Egitto andar a far guerra in Asia, la sua consorte Berenice fe voto s’egli tornaua vittorioso di consecrare al tempio di Venere la chioma sua la quale era la più bella e pregiata che mai si vedesse. Tornando dunque Tolomeo con la desiderata vittoria, subito Berenice, secondo il fatto voto, leuatosi la chioma se la donò a Venere nel tempio. Et indi a pochi giorni, non essendo vista la detta chioma nel tempio, fu da alcuni Astrologi affermato; ch’ella fusse stata rapita nel Cielo, e posta vicino a la coda del Leone. 1o dunque son le stelle più lucide, che son nel Leone, e sono queste.

a Nel core, e si chiama il Re 1 grandezza. b Ne l'estremità de la coda, splendida 1 grandezza. c Vna de le tre, che son nel collo, quella del mezo 2 grandezza. d Vna de le dette tre 3 grandezza. e L'altra de le tre dette 3 grandezza. f Vna de le due, che son ne la testa 3 grandezza. g L'altra de le dette due 3 grandezza. h Sopra la coscia sinistra 2 grandezza. i Ne la coscia sinistra 3 grandezza. K Nel fianco sinistro 3 grandezza.

In qual maniera sieno in Ciel figurate queste 10 stelle, comprender si può per la figura 26 e Tauola 26.

De la Vergine, Imagin 29.

Astrea figlia di Titano e de l’Anrora nel tempo, che il padre suo, & i frateli feron l'impresa per cacciare Gioue del Cielo, sopraponendo i maggior monti l'vn sopra l’altro, afferman i buoni scrittori, che ella sempre s’ingegnò di torgli da tal'impresa e per quanto ella potè diede a Gioue aiuto e fauore: onde ella meritò dopo la vittoria contra i Titani di hauer luogo nel Cielo Altri dicano, che ne i primi secoli, ne i quali il mondo era per anco ne la sua giouentù di poco tempo creato: fu dal ciel mandata, la vergine Astrea, ò iustitia che noi ci voglian dire, a conuersare tra i mortali: la qual per fin che l'età d’oro si conseruò purgata, e senza macchia alcuna; mai da loro si dipartì: nel qual tempo felicissimamente viueuano gli huomini senza prouar ne infirmitade ne passione alcuna giamai, lontani da la necessità di qual si voglia fatiga: essendo che la terra per se stessa ogni cosa necessaria produceua. Et in cambio di guerre, di pestilentie, d’inuidia, d’odio, & inimicitie regnaua continuamente pace, salute, amore, e beniuolentia. Ma cominciando l’oro poi a conuertirsi in rame, & vltimamente in durissimo ferro; fu forza che la detta Vergine non potendo soffrir più le guerre, le morti, i furti, gl’inganni, e l’altre cosi fatte sceleranze, che erano a poco a poco venute quasi nel colmo, che venir potessero, fu forza dico, ch’ella lasciando tanti suoi auersarij impadroniti de la terra, se ne tornasse nel Cielo: doue per insino hoggi si è dimorata, & ancor dimora sendo noi rimasti priui di cosa cosi eccellente e diuina come è la iustitia, la quale da nessuna altra virtù è in dignità superata, che solo da l’amicita, secondo il parer di Platone: il quale per questo mezo lo prona che la giustiria de l’amicitia ha bisogno ma questa di quella non già: e questo medesimo pone Aristotele ne l’ottauo del’ Ethica: doue dice, che quelli che son amici non han mestier d’esser giusti, ma quelli che giusti sono han bene de l’amicitia bisogno. Sono in tutte stelle 26. fra le quali di 9 più risplendenti farò mentione. e queste sono.

a Vna splendida ne la man sinistra, e si chiama spiga 1 grandezza. b Ne l’appicatur a de l'ala sinistra 3 grandezza. c Nel pie destro, che è il più boreale 3 grandezza. d Ne la sommità de l’ala sinistra 3 grandezza. e Ne la gamba destra 4 grandezza. f Ne la cintura del destro lato 3 grandezza. g Ne la coscia destra 3 grandezza. h Ne la cintura verso la parte sinistra 3 grandezza. K Nel pie sinistro 4 grandezza.

Come sien le dette stelle disposte nel Cielo, per la figura 27. e per la tauola 27 si può comprendere.

De la Libra, Imagin 28.

QVei primi Astrologi che divisero il Zodiaco in 12 parti nel modo ch'io v’ho detto nel quarto libro de la Sfera dem mondo; a ciascheduna di quelle diedero il nome d’alcun animale, ouero perche le stelle, che quiui si trouauano, forman tra lor figura simigliante ad essi animali: oueramente per qualche inclinatione, & influsso corrispondente a la natura e qualità de i detti animali, che essi cagionino in questo mondo inferiore, ò pure per far immortal la memoria d'alcuni, che nel mondo habbin fatto qualche bella operatione, hanno di tanto gran numero di stelle, che sono: in cielo, tolto quelle che meglio eran poste per formar figura che facesse al proposito loro. Qual si fusse dunque la cagione, dico che ne la diuision del Zodiaco trouando che la figura de lo Scorpione era cosi grande ch'ella occupaua luogo per due parti: quella diuisero in due segni togliendo quelle stelle che son ne la parte dinanzi de lo Scorpione, e facendone vn segno particolare, il quale dimandaron la Libra. ò per che quelle stelle faccin figura assai simile a la Libra, oueramente perche quando il Sol si truoua nel principio di tal segno, par che ne le bilancie faccia giustamento pareggiar la notte col giorno. Sono adunque le stesse de la Libra 8 in tutto, quantunque (com’ho detto) sieno de lo Scorpione, de le quali di queste sei farò mentione.

a Ne la bocca de lo Scorpione Settentrionale, vna la quale domandano vna de le due lanci de la libra 2 grandezza.

b Ne la bocca australe de lo Scorpione la qual domandano l’altra de le dette lanci de la libra 2 grandezza.

c Nel mez0 del forfice australe de lo Scorpione, ouer nel mezo de la lance austra le de la libra 4 grandezza.

d Nel mezo de l'altro forfice, ouer de l’altra lance 4 grandezza. e Nel principio del forfice, settentrionale, ouer de la lance, com'ho detto 4 grandezza. f Nel principio de l’altro forfice, ouer de l’altra lance 4 grandezza. Qualmente sien tra lor situate nel cielo queste stelle, si puo conoscere la figura 28. e Tauola 28. De lo Scorpione, Imag. 29.

ORione figlio de l’Orina di Gioue e dell'Orina di Nettuno e di Mercurio (come meglio diremo quando specialmente di lui si trattarà) fu: cosi valoroso è bene instrutto, e lungamente essercitato ne la caccia; che alcuno non era ne i tempi suoi, che a gran pezza tanto ne sapesse: onde egli era in ciò cosi venuto superbo & arrogante, ch'egli osò di dire, che nessun’ animale saria mai possibil che la terra producesse quanto si voglia fiero e possente, che egli non fusse bastante ad occiderlo: di che la terra grandemente sdegnata produsse subito lo scorpione et in citato contra de lui, con esso combattendo fu al fine vinto e morto Orione. Gioue dunque per lasciar memoria a i mortali di quanto spesso nuoca il considarsi troppo in se medesimo, il vittorioso Scorpioue nel ciel collocò, adornandolo di 21 stelle senza quelle che forman la Libra: de le quali queste son le 14 più famose.

a Vna de le tre assai chiare, che son nel corpo quella del mezo, & è rossetta, detta il core de lo scorpione 2 grandezza. b Nel principio de la coda 3 grandezza. c Ne l’estremità de la coda 3 grandezza, d Vna de le tre dette nel corpo de lo scorpione 3 grandezza. e L’altra de le tre dette 3 grandezza. f Vna de le tre, che son ne la fronte 3 grandezza. g Vna de le dette tre 3 grandezza. h L’altra de le dette tre 3 grandezza. i Nel primo spondilo, ouer nodo de la coda 3 grandezza. K Nel secondo 3 grandezza. I Nel terzo 3 grandezza. m Nel quarto 3 grandezza. n Nel quinto 3 grandezza. 0 Nel sesto appresso a l’estremità de la coda 3 grandezza. Che figura faccino in Cielo queste 14 stelle, si può vedere per la figura 29. e Tauola 29. Del Sagittario, Imagin 30.

PErò che molto discrepanti sono i poeti intorno à la cagion, per la qual fusse chiamato Sagittario quel segno del Zodiaco, che segue appresso a lo Scorpione; io solamente vi dirò quella opinione, che mi pare alquanto piu verisimile. Et è, che habitando Croto figlio de la Nutrice de le muse insiememente con esse nel monte Helicona, di cui di sopra habbian fatta mentione; venne per il commercio, che hauea con le muse, in poco tempo di acutissimo ingegno, e poeta eccellentissimo; e parimente, però che per le selue di Beotia tutto’l giorno in caccia si essercitaua; diuenne in questo ancor espertissmo e valoroso: onde meritò che domandando le Muse gratia a Gioue che si degnasse di volergli dar luogo in qualche parte del Cielo; furon da esso essaudite: però che Gioue subito gli diede luogo a canto a lo scorpione, hanendol prima trasmutato in mezo huomo e mezo cauallo per il gran diletto che gli haueua sempre hauuto del caualcare. Dicono ancora ch’ei tiene in mano l'arco e le saette in segno del suo valor ne la caccia, & ha la coda d’vn Satiro per denotar la familiarità, e la domestichezza, che egli hauea prima con le Muse. Sono in tutto le stelle, de le quali egli è adorno 31. e queste son di tutte le 12 più risplendenti.

a Nel calcagno sinistro dinanzi 2 grandezza. b Nel ginocchio sinistro dinanzi 2 grandezza. c Nel ferro acuto de la saetta 3 grandezza. d Ne la man sinistra 3 grondezza. e Ne la parte de l'arco più australe 3 grandezza. f Ne la parte de l’arco più settentrionale 3 grandezza. g Ne la spalla sinistra 3 grandezza. h Nel lato sinistro 3 grandezza. i Nel calcagno destro dinanzi 3 grandezza. K Ne la gamba sinistra di dietro 3 grandezza. l Vna di quelle che son ne la coda 3 grandezza. m Nel pie destro di dietro 3 grandezza.

Inqual maniera sieno intra di lor disposte queste 12 stelle, si può vedere per la figura 30. e Tauola 30.

Del Capricorno, Imag.31.

DIcono alcuni tra i quali è Lattantio Firmiano, che essendo Gioue ne la sua infantia dato à nutrire a due figlie del Re Meliseo; fu da vna di quelle, che Amaltea si domandaua, con il latte di vna bellissima Capretta, ch’ella molto cara tenea, allattato e nutrito: onde egli in memoria di queste volse che in Ciel fusse la figura, e la forma del Capricorno. Questa opinione, quantunque habbia molto del verisimile nondimeno perche non manifesta perche causa questa Imagine detta il Capricorno habbia le parti di dietro in forma di pesce pensarò che in tutto vera non sia e mi appigliarò a quel che dican0 alcuni altri intoruo a questo: &

è che trouandosi vn giorno vna buona parte de gli Dij, tra i quali era Gioue Mercurio, Apollo, Diana, il Dio Pane, e molti altri, ad vn conuito in Egitto; accade che quiui sopragiunse vno de giganti Titani inimicissimi di Gioue, detto Tifeo, il più feroce e crudel di tutti gli altri: per la qual cosa cominciando quegli Iddij a temere, tutti pieni di paura, chi di loro per iscanpar da le sue mani si trasmutò in vna forma, e chi in vn’altra: peroche Apollo tolse forma di Grue Mercurio di vn’altro augello et il simil fe ciascheduno de gli altri. Pane adunq; gittandosi in vn fiume, si trasmutò ne le parti dinanzi in Capra, et in serpe ò ver pesce ne le parti di dietro. e cosi scanpato da la furia di quel gigante diede tanto a ridere a gli altri Dij de la strania figura, che si hauea tolta; che Gioue ne volse sempre memoria in cielo, ponendo vicino al Sagittario vna figura simile a quella: e questo è il Capricorno, nel quale tutto son 28 stelle, quantunque 12 sieno le più lucide e chiare: e son queste.

a L'vna de le due che son ne l'vn de i corni 3 grandezza. b L’altra de le dette due 3 grandezza. c Vna de le due, che son nel principio de la coda 3 grandezza. d L'altra de le dette due 3 grandezza. e Nel ginocchio sinistro 4 grandezza. f Nel petto 4 grandezza. g Vna de le due che son ne la schena 4 grandezza. K L’altra de le due dette 4 grandezza. i Vna de le due che sotto’l ventre 4 grandezza. h L’altra de le dette due 4 grandezza. m Nel la coda 3 grandezza. l Ne la estremità de la coda 3 grandezza.

Come sien queste stelle su in Cielo situate con l’aiuto de la figura 31. e de la Tanola 31 si può vedere.

Del’Aquario, Imagin 32.

FV Ganimede figlio del Re Troio di tanta bellezza dotato, che Gioue stesso se n’accese di sorte che per vederselo continuamente d’attorno se lo se rapire da vn’Aquila, e portar su nel Cielo: e priuata Hebe de l’officio, ch’ella haueua de la coppa, ouer del porgergli da bere, che noi ci vogliam dire, pose Ganimede nel luogo suo, il qual per questo officio fu domandato da gli Astrologi Aquario, et in modo di versare acqua è formata sua figura, come noi ci veggiamo. Ne mi è nascosto che alcuni vogliano che il detto segno de l’Aquario sia Deucalione, il quale con il versare acqua continuamente par che faccia viuer la memoria del grandissimo diluuio d’acqua, che fu mentre che egli nel mondo regnò. Sono in tutto le stelle di questo segno 42 de le quali queste sono le 1o più nobili, e chiare.

a Ne l’estremità de l’acqua, ch’ei versa, & è splendente, & è quella che è ne la bocca del pesce Australe 1 grandezza.

b Vna de le tre che son ne la man destra, quella ch’è a canto a la bocca del vaso 3 grandezza. c Ne la man sinistra, e tocca il posamento del naso 3 grandezza.

g Ne la spalla sinistra 3 grandezza.

d Vna de le tre dette, che son ne la man destra 3 grandezza.

e L’altra de le dette tre 3 grandezza.

f Vna ne la spalla destra 3 grandezza.

h Nel gombito destro 3 grandezza.

i Ne lo stinco destro 3 grandezza. K Nel principio de l’vscir de l'acqua 3 grandezza. Per la figura 32. per la tauola 32 si può comprendere come le dette stelle sieno in Cielo situate. De i Pesci, Imagin. 33.

DI sopra habbiamo fatto mentione di Tifeo gigante, vno de i giganti Titani inimicissmi di Gioue, i quali congiurarono già di spogliarlo del regno del Cielo. questo istesso Tifeo, il qual diede in Egitto tal terrore a molti Dei, che iui si trouauano ad vn conuito che per scampar da lui fe lor torre varie forme di animali: questo istesso dico, apparse vn giorno dinanzi a Venere, la quale insieme col suo figlio Cupido si staua a solazzo su la riua del fiume Eufrate: ond'ella da cosi fatta paura fu assalita; che per il miglior rimedio tolse di trasmutarsi insieme con il figlio in forma di pesci, e cosi scampando dal pericolo, in memoria de la salute loro volsero in Cielo la Imagin de i pesci, doue risplendono in tutto stelle 34. frà le quali di 9 le più famose farò mentione: e queste sono.

a Nel legame: col qual son legati i duo pesci, & è quella, che appresso al nodo, che stringe la coda del pesce più settentrionale 3 grandezza. b Vna del detto nodo 3 grandezza. c In bocca del primo pesce, che è il più australe 4 grandezza. d Ne la schena del medesimo 4 grandezza. e Nel ventre del medesimo 4 grandezza. f Ne la coda del medesimo 4 grandezza. g Nel detto legame, quasi nel mezo 4 grandezza. i Nel ventre del pesce più settentrionale 4 grandezza. h Ne la schena del medesimo 4 grandezza.

In che maniera sieno in Cielo disposte le dette stelle si può conoscer da la figura 33. da la Tauola 33.

Del Ceto, ouer Balena, Imag. 34.

BReuemente si spediscono quelli authori, che io ho visto, che trattino de la cagione, per la qual fusse posta nel Cielo la imagine stellata, che noi chiamiamo il Ceto, ouer la Balena percioche dicano che essendo innamorato Nettuno di Andromeda, e non potendo da essa ottenere l’intento suo, tutto acceso di sdegno mandò vn mostro marino ouero vna Balena di smisurata grandezza la qual hauesse da pascersi del bel corpo di lei. Ma come volse la buona fortuna di quella giouane: accadè che venendo Perseo vittorioso da l’impresa de le Gorgone e veggendo cosi delicata giovane sopra il sasso legata per douer’esser preda di quel mostro da subita pietà commosso occise il mostro, e quella liberata tolse per moglie. Onde Nettuno parendogli essere stato causa de la morte di quel pesce, per rimeritarlo gli diede luogo nel Cielo, e lo se adorno di 22 stelle, fra le quali queste son 13 le più splendide, e nominate.

a Vna nel ventre, e si chiama il ventre del Ceto 2 grandezza. b Ne la bocca 3 grandezza. c Vna de le due, che son ne la coda, la più australe 3 grandezza. h L'altra de le dette due 3 grandezza. d Vna di due, che son ne la mascella destra 3 grandezza. e L'altra de le dette due 3 grandezza. f Vna de le quattro che son nel petto, che fanno vna figura quadrilatera 3 grandezza. l Vna de le quattro dette 4 grandezza. m Vna de le quattro dette 4 grandezza. n L'altra de le dette quattro 4 grandezza. g Ne la schena 3 grandezza. i Vna di due, che sono appresso a la coda 3 grandezza. K L’altra de le dette due 3 grandezza.

Come insieme sien disposte su in Cielo queste 13 stelle, può esser chiaramente manifesto per la figura 34. e Tauola 34.

Di Orione, Imag. 35.

DEl nascimento di Orione. e de i genitori suoi mi pare che l’opinion di Ouidio sia più seguite, e per più verisimil tenuta comunemente, che alcuna de l'altre; il qual dice che trouandosi in viaggio Gioue, Nettuno, Mercurio assaliti da la notte fu lor forza albergar in vna picciola casetta di vn pouer lauorator di terra il cui nome era Hireo il quale hauendo lor fatta quella cortesia che egli seppemaggiore, senza conoscer chi loro fossero; subito poi che si accorse che fossero Iddij, ammezzato vn sol bue che egli hauea, ne se lor sacrificio da la cui gratitudine commosso Gioue lo domandò che cosa ei maggiormente desiderasse: allhora il pouer'huomo raccontò come di vna moglie che gli hebbe non haueua potuto hauer figliuoli, e che morendo ella, ei le haueua promesso di non tor mai altra Donna; nondimeno ch'egli per la maggior gratia che egli potesse hauere desiderarebbe vn figlio innanzi la mar te sua. Allhora Gioue fatto venire il cuoio del bue morto nel sacrificio, raccoltolo in modo d’vna borsa, dentro vi orinò; et il simile se fare a Nettuno & a Mercurio e comandò al pouer’huomo ch'egli tenesse quel cuoio dieci mesi sotto terra, ilche facendo al fine del decimo mese trouò che nato era di quella orina vn fanciulletto il qual da questo hebbe nome Vrione, quantunque col tempo poi si conuertisse quel nome in Orione. Venuto dunque ne gli anni si effercitò cosi continuamente ne le caccie che in quelle venuto tutto fiero et esperto. egli se ne insuperbì di sorte, che egli osò di dire, che nessun’animal potrebbe produr la terra cosi forte che egli non fusse bastante per superarlo: di che sdegnata la terra produsse lo scorpione, dalquale Orione fu occiso: e per i preghi di Diana, a la qual egli erastato affettionatissimo compagno, fu nel cielo collocato. Dicono ancor molti che essendo Diana innamorata di Orione, diede da suspicare alcuna cosa contra la sua virginità: per la qual cosa più fiate fu da Apollo ripresa di questo fatto, per fin che per torgli dinanzi Orione, vn giorno che ei notando non haueua altro di se discoperto da l’acque, che vna parte de la testa; disse Apollo a Diana, che ella con l'arte sua del saettare non saria bastante a ferir dirittamente in vn segno, che fusse picciolo, e di lontano, come sarebbe alquanto di negrezza, che ei vedeua in vna parte de l’acqua: e dicendo questo le mostrò la testa di Orione, la qual Diana non conoscendo, subito per mostrare il suo valore ne l’arte del sagittare, presa vna saetta diede a punto ne la testa di Orione, e l’occise. di che accortasi si dolse sopra modo e non potendo altro far gli di bene, nel Cielo lo pose tra l’altre Imagini ornate di stelle, in cui sono in tutto stelle 38. tra le quali son quelle che i volgari chiamano il Bordone. Di 12 dunque più famose farò mentione, e queste sono.

a Ne la spalla destra, splendida alquanto rossa 1 grandezza.

b Vna splendida ne l’estremità del pie sinistro, & è quella, che è nel principio del fiume 1 grandezza.

c Vna de le tre lucide, che son ne la cintura, quella di mezo 2 grandezza. d Vna de dette tre 2 grandezza. e L'altra de le dette tre 2 grandezza. f Ne la spalla sinistra 2 grandezza. g Vna di quattro che son ne lo scudo 3 grandezza. h Vna de le dette quattro 3 grandezza. i Vna de le dette quattro 3 grandezza. K L'altra de le dette quattro 3 grandezza. l Nel pomo de la spada 3 grandezza. m Ne la punta de la spada 3 grandezza.

Come suso in Cielo sien disposte queste stelle, si può conoscere per la figura 35. e per laTauola 35.

Del fiume Eridano, ouer Nilo. Imog. 36.

ERidano, il quale & Faetonte hebbe nome fu figlio del Sole e di Climena, e venuto vn giorno a parole con Epaso; gli fu da quello tra l’altre inguriose parole detto chiaramente, che ei con inganno e falsità si faceua chiamar figlio del Sole; di che lamentandosi Eridano con la madre; fu da quella menato a la presentia del padre: il quale lietamente raccoltolo, & intese le sue querele; gli promesse e giurò; che egli non gli negarebbe gratia che ei gli domandasse: per la qual cosa Eridano desideroso di mostrar chiaro segno di che ei fusse figlio; pregò il padre che per vn giorno gli lasciasse guidare, e reggere il carro paterno a modo suo. Parse questo desiderio di Eridano al Sole troppo pericoloso: onde sforzandosi di torglielda l’animo; gli mostraua il pericolo che v’era. e finalmente niente giouando, sforzato dal giuramento che fatto hauea glielo concesse. Trouandosi adunque Eridano guida del carro solare, postosi in camino, come prima peruenne al segno de lo Scorpione, tutto spaventato da quello animale, abbandonata la briglia, cominciorono i caualli liberi diuenuti a correre per il cielo a modo loro, appressadosi a la terra più che non si conueniua; talche per le vicine fiamme del carro del Sole cominciorono i fiumi & i fonti a seccarsi, e la terra ad ardere & infiammarsi. Onde ella con preghi et voti supplicando, e raccomandandosi a Gioue lo commosse a pietate talmente, che egli con vn fulmine percosso Eridano nel petto, lo se morto, cader nel fiume, che Eridano per tal cagione si chiamò, & hoggi il Pò si domanda, delquale la Imagin fu posta nel Cielo per rinouar la memoria continuamente di quanto danno sia il voler sottoporsi ad vn peso, che non corrisponda a le spalle, et a la forza di chi l'ha da sostenere. Non mi è nuouo che Iginio vuole, che quella figura, che è in Cielo del fiume, più tosto denoti li Nilo che il Pò: la qual opinione forse non è in tutto falsa: però che la stella più lucida fra tutte quelle che vi sono, è domandata communemente Canopo, e parimente Canopo è vna Isoletta d’ogni intorno cinta dal Nilo, ancor che non mi sia nascosto, che alcuni affermano quella stella chiamarsi Canopo, la quale è nel remo australe de la Naue. Sono in tutto nel detto fiume stelle 34. de le quali queste son 10 le più risplendenti.

a Vna splendida, nel fin de l’acqua 1 grandezza. b Vna de le quattro, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza.

c Quasi al mezo del fiume, poco lontana, dal petto del ceto, doue il fiume comincia a rivolgersi in dietro 3 grandezza.

d Nel principio de l’acqua, & è vicina a quella splendente, che è nel pie d’Orione 3 grandezza. e Vna de le quattro dette, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza. f Vna de le dette quattro 3 grandezza. i L'altra de le dette quattro 4 grandezza.

g Vna nel secondo volger de l’acqua, è et quella ch'è nel petto del Ceto. 3 grandezza. h Una quasi al fin del fiume 4 grandezza.

K Vna poco doppo le quattro dette, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza. Qual figura formin nel Cielo le dette stelle si vede apertamente per la Figura 36.e Tauola 36.

De la Lepre, Imag. 37.

E Opinion d’alcuni che non per altra cagione sia la Imagine de la Lepre nel Cielo vicina ad Orione; se non perche si mantenga la memoria, che Orione fu dottissimo e più che alcun’altro giamai ne le caccie essercitato. Ben è vero che questa opinione da molti altri e refutata: i qualì dicano che poco degna cosa è che vn cacciatore della eccellentia e dottrina che era Orione, andasse cacciando cosi vili e paurosi animali, quante le lepri sono: e che per questo più tosto leuarebbe buona parte de la gloria e del’honore d’Orione vna tal memoria in Cielo, che punto gliene aggiugnesse. Dicano adunque, che la cagione, per la quale quella Lepre è nel cielo, è che non si trouando ne l’Isola d’Iero alcuna lepre, vno di quelli de l’Isola hauendone viste in l’altre parti del mondo, si era cosi inuaghito di quell’animale; che con gran diligentia procacciò d’hauerne vna: la qual sendo pregna, con estrema cura fe poi nutrire i Leprotti, che nacquero, tal che tutti gl’altri Isolani accesi del medesimo desiderio in poco tempo riempirono l’Isola di Lepri, le quali a poco multiplicaron di sorte, che altro non si vedeua che Lepri: onde per la copia grande essendo mancato il diletto, cominciaron quei de l’Isola a discaciarle e perseguitarle di maniera, che le Lepri accese di sdegno ristrettesi insieme ruinauano e guastauan tutta quell’Isola: perche gli Isolani con gran fatica a pena hebber possanza di liberarsene sommergendole in mare. Del qual fatto parse a Gioue, che fusse ben, che remanesse memoria nel cielo: accio che conoscessero gli huomini di poi, che nissuna cosa può da i mortali esser tanto desiderata, che non possa esser lor causa cosi di male, come di bene: ne sanno essi domandare quel che sia il meglio loro. Sono adunque ne la Imagine de la lepre 12 Stelle; ma solo de le 8, più lucide e chiare farò mentione: e queste sono.

a In mezo del corpo 3 grandezza. b Sotto il ventre 3 grandezza. c Ne la bocca 4 grandezza. d Nel pie sinistro dinanzi 4 grandezza. e Nel pie sinistro di dietro 4 grandezza. f Ne la gamba sinistra di dietro 4 grandezza. g In vn fianco 4 grandezza. h Ne la coda 4 grandezza. Qualmente su in cielo sien disposte le dette 8 stelle, la Figura 37. lo mostra, e la Tauola 37. Del cane Sirio,ouer Can maggiore, Imag. 38.

E Opinion di Seruio che Cefalo figlio di Eolo essendo ardentemente amato da l'Aurora gli fusse da essa offerto in dono vn cane il cui nome era Lelopa, cosi veloce nel corso, che afferman molti che li fusse conceduto da i fati, che nissuna fiera potesse scampargli i dinanzi. Questo dono gli offerse l’Aurora, peroche egli fuor di modo de le caccciesi dilettaua con questi patti però che ei volesse vna fiata seco giacersi: a che egli rispese, che tra se e Procri sua consorte era legame di giuramanto di conseruar l’vno a l’altro perpetua castità. a questo disse l’aurora, che egli di gratia volesse far pruoua in qualche modo de la costantia de la sua consorte, e trouandola fedele casta, non lo ricercaria più di cosa alcuna: ma quando la troui altrimenti, gli

potrà parimente non hauer più rispetto al giuramento, il quale ella prima habbia rotto e disciolto. Piacque a Cefalo questo auiso. e trasmutatosi in mercante con assai copia di oro, e di bellissime gioie se n’ando dinanzia Procri sua: e quando gli parse il tempo commodo cominciò a cercar di persuaderla a romper la fede al marito suo, e seco giacersi, promettendole tutto quel che più le andaua a grado de le tante ricchezze e gioie che egli haueua . Non fu bastante la Donna a resistere a queste offerte; anzi senza molte persuasioni si mostrò disposta a i piaceri del mercatante: il quale fatta esperientia de la fragilità e poca fede de la Donna sua, parendogli d'esser libero dal giuramento se ne ritornò a l’Aurora, e seco si giacque, & sollazò: e riceuuto in dono il Can fatato; se n'andò con esso a Thebe, doue egli haueua udito, che era vna volpe, a la quale i Fati haueuan conceduto tal velocità e prestezza nel corso; che nissun cane fusse mai bastante ad arriuarla. Trouandosi dunque insieme il Cane e la Volpe, non manco l’vn che l'altro fatato; dicon che Gioue ste gran pezza dubioso veggendosi necessitato a far vano il destino e’l fato de l’vn de i due: & vltimamete si risoluè a tor di terra quel Cane, e dargli luogo nel Cielo, ponendolo assai vicino a la Lepre, & adornandolo di stelle 18 tra le quali queste sono le 8 le più chiare.

a Vna splendidissima ne la bocca, la quale molto spessamente lampeggia e chiamasi il Cane 1 grandezza.

b Nel ventre; fra le gambe di dietro 2 grandezza. c Ne la coda 3 grandezza. d Nel pie destro dinanzi 3 grandezza. e Nel pie destro di dietro 3 grandezza. f Vna de le due, che son nel collo 4 grandezza. g L’altra de le dette due 4 grandezza. h Ne la schena 4 grandezza. Come sieno insieme disposte le dette stelle, si può comprendere per la figura 38. e Tauola 38. De la Canicola, ouer Can minore, Imag. 39.

DI sopra hauiam detto come Orione nato de l’orina di Gioue, di Nettuno, e di Mercurio per la sua arrogantia e superbia fu cagion che la terra gli producesse incontra lo scorpione dal quale ei fusse occiso. Questo Orione dunque, essendo stato continuamente nutrito et essercitato ne le caccie e di quelle dilettatosi più che d’altra cosa del mondo meritò quando gli fu dato luogo nel Cielo di menarui seco vn de i suoi Cani, il più da lui amato et accarezzato, senza la cui compagnia prima harebbe rifiutata la stanza del Cielo: vicin dunque ad esso fu posto il cane che communemente si chiama la canicula, onero il can minore. Non mi è nascosto che alcuni vogliano che questa canicula fusse vna piccola cagnolina e molto legiadretta e vezzosa, la quale Helena amaua sigularmente, e sempre a canto teneua: ma essendo rapita da Paris figlio di Priamo Re di Troia, hauendo ella seco la cara sua Cagnuola; dicono che la mala fortuna volse, che appresso a l’Isola d’Eubea, la detta Cagnuola caduta nel mare prima fusse da l'acque soffocata, che aiuto dar se le potesse: di che Helena dolendosi fuor di modo, ottenne gratia dal padre Gioue: che le donasse parte del Cielo. E forse fu posta nel Ciel questa Imagine di vn Cagnuolino, quasi che Gioue antiuedesse quel si leggiadro Cagnuolo, che voi, bellissima Madonna Laudomia, heueuate pochi anni passati sono. Questa è la opinione intorno a questo, tenghino gli altri l'opinion che vogliano. In esso dunque son due stelle, tra le quali vna è lucida molto: e son queste.

a Vna splendida, nel fianco, detta la Canicula. 1 grandezza. b Nel collare 4 grandezza.

Qual di queste due stelle sia più vicina al nostro polo, si può vedere per la Figura 39. e per la Tauola. 39.

De la Naue chiamata Argo, Imag. 40.

PElia Re di Tessaglia conoscendo il valore, & il grande animo di Iasone suo ni pote figlio di Esone fratel suo, grandemente dubitaua che doppo la morte sua egli non occupasse il regno, e ne scacciasse i proprij suoi figli: e per questo cercaua sempre destra occasione di farlo morire. Hauendo dunque egli inteso che in Colchi nel Tempio di Gioue, era cosi diligentemente guardata la pelle d’oro del Montone, di cui si è fatta di sopra mentione, che era impresa quasi disperata e di certo pericolo il voler far forza di torla; si pensò che per esser Iasone d’animo inuitto, facilmente gli verrebbe fatto di persuaderlo & accenderlo a questa impresa; ne la quale era quasi certo che la morte di lui ne seguirebbe. Cercando dunque Pelia con questo inganno di persuader Iasone a l’impresa de la pelle de l’oro, mostrandogli con molte ragioni quanto honore e gloria gli seguirebbe; se felicemente gli riuscesse; lo accese di sorte nel desiderio di questo fatto; che subito fattasi da Argo fabricare vna Naue nel seno Pagaseo, in compagnia de i più nobili di tutta Grecia si messe nel mare, et inuerso Colchi presero insieme il camino: Hor come felicemente succedesse vna cosi magnanima impresa; non accade ch’io vi racconti, come poco a proposito del nostro principal proponimento. Quanto fin quì v'ho detto di questo, è stato per dichiararui perche cagione fusse fabricata la Naue, la quale piglian do il nome da l’archittetore che la fece Argo fu domandato. E per esser quel la prima naue che fusse vista nel mare, meritò di hauer luogo nel cielo, ornata di 45 stelle, de le quali queste sono le 18 principali.

a Vna de le due lucide, che son ne l’arbore 2 grandezza. b L'altra de le dette due 2 grandezza. c Nel corpo de la naue 2 grandezza. d Vna de le due, che son nel remo australe, & splendida, da molti detta Canopo 1 grandezza. e Vna de le due che son nel fondo de la naue 2 grandezza. f L'altra de le dette due 2 grandezza. g Nel trauerso de gli intauolati 2 grandezza. h Nel mezo del remo settentrionale 3 grandezza. i Ne l’estremità de la poppe de la naue 3 grandezza. l Poco sotto a la detta, pur ne la poppe 3 grandezza. K Quella vicina a canopo, nel remo australe 3 grandezza. m In vna fune de la naue 3 grandezza. n In vn’altra fune 3 grandezza. o Nel fondo de la naue, non molto lontano da la prora 3 grandezza. p Appresso a la detta 3 grandezza. q Vna de le due, che son nel mezo del corpo 3 grandezza. r L'altra de le due dette 3 grandezza. s Tra l’vno e l'altro remo 3 grandezza.

Queste otto, che sono d K e f r p q o non apparono mai al nostro Orizonte Come queste 18 stelle sieno tra loro nel ciel situate si può veder per la Figura 40 e Tauola 40.

Del’Hidra, Imag. 41.

Frà l’Imagini stellate, che son nel Cielo, vi è ancora l'Hidra, ouero vn serpe che noi ci vogliam dire, il quale stando dattorno ad vna tazza piena d’acqua impedisce vn Coruo, che gliè da presso: che quantunque egli arda di sete, non ardisce di appressarsi a ber ne la tazza. Per render la ragion di tutto questo, dican molti che douendo Apollo sacrificare, mandò vn Coruo a tor de l’acqua da vn fonte: però che questo animale fu sempre molto suo familiare. andato adunque il Coruo per l’acqua e veggendo vna pianta di vn fico i cui pomi noneran per anco fatti maturi, sopra quella si posò ad aspettar che si maturassero, ne prima quindi si partì, che maturati divennero: onde mangiatone molti ad Apollo con l'acqua in vna tazza si ritornò il quale già si era seruito d’altra acqua per la longa tardanza del Coruo. e veggendol venire, doppo che l'hebbe ripreso lo fe tutto negro, doue che prima di bianchissime piume era vestito, e trouò via che nel tempo de i fighi egli ber non potesse. Volendo dunque gli antichi poeti, & Astrologi lasciar di cotal fatto nel mondo memoria, figurorono in Cielo la sete del Coruo nel modo che di sopra vi ho detto, ponendo l'Hidra, che guardi che egli ad vna tazza non arriui. L’opinion di coloro che vogliono che questa Hidra sia in memoria di quella Lernea, che fu superata da Hercole, non è molto seguita da i buoni scrittori: per questo io la lascio da parte e massimamente perche non sodisfa a la cagion per la qual in essa sia il coruo e la tazza: son dunque ne l’Hidra in tutto stelle 25. de le quali queste 14 sono le più lucide e più nominate.

a Nel primo volger de l’Hidra, non molto lontan dal collo. 2 grandezza. b Vna di due, che son nel mezo del ventre, appresso al posamento del vaso, onero de la tazza. 3 grandezza. c Non molto lontan de la coda, in mezo tra la tazza & il coruo 3 grandezza. d Vna de le dette due, che son nel mezo 3 grandezza. e Nel naso 4 grandezza. f Sopra l’occhio sinistro 4 grandezza. g Vna de le due, che son ne la radice del collo 4 grandezza. h L’altra de le dette due 4 grandezza. i Vna de le due, che son quasi al terzo de l'Hidra 4 grandezza. l L'altra de le dette due 4 grandezza. K Ne l’estremità de la coda 4 grandezza. m Ne la sommità de la testa 4 grandezza. n Ne la bocca 4 grandezza.

0 Ne la mascella 4 grandezza.

In che guisa sieno insieme disposte queste 14 stelle, si può veder per la figura 41. e per la Tauola 41.

De la Tazza, ouer vaso, Imag.42.

DIcono alcuni che nel tempo che Demifonte regnaua ne la Città di Flagusa posta nel Chersoneso di Thracia, accadè che subito nacque vna mortalissima pestilentia non solo per la Città, ma ancora per tutte le ville del regno suo talmente che non trouando rimedio alcuno che giouasse, mandò a l’oracol d’Apollo a saper come a tanto male rimediar si potesse, et essendo da l’oracol risposto, che altrimenti non saria mai quel Regno libero da quella peste; se non offerendo per ciaschedun’anno vna vergin nobil al sacrificio, ordinò Demifonte che in vn vaso fosser posti i nomi di tutte le vergini nobili de la Città sua saluo che de figlie sue proprie: e fattone trarre vna per sorte del vaso, quella pose vittima al sacrificio. Seguendo dunque questo medesimo ordine in ciascheduno anno: con grande inuidia de i nobili, i quali si doleuano che le figlie del Re non fosser poste sotto la sorte parimente con l altre; accaddè che vn più ardito de gli altri, nominato Matusio disse apertamente che non voleua più acconsentire, che la figlia sua fusse posta a la sorte del sacrificio, se le figlie di Demifonte non eran poste ancora esse al pericolo de la fortuna. Queste parole accesero il Re di tal furore, che senza aspettar che la figlia di Matusio fusse tratta per sorte, quella fece ammazzare: la qual cosa quantunque a Matusio dispiacesse, quanto più fusse possibile, nondimeno nascondendo lo sdegno de l’animo, mostrò nel volto di non curarsi molto di cotal fatto fingendo di credere che il Re per il ben de la patria fatto hauesse tal cosa: mostrandosegli benigno, et affettionato, tanto fece a poco a poco, che uenne appresso di lui il più intrinseco, e famigliar che egli hauesse. Quando dunque gli parse il tempo, ordinato vn bel conuito, fatto l’occasion di finger noue nozze d'vn altra sua figlia, pregò il Re che si contentasse egli insieme con le proprie figlie di trouarsi ad honorar le nozze sue; di che contentandosi il Re, e mandate le figlie disse, che poco doppo egli ancora vi si trouarebbe. Matusio parendogli il tempo venuto di vendicarsi, rachiuse in vna camera le due figlie del Re, quelle ammazzò; e ponendo parte del sangue loro meschiato con vino in vna tazza, quella fe por la sera innanzi a Demifonte, e dopo che egli beuuta l’hebbe, tutto’l fatto Matusio gli discoperse. Quel che poi si seguisse, non accade ch'io vi racconti: basta che a Gioue parse che fusse ben fatto, che in ciel fusse posta quella tazza in memoria sempiterna a i mortali che i giusti sdegni non si smorzan mai. Non m’è nascosto che alcuni vogliano che questa tazza sia quella, con la quale il coruo d'Apollo portò l’acqua del fiume doppo che ei fu satio di fichi come ne la precedente dichiaratione de l’Hidra a bastanza hauiam detto son dunque in questa in tutto sette stelle, e son queste.

a Vna di due, che sono nel posamento de la tazza 4 grandezza. b Nel manico.o ansa che vogliam dire più boreale 4 grandezza. c Nel manico più australe 4 grandezza. d Vna de le due che son nel corpo de la tazza 4 grandezza. e L'altra de le dette due 4 grandezza. f Nel margo estremo del vaso 4 grandezza. g L'altra de le dette, che son nel posamento 4 grandezza. Come sieno insieme disposte le dette stelle, si può conoscere per la figura 42, e per La Tauola 42. Del Coruo, Imag.43.

COronide filia di Flegia fu amata grandemente da Febo, e di lui fatta grauida partorì Esculapio medico eccellentissimo del quale hauiam di sopra fatto mentione. Fu parimente essa accesa de l'amor di Scino figlio di Calco: e trouandosi vn giorno abbracciata con esso in dolcissima festa, e sollazzo, vicino ad vn limpidissimo fonte, pigliandosi insieme al suaue suon di quell’acque gli vltimi diletti d’amore fu vista da vn Coruo & a Febo accusata: il qual tolta subito vna saetta ambidui gli amanti occise con quella, nel più dolce de i loro abbracciamenti, et il coruo in merito de l'officio che hauea fatto, pose nel cielo. Non mi è nuono, che alcuni affermano, che questo Coruo è quello che portò la tazza de l’acqua ad Apollo, doppo che ei fu satio di fichi: come ne la dechiaratione de l’Hidra hauiam detto a bastanza. Sono in tutto in esso 7. stelle, de le quali queste son le 6. più importanti.

a Nel becco 3 grandezza. b Ne l’appicatura de l'ala sinistra. 3 grandezza. c In vn piede 3 grandezza. d Ne la testa 3 grandezza. e Nel l’ala destra 3 grandezza. f Ne l'estremità de l’ala sinistra 4 grandezza.

In che guisa sien nel ciel situate le dette stelle, con l’aiuto de la Figura 43. e Tauola 43. si può vedere.

Del Centauro, Imagin 44.

CHirone Centauro nato di Saturno, e di Fillire, dicon che di giustitia, e prudentia, e vera religione auanzò non solamente tutti i Centauri; ma gl'altri huomini ancora: onde meritò ragioneuolmente d'esser connumerato tra l’altre imagini del Cielo. E son alcuni che dicono, che trouandosi Hercole vn giorno in lunghi ragionamenti con esso, e mostrandogli le saette, con le quali e gli era stato con tra diuersi mostri vittorioso, nel guardarle, e considerarle ne lasciò inauedutamente Chirone, cadere vna, la qual percossol nel piede, fu cagion de la morte sua. Onde Gioue commosso a pietade gli diede luogo nel Cielo, doue e figurato in modo che par che voglia offerire vittima sopra vn’altare, per mostrar la vera sua bontade, e religione: del quale altare diremo al luogo suo. Sono adunque nel centauro in tutto stelle 37 tra le quali di queste 14 sarò mentione.

a Nel braccio destro 3 grandezza. b Ne la spalla destra 3 grandezza. c Ne la spalla sinistra 3 grandezza. d Ne la testa 4 grandezza. e Nel mezo de la schena 4 grandezza. f Vna de le due, che egli ha in quel che tien ne la sinistra 4 grandezza. n L’altra de le dette due 4 grandezza. o Sotto la spalla sinistra 4 grandezza. g Vna splendida, nel pie destro dinanzi 1 grandezza. h Nel principio del corpo humano 2 grandezza. i Nel pie destro di dietro 2 grandezza. K Ne lo stinco destro di dietro 2 grandezza. 1 Nel pie sinistro di dietro 2 grandezza. m Ne lo stinco sinistro dinanzi 2 grandezza.

Come sieno queste stelle disposte nel Cielo, chiaramente si può comprendere per la figura 44. e Tauola 44.

Le sei vltime stelle, che sono g h i K l m non apparono al nostro orizonte, ma sol l'hò poste quì, accio che se per sorte questo libro venisse in man di persona, il cui orizonte fusse meno obliquo che’l nostro non è, possa conoscer la detta figura.

Del Lupo, Imag. 45.

SI legge in Ouidio, che essendo salito al Cielo al cospetto di Gioue la fama de le sceleranze, e crudeltà, & altri brutissimi vitij, che eran ne l’età del ferro, fatti signori di tutta la terra, hauendone scacciato la giustitia, e la religione, & ogn’altra virtù; parse a Gioue, che fusse bene innanzi ch’egli castigasse e punisse gli huomini di tal errori; di voler prima presentialmente vedere, se cosi era in verità. come la fama gli haueua portato a l’orrechie: e tolta forma humana venendo dal cielo in terra cominciò hora in questa parte, & hora in quella a considerare, i portamenti de i mortali: Venuto adunque vna sera in casa di Licaone, & essendogli poste dinanzi tra l'altre viuande, cotto in pezzi vn de gli ostaggi de i Molossi, che Licaone hauea hauuti per sicurtà da i popoli di Epiro, subito non potendo sopportar tanta crudeltà, accesa la casa di ardentissime fiamme quindi si di parti, lasciando Licaone tutto attonito e sbigottito: il qual per scampar da quel fuoco se ne fuggì in vna selua e quiui poco di poi fu trasmutato in Lupo: ne la cui forma fu non molto tempo poi posto nel Cielo per lasciar memoria a i mortali di quanto dispiace a Dio la crudeltà. Ho letto anchor che ad alcun piace, che questo Lupo sia la vittima, che’l Centauro porta a l’altare come hauiam detto di sopra. Sono in tutto in esso stelle 19. de le quali queste sono le 13 più chiare e splendenti.

a Ne la gamba destra di dietro 3 grandezza. b Nel pie sinistro di dietro 3 grandezza.

c Vna de le quattro che son ne la testa, che fan quasi vna figura quadrilatera la più australe 4 grandezza.

d Vna de le dette quattro 4 grandezza. e Vna de le dette quattro 4 grandezza. f L'vltima de le dette quattro 4 grandezza. g Vna di due, che son ne la coda 4 grandezza. m L'altra de le dette due 4 grandezza. h Nel pie sinistro dinanzi 4 grandezza. i Appresso al pie detto 4 grandezza. K Ne la schena 4 grandezza. l Nel ventre 4 grandezza. n Ne la spalla sinistra 4 grandezza. Come sien disposte insieme nel Cielo, si può conoscere per la figura 45. e per la Tauola 45. De 'Altare, Imag.46.

PIù volte si e fatta mention di sopra de i Giganti Titani; i quali essendo inimicissimi di Gioue con grande animo si prepararono a l’impresa di cacciarlo del Cielo e per poter al cielo arrivare, i molti l'vn sopra l'altro poneuano; tal che cominciando Cielo gli Dij a temere, ristrettisi insieme pensoron di far tutti vna fermae salda congiura contra i detti Giganti; & accio che tal congiura fusse più forte , e più strettamente obligata, feron fare a i Ciclopi fabri di vulcano vn altare, sopra il quale tutti gli Dij giuroron di esser uniti et vnanimi a tal impresa. ottenuta dunque dipoi la vittoria, in memoria del liberato essedio del regno Celeste, poser quel l'altare nel Cielo, vicino al Centauro: doue sono in tutto 7 stelle, e son queste.

a Nel primo grado de l’altare, sola di tutte appare al nostro Orizonte 3 grandezza. b Vna nel posamento de l'altare 4 grandezza. g Vna nel mezo de l'altare 4 grandezza, c Vna di tre, che son nel mezo del fuoco 4 grandezza. d Vna de le dette tre 5 grandezza. e L'altra de le dette tre 4 grandezza. f Ne l’estremità del fuoco 4 grandezza.

L’ultime sei non apparono al nostro orizonte: ma quì le pongo, hauendo rispetto a quegli che hauessero l'orizonte manco obliquo: in man de i quali potria venir questo libro.

Come tra lor sieno situate, si può vedere per la Figura 46. e per la Tauola 46. De la Corona Australe, Imag. 47.

TVtto quel ch’io v'ho detto di sopra de la Corona settentrionale d'Ariadna, molti vogliano, che si habbia da intendere di questa australe: ma seguendo io l’opinion de i più, dico, che questa non e la Corona d’Ariadna; ma quella che Bacco pose nel Cielo in memoria d'hauer la madre Semele da l'Inferno riportata: pero che dican che Bacco descendendo a l’Inferno non volse portar seco la Corona, che egli haueua hauuto in dono da Venere; ma la posò ne l’entrata, e ritornando poi con l’acquisto de la madre; a quella Corona in memoria di questo diede luogo nel Cielo. Et è questa Corona diuersa da quella, che Venere haeua donata ad Ariadna; anchor che quella ancora fusse da Bacco per gratificarsi con Ariadna nel Ciel collocata. Sono in questa Corona Australe in tutto 13 stelle ; ma sette solo più chiare e famoso. e quelle sono.

a Nel principio de l'arco australe de la corona 4 grandezza. f Doppo questa 4 grandezza.

b Doppo questa, nel detto arco, vicina ad vna splendente che è nel ginocchio sinistro del Sagittario 4 grandezza.

c Doppo questa verso Austro 4 grandezza. g Doppo questa verso Austro 3 grandezza. d Nel mezzo de l’arco più Boreale 3 grandezza. e La più Austral di tutte, & a punto arriva al nostro Orizonte, ma non saglie suso 4 grandezza.

Come tra lor sien nel Ciel situate, e disposte, per mezo de la Figura 47.e de la Tavola 47. si può sapere.

Del Pesce Australe, Imag.48.

DI questo pesce Australe non trouo alcuno scrittore, che ne dica cosa nessuna: saluo che Iginio, il qual parimente con gran breuità se ne spedisce: però che dice che i popoli di Siria per la gran veneratone che hanno a i pesci volser che tra l’altre Imagini del Cielo fusse ancor quella del pesce: essendo che sotto tal forma parimente adorano, e reueriscono gli Dij loro Penati. Come e si sia, basta che in questa costellatione del pesce australe sono in tutto 12 stelle, de le quali queste sono le 1o. più lucide, e più famose.

a Vna splendente ne la bocca: & è quella stessa che è nel fin de l'acqua, che versa l’Aquario 1 grandezza. b Ne la schena 4 grandezza. c Ne la coda 4 grandezza. d Vna de le due, che son ne la bocca accanto a la splendida 4 grandezza. e L'altra de le dette due 4 grandezza. f Ne la sommità de la testa 4 grandezza. g Appresso a la coda 4 grandezza. h Doppo questa 4 grandezza. i Ne la schena verso la testa 4 grandezza. K Ne la mascella 4 grandezza.

In qual maniera sien nel Ciel situate queste 1o stelle, si può sapere con l'aiuto de la Figura 48. e de la Tauola 48.

Questi sono li Caratteri de i 12 segni del Zodiaco. Quest sono li Caratteri de i setti Pianeti.

NON è da lasciar indietro, l’hauere auertenza, che hauendosi ne le figure che segueno à conoscere le stelle distintamente secondo le varie grandezze loro, & sendo esse quiui in quatro varij modi depinte, non è fuor di proposito, che sapiate prima, come quelle della prima grandezza son maggiori di tutte, & bianche totalmente. Quelle poi della seconda grandezza sono alquanto minori, & la metà bianche & l’altra metà negre. L’altre poi della terza, son quasi di vgual grandezza come quelle della seconda: ma son negre totalmente. L'vltime son negre e picciole, e di tutte l’altre minori. Et perche meglio vi sian manifeste, eccouene vno essempio qui di sotto.

Stella della prima grandezza. Stella della seconda grandezza. Stella della terza grandezza. Stella della quarta grandezza. CON QVAL GRADO DEL ZODIACO NASCONO, ET TRAMONTINO LE Principali Stelle del Cielo.

QVANTVNQUE con l’aiuto de le Tauole dette, & de le figure potiate hauer notitia, quando alcuna imagine celeste faccia il corso suo sopra la terra, in tempo notturno, consequentemente possa da noi esser veduta; & per il contrario, quando di giorno facendolo sia da i raggi del Sole, impedita la vista sua, nondimeno per torui ancora questa poca fatica, ho voluto innanzi ch’io ponga ultimo fine a questo trattato, quest cotal notitia ageuolarui, col raccoglier quì brevissimamente qual parte del zodiaco vegna sopra il nostro Orizonte, con il principio di qual si voglia imagine del cielo, & quel parte seco tramonti, o pervenga al circol meridiano: la qual cosa sapendo, conoscerete quando o per i raggi solari, ouer lunari, sia tolto che noi vederla possiamo, & perche in ciascheduna imagine è una stell principale, la qual parimente si ha acquistato il nome di tutta l’imagine, come poniam caso, ha fatto l’aquila, la quale ancor che di più stelle adorna sia, nondimeno quella stella, ch’ella ha nel principio del collo, come principale, si ha parimente cotal nome usurpato: & il simil dico di tutte l’altre figure celesti, per questo dico, ho ancor voluto quì notare il grado del zodiaco, col quale o nasca, o tramonti, o nel meridiano peruenga a ciacheduna di queste tali stelle principali, che v’ho detto.

Seconda facendo adunque principio da l’Orsa maggiore; però che l’Orsa minore, gia mai sotto al nostro Orizonte non si attusa, & conseguentemente in ogni tempo de l’anno, si può la notte vedere, dico che l’Orsa maggiore, de la quale solo i piedi di dietro tramontano, nascono, comincia a nascondersi, col grado 10. de lo Scorpione, et nascer col grado 10 del Cancro, et a toccare il meridiano, col grado 23 del Cancro, ma la principal sua stella, la qual è ne la estremità de la coda, notata da me, ne la sua figura, per il carattere, a, gimai non ci si leua, o tramonta, & al meridiano arriua, quando ella è verso il nostro zenith, col grado 23 de la Libra.

Tertia il drago, non ha stella alcuna, che nasca o tramonti, al meridiano peruienne, quando è verso il nostro zenith, col grado 12 de la Scorpione, & quella stella che egli ha sopra l’occhio destro, arriua al detto circolo, col grado 20 del Sagittario.

Quarta, Cepheo medesimamente non ha parte che non sia sempre sopra il nostro Orizonte: & comincia a toccare il meridiano, quando è tra il polo, e il nostro zenith, col grado 4 del Aquario, & la stella che gli ha ne la spalla, notata ne la sua figura per b, tocca il meridiano insiememente col grado 17 del Aquario.

Quinta Booteo ouero Arturo, il qual poco me che tutto nasce e tramonta, comincia a nascer col braccio sinsitro col grado 14 de lo Scorpione, & a nascondersi la gamba sinsitra col grado 1. del Sagittario, & col 22 de la Libra, viene al meridiano; & la stella che gli ha fra le due coscie, notata ne la figura per a, si leua con il grado 4 de la Libra & tramonta col grado 13 del Sagittario, & con il primo de lo Scorpione viene al meridiano.

Sesta, la Corona d’Ariadna, comincia ad apparire, con il grado 8 de la Libra, & a nascondersi con il 1o del Capricorno, & col 18 de lo Scorpione viene il meridiano: & la stella sua più chiara per a, disegnata, col grado 13 de la ___ ne sorge: & col 10 del Capricorno s'asconde, & tocca il meridiano col 20 del Scorpione.

Settima , Hercule di cui pochissime son le stelle, che sempre rimanghino sopra il nostro orizonte, comincia a leuarsi con la gamba destra sopra la terra col grado 20 de la Vergine, & tramontar con la spalla destra col 7 del Capricorno venendo al circulo meridiano, col grado 20 de lo Scorpione, & la stella ch'egli ha ne la testa, per a, disegnata, col grado 15 de lo Scorpione si leua, col 17 del Capricorno s’asconde, & col 13 del Sagittario peruiene al meridiano.

Ottaua, la Lira, col grado 6 de lo Scorpione comincia a venir fuora de l’orizonte, & col 23 del Aquario poi si tramonta, & viene al circol del mezo giorno, col grado 3 del Capricorno, & la sua più lucida stella, notata per a, col grado 6 de lo Scorpione ne sorge, col 1 de il Pesci tramonta, & al meridiano peruiene, col grado 3 del Capricorno.

Nona, il Cigno, ouer la Gallina, ancor che vna parte d'vna la non tramonti mai, nondimeno il rimanente, col grado 5 de lo Scorpione comincia con l'ala destra a nascere, & col grado 27 de Aquario ad attufar la testa in occidente, & a venire al meridiano conl’ala destra, col grado 14 del Capricorno, la cui stella ch'egli ha ne la coda, per a , diseguata, nasce col grado 20 de lo Scorpione, & tramonta col 6 del Montone, & al circulo del mez0 giorno, viene col 3 Aquario.

Decima, Cassiopea, non ha parte che nasca 0 tramonti giamai, & comincia a toccare il meridiano, verso il nostro zenitih, con la parte di sopra de la sedia, insieme col grado io de i Pesci, & la stella ch’ella ha nel ginocchio sinistro, notata per b, vi arriua col grado 15 del Montone.

Undecima, Perseo, di cui parte nasce, e tramonta, e parte sempre si stà di sopra, comincia ad apparir col lato destro, col grado 13 di Aquario & a nascondersi con la testa di Medusa, col 3 di Gemegli venendo al meridiano col 28 del Montone, & la stella ch'egli ha nel destro lato, disegnata ne la sua figura, per a, non tramonta mai; & quella, ch’egli ha ne la testa di Medusa, disegnata per b, si leua col grado 20 de i Pesci & tramonta col 18 di Gemegli, & col 12 del Tauro viene al circulo del mezo giorno.

Duodecima, l’inuentor del carro, di cui parte nasce, & tramonta, comincia di quel che s’asconde, a venir fuora con la spalla sinistra col grado 5 del Montone, et a nascondersi col pie sinistro, con il grado 19 di Gemegli, peruenendo al mezo giorno con lo 8 di Gemegli, et la stella ch'egli ha ne la spalla sinistra, la qual chiaman molti la capra, designata per a, sorge col grado 5 del Montone, & col 25 del Cancro tramonta, & al mezo giorno vien col grado 11 di Gemegli.

Tertiadecima, quel che tiene il serpe comincia ad apparir, col braccio sinistro, col grado 14 de lo Scorpione, & a nascondersi col pie sinistro, col grado 19 de lo Scorpione venendo al meridiano col 1 de Sagittario la cui stella ch'egli ha ne la testa, notata per a, vien fuore, col grado 21 de lo Scorpione tramonta col 20 del Capricorno & fassi meridiana, col 13 del Sagittario.

Quartadecima. Il serpe poi che gli tiene in mano, comincia a nascer con la sommita de la testa, col grado 22 de la Libra & a tramontar col ventre non molto lontanda la testa, col grado 20 del Sagittario venendo al mezo giorno col 20 de lo Scorpione & la stella che gli ha nel principio de la testa disegnata per a, sorge col 25 de la tramonta Libra col 2 del Capricorno & diuenta meridiana col 22 de lo Scorpione.

Quintadecima. La Setta, comincia ad apparir con le penne, con il grado 13 del Sagittario & a nascondersi parimente con le penne, col 17 di Aquario arriuando al circul meridiano col 17 del Capricorno la cui stella ch’ella ch'ella ha nel ferro, notata per a, nasce col grado 19 del Sagittario tramonta col 27 del Aquario & arriua al mezo giorno, col 26 del Capricorno.

Sestadecima. L’aquila comincia con la coda a sorger sopra la terra col grado 9 del Sagittario & à ritornar sotto con l'ala destra, col grado 8 del Aquario venendo al meridiano col 9 del Capricorno & la stella ch'ella ha nel principio del collo, notata per a, che si domanda Aquila, come principale, si come de l’altre imagini vi ho detto che gli accade, appare col gra. 23 del Sagittario s’asconde, col 1 2 del Aquario & fassi meridiana col 19 del Capricorno.

Settimadecima. Il delfino comincia con la mascella di sotto, à venir sopra l’orizonte, col grado 28 del Sagittario & con la coda a nascondersi col 23 de Aquario toccando il meridiano col 1 de Aquario & vna stella che gli ha ne la coda, notata per a, nasce col grado 2 del Capricorno tramonta col 23 de Aquario & diuenta meridiana col 2 de Aquario.

Nonadecima. Il cauallo alato comincia co i piedi dinanzi, ad apparire, col grado 28 del Sagittario & con la testa a tramontar col 4 de i Pesci arriuando al meridiano, col 17 de Aquario & la stella che gli ha nel bellico, cioè nel mezo, notata per a, vien fuora, col grado 10 del Aquario tramonta col 18 del Montone & al meridiano peruiene, col 26 de i Pesci.

Vigesima. Andromeda, comincia con la man destra, & col pie destro, a toccar l’orizonte orientale, col grado 24 del Sagittario & con la testa l’occidentale, col grado 21 del Montone arriuando al mezo giorno, col 11 de i Pesci di cui la stella ch'ella ha appresso la cintura, in mezzo à due altre, notata per b, si leua col grado 6 de Aquario tramonta col 8 del Tauro & fassi meridiana col 7 del Montone.

Vigesimaprima. Il triangolo comincia con l’angulo più boreale, à venir fuora col grado 21 de i Pesci & con la sommità à nascondersi col 9 del Tauro & al meridiano arriua col 25 del Montone, la cui stella che gli ha ne la sommità si leua col grado 22 de i Pesci, tramonta col 9 del Tauro & col 25 del Montone arriua al mezo giorno.

Vigesimaseconda. L’Ariete comincia con le corna, à nascer col grado 9 del Montone, & con i piedi dinanzi a nascondersi col 28 del Montone, et col 24 del Montone viene a toccare il meridiano, di cui vna stella che gli ha ne la sommità di vn corno notata per a, nasce col grado 9 del Montone ascondesi col 1 del Tauro, et al mezo giorno arriua col 24 del Montone.

Vigesimatertia. Il Tauro col collo, comincia à venir fuora, col gra. 24 del Tauro et col pie sinistro, a tramontare col 10 del Tauro, & à farsi meridiano col 17 del Tauro & la stella che gli ha ne l'occhio sinistro, notata per a, si leua col grado 10 di Gemegli, s’asconde col 29 del Tauro, & diuenta meridiana col 3 di Gemegli.

Vigesimaqurta, i Gemegli, col braccio sinistro del più boreale, cominciano ad apparire, col grado 25 di Gemegli, & col pie destro del più australe, a nascondersi col 24 di Gemegli pervenendo al mezo giorno, col 28 di Gemegli, & la stella che è nella testa de l'vn di loro disegnata per b, appare à l'orizonte orientale col grado 10 del Cancro, & arriua à l'occidentale, col 26 del Cancro facendosi meridiana, col 17 del Cancro.

Uigesimaquinta, il Cancro con la bocca più boreale, comincia a nascer col grado 19 del Cancro, & col pie più australe, ad attufarsi in occidente, col 10 del Cancro venendo al meridiano col 20 del Cancro, & quella stella ch'egli ha nel corpo, la qual domandano l'asino, notata per a, siue col grado 28 del Cancro s’asconde col 4 Leone, & al meridiano arriua col 1 grado del Leone.

Vigesimasexta, il Leone, con la bocca comincia ad apparire col grado 2 del Leone, co i piedi dinanzi a tramontar col 7 del Leone, & diuenta meridiano 11 del Leone, la cui stella che gli ha nel core, notata per a, nasce col grado 23 del Leone tramontar col 23 del Leone & col medesimo si fa meridiana.

Vigesimaseptima, la Vergine con la testa comincia a sorger da l'orizonte, col grado 14 de la Vergine, & con l'ala sinistra a nascondersi in occidente col 27 de la Vergine, arriuando al mezo giorno, col 17 de la Vergine, & la stella ch'ella ha ne la man sinistra, disegnata nella sua figura per a, nasce col grado 18 de la ___, si nasconde, col 11 de la Libra, & col 1 6 de la Libra si fa meridiana.

Vigesimaottaua, la Libra, con la lancia più boreale, comincia ad apparire, col grado 5 de lo Scorpione, & con la lance più australe, comincia a tramontare col grado 9 de lo Scorpione, venendo al meridiano col 7 de lo Scorpione, la cui stella ch'ella ha ne la bocca de lo Scorpione settentrionale, denotata per a, nasce col grado 13 de lo 13 Scorpione, tramonta col 26 de lo Scorpione, & viene ad esser meridiana col 14 de lo Scorpione.

Vigesimanona, lo Scorpione con la fronte, comincia ad apparire, col grado 26 de lo Scorpione, & col terzo frondile, ouer nodo de la coda, à tramontare, col primo grado de lo Scorpione venendo al meridiano col 18 de lo Scorpione, & la stella ch'egli ha nel core, disegnata per a, si leua in oriente, col grado 6 del Sagittario, & si ripone in occidente, col 25 de lo lo Scorpione facendosi meridiana col 2 del Sagittario.

Trigesima, il Sagittario con la parte de l'arco più boreale, comincia à nascer col gra. 25 del Sagittario, et con le gambe dinanzi a nascodersi col 20 de lo Scorpione peruenendo al meridiano col 25 del Sagittario, & la stella, ch'egli ha nel ginocchio sinistro dinanzi notata per b, si leua col grado 12 del Aquario si nasconde col 8 del Sagittario, et si fa meridiana col gra. 19 del Leone.

Trigesimaprima il Capricorno con le corna comincia a nascer col gra. 19 del Leone, et con le ginocchia dinanzi, a tramontar col 25 del Capricorno arriuando al meridiano col 26 del Capricorno, & la stella ch’egli ha nel principio de la coda, denotata per c, nasce col gra. 20 del Aquario tramonta col 13 de Aquario arriuando al mezo giorno col 15 gra. de Aquario,

Trigesimaseconda, l’Aquario, col posamento del vaso comincia ad apparire in oriente col grado 23 del Capricorno, et col medesimo posamento torna in occidente col 9 del Aquario, venendo al mezo giorno col 2 del Aquario, & la stella ch'egli ha ne l’estremità de l'acqua che ei versa, disegnata per a, nasce col grado 28 del Montone tramonta col 13 de Aquario, & diuenta meridiana col grado 6 de i Pesci.

Trigesimatertia, i Pesci con la bocca del più boreale cominciano ad apparire, con il grado 25 del Aquario, & con la bocca del più australe, ad attufarsi in occidente col 15 grado de i Pesci, & peruengano al meridiano col 8 de i Pesci & la stella, che è nel nodo del laccio che gli lega, notata per b, nasce col grado primo del Montone s'asconde col 25 del Montone, & viene al mezo giorno col grado 19 del Montone.

Trigesimaquarta, il Ceto, ouer la Balena, con la coda, comincia à nascer col grado 1 7 del Montone, & con la coda parimente, ad attufarsi in occidente, col 17 de i Pesci, venendo al circulo del mezo giorno, col grado 29 de i Pesci, et la stella che gli ha nel ventre, notata per a, vien fuora de l’orizonte, col grado 25 del Tauro ritorna sotto col 7 del Montone, & tocca il meridiano col 23 del Montone.

Trigesimaquinta Orione, comincia con lo scudo a mostrarsi in oriente, col grado 20 di Gemegli col pie sinistro a tramontar col 23 del Tauro, & arriua al circolo meridiano col 7 di Gemegli, & la stella ch’egli ha ne la spalla destra, disegnata per a, vien fuora col grado 9 del Cancro tramonta col 8 di Gemegli, & si fa meridiana col 23 di Gemegli.

Trigesimasesta il Fiume che molti chiamano il Po, comincia con la parte del mezo, che tocca il ceto, a sorger in oriente, col grado 10 di Gemegli, & a meschiarsi col fin suo, ne l’acque de l'oceano occidentale, col grado 10 dei Pesci, arriuando al mezo giorno, c0l 7 Tauro la stella ch’egli ha nel fin de l’acqua, notata per a, si leua col grado 23 del Cancro s’asconde col 20 de i Pesci, & viene al mezo giorno col 15 del Tauro.

Trigesimasettima, la Lepre, con l’orecchie comincia ad apparir col grado 17 del Cancro, & con li piedi dinanzi, a tramontar col 7 del Tauro, arriuando al meridiano col 13 grado di Gemegli, & la stella ch'ella ha sotto il ventre, notata per b, si leua col grado 28 del Cancro tramontar col 14 del Tauro facendosi meridiano col 19 di Gemegli.

Trigesimaottaua, il Cane Sirio, comincia col pie destro dinanzi, a sorger col grado 6 del Leone, & col pie sinistro di dietro, a nascondersi, col 14 del Tauro venendo al mezo giorno col 1 grado del Cancro, & la stalla a che gli ha ne la bocca notata per a, vien fuora col grado 7 del Leone va sotto l’orizonte col 11 di Gemegli, & si fa meridiana col 5 grado del Cancro.

Trigesimanona, la Canicula, comincia con la testa à venir fuora, col grado 26 del Cancro & col 29 di Gemegli, ritorna con i piedi dinanzi in occidente; peruenendo al meridiano col 13 del Cancro & la stella ch' ella ha nel fianco, notata per a, appare col grado 1 del Leone, tramonta col 1 del Cancro, & viene al mezo giorno, col grado 17 del Cancro.

Quadragesima, la Naue, di quell a parte, che sempre non sta sotto il nostro orizonte, comincia con la poppe, à mostrarcisi sopra, col grado 24 del Leone, et eo i remi à tramontarsi, col 22 del Montone, arriuando al meridiano, col 27 di Gemegli, & la stella sua principale ch’ella ha nel remo australe, denotata nella sua figura per d non vien mai fuora del nostro orizonte.

Quadragesimaprima. L'Hidra col naso, comincia ad apparire col grado 11 del Leone & col ventre, & con la bocca insieme, a nascondersi col 12 del Cancro venendo al mezo giorno col 1 gra. del Leone,et la stella ch’ella ha appresso al collo notata per a, nasce col gra. 29 del Leone, & tramonta col 17 del Cancro facendosi meridiana col 23 del Leone,

Quadragesimaseconda, la tazza, ouero il vaso, comincia con il manico più boreale a venir sopra l'orizonte, col grado 25 de la Vergine, & con il posamento, a ritornar sotto col 1 grado del Leone toccando il meridiano, col 7 de la Vergine, la cui stella che gli ha nel posamento notata per a, n'appare col grado 1 de la Libra tramonta col 1 del Leone, & viene al meridian circolo, col grado 10 de la Vergine.

Quadragesimatertia. Il Coruo comincia con l'ala destra a venir fuora in oriente col grado 10 de la Libra & a tornar col becco, sotto in occidente, col grado 17 del Leone peruenendo al mezo giorno col grado 25 de la Vergine, la cui stella che ha in vn piede, disegnata per c, nasce col grado 18 de la Libra s'asconde col 27 del Leone, & si fa meridiana col grado 3 de la Libra.

Quadragesimaquarta. Il Centauro, di cui parte perpetuamente, sotto il nostro orizonte dimora, de l'altra parte poi, comincia con la coda, et con la testa insieme, a mostrarsi sopra col grado 9 de lo Scorpione, & con la coda, a nascondersi col 1 grado del Cancro venendo al meridiano col 1 de la Libra, et la stella sua principale disegnata per g, non appar sopra il nostro orizonte.

Quadragesimaquinta. Il Lupo, con il piè sinistro dinanzi comincia ad apparire in oriente col grado 23 de lo Scorpione & a tornarsi con l'estremità de la coda, in occidente col grado 6 del Leone venendo al circol del mezo giorno col gra. 28 de la Libra la cui stella, che gli ha ne la gamba destra di dietro, notata ne la sua figure per a, nasce col grado 9 del Sagittario tramonta col 1 de la Vergine, & si fa meridiana, col gra. 8. de lo Scorpione.

Quadragesimasesta. L'Altare tutto si stà noi perpetuamente nascosto, saluo che vna stella, che gli ha nel primo grado, notata ne la figura per a, la qual appare in oriente, col grado 2 de Aquario tramonta col 12 de la Libra, & diuenta meridiana, col grado 16 del Sagittario.

Quadragesimasettima. La Corona australe comincia a venir fuora da l'oriente col grado 25 del Capricorno, et comincia a nascondersi in occidente, col grado 5 de lo Scorpione, arriuando al meridiano col grado 28 del Sagittario, la cui stella ch'ella ha nel principio del suo arco Australe, denotata per a, appare col grado 5 de Aquario tramonta col 13 Sagittario & diuenta meridiana, col grado 8 del Capricorno.

Quadragesimaottaua. Il Pesce australe comincia con la schena à mostrarsi nelle parti orientali col grado 22 de i Pesci & à tramontar con la coda, insieme con il grado 22 del Capricorno, arriuando al circol del mezo giorno, col grado 17 de Aquario, & la stella che gli ha ne la bocca, disegnata ne la sua figura per il carattere a, nasce col grado 1 del Capricorno, s’asconde col gra. 14 de Aquario et tocca il circol meridiano, col grado 7 de i Pesci.

IL FINE.

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Based on the e-rara.ch copy at ETH Bibliothek Zürich. DE LE STELLE FISSE LIBRO VNO. Dove di tutte le XLVII. Imagin celesti minutissimamente si tratta; & non solo le Fauole loro ordinatamente si narra, ma ancora le Figure di ciascheduna n’apparon cosi manifeste, & distintamente disposte, & formate, come à punto per il Ciel si distendono: Et oltre à questo ci son tauole, con nuoua inuention fabricate, con le lor dichiarationi, cosi facili & chiare, che per il mezo di quelle & de le figure insiememente, potrà ciascheduno, con marauigliosa ageuolezza, in ogni tempo de l’anno, à qual si sia hora di notte, conoscere non solo le dette imagin nel Cielo, ma qual si voglia stella di quelle. CON PRIVILEGIO In Venetia, Per Gio. Varisco, & Compagni. 1579. Piccolomini, Alessandro Venice Varisco, Giovanni 1570.

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DE LE STELLE FISSE LIBRO VNO. Dove di tutte le XLVII. Imagin celesti minutissimamente si tratta; & non solo le Fauole loro ordinatamente si narra, ma ancora le Figure di ciascheduna n’apparon cosi manifeste, & distintamente disposte, & formate, come à punto per il Ciel si distendono: Et oltre à questo ci son tauole, con nuoua inuention fabricate, con le lor dichiarationi, cosi facili & chiare, che per il mezo di quelle & de le figure insiememente, potrà ciascheduno, con marauigliosa ageuolezza, in ogni tempo de l’anno, à qual si sia hora di notte, conoscere non solo le dette imagin nel Cielo, ma qual si voglia stella di quelle. CON PRIVILEGIO. In Venetia, Per Gio. Varisco, & Compagni. 1579. ALLA NOBILISSIMA, ET BELLISSIMA MADONNA LAVDOMIA FORTEGVERRI Gentildonna Senese. Alessandro Piccolomini S.

QVEL Dottissimo Hermete, che fra gli antichissimi Theologi de i primi tempi, cosi famoso & illustre diuenne, che gli Egittij, chiamandolo Mercurio Termegisto, tre volte grandissimo lo nominauano, (Bellissima Madonna Laudomia) affermaua per cosa chiarissima, che tante fosser le imagini nel cielo stellato, quante son le specie de le cose mortali & caduche, che dentro al Ciel de la Luna si nascondon racchiuse: & tra le altre ragioni che à ciò lo moueuano, diceua che sendo il grande Iddio perfettissimo Architettore, non poteua se non hauer fatto questo mondo elementare à somiglianza del celeste & sempiterno; & conseguentemente facea mestieri, che quante fosser le specie de le cose corrotibili, tanti fusser parimente gli essempii di quelle, ò vogliam dir le Idee ne la parte celeste. onde ei teneua per certo, che non fosse, ò pietra alcuna ò pianta, ò qual si voglia vilissima cosa, che nel Ciel de le stelle, non hauesse appropriata imagine, & specialmente al gouerno suo destinata: & affermaua più oltre, & parimente vna parte de i Pittagorici affermarono dipoi que sto medesimo, & è, che in alcune specie piu perfette, gli indiuidui sieno in certo numero determinato, il quale non può crescerne diminuire; & ciò piu indubitatamente affermauan de la specie humana, ne la quale solo 46560000 ouero 12960000 huomini si truouan del continuo; il qual numero sia fisso, ne possa mai mancare che se in alcuna parte de la terra accade ò guerra ò peste, ò altro simili dispergimento d’huomini; in altre parti si racquista il perduto, & questo dicono esser necessario; peroche l'anime sono in certo numero da Dio fabricate. onde se il numer de gli huomini punto variasse, saria mestieri, ò che qualche anima si stesse senza corpo, ouero alcun'huomo senza anima viuesse: le quai cose essi giudicano impossibili. Altri gran filolofi, dopo Mercurio, han detto che non tutte le specie han su in Cielo alcuni ordini di stelle, che habbian particolar dominio sopra di loro, ma solamente afferman questo di quelle specie quà giù fra noi, le quali sieno eterne & incorruttibili; essendo che tutte le specie di questo mondo inferiore son sempiterne, anzi molte vengon mancando, & altre n'appaion di nuouo di mano in mano; come ben ne rende la cagione Aristotile ne i suoi libri de gli animali, & Auerroe ancora ne fa testimonianza ne l’ottauo de la Fisica. Queste tali opinioni, non accettaron poi gli Astrologi, che sequiron dopo; ma solamente in 48 imagini raccolsero tutte quelle stelle, che ne l'orbe stellato offeruaron, che fino à la sesta grandezza venisser mancando & diminuendo, poca cura hauendo de l’altre che di tal sesta grandezza fosser minori; non solo per la lor quasi innumerabil moltitudine, & difficillima osseruatione; ma ancora, però che essi & per ragioni, & per lunghe esperienze stimaron che insensibil dominio & breue possanza hauesser cosi piccole stelle, sopra de le cose inferiori. Solo adunque fra tanto numero di stelle, non più che 1022 considerandone, di quelle formarono & figurarono le 48 imagini, come ho detto; de le quali la maggior parte nominaron dal nome di qualche animale; non per la somiglianza che han tai figure con i detti animali: (come vogliono alcuni) perche non è dubio, che non è tanta la somiglianza che han con quegli, che la non si potesse addatrar parimente à molte altre cose: ne ancor lo feron, perche il dominio che han sopra de le cose, mortali sia conforme (secondo che stimano alcuni altri) a la natura di quegli stessi animali, dal nome de i quali le son nominate; essendo che non tutte quelle imagini han cotal nome; ne anco per le osseruationi si truoua, che il dominio loro sia sempre corrispondente à la detta natura, Dunque diremo, che non per altra cagione furon le dette imagini da quei primi Astrologi cosi nominate, se non per render chiara & sempiterna in tal modo la virtù di alcuni illustrissimi mortali, & grandi Heroi, ò Semidei che ci vogliam dire; come si vede chiaramente. però che per altro non è in Cielo, Cassiopea, ne il cauallo Alato, se non per render con essi eterna la fama di Perseo; ne per altro il Leone, che per far uiuer in perpetuo la memoria de la virtù di Hercole, & cosi de gli altri parimente. Et si tien per certo, che se l'Imperio di Roma sopra di tutto il mondo fusse durato per fino à i tempi nostri, si come era nel tempo di Ottauiano & di Tiberio, hoggi spenti sarieno gli antichi nomi de le imagini celesti, & in vece di quegli sarien nominate da la virtù di molti inuitti Romani cosi huomini come donne. Et già nel tempo di Iulio Cesare, se ne vidde segno manifesto, però che ei fu dopo la morte sua fra l’altre stelle nel cielo collocato. Et non è dubio alcuno, che se la fortuna facesse per qualche via, suscitare hoggi in Italia, con le scientie insieme, l’Imperio ancora sopra del mondo, si vedriano in poco tempo salire in cielo, & prender luogo fra le stelle, molte persone quasi immortali che sono hoggi in Italia, & principalmente in Toscana, fra le quali alcune nobilissime & gran donne di Siena, sò che di lungi vi trouarebbono il luogo loro; & V. S. massimamente, a quale saria meritamente riseruato in luogo di Venere, anzi del Sole istesso, rettore, & gouernatore di tutti gli altri corpi che splendon nel cielo, il qual seco il giorno ne porta, & la notte lascia partendosi; si come V. S. parimente con la presentia sua fino à l'aere istesso rende lieto & sereno d’ogni intorno, & per il contrario tenebroso & infeIice, sendo lontana. ha possanza ella con la vertù de la vista sua riscaldar quanto si voglia aggiacciato core, & produrre in quanto si sia rozo animo & vile, ardentissimo desio di gloria & d’honore, si come medesimamente il Sole co i raggi suoi riscalda & concorre à la produttione di tutte le cose viuenti. Ma lasciando questo da parte, dico che non più che 48 immagini poser nel cielo gli Astrologi de i primi tempi: & a lor si sono accostati quegli che dopo venuti sono, dal giudicio de i quali non è punto lungi, quanto in questo libro ho trattato: il quale supplico la S. V. si degni di legger con lieta fronte, & ricordarsi intanto che io continuamente desidero che la mi comandi. Stia Sana & felice. Da la villa di Valzanzibio villa del Padouano el dì 29. d’Agosto, nel 39.

MADONNA LAVDOMIA FORTEGVERRI GENTILDONNA SENESE; Alessandro Piccolomini. GLI alti trofei de i primi illustri Heroi; Di cui s'intesse il lembo, e’l manto indora La Notte sì, ch'indi depende ogn’hora. Fuor che’l nostro voler, quant'è frà noi; Scriuo Donna gentil; per ardir poi Scriuer de’ vostri lumi; ond'appar fuora, Chiaro splendor, che fin’all’alme ancora, Vince con la virtù de' lampi suoi. Lumi del nostro ciel; beate, & care Luci : cosi fortuna i raggi vostri Dopo il lungo eclissar, ne scopra vn giorno; Come sper’io con via piu chiari inchiostri Dir l'ardente virtù, ch’in voi traspare; Con cui scaldate ogn’hor l’alme d’attorno. DE LE STELLE FISSE LIBRO VNO, Alla nobilissima & bellisima Madonna Laudomia Forteguerri. Intention de l’Autore in questo Libro.

L’INTENTION mia in questo libro de le stelle, (Belissima Madonna Laudomia,) è di usare ogni ingegno, & ogni diligentia, che per me si può, in far che voi potiate con marauigliosa agueloezza hauer chiara notitia di tutte le 48 imagini stellate: le quali depingono, e rendono cosi bello & adorno l’ottauo Cielo come noi ce lo veggiamo: Et oltra ciò, sappiate ogni volta che vi vien bene appartatamente distinguere l’una da l’altra: e non solo non vi sia nascosto il nome di ciascheduna di queste imagini, ma ne ancora la ragione perche cosi si domandino, & le fauole integramente, da le quali esse dependino: e tutto secondo le opininni de’ più approvati scrittori, e più famosi poeti. Et oltre à questo, in ciaschedun tempo de l’anno, & in qual si voglia hora di notte, che meglio vi mette, possiate senza fatica nissuna chiaramente conoscere in qual parte del Cielo si truoui qual si voglia imagine celeste, e di quante stelle ò di maggiore, ò di minor grandezza ella sia splendente, & adorna: & in che figura, e forma per il Cielo si distenda.

Questa dunque che io v ho detto è integramenta la intention mia in questo libro, e per più facilmente essequirla ho tenuto quest’ordine.

Del modo del procedere in detto libro.

LA prima cosa incominciandomi da la parte settentrionale, anzi dal polo Artico istesso, di tutte le 48 imagini stellate, de l’una distintamente da l’altra ho preso à trattare, ponendo prima il nome de l’immagine, secondo l’opinione de’ più fedeli scrittori, & insiememente la fauola intera, che intorno à tal nome fa mestieri. Et appresso à questo ho posto il numero de le stelle che ne l’imagine si contengono, secondo il parer di Tolomeo, cosi de le stelle de la prima grandezza, come de la seconda, e de l’altre grandezze di mano in mano, essendo che gia sapete, per quel che si è detto nel libro de la Sfera del mondo, che in sei differenti grandezze han considerate e distinte le stelle gl’Astrologi. E nel porre il nome di tali, stelle, ho parimente detto in qual parte de la imagin ciascheduna di quella stia collocata, come sarebbe ò nel petto, ò nel braccio, ò nella testa, ò dou'elle sieno.E fatto'questo tutto quel poiche di tal numero ho con parole esplicato, ho ancor parimente ridutto in figura distinguendo giustissimamente le stelle, ò vicine tra loro, ò lontane, ò verso Austro, ò verso Settentrione. si come quelle figuran la detta imagine nel Cielo, facendole e dipingendole quiui ò maggiori, ò minori: secondo che di varie grandezze si trouano come v’ho detto. Et perche si possa conoscere la distantia de l'vna da l’altra; ho posto sotto à la detta figura la misura de i gradi, proportionata appartatamente, e propriamente à la distantia de le stelle che sono ne l’imagine. Questo dico, perche vna medesima misura non potria seruire à ciascheduna imagine: però che per la breuità de la carta, in cui tai figure descriuer si deuono, non si potria accrescere, e distendere le distantie, secondo che le imagini son più ò meno largamente distese per il cielo, come meglio m'intenderete ne l’essempio, che io per piu chiarezza di quel che io dico, vi addurrò poco di sotto. Basta che ne la figura di ciascheduna imagine trouarete la misura de’gradi à quella proportionata, secondo la quale giustamente potrete misurare ogni distantia che n’occorra in dette figure. Hauete gia dunque in tal maniera notitia del nome prima de le imagini dette, e del numero e grandezza de le stelle che le formano, e le figure poi parimente di quelle: onde altro non resta, se non sapere in che parte del cielo tai figure si ritrouino in ogni tempo de l’anno; e per far ciò manifesto ho ordinato per causar manco confusione 48 tauole, ad ogni imagine la sua, per le quali con breuissima fatica si può sapere in ogni tempo de l’anno; et in qual si voglia hora di notte, quanti gradi quelle stelle, che noi cercaremo, si trouin lontane dal nostro zenith, nel circolo de l’altezza, & à quanti gradi de l’orizonte ò vicino ad Austro, ouero à Settentrione, il detto circolo de l’altezza venga à toccare l’orizonte: i quali due numeri di gradi, poi con l’aiuto dell’istrumento che nel libro de la Sfera del mondo si è insegnato à fabricare, subito ne mostran le dette stelle nel Cielo; come meglio, e quanto à l’vso de le tauole, & quanto à l’vso de l’istrument0 trattaremo poco di sotto, quando porremo l’essempio di quanto fin quì n’habbiam detto.

De l’ordine di quel che si dee trattare nel libro de le stelle, alquanto più particolarmente.

PEr piu aperta intelligentia di quel che ho detto fin quì appartenente al modo, et à l’ordine che ho tenuto intorno à la mia prima intentione in questo libro, che è trattar de le stelle; voglio alquanto in ciò più distendermi; prendendo come per essempio vna de le dette 48 imagini celesti, accioche quanto io dimostro in quella de l'ordine, che ho osseruato in trattar di tal materia si habbia parimente da intendere di tutte l’altre. Dico adunque, che volendo io in questo libro darui piena notitia di quanto si ha da desiderare intorno (poniam caso) à quella imagine celeste, ò costellatione che noi ci vogliam dire, la quale è detta Cassiopea; la prima cosa io vi ho resa la cagione, per cui tal costellatione sia cosi nominata, raccontando per questo integramente tutta quella fauola, che io piu giudicai che facesse al proposito suo: non mi partendo però mai da l’opinione de i piu approuati scrittori. Et quantunque in alcune costellationi io habbia posto quasi necessitato diuerso opinioni le piu fedeli, e le piu famose; nondimeno ne la maggior parte mi sono sforzato d’appigliarmi ad vna sola, la piu verisimile, e da i piu dotti seguita. Dopo questo io ho posto il numero de le stelle, secondo la grandezza di ciascheduna, le quali la detta imagine di Cassiopea figuran nel Cielo, che in essa son 13 à punto. Hor quì hauete da sapere, che io non ho voluto, posto che io ho il numero de le stelle, che ferman la detta Cassiopea, ò qual si sia altra imagine, non ho voluto dico trattar poi distintamente di ciascheduna di quelle: e la ragion è, che volendo io porui dinanzi à gli occhi disegnate e disposte nel libro le dette figure nel modo, che suso in Ciel si ritrouano; giudicai che si gran numero di stelle, e di diuerse grandezze, fusse per fare per la breuità de la carta, alquanto di confusione, anzi che nò. Onde di tali inconuenienti stimai che fusse meglio d’appigliarmi al minore: considerando che il meglio fusse lasciar in dietro le stelle minori, cha son de la quinta e de la sesta grandezza; per essere di poca importantia, e fare ò piu ò men chiare le figure de le dette costellationi; e disegnare in carta le figure piu distinte, e meno intrigate e confuse; con quelle stelle solo, che fino à la quarta grandezza considerate son piu lucide e chiare. Le stelle dunque, che minutamente in questo libro si considerano, & in carta figurate si pongono, son solo de la prima, seconda, terza, e quarta grandezza: e ne le figure stesse in quattro modi diuersi depinte si veggono, secondo che quattro son le grandezze, che in esse si considerano. Tornando dunque a proposito dico, che hauendo io posto in Cassiopea il numero de le sue stelle, che 13 sono in tutto: leuando poi quel le de la quinta & sesta grandezza; solamente di otto; che ne restano, so mentione particolare: dicendo minutamente doue ciascheduna di quelle sia collocata, ò ne la spalla, ò ne la testa, ò nel piede, ò doue in altra parte si sieno: & indi le riduco, e dipingo in figura secondo la distinta grandezza di ciascheduna. Et accioche si possa conoscere in che modo sù in Cielo sia situata e disposta, rispetto al nostro polo, ne la medesima figura ho posto da che parte venga il polo, rispetto à la qual parte son giustamente situate e figurate ne la carta. E questo ho fatto, acciò ehe potiate meglio accommodar la figura à l'imagine in cielo: ponendo & immaginando verso il polo quella parte de la figura che è piu polare; per il contrario, piu verso Austro quella, che piu dal polo è lontana, disponendo la detta figura secondo il sito, che se le conuiene. E per piu ageuolar questo medesimo; ho ancor ne la figura posto da che parte, secondo il mouimento del primo mobile, quelle stelle si muouino, ò da la destra, ò da la sinistra vostra, hauendo voi la figura ne le mani. E questo è stato assai necessario, per poter subito imaginare il sito di dette stelle, che tal imagin forman nel Cielo. Et accioche potiate senza fatica alcuna, saper la distantia di ciascheduna di quelle stelle tra loro; ho potestà sotto la figura la misura de i gradi, proportionata à la distantia de le stelle, che quiui figurate si trouano. onde, se vorrete sapere quanto vna de le stelle che sono in Cassiopea. poniam caso, quella ch’ella ha ne le reni, sia distante da vn’altra, come saria da quella ch'ella ha ne la testa; considerate quanti gradi de la misura quiui posta entran tra l'vna e l'altra. Et hauete d’auertire, che vna medesima misura non può seruire à tutte l'imagini; anzi ciascheduna ha dibisogno di misura à se proportionata: e la ragion è, che per la breuità de la carta in cui le figure de l'imagini si descriueno, non potria alcuna quantità di gradi non auanzar di l'vnghezza in alcune figure lo spatio de la carta in cui si depingono; poniam caso, sarà alcuna imagine come saria il triangolo, nel quale non sara stella, che sia per piu che per 8 gradi da l'altra lontana: in tal figura adunque, bastarà che’l grado sia tal di lunghezza, che possa quiui otto volte esser tolto tra stella e stella. Dunque, in alcun’altra imagine, doue sieno stelle, per 40 gradi, ò piu tra lor lontane, non potrà quella medesima grandezza d’vn grado seruir parimente: perciò che s’egli si pigliasse 40 volte, di lungi vsciria fuor de la carta, in cui tal figura fusse descritta. Onde fa di mestieri ouero quella medesima misura che era prima d’vn grado, destinarla à due gradi, ò à tre, o ueramente far nuoua misura di gradi, secondo che se le conuiene. A proposito dunque tornando dico, che hauendo voi gia saputo come sia disposta e figurata nel Cielo la imagin di Cassiopea, resta che vi sia poi manifesto in che parte del Cielo tai imagin si truoui, in ciaschedun tempo de l'anno, & in qual si voglia hora di notte, secondo che piu vi agrada . E per dechiararui questo, ho imaginato per manco confusione, e piu breuità, in ciascheduna imagine vna tauola non punto intrigata, anzi ageuolissima, e chiara.

Prenderete dunque tra le stelle di Cassiopea (poi che di Cassiopea habbiam tolto l’essempio) vna di quelle che son segnate per vna de i tre caratteri de l’alfabetto, che sono a.b.c. poniam caso la stella ch’ella ha ne le reni con, e essa, secondo il mese nel qual vi trouarete, & l'hora de la notte che piu vi agrada, entrarete ne la sua tauola: & in essa, à l'incontro del mese detto, e dell'hora, trouarete vna casetta, doue son due numeri: l'vno de i quali, che disopra è, denota la distantia di tale stella dal vostro zenith nel circolo de l'altezza: & l'altro numero, che di sotto è disegna in che parte tocchi l'Orizonte il circol detto de l'altezza. Peroche se voi sapeste solamente la distantia d’vna stella dal zenith, stareste in dubio in che par te voi vi haueste da volgere de l'Orizonte, per imaginar il circolo de l'altezza. Adunque, hauendo voi questi due numeri di gradi, con l'aiuto poi de lo stromento gia fabricato nel libro de la Sfera del Mondo; trouarete a ponto la stella detta nel Cielo senza vn sensibil errore. Saputa questa, potrete nel medesimo modo cercare vna de l'altre stelle de la detta Cassiopea, segnata pur per vn de i tre carratteri. a.b.c. poniam caso quella, che le stà nel ginocchio, e dopo questa vn’altra: tal che sapendone voi gia tre, facil cosa vi fia poi, tutte l'altre conoscere, formando con l’aiuto di quelle in Cielo, quella figura che nel libro vedrete, accommodando la parte verso il polo, secondo il sito suo, e l'altre parti parimente, e considerando ill mouimento verso che parte sia, come di sopra v’ho detto: e con la misura, che quiuui sia posta, misurando la distanza da l’altre, talche con marauigliosa ageuolezza tutta la imagin vi sia manifesta.

Ne vi marauigliate che io habbio con breuità fatto mentione de le Tauole, che io v'ho dette, e de lo istrumento medesimamente; peroche quanto appartiene al praticare et vsar cosi le tauole, come anchor lo stromento, vi ho da dichiarare à bastanza quì di sotto. E questo è quanto mi occorre dirai intorno à l'ordine & la via, che ho osseruata in trattar di Cassiopea: accioche per questa voi potiate il medesimo comprender da tutte l'altre imagini celesti, per esser il medesimo ordine, e la medesimo regola in tutte osseruata: auertendoui però, che voi non vi marauigliaste, che nel dirui il modo disopra del dispor le figure secondo’l sito rispetto al nostro polo, che se le conuiene, io non vi mostri parimente il modò di saper quale in Cielo sia il nostro polo; peroche questo lo so presupponendo che voi gia (per quel che si dice nel quarto libro de la Sfera del mondo, quando tratto de la linea meridiana, e del vso de l’istrumento quiui fabricato) potiate conoscer benissimo in che parte del Cielo sia il polo nostro: peroche gia v'ho detto, che è nel circolo meridiano, sopra la Terra 42 gradi e mezo verso quella parte, doue mandiamo l'ombre solari, sul mezo giorno.

De l’uso, ouer modo del praticare le tauole, che nel libro de le stelle si contengono.

LA prima cosa hauete da sapere intorno à queste che le tauole che io ha fatte, non scruono a tutte le stelle, le quali io dispongo, e disegno ne la figura di ciascheduna imagin celeste; ma in qual si voglia imagine, io ho tolte tre stelle le principali, e di maggior chiarezza, e piu famose, e per quelle solamente ho composte le tauole: e questo ho fatto, peroche se io hauesse voluto porre in dette tauole tutte le stelle, de le quali fo mentione; saria stata l’opera troppo lunga, & assai fastidiosa, e parimente superflua: essendo che per hauer la notitia d’vna imagin celeste, in che luogo del Ciel la si troui, di lungi ne puo bastare in conoscere in Cielo tre de le stelle che la figurano: peroche sapendo le dette tre, facilmente poi si puo comprendere e conoscere l’altre, hauendo dinanzi la figura de l'imagine disegnata nel libro, & insiememente la misura, secondo la quale senza fatica alcuna si puo misurando e considerando hauer perfetta notitia di tutte l’altre stelle, che forman la detta imagin nel Cielo. Adunque per piu breuità, e per fuggire il superfluo per tre sole stelle in ciascheduna celeste costellatione ho formate e disposte le tauole, le quali haurete da vsare, e praticare ne la maniera, che io vi dirò, dopo che io vi harò dichiarato l'ordin di quelle, e la loro dispositione & è questa. Primamente per la lunghezza del foglio trouarete quindeci linei, le quali chiuggono intrà di loro 24 spatij: nel primo de i quali saran segnate le calende de i mesi, cominciando da Maggio, e seguendo di mano in mano. Nel secondo spatio saran per ciaschedun mese notate le tre stelle principali di quella imagine, per la quale la tauola è fatta: le quai tre stelle con i caratteri de l'alfabetto .a.b.c. saran disegnate, peroche co i medesimi caratteri son parimente notate nel luogo doue de le stelle di quella tal imagine si fa mentione. Il terzo spatio serue à le case, ne le quali saran notati gradi, cosi del circolo de l’altezza, come ancora de l'orizonte ne la prima hora di notte. Il quarto spatio serue à i detti gradi medesimamente, ne la seconda hora di notte. Il quinto à i medesimi gradi, ne la terza hora, e cosi di mano in mano fina à l'hora 12. si come di tutto questo si vede al capo de i detti spatij scritto e notato.

Per la larghezza poi nel foglio trouarete ad ogni mese correspondenti tre spatij, vno per ciascheduna de le tre stelle dette: ne i quali spatij il numero di sopra contiene i gradi del circolo de l'altezza, e l'altro numero i gradi de l'orizonte: co i quali gradi de l'orizonte trouarete due caratteri de l'alfabeto, che vi disegnaranno in qual quarta de l'orizonte s'habbin da intender quei secondi gradi, che quiui harete tronati: peroche gia sapete che l’orizonte si diuide in quattro quarte principali, l' vna e tra Leuante e Settentrione, la qual disegnaremo per questi due caratteri. s.l. La seconda quarta, tra Settentrione e Ponente, denotata per s.p. L’altra tra ponente & Austro, segnata per a.p.e l'ultima tra Austro e Leuante, intesa per a.l. E brevemente per a. intendo Austro, per l. Leuante, per p. Ponente, e per s. Settentrione. Adunque in queste tauole altro non harete, se non due numeri di gradi: l'un del circolo de l'altezza, e l'altro de l'orizonte, in che mese & hora che piu vi piace: i quali numeri, con l'aiuto de l’istrumento, di cui parlaremo quì di sotto, vi daranno à punto il luogo nel Cielo di quella Stella, che cercarete. Et accioche meglio intendiate, quanto v’ho detto, ve ne darò vn'essempio.

Essempio del modo de l’vfar le tauole.

POniam caso che voi il primo d'Agosto, ad hore due di notte vogliate conoscere in Cielo la imagine de lo Scorpione: primamente adunque cercarete in quella parte del libro, doue si tratta de lo Scorpione, & à i piedi de la sua fauola trouarete non solo il numero de le sue stelle per fino à la quarta grandezza; ma ancora doue ciascheduna in esso sia situata. poniam caso, ò ne la fronte, ò ne la coda, ò dou'ella sia: quiui tra tutte vedrete che le tre principali son notate con le tre lettere de l'alfabeto .a.b.c. che sono il core, il principio de la coda, e l'estremità de la coda. prenderete dunque in prima vna di queste; e sia per caso il core, che per a. è notato: e con essa entrarete ne la sua tauola, e nel primo spatio per il lungo, trouarete il mese d'Agosto, cercarcete il carattere .a. nel secondo spatio. e trouatolo, andando poi per la larghezza, fino al quarto spatio, verso la man destra, il quale spatio è disegnato per la seconda hora di notte, come si vede in fronte de la tauola, che vi è posto il numero de l'hore; in tal luogo vedrete la casetta, ne la quale saran due numeri: il primo superiore, che vi mostrarà 75 gradi del circolo de l'altezza, che è la distanza di tale Stella del core dal zenith: e ne l’altro inferiore trouarete 34 gradi con i due caratteri .a.p. che denotano che il detto 34 grado de l'orizonte è ne la quarta tra Ponente & Austro, cioè che il detto circolo de l’altezza toccarà l'orizonte 34 gradi lontan da Austro. Adunque harete due numeri, i quali per il mezo de l’istrumento detto, vi mostreranno à punto in Cielo il luogo del detto core de lo Scorpione. & in qual modo harete da seruirui de l’istrumento perfar questo; vi dirò poco di sotto: percioche solo fin quì v'ho detto quanto m'occorre, per mostrarui l'uso de le tauole. Conosciuto dunque in Cielo il core de lo Scorpione reintrarete ne la tauola detta con la seconda Stella designata per b. & è li principio de la coda; e per il medesimo ordine detto di sopra trouarete i due numeri di gradi ad essa appartenenti. Hauuta poi la notitia di questa, entrarete vltimamente ne la tauola con la terza Stella intesa per c. & è l'estremità de la coda, e parimente secondo la medesima via harete di essa notitia, per la qual cosa vi saran manifeste nel ciclo tre stelle de lo Scorpione per il mezo de le quali potrete tutta la sua imagin conoscere, peroche guardando voi la figura che harete ne le mani de la sua imagine, la quale io disegno, e figuro in carta nel luogo suo: e disponendo le parti di quella, come se le conuiene, ò verso il polo, ò lontano, come v’ho detto di sopra, e considerando il mouimento suo secondo che qniui notato trouarete, e finalmente misurando con la misura de i gradi, che quiui proportionata vi pongo, senza fatica alcuna tutta la figura de lo Scorpione vi sarà manifesta. & il medesimo dico de l’altre imagini del Cielo stellato.

Del’vso ouer modo di pratticar lo istromento necessario à la notitia de le stelle.

PEr piu commodità ho pensato che sia bene descriuerui, e figuraui quì di nuouo la medesima figura de lo istromento, che vi ho designata nel quarto libro de la Sfera del Mondo: ne la qual gia sapete, che douendosi vsar lo istrumento in piano, il punto .s. dimostra Settentrione .p. Ponente .a. Austro, & .l. Leuante: e douendosi vfar sospeso, e leuato da Terra; il punto .s. disegna il zenith, & .l. & .p. dimostrano l'orizonte. come à bastanza intorno à questo vi ho detto nel luogo suo. Onde solo di nuouo hauete da sapere, che vi fa di mestieri hauer due di que sti istrumenti: percioche in vn medesimo tempo sarà necessario vsarlo & in piano, e sospeso: come meglio quì di sotto intenderete.

Questa è la form a de lo istrumento.

Dico adunque che hauendo voi ne la tauola de la Stella, che cercate, trouati due numeri: l’vno de i gradi del circolo de l’altezza: e l'altro de i gradi de l’Orizonte; fa dibisogno che disposto che harete lo istrumento in piano, in modo che la linea .s. a. venga per il dritto de la linea meridiana, la qual gia sapete, douiate volger la tauoletta doue sono i due perforati, per fin che la mostri con l’acutezza sua il numero de i gradi, i quali hauete de l orizonte, e quiui fermarla. e ciò deue esser in quella quarta de l’orizonte denotata per i due caratteri trouati pur ne la tauola, sotto il detto numero inferiore. Trouato questo fa di mistieri sospender l’altro istrumento al dritto de la tauoletta de’due perforati del primo istrumento, che mostraua i gradi de l’orizonte, come ho gia detto, e poi volger la tauoletta de i due perforati del detto secondo istrumento, fin che la mostri con la sua acutezza il numer de i gradi che hauete gia del circolo de l'altezza, allhor fermandola, e posto l’occhio destro al perforato di sotto, vedrete per il perforato di sopra la Stella che cercate. Et accioche più manifesto vi sia quanto v’ho detto, ve ne darò vn essempio; poniam caso che voi vogliate vedere il core de lo Scorpione, ne le calende d'Agosto, su l’hore due di notte; voi gia per la tauola hauete trouato, per il modo, che di sopra v'ho detto due numeri di gradi, l'vno 75 nel circolo de l’altezza, e l'altro 34 de l’orizonte, insieme con i caratteri .a.p. posto dunque; il primo istrumento in piano nel modo, che io v’ho insegnato, quando disopra si trattò di tal maniera nel quarto libro de la Sfera del Mondo; Volgerete la tauoletta de i due perforati, denotata ne la figura de lo istrumento per o.x. per fin che ne la quarta che è tra’l punto .a. & il punto p. cioè tra Austro e Ponente, la vi mostri con la sua acutezza il numero de i 34 gradi, e quiui fermatela. E di poi preso il secondo istrumento, quello sospenderete, ponendolo per il dritto à punto de la linea, che è nel mezo per la longhezza de la tauoletta de gli due perforati del primo istrumento, e volgendo poi la tauoletta de i due perforati del secondo istrumento alzandola, ouero abbassandola per fino che la vi mostri con la sua acutezza nel circol de l'altezza, cioè nel circol de l'istrumeto, il numero 75 gradi trouati già ne la tauola: e quiui allhora fermatola, posto l’occho destro nel perforato di sotto vedrete per il perforato di sopra il core de lo Scorpione, che voi cercauate, & hauete d’auertire, che sempre quel perforato de la tauoletta del sospeso istrumento deue esser di sopra, il quale è in verso la quarta del primo istrumento la qual quarta si disegna per le due carattere, come v'ho detto, che nel caso nostro erano a.p. cioè la quarta tra Austro, e Ponente.

Di alcune cose che si deuono auertire nel detto libro de le stelle.

PRimamente hauete à sapere (si come anchora v’ho accennato di sopra) che non tutte le stelle che figuran le imagini celesti, ho poste ne le lor figure; peroche in alcuna imagine, per esseruene gran moltitudine, harian forse fatto qualche confusione, per la breuità de lo spacio de la carta, in cui figurar si deuono. Ho adunque lasciate indietro quelle de la quinta, e de la sesta grandezza, & alcune de la quarta manco famose. e tanto piu arditamente l'ho fatto, quanto che à la mia prima intentione questo non porge molto impedimento: essendo che altro non cerco in questo libro, se non che voi cognosciate su in Cielo ciascheduna de le 48 imagini stellate; non con quella minutezza che si ricercarla à i piu curiosi Astrologi inuolti continuamente in quella parte d'Astrologia, che chiaman iudiciaria ma al quanto più in vniuersale; à che di lungi son bastanti le stelle fino à la quarta grandezza. Et oltre à questo, à ciò ma spinto ancora, che quando alcun pur volesse la cosa più minutamente sapere, può con quello istesso ordine, che ho osseruato io in questo libro; far il medesimo de l’altre stelle, che ne restano in dietro. però quanto à questo mi basta di hauer lor mostrata la via.

Voglio che sapiate ancora che queste stelle, che io v'ho detto, piu principali, e piu chiare, che io considero fino à la quarta grandezza; tutte ho notate à i piedi de le tauole di qual si voglia imagine. ho notato dico, ciascheduna con vna lettera de lo alfabeto: e quest' ho fatto, accioche poi ne le figure le riconosciate, e sappiate distinguere l'vna da l'altra. poniam caso, quella che sarà ne la testa , da quella che sarà nel braccio, e cosi de l’altre parimente. Ben è vero che poi ne le figure ho posto molte volte alcune stelle piu, le quali à i piedi de le tauole non ho numerate: e conseguentemente tali stelle non son notate con lettera d’alfabetto: e questo ho fatto perche per la breuità de la carta, tanta moltitudine di caratteri de l'alfabeto farebbe in molte figure non poca confusione: ma ho auertito di far questo in quelle stelle, le quali facilmente possa considerarsi in che parte sieno de l'imagine, per la vicinanza di alcune altre con il caratter notate: come il tutto benissimo comprenderete, senza che io piu in ciò mi distenda. Ancora non ho voluto come fa Iginione le dette figure dipingere i membri di quegli animali, che i Poeti han finto esser nel Cielo: perche ancora che ciò facesse al quanto di vaghezza à l’occhio; nondimeno offuscarebbe ancor parimente le stelle, o farebbe non poca confusione: & io ho piu tosto voluto hauer riguardo à la chiarezza de la figura, che à la vaghezza de l’occhio; essendo il mio primo intento, mostrar quelle figure piu distintamente ch’io posso, e nel modo che le sono, sendo elle sol di stelle adornate senza braccia ne piedi, come ciaschedun puo vedere.

Dipoi, di quelle stelle ancora, le quai io dispongo in figura (che gia v’ho detto, che non passan la quarta grandezza) io parimente non ho fatte le tauole per ciascheduna: prima perche io vedeuo, che volendo far questo saria moltiplicato il volume di sorte che haria generato piu tosto fastidio che altrimenti. Dipoi io conosceua molto bene, che per la notitia d’vna imagine in Cielo, assai eran bastanti tre stelle le principali: però che sapendo quelle tre, & dipoi considerando la figura disegnata nel libro, & adattandola in Cielo, e trouandola corrispondente, ageuolmente veniua à manifestare integramente la imagine ancora, e massimamente con l’aiuto de la misura, la quale ho posto in ciascheduna figura à quella proportionata, come disopra vi ho notato à bastanza. adunque per tre stelle solamente, le piu famose di ciascheduna imagine, son composte le tauole come v’ho detto.

Hauete ancora d’auertire, che in ciascheduna figura ho posto, e notato quella parte, che è verso’l polo nostro, et insieme ho notato e da i piedi, e dal capo de la figura in che parte la imagin si muoua per il mouimento del primo mobile, e non ho fatto questo, dicendo da la destra parte verso la sinistra, ouero per il contrario: peroche per il diuerso vostro situarui, rispetto al Cielo, & ancora per il diuerso sito che potrebbe hauer tal imagine in Cielo, rispetto al zenith vostro, potrebbe spesso questo ingannarui: & vna medesima parte de la imagine esserui quando destra, e quando sinistra: però io in vece di dire da la destra inuerso la sinistra, ò per il contrario; ho notata quella parte, donde l'imagin mouendo si parte, con questa parola DONDE.e quell’altra parte verso la quale ella si muoue, ho nominato VERSO DOVE. e da questo non può nascere errore. Adunque voi potete adattare la figura su in Cielo, e considerare che parte sia verso'l polo, e qual parte da quel lontana, e da che parte, è verso che parte si muouin quelle stelle, che quiui si truouatio; e con la misura che quiui trouarete misurare, e distinguer le distantie tra l’vna e l'altra: auertendoui però che quella misura che quiui si truoua, non serue a misurar la distanza de le stelle dal polo; peroche il polo da molte imagini è distante per più che per 90 gradi: & anchora perche io ne la figura non ho posto il polo: ma solamente notato verso che parte egli venga.

E da notar parimente, che doue ne le casette, che son ne le tauole, trouarete segnato zero: dimostra se ciò è nel circol de l’altezza, cioè nel luogo del numero superiore, che quella tale Stella non è punto per alcun grado distante dal zenith, anzi è nel zenith stesso, e se il zero sarà nel luogo del numero inferiore appropriato al circol de l'orizonte, denota che il circolo de l’altezza tocca l’orizante non in alcuna de le quattro quarte; ma, in vno de i due detti punti principali de l’orizonte, secondo il carattere che sotto solo gli sarà posto; che sarà ouer .a. ouero .s. cioè il punto d’Austro ouer di Settentrione: peroche in quel caso non occorre poruene due, essendo allhora il circolo de l’altezza fatto vn medesimo col meridiano; come per voi stessa potete considerar facilmente.

Oltre a quello voglio che sapiate, che quando trouarete ne le tauole alcuna de le dette casette vote e di numeri, e di zero; ciò vi dimostra che in quella hora la Stella che cercate veder non si può: peroche gli è impedita la luce sua da i raggi del Sole, che ò vicino l’orizonte, ouer sopra la Terra si truoua, e questo accaderà molte volte: perche le tauole son fatte per fino a le 12 hore, dopo il tramontar del Sole; accioche possino seruire ad ogni mese de l'anno, si come si vede in fronte di quelle: e molti mesi sono, ne i quali auanti a le 12 hore si leua il Sole sopra la terra è conseguentemente con lo splendor suo fa sparir la luce de l'altre stelle. Basta dunque che le case vote mostran che le stelle a le quali le corrispondano; per il detto impedimento veder non si possano. E se trouarete ne le dette casette notato, e scritto sotto l’orizonte vi dimostrarà che in quel punto quella stella non si troua sopra il vostro orizonte, e conseguentemente veder non la possiate.

Dubitarete forse, che essendo alcun mese nel quale la notte si stende nel clima nostro per fino a le 15 hore e più: & in alcuni altri mesi fino a le 14 & a le 13 prima che la luce del Sole habbia forza auicinandosi a l’orizonte, di spegnere il lume de l’altre stelle; parea per questo ragioneuole, che in tali mesi deuessen le tauole esser fatte per più hore, che per 12. A questo vi rispondo, che quel che mi ha mosso a non curami di questo: è nato da due cagioni principali: l’vna è, perche volendo io hauer rispetto particularmente ad ogni hora di qualunque mese, mi bisognaua far per ciuschedun mese vna tauola appartata: & cosi veniua a moltiplicarsi l’opera, per dodici, quasi che indarno. onde molto meglio mi è parso di voler fuggire il fastidio, e la confusioue, che harebbe fatto vna tal moltiplicatione di tauole; che hauer rispetto à due ò tre hore, in due ò tre mesi di tutto l’anno. L’altra causa, che à far questo m'ha dato ardire, è che hauendo io fatto questa operetta, principalmente in seruitio vostro (Bellissima Madon. Laudomia) mi è parso assai verisimile, che in quelle due hore inanzi giorno, nel Decembre, e nel Gennaro non vi sia molto commodo leuarui del letto à contemplar le stelle del Cielo: essendo che nel resto de l’anno, e ne i mesi piu temperati, e piaceuoli potiate ciascheduna imagine del Cielo conoscer benissimo. E tanto piu, che il piu delle volte Decembre, e Gennaro vanno nubilosi, e vestiti di pioggie, e di nebbie, e poco atti a tali osseruationi. come si vede manifestamente.

Miresta solo che sappiate, che per fuggire vna longhezza inconportabile, non ho voluto far le tauole per tutti i giorni de l'anno distintamete, ma solo ho tolte le calende de i mesi. E tanto piu arditamente ho fuggita questa tediosa lunghezza, quanto che perciò punto non s’interrompe il mio primo proponimento: il quale è che uoi per mezo di questo libro potiate nel ciel conoscer le 48 imagini del Cielo stellato. E questo vi verrà fatto benissimo: peroche hor ne le calende d’vn mese, & hor ne le calende de l'altro potrete osseruar qual imagin più vi aggrada tante volte, che facendouela familiare dipoi senza più bisogno di tauole ò di altra simil consideratione, per se stessa in ogni tempo vi sarà manifesta. E se per sorte ne le calende d'alcun mese sarà coperto di nuvole il Cielo; non è verisimile che le calende di tutti gli altri mesi sieno parimente di tai nebbie ò nuuole nascoste e velate. Et oltre a questo quando voi ben voleste seruirui de le dette tauole in alcun giorno non molto lontano da le calende d'alcun mese, non ve ne seguirà molto sensibile errore, se si tolle quel giorno de le dette calende, per il giorno a quelle vicino. E se pur alcuno essercitato ne le scientie di Matematica sarà desideroso di poter far le medesime, osseruationi, in ogni giorno che ben gli metta io gli mostrarò la via per la qual si potrà quasi seruire di questo libro e di queste tauole in ogni tempo de l’anno. E questa è, che gli entri ne le tauole con le calende che precedano al giorno nel quale ei desidera far la detta osseruatione e dipoi vi entri con le calende che seguano al detto giorno, et vegga la differentia che è tra le due dette calende, nei numeri che si han da trouare e di tal differentia pigli la parte proportionale, secondo la proportione del numero del giorno suo a tutto il mese, cioè che se il giorno sarà il 15 d'Agosto; entri ne la tauola con le calende d’Agosto, e prenda li numero che gli viene, ouer nel circol de l’altezza, ouer nel circol de l’orizonte, secondo che ci vuol considerar più l'vn che l'altro. E di poi il medesimo faccia con le calende seguenti, che sono di Settembre, e prenda parimente il numero de i gradi, ò de l’altezza, ò de l’orizonte, secondo che ei lo tolse ne le prime calende, e di questi due numeri hauuti ne le due calende consideri la differentia, la qual se poniam caso, sarà quattro gradi prenda vna parte di essi proportionale, secondo la proportion di 15 à 31 peroche è il 15 giorno d’Agosto, & egli ha 31 giorni, e gli verrà quasi due gradi. dico quasi, perche se Agosto hauesse 3o giorni gli verrian due gradi a punto: perche la medesima proportione ha 2 a 4 che gli ha 15 a 30 che è proportion subdupla. quel dunque che gli verrà aggiugnerà, ouero diminuirà al numero che trouò ne le tauole per le calende d’Agosto, secondo che ò maggiore, ò minore serà il numero trouato ne le calende d'Agosto, di quel che ei trouò ne le calende di Settembre. E per dir breuemeute segua l’ordine & il modo, che pone, Alfonso ne la 11 propositione de le sue tauole, la qual è fondata ne la propositione 16 del sesto libro d’Euclide: nel qual modo non mi distenderò altrimenti, perche quegli che non sono essercitati in tali studij, non m’intenderebbono: e gli altri che essercitati ci sono, hanno tal cosa per molto chiara, trita, e familiare: & oltre à ciò, posson questo vedere in detto Alfonso, ne l’allegata propositione, doue ampiamente tratta di tal cosa: auertendo però, che fa di mestieri, quel la Stella, la quale si cerca, sia e ne le passate, e ne le future calende sopra la Terra: peroche se ne l’vne di quelle calende, ouero in ambedue, la fusse sotto l'orizonte; tal regola de la parte proportionale non hauria luogo: e cosi ne seguirà, che queste tauole saranno vniuersali, quasi a tutto’l tempo de l’anno.

Non vò che mi si scordi ridurui a memoria vna particolare auertenza che nel libro de la Sfera del Mondo parimente vi feci notare: et è che cosi ne i libri di detta Sfera, come in questo libro de le stelle non mi son curato di render la cosa cosi minutamente osseruata che passi la minutezza d'vn grado: anzi ho sempre tolto qual che è da i 30 minuti fino a i 60 per vn grado: & quel che è da l’vn minuto fino a i 30 per nissun grado, peroche non può accader per questo cosi sensibile errore, che io lo stimi d'importantia a la notitia di tai cose, che hauete ad hauer voi, per cui solamente non per altra cagione mi son tolta questa fatica. Onde ne segue, che non curandomi io de la minutezza di vn minuto; non può porger per quanto è per durar l'età nostra, impedimento alcuno a questo libro il tardo mouimento. che le stelle fisse hanno lor proprio, che in molte decine d'anni non si muouan propriamente pur vn sol grado da Ponente a Leuante: come nel libro de la Sfera del Mondo vi ho detto a bastanza.

In quanti modi si può pigliare errore ne le dette osseruationi, che si hanno da fare per la notitia de le stelle fisse.

MI souiene ancora (accioche in tali osseruationi potiate esser diligentissima) l’auertirui, e manifestarui da quante cause possa nascere errore per il quale vi accada che non vediate cosi a punto la Stella che cercarete per i perforati de l’istrumento secondo che si è detto disopra ma la veggiate alquanto variata: e queste sono. Primamente può nascer tal variatione, per esser i due numeri trouati ne la tauola, non precisamente nel fin de i gradi: peroche già v’ho detto poco di sopra, che io non considero in questo libro gli spatij, e le quantità più minutamente che per gradi, pigliando la parte del grado per il grado che più gli è vicino: ma tal causa può esser di pochissimo & insensibile errore. La seconda causa può esser dal non far l’osseruatione ne le calende de i mesi: peroche già sapete che per le calende son fatte le tauole: ma ancor questa causa non saria di molta importantia, quando il giorno de l'osseruatione fusse vicino a le calende: ma essendo lontano bisognaria proceder per la parte proportionale, come di sopra v’ho detto, altrimenti accaderia errore alquanto più notabile, quantunque non molto. La terza causa può esser di maggiore importantia, e sarebbe quando l’hora de la vostra osseruatione non fusse guistamente, e da giusto horologio considerata; ouer quando l'osseruation fusse fatta tra hora & hora. La quarta cagione, e la quinta sarieno; l'vna quando la linea del meridiano non fusse stata segnata giustamente, e l’altra, quando gli istrumenti non fusser giusti, ouero non fusser posti, e tenuti, ò vsati come v’ho detto che far si conuiene. La sesta & vltima cagione, da la qual possa nascer errore; sarebbe quando voi ne l’osseruatione poneste molto tempo, talmente che la stella che voi cercate in quel mezo si fusse fatta sensibilmente più occidentale, che prima non era. Onde volendo voi che quanto v’ho detto disopra, à punto vi riesca verissimo e certo; vi fa di mestieri d'hauer auertenza a ciaschedun di questi sei accidenti, ò casi, da i quali può nascer errore. Il che facendo, non e dubio alcuno, che il tutto a punto vi procederà senza quasi vn minimo fallo.

Per qual via, e con che arte sieno composte le tauole del presente libro, cioè come l’Auttore habbia trouato, e saputo in qual si voglia hora le distantie de le stelle dal zeniih, e parimente doue il circol de l’altezza tocchi l’orizonte.

SArà forse alcuno cosi curioso, che desideraria sapere come io habbia conosciuto in qual si voglia hora di notte, la distanza de le stelle (per cui son fatte le tauole) dal nostro zenith, nel circolo de l’altezza, & in che luogo il detto circolo venga a toccare il nostro orizonte. Onde io, quantunque; per molte vie saper ciò si possa; nondimeno non vò mancar breuemente di fargli palese, che modo speciale io habbia tenuto in far questo. Io primamente considerauo se la stella, di cui ceruauo l'altezza ne l’hora che io la voleuo; fusse ancor peruenuta al circolo del meridiano il che difficil non era, sapendo io l'hora del nascimento suo, e l’arco suo semidiurno con l’aiuto de l’Astrolabio: & ancor per il pronunciato 92 di Pietro Appiano. caso che de l’Astrolabio io non mi fidasse a ha bastanza. altre vie ancor ci sono da trouar questo, che non importa che io dica al presente. Trouando dunque che ella fusse a punto nel meridiano, trouauo poi la declination sua da l’Equinottiale per il 85 & 86 pronunciato del detto Appiano, benche per questo ancora non manchin molte altre vie: la qual declination saputa, & insieme la declination del zenith, che sempre è vguale a l’altezza del polo; sottratta l'vna da l’altra, ouero aggiunta l’vna con l'altra, secondo che facea di mestieri; mi veniua la distanza di detta stella dal zenith, nel circol de l’altezza: il qual circolo essendo in questo caso il medesimo col meridiano: veniua ad intersecare l’orizonte nel punto ò d'Austro, ò di Settentrione, secondo che la Stella era dal zenith a Settentrione, ouero ad Austro inchinata. Ma trouando io che la Stella fusse fuor del meridiano: di alquanto più fatica facea dibisogno. E per che meglio io sia inteso formarò la presente figura.

Ne la qual figura il meridiano si denota per il circolo a.f.c.d.b. & b. sarà il polo settentrionale, & o. l’australe, a. il zenith: f.e.g. l’Equinottiale c.e.d. l’orizonte & vna quarta del circolo de l’altezza sarà a.m.n.e. la stella, de la quale io vò trouar la distanza dal zenitih, sia posta per caso in m. Hor io ho da cercar parimente l’arco a.m. che è la distanza de la Stella dal zenitih la qual per caso pongo che sia orientale dal meridiano. E dipoi ho da trouare l’arco c.n. che è la distanza. secondo la quale il circol de l’altezza a.m.n. tocca l’orizonte c.e.d. lontano dal punto c. che è il punto australe: peroche la Stella in questo caso pongo che sia australe dal zenitih. Hor’io adunque ho da sapere l’arco a.m. et l’arco .c.n. & procedo cosi. In prima io per il pronunciato 86 d’Appiano so la declination de la Stella da l’Equinottiale, che è l’arco .h.m. dipoi per il pronunciato 98, verrò a sapere l’arco m. n. che è l'altezza de la Stella, il qual arco sottratto di 90, mi rimane l’arco a.m. che è la distanza dal zenitih di essa Stella, il che cercauo primamente. Dipoi per il pronunciato 99. haurò la notitia de l’arco .c.n. che è quel che secondariamente cercauo. Non altrimenti procederei, se la Stella fusse settentriotiale, ouero verso Leuante, ò verso Ponente, ò come la si fusse. Questo medesimo senza l'aiuto di Pietro Appiano si può parimente sapere per il mezo de la propositione 17 18. & 19 del quarto libro de i triangoli del Monteregio; e parimente per la 13 14 e 15 del primo libro di Gebro, & anco secondo la via del primo settore, e del secondo, posta da Tolomeo nel primo libro del suo Almagesto, ancor che assai piu lunga, e piu difficil via fusse questa di Tolomeo. Ma molto piu ageuolmente si puo ciò sapere con l’aiuto de l’Astrolabio, quando il detto Astrolabio fusse tale, che confidar altri vi si potesse, come si puo veramente nel lib. di Stoflerino, che ei fa de l’uso de l’Astrolabio, e massimamente ne la 9 propositione, e ne la 433 & in altre ancora, che per non esser lungo in questo, lascio da parte; percioche à quegli che punto han tocca la scorza de le scientie de Matematica, tai cose son familiarissime e trite, & à gli altri, quantunque io lungamente in cio mi distendessi, & m’ingegnassi di ageuolar la cosa, nondimeno sarien sempre fosche, e (per dir cosi) inintelligibili.

DE L’ORSA MINORE, OVERO CINOSVRA, Imagine Prima.

QVESTI, che trattano de le fauole, son diversi infra di loro intorno à quel che dicono de l’Orsa minore. Alcuni vogliano, ch’ella sia Calisto figlia di Licaone. Altri fra i quali e Diodoro, dicono che fu uno de i Cureti, à i quali fu dato à nutrire Gioue: ma io per piu ragioni m’accostarei piu tosto à l’opinion di coloro, che afferman che l’Orsa minore fu una di quelle Ninfe, che nel monte Ida in Creta diedero il latte à Gioue, il nome de la qual Ninfa fu Cinosura: e per tal merto poi fu da esso Gioue nel Cielo vicina al polo artico collocata, & ha sette stelle, le quali compongono una certa figura, che s’assomiglia ad un carro, percioche cinque di dette stelle fan la figura del carro, e l’altre due, che vengano al pari, denotano i buoi che lo tirano: onde volgarmente anco ella è chiamata la figura del carro. & un’altra imagin, che non molto è da essa lontana, ciamano il guidator de i Buoi, come diremo al luogo suo. Ne penso io gia di volere cosi in questa fauola, come ancora ne l’altre, che io ho da raccontarui, togliendo via il velo de la fauola manifestar le historie e la vertità, che sotto gli si nasconde: Prima perche ciò non fa al mio primo proponimento: e dipoi per essere in ciò differentissimi gli scrittori, che trattan di cotal cosa: tal che punto di vero ne la maggior parte di queste fauole saper non si puote, come di cose troppo lontane da i tempi nostri: ben è vero che per esser la historia il fondamento de la fauola, & il vero di quella, secondo Aristotile ne la Rettorica sua; per questo non è punto da dubitare che tai fauole non sieno edificate, e costrutte sopra la stessa verità de i gran fatti di quegli quasi nuoui huomini nel Mondo: oltre che da buona parte di quei gran filosofi antichi erano le scientie stesse sotto l’oscuro velame de la fauole, per piu ragioni (che non v’importa che io vi dica) trattate e descritte, come si vede in Platone in piu luoghi, e massimamente nel Fedone, doue sotto figura e coprimento di fauola, de l’anima istessa disputa. Et altri ancora fecero il medesimo di che par che gli renda Aristotile nel proemio de i suoi libri de l’anima. Di queste tai cose non fa mestieri ch’io vi parli; peroche hauendo à renderui io la ragione, per che le imagin del Cielo sieno, & à questo & à quel gran fatto applicate; basta sol che io vada seguendo le fauole, poco hauendo cura del resto. Sono adunque ne l’Orsa minore sette stelle, de le quali nessuna tramonta giamai nel clima nostro, e son queste.

a Vna ne l’estremità de la coda, e questa osseruano i nauiganti, per esser la piu vi cina al nostro polo di tutte l’altre 3 grandezza.

b In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, & è vna di due che son ne la spalla sinistra 2 grandezza.

c L'altra di dette due ne la spalla medesima 2 grandezza. d Quasi nel mezo de la coda 4 grandezza. e Ne l’appiccatura de la coda 4 grandezza.

f In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, & è vna di due, che son nel fianco sinistro 4 grandezza.

g L'altra di dette due nel detto fianco 4 grandezza. Come queste stelle sien disposte fra di loro, si puo veder ne la figura prima, con la tauola prima. De l’Orsa maggiore, qual molti domandano, Arturo.Imagin seconda.

CAlisto figlia di Licaone Re d'Arcadia, dopo la mala fortuna del padre suo, il qual per le grandissime crudeltà ch’egli vsaua, da Gioue in Lupo fu trasmutato, si diede à i seruigi di Diana, facendo voto di virginità, e poco dapoi fu da Gioue con inganno stuprata, il qual gia di lei s’era acceso di amore. Diuenuta adunque Calisto grauida, di Gioue, e cominciando gia il ventre cresciuto à dar sospetto del suo peccato, rifiutò di lauarsi ignuda insieme con l'altre Ninfe, e con Diana come prima far solea; per la qual cosa accortasi al fin Diana del commesso sallo, scacciandola dal casto suo choro, palesò il fatto à Giunone moglie di Gioue: la qual di subita ira accesa contra la sua concubina, quella in orsa trasmutò: hauendo ella gia partorito Arcade, il quale venendo ne gli anni, e trouandosi vn giorno in caccia, fattasegli inanzi l'Orsa, che era la madre sua, quella non conoscendo cominciò coi dardi à perseguitare: onde Calisto non potendo con parole fargli chiaro chi ella fusse: si risoluè di fuggire nel tempio di Gioue Liceo: ne mancò Arcade di seguirla dentro contra la lege, che l’entrare in quel tempio vietaua. 0nde corse subito il popolo per ammazzare & Arcade e l'Orsa: e l’harria fatto. se non che Gioue ricordatosi del piacer che egli hauea hauuto di Calisto, mossosi à pietade tolse l’vno e l’altro dinanzi à la furia, & in Ciel gli pose assai vicino al polo boreale: l’uno, cioè Calisto, domandorno poi l'Orsa maggiore; & Arcade fu chiamato Boote, ouero 0 il vociferente: perche par ancor quiui che ad alta voce gridi correndo dietro à l’Orsa, come in Terra faceua. Alcuni altri lo chiamano guardiano de l’Orsa, e molti guidator de i Buoi; come diremo al luogo suo. Questa Orsa maggiore volgarmente è chiamata il carro maggiore: peroche sette stelle principali, che in lei sono, fanno una figura simile ad un carro. Sono in tutto esse stelle 27. de le quali queste sono le 12 principali.

a Ne la estremità de la coda 2 grandezza. b Ne la schena, in un’angolo de la figura quadrilatera. 2 grandezza. c Ne la sinistra coscia, in un’angolo de la figura detta 2 grandezza. d Nel mezo de la coda 2 grandezza. e Ne l'apiccatura de la coda 2 grandezza. f In vn fianco, ne la figura quadrilatera 2 grandezza.

g Poco disopra al principio de la coda, ne la detta figura quadrilatera 3 grand. h Nel pie sinistro di dietro 3 grandezza.

i Nel detto piede 3 grandezza. K Vna di due che son nel pie destro di dietro 3 grandezza. 1 Nel pie sinistro dinanzi 3 grandezza, m Nel detto piede. 3 grandezza. Come sien disposte queste stelle si può vedere ne la figura seconda con la tauola seconda. Del Drago, Imagin 3.

DVe opinioni, tra le più degne di fede, son di que l Drago, che è posto nel Cielo, tra le due Orse rauuolto. L’vna è che hauendo Giunone ne le estreme par ti di Occidente vn’horto eccellentissimo, & accadendo spesso, che le figlie d’Atlante quiui vicine vi entrauan nascosamente a furare i pomi che vi erano; ella per riparare a questo, vi pose a guardia vn Drago, il qual nimico del sonno teneua continuamente gli occhi aperti guardando d’ogn’intorno, che alcuno nel giardino non entrasse. Accadde poi, che arriuando Hercole in queste parti, fu da esso il drago occiso valorosissimamete: onde Giunone per rimeritarlo de la diligentissima guardia, che fatto haueua, viuendo lo tolse nel cielo, e tra l'vna e l’altra Orsa lo pose: tal che par ancor che si difenda contra Hercole veggendoselo intorno ancor nel Cielo, come diremo. Altri vogliono che combattendo Minerua contra i Giganti; essi per difendersi le posero innanzi vn Drago dismesurata grandezza: onde Minerua veggendolo, presolo con vn braccio lo scagliò via con tanta forza, che peruenuto fino al cielo quiui si fisse: onde è, che cosi ritorto, e rauuolto lo veggiamo, come se pur hora fusse quel caso accaduto. Sono in tutto nel Drago stelle 31, de le quali le 13 più famose son queste.

a Sopra i occhio destro 3 grandezza. d Ne la sommità de la testa 3 grandezza. l Vna di tre che son nel collo, in vna linea retta. 4 grandezza. m L’vltima di dette tre 4 grandezza. n L'altra di dette tre 4 grandezza. e Nel ventre 4 grandezza. f Nel ventre 4 grandezza. a Ne lo stregner del ventre 3 grandezza. g Nel principio de la coda 3 grandezza. h Nel torcer de la coda 3 grandezza. i Nel seguir de la coda 3 grandezza. K Appresso al fin de la coda 3 grandezza. c Ne la estremità de la coda 3 grandezza. Che figura faccin le dette 13 stelle, si può conoscere ne la figura terza, con la tauola terza. Di Cefeo, Imagin quarta.

Cefeo fu Re di Ethiopia, la cui figlia Andromeda sendo per sententia di posta a diuorare in sul lido del mare al mostro marino: fu da Perseo, il qual tor naua vittorioso da la speditione contra le Gorgone, veduta e liberata dal mostro, & vltimamente sposata, acconsentendo a tai nozze il padre de la giouene Cefeo, e la madre Cassiopea: onde Perseo, essendo poi per i suoi gran fatti posto nel Cielo, ottenne gratia dal padre Gioue di hauer seco appresso la suso la moglie sua con il suocero, e con la suocera, come diremo al luogo loro. Cefeo dunque ha in tutto 11 stelle, de le quali otto le più importanti, sono queste.

a Nel pie destro 4 grandezza b Sopra la destra spalla 3 grandezza. c Nel capello, in mezo di due altre 4 grandezza. d Nel pie sinistro 4 grandezza. e Ne la cintura, quasi appresso a la schena 4 grandezza. f Sopra al destro gombito 4 grandezza. g Sotto al destro gombito 4 grandezza. h Nel braccio sinistro 4 grandezza. Qual disponimento sia di queste stelle si vede ne la figura 4 con la tauola 4. Di Boote, ouer guardiano de l’Orse, Imagin quinta.

GIà habbiam detto, quando trattammo de l’Orsa maggiore, che hauendo Calisto di Gioue conceputo e partorito Arcade; sendo poi ella in Orsa conuersa, il figlio suo già ne gli anni venuto, trouandosi vn giorno in caccia, e venendogli a l’incontro l’Orsa madre sua, quella non conosendo perseguitò co i dardi fin dentro al tempio di Gioue Liceo: per la qual cosa il popolo di Arcadia harebbe e l’vno e l’altro ammazzati; se non che Gioue, togliendogli lor dauanti ambidue pose nel Cielo: doue Arcade fu poi da molti Arturo chiamato, e da molti altri Boote, pero che ancor su in Cielo par che ad alta voce perseguiti l’Orsa. e di quì è che altri ancora lo domandano guardian de l’Orsa, essendo che cosi quiui è situato, che par che quella osserui attamente: Dai i volgari e chiamato guida de i Buoi che tirano il carro, e la ragion v'ho detta quando trattammo de l'Orsa minore. Sono adunque in esso Boote 22 stelle: ma di 11 solo farò mentione, come principali, e son queste.

a Tra le due coscie, e si domanda Arturo prima grandezza. b Sopra la spalla sinistra 3 grandezza. c Ne lo stinco sinistro, vicina à due altre stelle 4 grandezza. d Ne la testa 4 grandezza. e Sopra la spalla destra 4 grandezza. f Nel mezo de la mazza che egli ha in mano 4 grandezza. g Ne l’estremità de la mazza che tocca vn pie d'Hercole 4 grandezza. h Sotto il braccio sinistro 4 grandezza. i Nel mezo de la schena 3 grandezza. K Ne la cintura 4 grandezza. l Ne la gamba destra, appresso al ginocchio 3 grandezza. Come sien figurate nel Ciel queste stelle, si puo vedere con l'aiuto de la figura quinta, e de la tauola quinta. De la corona d’Ariadna, Imagin 6.

QVegli, l'opinion de i quali intorno à la corona d’Ariadna par che più si seguita; dicono che essendo stato mandato Teseo da gli Atheniesi in Creta al Minotauro; Ariadna figlia del Re Minos, e sorella del Minotauro, diuenuta già di Theseo innamorata gli mostrò la via che egli tener douesse per ammazare il Minotauro, con patti però che egli in premio di questo la sposasse, e menasse seco in Athene. Succedendo adunque felicemente l'abbatimento suo col Minotauro, posta Ariadna in naue, secretamente di Creta si partì: e peruenuto di prima ve la à l’Isola di Nasso, secondo Lattantio Firmiano, & Iginio; quiui la notte venente lasciata Ariadna sepellita nel sonno senza altro dirle, date le vele à i venti, se ne ritornò in Athene. Suegliata adunque la giouane, e veggendosi abbandonata lungamente seco pianse e si dolse con quelle ò silmili parole che si leggono appresso di Catullo: tal che riempiendo di strida il lido d'ognintorno; auenne che Baccho per quei mari à sorte nauigando, al suon di quei lamenti si trasse la doue'ella era, e veggendola bellissima, subito accesosi de l'amor suo la tolse per moglie. E dopo alquanto tempo dipoi, innamoratosi egli de la figlia del Re de gl'Indi; diede cagione ad Ariadna di dolersi e lamentarsi assai lungo tempo; per fino che egli con carezze poi, e con abbraciamenti la mitigò: e per più gratificarsele, pose in Cielo quella corona, che seco haueua Ariadna, la qual gia hauendo fatta Vulcano con grande arte, à Vener donata l’haueua, e Venere parimente ad Ariadna n’haueua fatto dono. pose adunque Baccho questa corona nel cielo, adornandola di 8 stelle, de le quali queste son le sei più lucide e chiare.

a La più splendida di tutte 2 grandezza. e Appresso à la splendida 4 grandezza. b Appresso à la splendida da l’altra parte. 4 grandezza. f Dopo questa 4 grandezza. d Dopo questa 4 grandezza. c L’vltima di tutte 4 grandezza. Per la figura 6 si vede come disposte sieno suso in Cielo, con l’aiuto de la tauola 6. Di Hercole, Imagin settima.

GIà di sopra v'ho detto che Hercole per comandamento di Euristeo andò a l’horto di Giuno ne ne l’ultime parti di Ponente. per portar di quei pomi ad Euristeo; e quiui trouato il Drago che gli guardaua, però che le figlio di Atlante eran prima solite di furare nel detto horto, combattendo con esso lo vinse e l’uccise onde Giunone per rimeritare il Drago de la buona guardia, che viuendo hauea fatta, lo pose nel Cielo, come habiam detto. E Gioue essendo à guardare il valor d’Hercole suo figlio, prese tal piacere di quello abbattimento, che volse che ne stesse in Cielo sempre l’imagine. onde Hercole come veggiamo, è situato su in Cielo in maniera, che par che continuamente combatta col Drago: però che sta posato in sul ginocchio destro, e col braccio destro leuato in alto, hauendo in man la mazza, e porgendo con la man sinistra innanzi la pelle del Leone per difendersi. Non mi è nuouo che alcuni vogliano che questa imagin nel Cielo non sia d’Hercole, ma di Teseo, il qual con ogni suo sforzo s’ingegni d'alzar la pietra, sotto la quale Egeo padre suo hauea posta quella spada, che egli volea, che prima Teseo di sua mano alzando il sasso tolesse, che egli andasse in Athene. Et ancor so che à molti piace che non sia in Ciel ne Hercol ne Teseo, ma in cambio loro Licaone padre di Calisto, il qual lamentandosi de i casi de la figlia in Orsa mutata, preghi, inginocchiato con le mani alzate al Cielo, che gli sia restituita de figlia. Ma la prima opinione ha più degni scrittori, che la fauoriscano. Hercole adunque ha in tutto stelle 18 de le quali queste sono 11 le più splendenti.

a Ne la testa 3 grandezza. b Ne la spala destra 3 grandezza. c Ne la coscia sinistra 3 grandezza. d Nel braccio destro 3 grandezza. e Ne la spalla sinistra 3 grandezza. f Nel lato destro 3 grandezza.

g Vna di tre, che son ne la man sinistra, doue tien la pelle del Leone 4 grandezza. h Ne la coscia sinistra 4 grandezza.

i Ne la coscia destra 4 grandezza. K Ne l’estremità del pie destro, & è quella che è nel fine de la mazza di Boote. 4 grandezza. l Nel ginocchio sinistro 4 grandezza.

Per la figura 7 si può conoscer come queste 11 stelle sien situate nel cielo, con l'aiuto de la tauola 7.

De la Lira, Imagin ottaua.

LAsciando indietro tutto quello che intorno a l’imagine stellata. che chiaman la Lira, diuersi diuersarmente dicono; appicandomi a la più diuolgata opinione dico, che hauendo Mercurio composta vna Lira di vna Testugine, quella donò ad Orpheo figliolo di Calliope, vna de le Muse, il quale de l’armonia di questo istrumento s’era estremamente inuaghiro: & in tal guisa dotto poi ne diuenne, che si facea correr dietro le selue, i sassi, e le fonti ad vdirlo. Ma scendendo poi ne l'inferno a far proua con la melodia di questa Lira di rihauer la moglie sua Euridice; quiui dicono che cantando su la Lira le lodi de tutti gli Dei, si scordò di Baccho: onde egli per vendicarsi mandò poco dopo le sue Sacerdotesse infuriate a smembrarlo, & occiderlo, mentre che in Tracia si staua vn giorno in solazzo, sonando la lira sua. Assalito adunque da quella turba di Donne, fu tutto dilacerato & ismembrato; tal che le sue Muse per più pietà raccolser le membra insieme, e le se pellirono. E la Lira, in memoria de Orfeo collocorno nel Cielo, l’adornorono di 1o stelle: e queste sono.

a Vna splendida chiamata Lira, quasi ne la testa de la Lira 1 grandezza. b Ne la schena de la lira doue quattro fanno vna figura quadrilatera 3 grand. c Nel medesimo luogo pur ne la detta figura 3 grandezza. d Vna di due, che sono appresso la splendida 4 grandezza. e L'altre di dette due a grandezza. f Ne le corde de la Lira 4 grandezza. g Vna di due, che son ne l’estremità de la Lira 4 grandezza. K L'altra de le dette due 4 grandezza. h Vna de le dette quattro ne la schena de la Lira 4 grandezza. i L'vltima de le dette quattro 4 grandezza. Qualmente su in cielo sien disposte per la figura 8 si vede insieme con la tauola ottaua. Del Cigno, Imagin nona.

ESsendosi Gioue di Nemesi caldamente innamorato, ne potendo da lei amicamente ottener l’intento suo, con inganno & astutia l'ottenne: però che fe che Vener prendesse forma d'vna Aquila, e se medesimo trasmutando in Cigno mostraua di perseguitarla volando; tal che ella fìngendo di fuggire, nel grembo di Nemesi si accolse per vna alta finestra entrata del suo palazzo. Nemesi venendogliene pietà la prese & abbraccio per difenderla dal Cigno, e tenendola cosi stretta come Vener volse, si addormi, e Gioue di Cigno, tornato ne la propria forma ne prese quel piacere, che egli ne desideraua. E per il gran diletto, ch'egli hebbe di questo fatto volse vederne memoria sempre nel Cielo, ponendoui vn Cigno. Nemesi poi fatta grauida di Gioue partorì vn’ouo, il qual Mercurio tolse, e portollo in Lacedemone e postolo in grembo a Leda, ne nacque Helena: la cui bellezza senza discrepantia alcuna fu tenuta la maggiore che mai nel mondo si vedesse. Et tale che fu bastante a solleuar in arme buona parte del mondo. de la qual dice Dante nel suo inferno Helena uiddi, per cui tanto reo tempo si valse. Alcuni altri tra i quali è Ouidio e Lattantio Firmiano, dicono che Gioue conuerso in Cigno giacque con Leda, e non con Nemesi: e che Leda partorì per questo il detto ouo, donde ne nacque con Helena insiememente Castore e Polluce. Ma sia qual si voglia più vera opiuione: basta che il Cigno è in memoria solo del gran diletto, che hebbe Gioue sotto tal forma nascosto. Sono in esso stelle 17 .fra le quali 1 1 le più resplendenti, queste sono.

a Vna splendida, che è ne la coda, et è vna de le cinque, che fanno vna croce. 2 gran. b Ne la testa ouer nel becco 3 grandezza. c Nel piegar de l'ala destra, vna de le cinque 3 grandezza. d Nel mezo del collo, vna de le cinque dette 4 grandezza. e Nel petto, vna de le dette cinque 3 grandezza. f Nel piegar de l'ala sinistra, l'altra de le cinque 3 grandezza.

g Nell’estremità de l'ala destra 4 grandezza.

h Nell'estremità de l'ala sinistra 3 grandezza.

i Nel pie sinistro 4 grandezza.

K Vna de le due, che son nel pie destro 4 grandezza. l L’altra de le dette due 4 grandezza.

Qual figura disegnino insieme queste 11 stelle su in Cielo si può sapere con la figura 9.e con la tauola nona.

Di Cassiopea, Imagin decima.

PErseo (come disopra habbiam detto) hauendo liberata Andromeda dal mostro marino, con patti però, che Cefeo e Cassiopea, de i quali ella era figlia: gliela concedesser per moglie, osseruandogli eglino la promessa, & essendo esso dal suo padre Gioue per i suoi gran fatti nel Ciel collocato ottenne d’hauere seco appresso la suso non solo la moglie Andromeda; ma i suoceri ancora Cefeo Cassiopea. E dice Sofocle, che per essersi Cassiopea data in vanto di auanzar di bellezza tutte le ninfe del mare, per la punition di questo le fu di mestieri dapoi ch'ella hauea da starsi nel cielo, distarui in vna certa maniera, che nel volgersi del Cielo le sia forza di volgersi supina, con la testa in dietro, quasi che paia che sempre in precipitio ne vada. Sono in tutto tra in essa, e ne la sedia doue ella con le braccia aperte si posa 13. stelle: de le quali queste sono le otto principali. a Ne le reni 3 grandezza.

b Nel ginocchio sinistro 3 grandezza. c Nel mezo de la sedia, doue ella resiede 3 grandezza.

d Ne la testa 4 grandezza.

e Nel fianco destro, a canto a la sedia 3 grandezza.

f In vn piede 4 grandezzaa

g Nel sinistro braccio 3 grandezza. h Nel posamento de la sedia 4 grandezza.

Come sieno queste stelle fra lor disposte, si può hauer chiaro per figura 10, e per la tauola decima.

Di Perseo, Imagin vndecima•

DAnae figlia di Acrisio fu (Come si legge) di marauigliosa bellezza dotata: onde il padre gelosissimo diuenutone, in vna forte e ben guardata Rocca, con gran diligentia la custodiua: di che ella quel dolor si pigliaua, che farebbe in tal caso, qual si voglia bella Donna che sauia fusse e che molto ben conoscesse, che vana & in darno, si può stimar, che sia la bellezza, se non è da gli altri conosciuta, amata. e desiderata, come ben confessa Aristotile nel terzo libro de la sua topica. Sendo dunque Danae cosi diligentemente racchiusa e guardata, Gioue, che grandemente ardeua del suo amore, trasmutandosi in pioggia d'oro, e per il tetto de la Rocca trapassando, fu da essa gratamente raccolto, non conoscendo ella l'inganno che sotto quell’oro si nascondeua: quando poi parse a Gioue il tempo commodo, ritornato ne la propria figura si giacque con essa. Onde ella diuenuta grauida da questo fatto, al tempo poi, partorì Perseo: il quale venuto ne gli anni, secondo che dice Lattantio Firmiano, fu mandato dal Re Polidetto a la speditione contra le Gorgone, figlie, di Force, e del mostro marino: le quali, essendo tre, vn sol’occhio haueuan tra tutte, delquale hor l’vna, hor l’altra si seruiua, & era si fiera la vista loro, che chiunque guardauano conuertiuano in sasso. Perseo adunque hauendo ottenuto da Mercurio i vanni, e la spada, e lo scudo da Pallade: sopra del pegaseo Cauallo alato andò a questa ispeditione, e vittorioso dipoi con la testa di Medusa ritornando, liberò Andromeda dal mostro marino, e la tolse per moglie. Altri fatti anco marauigliosi fece Perseo, per i quali meritò da Gioue padre suo di esser nel ciel collocato, e di 26 stelle adornato de le quali 10 le più lucide queste sono.

a Vna splendida nel destro lato 2 grandezza.

b Vna splendente ne la testa di Medusa, che gli ha nela man sinistra 2 grandezza.

c Ne l’estremità del pie sinistro 3 grandezza. d Ne la spalla destra 3 grandezza. e Vna di tre, che son nel lato destro 3 grandezza. f Nel ginocchio sinistro 3 grandezza. g Nel calcagno sinistro 3 grandezza. h Ne la testa 4 grandezza. i Nel ginocchio destro vna di quattro che sono 4 grandezza. K A canto a la splendente, che è ne la testa di Medusa 4 grandezza.

Le 10 stelle dette son nel ciel situate secondo che veder si può per mezo de la figara 11 e tauola vndecima.

De l'inuentor del Carro, ouero Auriga, Imagin 13.

VArie opinioni ho lette intorno a quella imagine stellata, la qual chiamano Auriga, onero l’inuentor del Carro: tra le quali la più verisimile, & approuata, mi par quella de santo Agostino nel suo libro de la Città di Dio: doue dice, che hauendo Vulcano fabricato le saette, le quali a Gioue furon di mestieri ne la gran guerra contra i giganti, dopo che Gioue hebbe ottenuta la vittoria, egli lo pregò che in premio de la fatica, ch’egli hauea durato in fabricar cotanta moltitudine di saette, gli facesse gratia che ei potesse giacersi vna notte con Pallade, di che Gioue fu contento, con questo patto però, ch'ella volendosi difendere potesse fare. Entrato adunque Vulcano vna notte ne la camera di Minerua, e trouatala in letto, prima con lusinghe, e dipoi con le forze cercò di recarla al fatto suo: ma difendendosi ella cosi valorosamente, che egli non poteua ottener cosa che egli volesse: accade nel combattere, sendo Vulcano molto acceso ne la volontà, gli fu forza per il continuo tumultuare di seminare in terra quel che altroue hauria voluto, Onde ne nacque Erictonio, che la metà di sopra era huomo, e le gambe hauea di serpente. venuto poi negli anni Erictonio, e veggendosi hauer le gambe di serpente, perche vedute manco gli fussero, se fabricare vn carro, doue da i cauali portarsi facea. E questo fu il primo carro che veduto fusse nel mondo. Di che Gioue marauigliandosi, e parendogli che col suo ingegno fusse arriuato a l’inuentione del Sole, lo giudicò degno del cielo, e di tal 13 stelle adornollo: tra le quali di 1o più famose farò mentione. e son queste.

a Vna lucida ne la spalla sinistra, chiamata la Capra 1 grandezza. c Nel Calcagno destro, & è commune con l’estremità d’vn corno del Tauro 3 grandezza. b Ne la spalla destra 2 grandezza. d Vna de le due che son ne la testa 3 grandezza. e Nel gombito destro 4 grandezza. f Ne la man destra 4 grandezza. g Nel gombito sinistro 4 grandezza. h Ne la sinistra 4 grandezza. i Ne lo stinco sinistro accanto al piede 3 grandezza. K L'altra de le dua, che son ne la testa 4 grandezza.

Son disposte le dette stelle suso in Cielo come si vede con l'aiuto de la figura 12. e de laTauola 1 2.

Di quel che tiene il serpe, da i più detto Esculapio, Imagin. 13.

LA maggior parte de Astrologi, e de poeti è di questa opinione intorno a la Imagine stellata, che tiene il serpe, che essendo Esculapio cosi eccellente ne la medicina che non solo ogni infirmità sanaua; ma ancora i mortiritornaua ne la vita ad Hippolito parimetente rese l’aure vitali: il quale per la malignità di Fedra sua matregna era già stato da i caualli occiso e squartato, però che a i piacer di quella non haueua voluto acconsentire. Per la eccellentia adunque de la medicina, e per esser amor figlio di Apollo, fu Esculapio nel Ciel collocato doue vn serpe tiene in mano, e la ragione è, che mentre che ei cercaua di ritonare Hippolito in vita; vn serpe gli venne dinanti con certa herba in bocca la qual lasciata subito sparse, e con l’aiuto poi di quella herba hebbe Esculapio in beneficio di Hippolito l’intento suo. Non mi è nascosto che alcuni vogliano che questo che ho detto del serpe avuenisse ad Esculapio non intorno ad Hippolito: ma mentre che egli cercaua di render in vita Glauco. E molti altri affermano che questa imagine stellata, che tiene il serpe, non sia Esculapio, ma Forbante in memoria del suo valore in liberare l’Isola de gli Rodij da la moltitudine de i serpi che la molestauano. Sono in tutto le stelle di detta imagine, senza quelle che figurano il serpe 23. ma solo di 12 come più chiare farò mentione, e queste sono.

a Ne la testa 3 grandezza. b Vna de le due, che son ne la man sinistra 3 grandezza. d L’altra de le dette due 3 grandezza. c Nel ginocchio destro 3 grandezza. e Ne lo stinco destro 3 grandezza. f Vna de le due, che sono ne la spalla destra 4 grandezza. g Una de le due, che sono ne la spalla sinistra 4 grandezza. h Vna de le quattro, che son nel pie destro 4 grandezza. i Ne la pianta del sinistro piè, che tocca vn pie de lo scorpio 4 grandezza. K Ne la coscia sinistra 3 grandezza. 1 Vna de le due, che son ne la man destra altra 4 grandezza. m L’altra di dette due a grandezza. Come sien disposte insieme, si vede per la figura 13. e Tauola 13. Del Serpe d’Esculapio, Imag.14.

DI questa figura detta il serpe d'Esculapio, ouer di Forbante secondo alcuni altri, non accade che io vi dica altro che quel che si è detto ne la Imagin precedente di Esculapio, da le cui mani è tenuto li detto Serpe. Sono adunque le stelle che lo figurano 18. ma 1o sono le più nominate, e son queste.

a Nel principio de la testa 3 grandezza. b Nella radice del collo vna di due 3 grandezza. d L'altra de le dette 3 grandezza. c Vna de le due, che sono dopo il primo riuolgimento inuerso la man sinistra d’Esculapio 3 grandezza. e L’altra de le dette due 3 grandezza. f Ne l'occhio destro vna di quattro, che son la testa 4 grandezza. g Appresso a la man destra d’Esculapio, nel torcer de la coda 4 grandezza. K Dopo la man destra detta nel segiur de la coda 4 grandezza. h Appresso a l’estremità de la coda 4 grandezza. i Ne l’estremità de la coda 4 grandezza. La figura 14 e la Tauola 1 4 posson far conoscer come queste stelle sieno nel cielo figurate. De la Saetta, Imag.decimaquinta.

PRometeo figlio di Iapeto fu di tale ingegno e sapere, che ei formò l’huomo di loto cosi propriamente che solo lo spirito gli mancaua: Onde ueggendo Minerua cosi degna opera, marauigliatasi di tanto ingegno gli promise che in perfettio ne de l'opra sua gli mostraria la uia di poter fruir de' beni del Cielo. quel che più gli aggradasse: e respondendo Prometeo che non sapeua che domandarsi, se prima non vedeua quel che la suso si trouasse, che facesse al proposito suo; fu da lei al cielo innalzato, doue ueggendo egli che i corpi celesti eran tutti di fiamma e di caldezza animati, per poter ancora egli dar lo spirito a l'huomo che fatto hauea; nascostamente accostato vna fiaccolata, che hauea a le rote del Sole, subito l’accese, e col foco in terra tornatosene, e postolo nel petto de l’huomo da lui già formato, in cotal modo gli diede l'anima, dalqual poi discese l'humana generatione: le quai cose venendo a l’orecchie di Gioue lo acceser di tanto sdegno, che in punition di tal fallo fe legar Prometeo ignudo nel monte Caucaso con questa conditione che vn’Aquila continuamente si pascesse de le cose intern e del petto suo: e parimente punì gli huomini, che da tal huomo con inganno formato descender douessero, però che mandò loro, come molti affermano, le febri, la peste e l'altre infirmità, & insiememente le Donne; quantunque alcuni altri scrittori non vogliono che le donne per tal cagione fosser nel mondo mandate: l’opinion de i quali tanto è più ragioneuole, quanto che ciascheduuo può ageuolmente conoscere, che le donne più tosto son cagion principale de la felicità de gli huomini, che punto quella ne impedischino. Dopo molto tempo poi, sendo Hercole (come hò detto disopra) mandato la Euristeo a tuor de i pomi de l'horto di Giunone non sapendo egli il camino, venne a passar per il monte Caucaso, doue trouato Prometeo tormentato nel modo, che habiam detto, fu da esso instrutto del camin, che douea fare per andare a l’horto di Giunone e de la via che hauea da tenere per ammazzar il drago guardiandi quello horto. Onde Hercole per rimeritarlo, scioltogli i legami da torno lo liberò, ammazzando quell'Aquila, con vna de le sue saetta: la qual saatta in memoria del valor d'Hercole, come vogliano alcuni fu nel Cielo di cinque stelle fatta adorna. e son queste.

a Nel ferro de la saetta 4 grandezza. b Vicina a quella, che è nel ferro 5 grandezza. e Nel mezo de l’hasta 5 grandezza. d Appresso al fine, vicino a le penne 5 grandezza. c Ne l'estremità, doue si mette la corda 5 grandezza. Come in Ciel sien disposte, si vede per la figura 15. e Tauola 15. De l’Aquila, Imagin decimasesta.

QVanto fusse ne i suoi tempi la bellezza di Ganimede figlio del Re Troio e cosa tanto manifesta che non fa di mestieri che molto io mi ci distenda. Innamoratosene adunque Gioue lo fe rapire da vn’Aquila in Cielo: però che questo Augello, più che qual si voglia altro fu sempre a Gioue accetto e caro, che solo fra tutti gli altri animali ha possanza di tener fissi gli occhi ne la faccia del Sole. Rapito adunque Ganimede e portato da la detta Aquila a la presentia di Gioue; fu da esso posto in luogo de la Dea Hebe: la quale ne la corte di vn tanto Iddio tenea l'officio di metterle da bere: e l'Aquila in memoria di cosi pregiata preda, che fatta hauea, fu nel Cielo ornata di 9 stelle, ma di sei più lucide: e queste sono.

a Vna detta splendida nel principio del collo, e si domanda l’Aquila, & è vna di tre che fanno insieme vna linea retta 2 grandezza.

b Ne l’ala sinistra, vna de le dette tre 3 grandezza. c Ne la coda 3 grandezza. d Nel collo, & è la terza de le tre dette 3 grandezza. e Appresso a la splendida, ne l'ala sinistra 3 grandezza. f Ne la testa 4 grandezza.

Come in ciel sieno insieme disposte si può veder con l'aiuto de la figura decimasesta, & de la tauola decimasesta.

Del Delfino, Imagin 17.

DVe opinioni vi raccontarò de la cagione di questa Imagine celeste detta il Delfino: de le quali questa è l'vna. Desideroso Nettuno d'hauere Anfitrite per moglie, fu causa che ella sendo disposta a conseruar la sua virginità, fuggendo pervenne ad Atlante ne le estreme parti de l'occidente. Onde trà molti Nettuno mandato in diuerse parti a cercar nuoue di lei solo vn Delfino secondo alcuni 0 vero come altri dicono vn huomo chiamato Delfino, fu quello che non solamente la trouò; ma le seppe ancor persuadere di tor Nettuno per suo marito: e menatola seco la diede in man di Nettuno et in merito di questo gli fu data la cura de l'apparato de le nozze: e poco dopo fu collocato nel Cielo. L'altra opinione è che trouandosi Arione musico eccellentissimo ne i mari di Sicilia, & hauendo seco molte richezze raccolte: però che con grandissimo guadagno giva dolcissimamente sonando in questa parte & in quella: venne in animo ad alcuni suoi seruidori, che sarebbe molto più lor’ vantaggio sommerger ne l'acqua il padron loro, e diuidersi tra loro le sue ricchezze, che consumare in continua seruitù gli anni loro. Fatto dunque auisato da vn di questi Arione, de le insidie, che contra gli si prepararono gli pregò che almeno si contentassero che egli innanzi la morte sua, potesse pigliar de la Lira sua l'vltimo diletto, che egli ho mai più prender ne douesse: & essendogli questa gratia conceduta tolta la Lira cominciò con tal suauitade a sonarere con si pietose, e dolcirime a condolersi de la sua morte che molti Delfini si adunorono d'ogn’intorno per vdirlo: onde egli per vltimo riparo de la vita sua si scagliò sopra di quegli, tra i quali vno ve ne fu, che porgendogli il dorso lo riceuè, e portò ne i Lidi di Tenaro. Et afferma Herodoto che in Tenaro, doue il Delfino il posò a terra, fu posta poi vna statua di bronzo, che sopra vn Delfino lo figuraua. per questo dunque tolser occasione gli Astrologi antichi di dar luogo nel Cielo in memoria di questo fatto a l'imagin del Delfino: la quale è adorna di 10 stelle; quantunque queste sieno le 7 più famose.

a Vna de le tre, che son ne la coda 3 grandezza. b Una de le quattro che son ne la testa 3 grandezza. c Vna de le dette quattro 3 grandezza. d Vna de le dette quattro 3 grandezza. e L'altra de le dette quattro 3 grandezza. f Vna de le tre dette, che son ne la coda 4 grandezza. g L'altra de le tre dette 4 grandezza. Come sien disposte, si può veder la figura decimasettima e Tauola decimasettima. Del Caual primo, ouer minor, Imag. decimaottaua.

IL cauallo primo non ha altro che quattro stelle ne la testa cosi piciole, e poco resplendenti, che da gli Astrologi son dette nebulose, & occulte: onde non mi è parso farne altrimenti mentione ne con figura ne con tauola: e parimente, perche non ho letto di quello fauola molto degna di esser narrata, mi son risoluto, lasciandolo da parte venire a l'altro cauallo molto più famoso, e da i poeti cantato.

Del Cauallo Alato, Imagin 19.

DI Medusa e di Nettuno nacque vn Cauallo Alato detto il Caual Pegaso: il quale secondo alcuni hauea anco in testa le corna et i piedi ferrati. Con questo Cauallo ottenne Bellorofonte la vittoria contra la Chimera, la qual gittando fuoco per boccà guastaua, e corrumpeua tutta la Licia, con il medesimo fu vittorioso Perseo contra le Gorgone. Questo stesso con l'ongie de i piedi cauò il fonte Castalio consecrato a le muse: il quale è ne la sommità di Helicona, monte di Beotia. Meritò dunque vn cosi vtile, e valoroso Cauallo, che vn giorno ch'egli volandosi era assai appresso al Ciel fatto vicino: Gioue nel ciel lo ritenesse e fermasse, e di 20 stelle l’adornasse: de le quali queste sono le 12 più risplendenti.

a Nel bellico; & è quella, che è ne la testa d’Andromeda 2 grandezza. b Ne la somittà de l’ala destra 2 grandezza. c Ne la estremità de l'ala destra, e queste tre fanno insieme vn triangolo 2 grandezza. d Nel ginocchio destro 3 grandezza. m Ne la spalla destra 3 grandezza. e Nel collo 3 grandezza. f Vna sopra l’occhio destro 3 grandezza. g Ne la bocca 3 grandezza. h Vna de le due, che son nel petto vicine 4 grandezza. 1 L’altra de le dette due 4 grandezza. i Nel calcagno destro dinanzi 4 grandezza. K Nel calcagno sinistro dinanzi 4 grandezza. Qualmente queste 12 stelle sien figurate nel Cielo, si può sapere per la figura 19. e Tauola 19. Di Andromeda, Imagin 20.

DI quanta eccellentia sia la Gratitudine, e quanto da Dio istesso sia stimata & hauuta in pregio; l’essempio di Andromeda figlia di Cefeo, ne può far chiaro: però che hauendola Perseo (Come habiam detto disopra) liberata dal mostro marino, & essendosi egli per raddoppiar la cortesia, acceso de l'amor d'essa: non seppe ella più degnamente più generosamente sodisfare a tanto obligo, e remeritare vn cosi fatto beneficio, che con l'amarlo con tanta caldezza, con quanta fusse amato mai huomo nel mondo. E certissimo altro mezo pigliar non poteua che sodisfacesse pur in parte a quel che l’obligo la stringea; però che altro non è al mondo, con che si possa sodisfare a cosi gran beneficio, quanto è l'essere amato, che con l’mare istesso. perche (come si trahe da Aristotile nel nono de l’Ethica) l’essere amato, e l'amare, l’vn per l’altro se stringe e si mantiene. Amò dunque Andromeda cosi efficacemente e di core il suo Perseo. che ne prieghi, ne persuasioni di chi si fusse, valser punto a far ch’ella lasciando la patria, & i parenti non lo seguisse, per la qual cosa in premio di cosi fatta gratitudine, ottenne ancora di seguirlo nel Cielo, doue non molto da lui lontano fu di 23 stelle illustrata, de le quali queste sono le 12 più splendenti e chiare.

a Ne la spalla sinistra 3 grandezza. b Vna de le tre, che son ne la cintura, quella del mezo 3 grandezza. c Nel pie sinistro 3 grandezza. d Nel gombito sinistro 3 grandezza. e Vna de le tre, che son ne la cintura 3 grandezza. f L'altra de le dette tre 3 grandezza. g Appresso à la man destra, in cui sono tre stelle 3 grandezza. h Ne la spalla destra 4 grandezza. i Ne lo stinco destro 4 grandezza. K Vna di tre che son ne la man destra 4 grandezza. l Vna de le tre dette 4 grandezza. m L'altra de le tre dette 4 grandezza. Per il mezo de la figura 20. e de la Tauola 20. si può veder la dispositione de le 12 stelle dette. Del Triangolo. Imagin 21.

DUbiosamente scriuono de la cagione, per la qual fusse posto nel Cielo quel Triangolo, che noi ueggiamo sopra la testa del Montone, quei che trattan di tal materia. Alcuni vogliano, che non per altra causa questo fusse, se non acciò che il segno del Montone, per esser per se stessa non molto lucido & risplendente, per mezo de lo splendor di questo Triangolo, fusse conosciuto piu ageuolmente: e questa opinione par che accenni Iginio manifestamente. Molti dicono che Cerere ottenne da Gioue di hauer nel Cielo vna figura simile a la Sicilia, la quale è in figura triangolare. Non pochi sono ancora che affermano che questo triangolo in Cielo con i tre suoi angoli denota che la terra è diuisa in tre parti. Altre opinioni ancor ci sono intorno a questa Imagin triangolare, ma tutte poco verisimili. Appicchisi adunque ciascheduno a qual ei vuole, basta che in tutto son nel triangolo 4 stelle, in ciaschedun angolo vna, e l’altra nel mezo de l'vn de i lati. e son queste.

a Ne l’angolo, ne la sommità del triangolo. 3 grandezza. b In vn’angolo de la base 3 grandezza. c Ne l’altro angolo 3 grandezza. d Nel mezo de la base 3 grandezza. Come sien disposte nel cielo queste 4 stelle, si può comprender per la figura 21. e Tauola. 21. Del Montone, ouero Ariete, Imagin.21.

FRisso & Helle furori'figli del Re Atamente, i quali essendo perseguitati tutto’l giorno da l’odio de la matregna; si risoluerno per liberarsi da tanto sastidio di partirsi secretamente et andarsene in Colchi con quel più ohe tor più potessero de le ricchezze paterne, tolto aduque; vna notte tra l’altre ricchezze vn Montone, a cui la pelle era d'oro si partiron dal proprio regno e s'inuiorno verso Oriente, e peruenuti a quello stretto di mare che diuide l’Europa, da l'Asia vicino a Bizantio detto hoggi Costantinopoli saliti ambidue sopra il Montone si messero in acqua: e come la mala fortuna di Helle volse accadè che prima che'a l’altro lido ariuasse ella del Monton caduta, e ne l’acque sommersa desse nome a quel mare: però che di poi Hellesponto fu dimandato. Frisso dunque passando in Asia a saluamento peruenne a Colchi, è quiui da Oeta Re di quel luogo fu gratissimamente accolto & accarezzato. Onde egli per render gratie a li Dij de la sua salute fe sacrificio a quegli de l'indorato Montone; la cui pelle appiccata nel tempio stette poi fin che gli Argonauti andassero a torla. Gli Dij dunque per mostrar che si pregiato sacrificio fusse loro a cuore, il montone de la pelle spogliato poser nel cielo, doue di 13 stelle lo ferno adorno, quantunque per hauer lasciato giù in terra la pelle indorata, fusse forza che sù in Cielo, non molto chiaramente risplendesse, si come noi veggiamo: nondimeno sei stelle vi sono, che rilucano assai mezanamente, e son queste.

a Vna de le due, che sono in vn corno 3 grandezza. b L'altra de le dette due 3 grandezza. c Vna de le tre che sono ne la coda 3 grandezza. d Vna de le tre dette 4 grandezza. e L'altra de le dette tre 4 grandezza. f Ne l’estremità del pie destro di dietro 4 grandezza.

In qual maniera sien situate queste sei stelle sù in Cielo, con l’aiuto de la figura 22. e de la Tauola 22 può vedere.

Del Tauro, Imagin 23.

ARdendo Gioue de l’amor d'Europa figlia di Agenore Re di Fenicia e sapendo egli ch'ella spesse volte sopra il lido del mare soleua scherzare, e giocare insieme con altre virginelle, comandò a Mercurio, che tolto forma d'vn pastore conducesse à quello istesso lido quello Armento de i Tori che nel monte di Fenicia pasceua: preparatosi Mercurio a questa impresa: Gioue tosto tolta la forma d'vn bellissimo toro, & in quello armento meschiato si lasciò insieme con gli altri tori condurre al lido doue era già Europa con le compagne in festa, & in danze venuta. Veggendo dunque Europa vn cosi bel toro quanto era quel, sotto la cui figura Giove si nascondeua, senza sospetto d'alcuno inganno se gli pose dattorno, e di guardarlo sommamente era vaga, e parendole humano mansueto prese ardire, di cominciare a toccarlo con mano in questa parte. & in quella: e trouatol tuttauia più cortese e benigno, si arrischiò di porsegli a seder sopra il dorso: la qual cosa come uidde Gioue, a poco a poco entrato ne l'acqua, si cominciò a discostar da la terra. Onde Europa veggendosi ne l'acqua assai già dal lido lontana, tutta paurosa cominciò ad appicarsi a i corni del toro, & a teneruisi sopra piu che poteua: & intanto Gioue passando il mare, la condusse fino in Creta; e quiui tornato ne la propria forma tolse di lei quell'ultimo solazo che tutti gli amanti desiderano da le amate loro: & in sempiterna memoria di questo fatto volse che Europa si domandasse vna de le tre parti del mondo, & in Cielo collocò la forma di vn Toro adorna di 33. stelle, tra le quali son quelle chiamate da molti Pleiade, da alcuni Hiade, e da molti altri Vergilie, e volgarmente le gallinelle, ouer la chioccia, le quali furon figlie di Atlante, e di Pleone: & in merito d'hauer dato il latte a Gioue, ouero a Baccho, secondo l’opinion d'alcuni altri, furon poste nel cielo, parte ne la bocca, e parte uicino a le corna del Tauro: doue si dice che fan continui balli fra di loro; quantunque vna sia di esse, che per essere oscura, non molto ben si possa discernere: e la ragione è, che vna de le dette sorelle, cui nome era Elettra, dopo che Troia fu disolata, per esser i Troiani da lei discesi, non uolfe piu trouarsi in balli ne in festa con le altre sue sorelle: onde partatasi da quelle se n’andò soletta nel circolo artico, e quiui si stà nascosta; saluo che alcune volte si lascia uedere tutta dolente, e con la chioma sparsa, la qual domandan Crinita, o Cometa. Sono adunque le stelle del Tauro insieme con le Pleiade stelle 33.de le quali 12. le piu famose son queste.

a Vna splendida, ne l’occhio sinistro alquanto rossa 1 grandezza. b Nel naso, & è vna de le pleiade 3 grandezza. c Nel petto, à canto à la spalla destra 3 grandezza. d Tra quella che è nel naso, & l'occhio sinistro 3 grandezza. e Ne l’occhio destro 3 grandezza. f Appresso à l'occhio destro 3 grandezza.

g Ne l’estremità del corno boreale, & è quella, che è nel piè destro de l’inuentor del carro 3 grandezza.

l Ne l'estremità del corno australe 3 grandezza. h Nel ginocchio destro 4 grandezza. i Nel calcagno destro 4 grandezza. K Nel ginocchio sinistro 4 grandezza. m Nel calcagno sinistro 4 grandezza.

In che guisa sieno le dette stelle nel Ciel figurate, si può considerare per la figura 23. e de la Tauola 23.

De i Gemegli, Imag. 24.

DIsopra, ne la dechiaratione de l’imagin del Cigno dissi come (secondo l’opinion di molti) essendo Gioue innamorato di Leda tolta la forma di vn Cigno hebbe da lei lo intento suo: et ella fatta grauida partorì vn’ouo delquale ne nacque poi Castore e Polluce insiememente con Helena la cui bellezza auanzò tutte l’altre che fusser mai. Furon questi due fratelli di tanta beniuolentia et amore insieme congionti, che mai per fin che vissero nacque tra loro vna minima differentia ò intorno el regnare, ò in qual altra si voglia cosa, anzi sempre con ugual imperio, e uolontà menarono gli anni loro, contentandosi sempre l'vno di quel che a l'altro era aggrado. E dicon molti (tra i quali è Lattantio Firmiano & Homero) che essendo occiso Castore, Polluce domandò gratia a Gioue di poter conceder la metà de la vita sua al morto fratello. e facendogliene Gioue la gratia, molto tempo poi duroron di viuere vn giorno l'vno, & vn giorno l’altro: talche finalmente, per rimeritare una tanta amoreuolezza e fratellanza, furon da esso Gioue nel Ciel collocati doue abbracciati insieme mostran’anco segno de la lor dolce amicitia e fratellanza. Sono in tutto in essi stelle 18 quantunque 13 sieno le più lucide, e son queste.

a Ne la testa de l’vn de i gemegli, il qual è più boreale 2 grandezza. b Ne la testa de l'altro, & è alquanto rossa 2 grandezza. c Nel sinistro piede di quel che è più australe 3 grandezza. d Nel sinistro ginocchio de l’altro 3 grandezza. e Nel sinistro fianco di quel che è più australe 3 grandezza. f Ne la destra coscia del medesimo 3 grandezza. g Nel destro lato del medesimo 3 grandezza. h Ne l'estremità del pie destro del medesimo 4 grandezza. i Nel calcagno sinistro di quel che è più boreale 4 grandezza. K Ne la destra spalla del medesimo 4 grandezza. l Ne la sinistra spalla del medesimo 4 grandezza. m Ne la spalla sinistra di quel che è più australe 4 grandezza. n Ne la spalla destra del medesimo 4 grandezza.

Come sieno le 13 stelle insieme disposte nel cielo con l'aiuto de la figura 24 e de la Tauola 24. si può vedere.

Del Cancro, Imagin 25.

TOrnando Gioue dal conuito de gli Ethiopi, e ueggendo su la riua del fiume Bagrada vna bellissima ninfa, il cui nome era Garamantide, la quale i piedi in quel finme si lauaua, subito innamoratosene cominciò a far forza di persuaderla a la voglia sua: ma ella non dando orecchie a le sue parole, subito postasi in fuga si saria da Gioue liberata, se non che vn granchio, mentre che ella correua, gli morse vn calcagno. onde essendo ella sforzata di raffrenare in gran parte il corso suo fu da Gioue sopragiunta: il qual dicono che giacendo con essa sentì tal dolcezza, che ei volse donar luogo nel Cielo a quel Cancro, che cagion n’era stato, e lo adornò di 9 stelle: tra le quali dicono che son quelle, che si domandano gli Asini. e la cagion’è che douendo Gioue far guerra contra i Giganti comandò che tutti gli Dij fossero in aiuto suo: per la qual cosa, oltra gli altri Dij, che vi vennero, comparsero ancora i Satiri, & i Siluani sopra gli Asini assesi,, i quali Asini come furno appresso a i nimici, presero ombra, e paorosi diuenuti cominciorono a far tal romore, e tumulto, che i nemici sbigottiti si misero in fuga: e cosi facilmente furon da Gioue vinti superati. Sendo dunque stati gli Asini principal cagione d’vna tanta vittoria; non senza cagione meritoron che Gioue gli ponesse nel Cielo. De le 9 stelle dunque del Cancro, queste son le 8 principali.

a Vna de le quattro, che son nel corpo, che fanno vna figura quadrilatera, la più boreale chiamaca l’Asino. 4 grandezza.

b Ne la bocca più verso Settentrione 4 grandezza. c Ne la bocca più verso Austro 4 grandezza. d Vna de le dette quattro, che son nel corpo 4 grandezza. e L'altra de le dette quattro 4 grandezza. f L'vltima de le dette quattro 4 grandezza. g Nel pie verso Austro 4 grandezza. h Nel pie verso Settentrione 4 grandezza. Come sieno insiememente situate, si può conoscere per la figura 25. e per la Tauola 25. Del Leone. Imag.26.

GIà disopra più volte si è trattato del valor d’Hercole, il quale hor qnesto hor quello gran fatto facea secondo che Euristeo gli comandaua peroche cercando egli ogni hor via di farlo morire; ogni maggior pericolo che egli imaginar poteua gli recaua dinanzi: essendo che cosi era volutà di Iunone, la quale di tanto odio contra di Hercole ardeua, e cosi gli era nemica, che io non credo che tanto hauesse già in odio Sapia la gloria e la libertà de i Senesi. si come ne fa testimonio Dante nel 13 canto nel Purgatorio. Quanto adunque a l’Imagin celeste del Leone, si accordan tutti a dire, ch’ella fusse posta nel Cielo in memoria de la gloriosa vittoria che hebbe Hercole contra quel ferocissimo Leone, che era ne la selua Nemea: il quale guastaua e ruinaua tutto quel paese, che è tra Argo e Thebe: e la ragione, per la qual dicon che più questo hauesse da essere in cielo la memoria di questa vittoria, che di molte altre che Hercole ottenne in diuerse parti del mondo è questa; che oltra che la vittoria contra il Leone fusse forse la più forte e valorosa; egli ancora a questa volta combattè disarmato, doue che poi sempre andò forte de la pelle del morto Leone. Sono in tutto le stelle, che in esso risplendono 27 senza le 7 che gli son vicine a la coda, le quali si adomandan la chioma di Berenice: però che volendo Tolomeo Re di Egitto andar a far guerra in Asia, la sua consorte Berenice fe voto s’egli tornaua vittorioso di consecrare al tempio di Venere la chioma sua la quale era la più bella e pregiata che mai si vedesse. Tornando dunque Tolomeo con la desiderata vittoria, subito Berenice, secondo il fatto voto, leuatosi la chioma se la donò a Venere nel tempio. Et indi a pochi giorni, non essendo vista la detta chioma nel tempio, fu da alcuni Astrologi affermato; ch’ella fusse stata rapita nel Cielo, e posta vicino a la coda del Leone. 1o dunque son le stelle più lucide, che son nel Leone, e sono queste.

a Nel core, e si chiama il Re 1 grandezza. b Ne l'estremità de la coda, splendida 1 grandezza. c Vna de le tre, che son nel collo, quella del mezo 2 grandezza. d Vna de le dette tre 3 grandezza. e L'altra de le tre dette 3 grandezza. f Vna de le due, che son ne la testa 3 grandezza. g L'altra de le dette due 3 grandezza. h Sopra la coscia sinistra 2 grandezza. i Ne la coscia sinistra 3 grandezza. K Nel fianco sinistro 3 grandezza.

In qual maniera sieno in Ciel figurate queste 10 stelle, comprender si può per la figura 26 e Tauola 26.

De la Vergine, Imagin 29.

Astrea figlia di Titano e de l’Anrora nel tempo, che il padre suo, & i frateli feron l'impresa per cacciare Gioue del Cielo, sopraponendo i maggior monti l'vn sopra l’altro, afferman i buoni scrittori, che ella sempre s’ingegnò di torgli da tal'impresa e per quanto ella potè diede a Gioue aiuto e fauore: onde ella meritò dopo la vittoria contra i Titani di hauer luogo nel Cielo Altri dicano, che ne i primi secoli, ne i quali il mondo era per anco ne la sua giouentù di poco tempo creato: fu dal ciel mandata, la vergine Astrea, ò iustitia che noi ci voglian dire, a conuersare tra i mortali: la qual per fin che l'età d’oro si conseruò purgata, e senza macchia alcuna; mai da loro si dipartì: nel qual tempo felicissimamente viueuano gli huomini senza prouar ne infirmitade ne passione alcuna giamai, lontani da la necessità di qual si voglia fatiga: essendo che la terra per se stessa ogni cosa necessaria produceua. Et in cambio di guerre, di pestilentie, d’inuidia, d’odio, & inimicitie regnaua continuamente pace, salute, amore, e beniuolentia. Ma cominciando l’oro poi a conuertirsi in rame, & vltimamente in durissimo ferro; fu forza che la detta Vergine non potendo soffrir più le guerre, le morti, i furti, gl’inganni, e l’altre cosi fatte sceleranze, che erano a poco a poco venute quasi nel colmo, che venir potessero, fu forza dico, ch’ella lasciando tanti suoi auersarij impadroniti de la terra, se ne tornasse nel Cielo: doue per insino hoggi si è dimorata, & ancor dimora sendo noi rimasti priui di cosa cosi eccellente e diuina come è la iustitia, la quale da nessuna altra virtù è in dignità superata, che solo da l’amicita, secondo il parer di Platone: il quale per questo mezo lo prona che la giustiria de l’amicitia ha bisogno ma questa di quella non già: e questo medesimo pone Aristotele ne l’ottauo del’ Ethica: doue dice, che quelli che son amici non han mestier d’esser giusti, ma quelli che giusti sono han bene de l’amicitia bisogno. Sono in tutte stelle 26. fra le quali di 9 più risplendenti farò mentione. e queste sono.

a Vna splendida ne la man sinistra, e si chiama spiga 1 grandezza. b Ne l’appicatur a de l'ala sinistra 3 grandezza. c Nel pie destro, che è il più boreale 3 grandezza. d Ne la sommità de l’ala sinistra 3 grandezza. e Ne la gamba destra 4 grandezza. f Ne la cintura del destro lato 3 grandezza. g Ne la coscia destra 3 grandezza. h Ne la cintura verso la parte sinistra 3 grandezza. K Nel pie sinistro 4 grandezza.

Come sien le dette stelle disposte nel Cielo, per la figura 27. e per la tauola 27 si può comprendere.

De la Libra, Imagin 28.

QVei primi Astrologi che divisero il Zodiaco in 12 parti nel modo ch'io v’ho detto nel quarto libro de la Sfera dem mondo; a ciascheduna di quelle diedero il nome d’alcun animale, ouero perche le stelle, che quiui si trouauano, forman tra lor figura simigliante ad essi animali: oueramente per qualche inclinatione, & influsso corrispondente a la natura e qualità de i detti animali, che essi cagionino in questo mondo inferiore, ò pure per far immortal la memoria d'alcuni, che nel mondo habbin fatto qualche bella operatione, hanno di tanto gran numero di stelle, che sono: in cielo, tolto quelle che meglio eran poste per formar figura che facesse al proposito loro. Qual si fusse dunque la cagione, dico che ne la diuision del Zodiaco trouando che la figura de lo Scorpione era cosi grande ch'ella occupaua luogo per due parti: quella diuisero in due segni togliendo quelle stelle che son ne la parte dinanzi de lo Scorpione, e facendone vn segno particolare, il quale dimandaron la Libra. ò per che quelle stelle faccin figura assai simile a la Libra, oueramente perche quando il Sol si truoua nel principio di tal segno, par che ne le bilancie faccia giustamento pareggiar la notte col giorno. Sono adunque le stesse de la Libra 8 in tutto, quantunque (com’ho detto) sieno de lo Scorpione, de le quali di queste sei farò mentione.

a Ne la bocca de lo Scorpione Settentrionale, vna la quale domandano vna de le due lanci de la libra 2 grandezza.

b Ne la bocca australe de lo Scorpione la qual domandano l’altra de le dette lanci de la libra 2 grandezza.

c Nel mez0 del forfice australe de lo Scorpione, ouer nel mezo de la lance austra le de la libra 4 grandezza.

d Nel mezo de l'altro forfice, ouer de l’altra lance 4 grandezza. e Nel principio del forfice, settentrionale, ouer de la lance, com'ho detto 4 grandezza. f Nel principio de l’altro forfice, ouer de l’altra lance 4 grandezza. Qualmente sien tra lor situate nel cielo queste stelle, si puo conoscere la figura 28. e Tauola 28. De lo Scorpione, Imag. 29.

ORione figlio de l’Orina di Gioue e dell'Orina di Nettuno e di Mercurio (come meglio diremo quando specialmente di lui si trattarà) fu: cosi valoroso è bene instrutto, e lungamente essercitato ne la caccia; che alcuno non era ne i tempi suoi, che a gran pezza tanto ne sapesse: onde egli era in ciò cosi venuto superbo & arrogante, ch'egli osò di dire, che nessun’ animale saria mai possibil che la terra producesse quanto si voglia fiero e possente, che egli non fusse bastante ad occiderlo: di che la terra grandemente sdegnata produsse subito lo scorpione et in citato contra de lui, con esso combattendo fu al fine vinto e morto Orione. Gioue dunque per lasciar memoria a i mortali di quanto spesso nuoca il considarsi troppo in se medesimo, il vittorioso Scorpioue nel ciel collocò, adornandolo di 21 stelle senza quelle che forman la Libra: de le quali queste son le 14 più famose.

a Vna de le tre assai chiare, che son nel corpo quella del mezo, & è rossetta, detta il core de lo scorpione 2 grandezza. b Nel principio de la coda 3 grandezza. c Ne l’estremità de la coda 3 grandezza, d Vna de le tre dette nel corpo de lo scorpione 3 grandezza. e L’altra de le tre dette 3 grandezza. f Vna de le tre, che son ne la fronte 3 grandezza. g Vna de le dette tre 3 grandezza. h L’altra de le dette tre 3 grandezza. i Nel primo spondilo, ouer nodo de la coda 3 grandezza. K Nel secondo 3 grandezza. I Nel terzo 3 grandezza. m Nel quarto 3 grandezza. n Nel quinto 3 grandezza. 0 Nel sesto appresso a l’estremità de la coda 3 grandezza. Che figura faccino in Cielo queste 14 stelle, si può vedere per la figura 29. e Tauola 29. Del Sagittario, Imagin 30.

PErò che molto discrepanti sono i poeti intorno à la cagion, per la qual fusse chiamato Sagittario quel segno del Zodiaco, che segue appresso a lo Scorpione; io solamente vi dirò quella opinione, che mi pare alquanto piu verisimile. Et è, che habitando Croto figlio de la Nutrice de le muse insiememente con esse nel monte Helicona, di cui di sopra habbian fatta mentione; venne per il commercio, che hauea con le muse, in poco tempo di acutissimo ingegno, e poeta eccellentissimo; e parimente, però che per le selue di Beotia tutto’l giorno in caccia si essercitaua; diuenne in questo ancor espertissmo e valoroso: onde meritò che domandando le Muse gratia a Gioue che si degnasse di volergli dar luogo in qualche parte del Cielo; furon da esso essaudite: però che Gioue subito gli diede luogo a canto a lo scorpione, hanendol prima trasmutato in mezo huomo e mezo cauallo per il gran diletto che gli haueua sempre hauuto del caualcare. Dicono ancora ch’ei tiene in mano l'arco e le saette in segno del suo valor ne la caccia, & ha la coda d’vn Satiro per denotar la familiarità, e la domestichezza, che egli hauea prima con le Muse. Sono in tutto le stelle, de le quali egli è adorno 31. e queste son di tutte le 12 più risplendenti.

a Nel calcagno sinistro dinanzi 2 grandezza. b Nel ginocchio sinistro dinanzi 2 grandezza. c Nel ferro acuto de la saetta 3 grandezza. d Ne la man sinistra 3 grondezza. e Ne la parte de l'arco più australe 3 grandezza. f Ne la parte de l’arco più settentrionale 3 grandezza. g Ne la spalla sinistra 3 grandezza. h Nel lato sinistro 3 grandezza. i Nel calcagno destro dinanzi 3 grandezza. K Ne la gamba sinistra di dietro 3 grandezza. l Vna di quelle che son ne la coda 3 grandezza. m Nel pie destro di dietro 3 grandezza.

Inqual maniera sieno intra di lor disposte queste 12 stelle, si può vedere per la figura 30. e Tauola 30.

Del Capricorno, Imag.31.

DIcono alcuni tra i quali è Lattantio Firmiano, che essendo Gioue ne la sua infantia dato à nutrire a due figlie del Re Meliseo; fu da vna di quelle, che Amaltea si domandaua, con il latte di vna bellissima Capretta, ch’ella molto cara tenea, allattato e nutrito: onde egli in memoria di queste volse che in Ciel fusse la figura, e la forma del Capricorno. Questa opinione, quantunque habbia molto del verisimile nondimeno perche non manifesta perche causa questa Imagine detta il Capricorno habbia le parti di dietro in forma di pesce pensarò che in tutto vera non sia e mi appigliarò a quel che dican0 alcuni altri intoruo a questo: &

è che trouandosi vn giorno vna buona parte de gli Dij, tra i quali era Gioue Mercurio, Apollo, Diana, il Dio Pane, e molti altri, ad vn conuito in Egitto; accade che quiui sopragiunse vno de giganti Titani inimicissimi di Gioue, detto Tifeo, il più feroce e crudel di tutti gli altri: per la qual cosa cominciando quegli Iddij a temere, tutti pieni di paura, chi di loro per iscanpar da le sue mani si trasmutò in vna forma, e chi in vn’altra: peroche Apollo tolse forma di Grue Mercurio di vn’altro augello et il simil fe ciascheduno de gli altri. Pane adunq; gittandosi in vn fiume, si trasmutò ne le parti dinanzi in Capra, et in serpe ò ver pesce ne le parti di dietro. e cosi scanpato da la furia di quel gigante diede tanto a ridere a gli altri Dij de la strania figura, che si hauea tolta; che Gioue ne volse sempre memoria in cielo, ponendo vicino al Sagittario vna figura simile a quella: e questo è il Capricorno, nel quale tutto son 28 stelle, quantunque 12 sieno le più lucide e chiare: e son queste.

a L'vna de le due che son ne l'vn de i corni 3 grandezza. b L’altra de le dette due 3 grandezza. c Vna de le due, che son nel principio de la coda 3 grandezza. d L'altra de le dette due 3 grandezza. e Nel ginocchio sinistro 4 grandezza. f Nel petto 4 grandezza. g Vna de le due che son ne la schena 4 grandezza. K L’altra de le due dette 4 grandezza. i Vna de le due che sotto’l ventre 4 grandezza. h L’altra de le dette due 4 grandezza. m Nel la coda 3 grandezza. l Ne la estremità de la coda 3 grandezza.

Come sien queste stelle su in Cielo situate con l’aiuto de la figura 31. e de la Tanola 31 si può vedere.

Del’Aquario, Imagin 32.

FV Ganimede figlio del Re Troio di tanta bellezza dotato, che Gioue stesso se n’accese di sorte che per vederselo continuamente d’attorno se lo se rapire da vn’Aquila, e portar su nel Cielo: e priuata Hebe de l’officio, ch’ella haueua de la coppa, ouer del porgergli da bere, che noi ci vogliam dire, pose Ganimede nel luogo suo, il qual per questo officio fu domandato da gli Astrologi Aquario, et in modo di versare acqua è formata sua figura, come noi ci veggiamo. Ne mi è nascosto che alcuni vogliano che il detto segno de l’Aquario sia Deucalione, il quale con il versare acqua continuamente par che faccia viuer la memoria del grandissimo diluuio d’acqua, che fu mentre che egli nel mondo regnò. Sono in tutto le stelle di questo segno 42 de le quali queste sono le 1o più nobili, e chiare.

a Ne l’estremità de l’acqua, ch’ei versa, & è splendente, & è quella che è ne la bocca del pesce Australe 1 grandezza.

b Vna de le tre che son ne la man destra, quella ch’è a canto a la bocca del vaso 3 grandezza. c Ne la man sinistra, e tocca il posamento del naso 3 grandezza.

g Ne la spalla sinistra 3 grandezza.

d Vna de le tre dette, che son ne la man destra 3 grandezza.

e L’altra de le dette tre 3 grandezza.

f Vna ne la spalla destra 3 grandezza.

h Nel gombito destro 3 grandezza.

i Ne lo stinco destro 3 grandezza. K Nel principio de l’vscir de l'acqua 3 grandezza. Per la figura 32. per la tauola 32 si può comprendere come le dette stelle sieno in Cielo situate. De i Pesci, Imagin. 33.

DI sopra habbiamo fatto mentione di Tifeo gigante, vno de i giganti Titani inimicissmi di Gioue, i quali congiurarono già di spogliarlo del regno del Cielo. questo istesso Tifeo, il qual diede in Egitto tal terrore a molti Dei, che iui si trouauano ad vn conuito che per scampar da lui fe lor torre varie forme di animali: questo istesso dico, apparse vn giorno dinanzi a Venere, la quale insieme col suo figlio Cupido si staua a solazzo su la riua del fiume Eufrate: ond'ella da cosi fatta paura fu assalita; che per il miglior rimedio tolse di trasmutarsi insieme con il figlio in forma di pesci, e cosi scampando dal pericolo, in memoria de la salute loro volsero in Cielo la Imagin de i pesci, doue risplendono in tutto stelle 34. frà le quali di 9 le più famose farò mentione: e queste sono.

a Nel legame: col qual son legati i duo pesci, & è quella, che appresso al nodo, che stringe la coda del pesce più settentrionale 3 grandezza. b Vna del detto nodo 3 grandezza. c In bocca del primo pesce, che è il più australe 4 grandezza. d Ne la schena del medesimo 4 grandezza. e Nel ventre del medesimo 4 grandezza. f Ne la coda del medesimo 4 grandezza. g Nel detto legame, quasi nel mezo 4 grandezza. i Nel ventre del pesce più settentrionale 4 grandezza. h Ne la schena del medesimo 4 grandezza.

In che maniera sieno in Cielo disposte le dette stelle si può conoscer da la figura 33. da la Tauola 33.

Del Ceto, ouer Balena, Imag. 34.

BReuemente si spediscono quelli authori, che io ho visto, che trattino de la cagione, per la qual fusse posta nel Cielo la imagine stellata, che noi chiamiamo il Ceto, ouer la Balena percioche dicano che essendo innamorato Nettuno di Andromeda, e non potendo da essa ottenere l’intento suo, tutto acceso di sdegno mandò vn mostro marino ouero vna Balena di smisurata grandezza la qual hauesse da pascersi del bel corpo di lei. Ma come volse la buona fortuna di quella giouane: accadè che venendo Perseo vittorioso da l’impresa de le Gorgone e veggendo cosi delicata giovane sopra il sasso legata per douer’esser preda di quel mostro da subita pietà commosso occise il mostro, e quella liberata tolse per moglie. Onde Nettuno parendogli essere stato causa de la morte di quel pesce, per rimeritarlo gli diede luogo nel Cielo, e lo se adorno di 22 stelle, fra le quali queste son 13 le più splendide, e nominate.

a Vna nel ventre, e si chiama il ventre del Ceto 2 grandezza. b Ne la bocca 3 grandezza. c Vna de le due, che son ne la coda, la più australe 3 grandezza. h L'altra de le dette due 3 grandezza. d Vna di due, che son ne la mascella destra 3 grandezza. e L'altra de le dette due 3 grandezza. f Vna de le quattro che son nel petto, che fanno vna figura quadrilatera 3 grandezza. l Vna de le quattro dette 4 grandezza. m Vna de le quattro dette 4 grandezza. n L'altra de le dette quattro 4 grandezza. g Ne la schena 3 grandezza. i Vna di due, che sono appresso a la coda 3 grandezza. K L’altra de le dette due 3 grandezza.

Come insieme sien disposte su in Cielo queste 13 stelle, può esser chiaramente manifesto per la figura 34. e Tauola 34.

Di Orione, Imag. 35.

DEl nascimento di Orione. e de i genitori suoi mi pare che l’opinion di Ouidio sia più seguite, e per più verisimil tenuta comunemente, che alcuna de l'altre; il qual dice che trouandosi in viaggio Gioue, Nettuno, Mercurio assaliti da la notte fu lor forza albergar in vna picciola casetta di vn pouer lauorator di terra il cui nome era Hireo il quale hauendo lor fatta quella cortesia che egli seppemaggiore, senza conoscer chi loro fossero; subito poi che si accorse che fossero Iddij, ammezzato vn sol bue che egli hauea, ne se lor sacrificio da la cui gratitudine commosso Gioue lo domandò che cosa ei maggiormente desiderasse: allhora il pouer'huomo raccontò come di vna moglie che gli hebbe non haueua potuto hauer figliuoli, e che morendo ella, ei le haueua promesso di non tor mai altra Donna; nondimeno ch'egli per la maggior gratia che egli potesse hauere desiderarebbe vn figlio innanzi la mar te sua. Allhora Gioue fatto venire il cuoio del bue morto nel sacrificio, raccoltolo in modo d’vna borsa, dentro vi orinò; et il simile se fare a Nettuno & a Mercurio e comandò al pouer’huomo ch'egli tenesse quel cuoio dieci mesi sotto terra, ilche facendo al fine del decimo mese trouò che nato era di quella orina vn fanciulletto il qual da questo hebbe nome Vrione, quantunque col tempo poi si conuertisse quel nome in Orione. Venuto dunque ne gli anni si effercitò cosi continuamente ne le caccie che in quelle venuto tutto fiero et esperto. egli se ne insuperbì di sorte, che egli osò di dire, che nessun’animal potrebbe produr la terra cosi forte che egli non fusse bastante per superarlo: di che sdegnata la terra produsse lo scorpione, dalquale Orione fu occiso: e per i preghi di Diana, a la qual egli erastato affettionatissimo compagno, fu nel cielo collocato. Dicono ancor molti che essendo Diana innamorata di Orione, diede da suspicare alcuna cosa contra la sua virginità: per la qual cosa più fiate fu da Apollo ripresa di questo fatto, per fin che per torgli dinanzi Orione, vn giorno che ei notando non haueua altro di se discoperto da l’acque, che vna parte de la testa; disse Apollo a Diana, che ella con l'arte sua del saettare non saria bastante a ferir dirittamente in vn segno, che fusse picciolo, e di lontano, come sarebbe alquanto di negrezza, che ei vedeua in vna parte de l’acqua: e dicendo questo le mostrò la testa di Orione, la qual Diana non conoscendo, subito per mostrare il suo valore ne l’arte del sagittare, presa vna saetta diede a punto ne la testa di Orione, e l’occise. di che accortasi si dolse sopra modo e non potendo altro far gli di bene, nel Cielo lo pose tra l’altre Imagini ornate di stelle, in cui sono in tutto stelle 38. tra le quali son quelle che i volgari chiamano il Bordone. Di 12 dunque più famose farò mentione, e queste sono.

a Ne la spalla destra, splendida alquanto rossa 1 grandezza.

b Vna splendida ne l’estremità del pie sinistro, & è quella, che è nel principio del fiume 1 grandezza.

c Vna de le tre lucide, che son ne la cintura, quella di mezo 2 grandezza. d Vna de dette tre 2 grandezza. e L'altra de le dette tre 2 grandezza. f Ne la spalla sinistra 2 grandezza. g Vna di quattro che son ne lo scudo 3 grandezza. h Vna de le dette quattro 3 grandezza. i Vna de le dette quattro 3 grandezza. K L'altra de le dette quattro 3 grandezza. l Nel pomo de la spada 3 grandezza. m Ne la punta de la spada 3 grandezza.

Come suso in Cielo sien disposte queste stelle, si può conoscere per la figura 35. e per laTauola 35.

Del fiume Eridano, ouer Nilo. Imog. 36.

ERidano, il quale & Faetonte hebbe nome fu figlio del Sole e di Climena, e venuto vn giorno a parole con Epaso; gli fu da quello tra l’altre inguriose parole detto chiaramente, che ei con inganno e falsità si faceua chiamar figlio del Sole; di che lamentandosi Eridano con la madre; fu da quella menato a la presentia del padre: il quale lietamente raccoltolo, & intese le sue querele; gli promesse e giurò; che egli non gli negarebbe gratia che ei gli domandasse: per la qual cosa Eridano desideroso di mostrar chiaro segno di che ei fusse figlio; pregò il padre che per vn giorno gli lasciasse guidare, e reggere il carro paterno a modo suo. Parse questo desiderio di Eridano al Sole troppo pericoloso: onde sforzandosi di torglielda l’animo; gli mostraua il pericolo che v’era. e finalmente niente giouando, sforzato dal giuramento che fatto hauea glielo concesse. Trouandosi adunque Eridano guida del carro solare, postosi in camino, come prima peruenne al segno de lo Scorpione, tutto spaventato da quello animale, abbandonata la briglia, cominciorono i caualli liberi diuenuti a correre per il cielo a modo loro, appressadosi a la terra più che non si conueniua; talche per le vicine fiamme del carro del Sole cominciorono i fiumi & i fonti a seccarsi, e la terra ad ardere & infiammarsi. Onde ella con preghi et voti supplicando, e raccomandandosi a Gioue lo commosse a pietate talmente, che egli con vn fulmine percosso Eridano nel petto, lo se morto, cader nel fiume, che Eridano per tal cagione si chiamò, & hoggi il Pò si domanda, delquale la Imagin fu posta nel Cielo per rinouar la memoria continuamente di quanto danno sia il voler sottoporsi ad vn peso, che non corrisponda a le spalle, et a la forza di chi l'ha da sostenere. Non mi è nuouo che Iginio vuole, che quella figura, che è in Cielo del fiume, più tosto denoti li Nilo che il Pò: la qual opinione forse non è in tutto falsa: però che la stella più lucida fra tutte quelle che vi sono, è domandata communemente Canopo, e parimente Canopo è vna Isoletta d’ogni intorno cinta dal Nilo, ancor che non mi sia nascosto, che alcuni affermano quella stella chiamarsi Canopo, la quale è nel remo australe de la Naue. Sono in tutto nel detto fiume stelle 34. de le quali queste son 10 le più risplendenti.

a Vna splendida, nel fin de l’acqua 1 grandezza. b Vna de le quattro, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza.

c Quasi al mezo del fiume, poco lontana, dal petto del ceto, doue il fiume comincia a rivolgersi in dietro 3 grandezza.

d Nel principio de l’acqua, & è vicina a quella splendente, che è nel pie d’Orione 3 grandezza. e Vna de le quattro dette, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza. f Vna de le dette quattro 3 grandezza. i L'altra de le dette quattro 4 grandezza.

g Vna nel secondo volger de l’acqua, è et quella ch'è nel petto del Ceto. 3 grandezza. h Una quasi al fin del fiume 4 grandezza.

K Vna poco doppo le quattro dette, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza. Qual figura formin nel Cielo le dette stelle si vede apertamente per la Figura 36.e Tauola 36.

De la Lepre, Imag. 37.

E Opinion d’alcuni che non per altra cagione sia la Imagine de la Lepre nel Cielo vicina ad Orione; se non perche si mantenga la memoria, che Orione fu dottissimo e più che alcun’altro giamai ne le caccie essercitato. Ben è vero che questa opinione da molti altri e refutata: i qualì dicano che poco degna cosa è che vn cacciatore della eccellentia e dottrina che era Orione, andasse cacciando cosi vili e paurosi animali, quante le lepri sono: e che per questo più tosto leuarebbe buona parte de la gloria e del’honore d’Orione vna tal memoria in Cielo, che punto gliene aggiugnesse. Dicano adunque, che la cagione, per la quale quella Lepre è nel cielo, è che non si trouando ne l’Isola d’Iero alcuna lepre, vno di quelli de l’Isola hauendone viste in l’altre parti del mondo, si era cosi inuaghito di quell’animale; che con gran diligentia procacciò d’hauerne vna: la qual sendo pregna, con estrema cura fe poi nutrire i Leprotti, che nacquero, tal che tutti gl’altri Isolani accesi del medesimo desiderio in poco tempo riempirono l’Isola di Lepri, le quali a poco multiplicaron di sorte, che altro non si vedeua che Lepri: onde per la copia grande essendo mancato il diletto, cominciaron quei de l’Isola a discaciarle e perseguitarle di maniera, che le Lepri accese di sdegno ristrettesi insieme ruinauano e guastauan tutta quell’Isola: perche gli Isolani con gran fatica a pena hebber possanza di liberarsene sommergendole in mare. Del qual fatto parse a Gioue, che fusse ben, che remanesse memoria nel cielo: accio che conoscessero gli huomini di poi, che nissuna cosa può da i mortali esser tanto desiderata, che non possa esser lor causa cosi di male, come di bene: ne sanno essi domandare quel che sia il meglio loro. Sono adunque ne la Imagine de la lepre 12 Stelle; ma solo de le 8, più lucide e chiare farò mentione: e queste sono.

a In mezo del corpo 3 grandezza. b Sotto il ventre 3 grandezza. c Ne la bocca 4 grandezza. d Nel pie sinistro dinanzi 4 grandezza. e Nel pie sinistro di dietro 4 grandezza. f Ne la gamba sinistra di dietro 4 grandezza. g In vn fianco 4 grandezza. h Ne la coda 4 grandezza. Qualmente su in cielo sien disposte le dette 8 stelle, la Figura 37. lo mostra, e la Tauola 37. Del cane Sirio,ouer Can maggiore, Imag. 38.

E Opinion di Seruio che Cefalo figlio di Eolo essendo ardentemente amato da l'Aurora gli fusse da essa offerto in dono vn cane il cui nome era Lelopa, cosi veloce nel corso, che afferman molti che li fusse conceduto da i fati, che nissuna fiera potesse scampargli i dinanzi. Questo dono gli offerse l’Aurora, peroche egli fuor di modo de le caccciesi dilettaua con questi patti però che ei volesse vna fiata seco giacersi: a che egli rispese, che tra se e Procri sua consorte era legame di giuramanto di conseruar l’vno a l’altro perpetua castità. a questo disse l’aurora, che egli di gratia volesse far pruoua in qualche modo de la costantia de la sua consorte, e trouandola fedele casta, non lo ricercaria più di cosa alcuna: ma quando la troui altrimenti, gli

potrà parimente non hauer più rispetto al giuramento, il quale ella prima habbia rotto e disciolto. Piacque a Cefalo questo auiso. e trasmutatosi in mercante con assai copia di oro, e di bellissime gioie se n’ando dinanzia Procri sua: e quando gli parse il tempo commodo cominciò a cercar di persuaderla a romper la fede al marito suo, e seco giacersi, promettendole tutto quel che più le andaua a grado de le tante ricchezze e gioie che egli haueua . Non fu bastante la Donna a resistere a queste offerte; anzi senza molte persuasioni si mostrò disposta a i piaceri del mercatante: il quale fatta esperientia de la fragilità e poca fede de la Donna sua, parendogli d'esser libero dal giuramento se ne ritornò a l’Aurora, e seco si giacque, & sollazò: e riceuuto in dono il Can fatato; se n'andò con esso a Thebe, doue egli haueua udito, che era vna volpe, a la quale i Fati haueuan conceduto tal velocità e prestezza nel corso; che nissun cane fusse mai bastante ad arriuarla. Trouandosi dunque insieme il Cane e la Volpe, non manco l’vn che l'altro fatato; dicon che Gioue ste gran pezza dubioso veggendosi necessitato a far vano il destino e’l fato de l’vn de i due: & vltimamete si risoluè a tor di terra quel Cane, e dargli luogo nel Cielo, ponendolo assai vicino a la Lepre, & adornandolo di stelle 18 tra le quali queste sono le 8 le più chiare.

a Vna splendidissima ne la bocca, la quale molto spessamente lampeggia e chiamasi il Cane 1 grandezza.

b Nel ventre; fra le gambe di dietro 2 grandezza. c Ne la coda 3 grandezza. d Nel pie destro dinanzi 3 grandezza. e Nel pie destro di dietro 3 grandezza. f Vna de le due, che son nel collo 4 grandezza. g L’altra de le dette due 4 grandezza. h Ne la schena 4 grandezza. Come sieno insieme disposte le dette stelle, si può comprendere per la figura 38. e Tauola 38. De la Canicola, ouer Can minore, Imag. 39.

DI sopra hauiam detto come Orione nato de l’orina di Gioue, di Nettuno, e di Mercurio per la sua arrogantia e superbia fu cagion che la terra gli producesse incontra lo scorpione dal quale ei fusse occiso. Questo Orione dunque, essendo stato continuamente nutrito et essercitato ne le caccie e di quelle dilettatosi più che d’altra cosa del mondo meritò quando gli fu dato luogo nel Cielo di menarui seco vn de i suoi Cani, il più da lui amato et accarezzato, senza la cui compagnia prima harebbe rifiutata la stanza del Cielo: vicin dunque ad esso fu posto il cane che communemente si chiama la canicula, onero il can minore. Non mi è nascosto che alcuni vogliano che questa canicula fusse vna piccola cagnolina e molto legiadretta e vezzosa, la quale Helena amaua sigularmente, e sempre a canto teneua: ma essendo rapita da Paris figlio di Priamo Re di Troia, hauendo ella seco la cara sua Cagnuola; dicono che la mala fortuna volse, che appresso a l’Isola d’Eubea, la detta Cagnuola caduta nel mare prima fusse da l'acque soffocata, che aiuto dar se le potesse: di che Helena dolendosi fuor di modo, ottenne gratia dal padre Gioue: che le donasse parte del Cielo. E forse fu posta nel Ciel questa Imagine di vn Cagnuolino, quasi che Gioue antiuedesse quel si leggiadro Cagnuolo, che voi, bellissima Madonna Laudomia, heueuate pochi anni passati sono. Questa è la opinione intorno a questo, tenghino gli altri l'opinion che vogliano. In esso dunque son due stelle, tra le quali vna è lucida molto: e son queste.

a Vna splendida, nel fianco, detta la Canicula. 1 grandezza. b Nel collare 4 grandezza.

Qual di queste due stelle sia più vicina al nostro polo, si può vedere per la Figura 39. e per la Tauola. 39.

De la Naue chiamata Argo, Imag. 40.

PElia Re di Tessaglia conoscendo il valore, & il grande animo di Iasone suo ni pote figlio di Esone fratel suo, grandemente dubitaua che doppo la morte sua egli non occupasse il regno, e ne scacciasse i proprij suoi figli: e per questo cercaua sempre destra occasione di farlo morire. Hauendo dunque egli inteso che in Colchi nel Tempio di Gioue, era cosi diligentemente guardata la pelle d’oro del Montone, di cui si è fatta di sopra mentione, che era impresa quasi disperata e di certo pericolo il voler far forza di torla; si pensò che per esser Iasone d’animo inuitto, facilmente gli verrebbe fatto di persuaderlo & accenderlo a questa impresa; ne la quale era quasi certo che la morte di lui ne seguirebbe. Cercando dunque Pelia con questo inganno di persuader Iasone a l’impresa de la pelle de l’oro, mostrandogli con molte ragioni quanto honore e gloria gli seguirebbe; se felicemente gli riuscesse; lo accese di sorte nel desiderio di questo fatto; che subito fattasi da Argo fabricare vna Naue nel seno Pagaseo, in compagnia de i più nobili di tutta Grecia si messe nel mare, et inuerso Colchi presero insieme il camino: Hor come felicemente succedesse vna cosi magnanima impresa; non accade ch’io vi racconti, come poco a proposito del nostro principal proponimento. Quanto fin quì v'ho detto di questo, è stato per dichiararui perche cagione fusse fabricata la Naue, la quale piglian do il nome da l’archittetore che la fece Argo fu domandato. E per esser quel la prima naue che fusse vista nel mare, meritò di hauer luogo nel cielo, ornata di 45 stelle, de le quali queste sono le 18 principali.

a Vna de le due lucide, che son ne l’arbore 2 grandezza. b L'altra de le dette due 2 grandezza. c Nel corpo de la naue 2 grandezza. d Vna de le due, che son nel remo australe, & splendida, da molti detta Canopo 1 grandezza. e Vna de le due che son nel fondo de la naue 2 grandezza. f L'altra de le dette due 2 grandezza. g Nel trauerso de gli intauolati 2 grandezza. h Nel mezo del remo settentrionale 3 grandezza. i Ne l’estremità de la poppe de la naue 3 grandezza. l Poco sotto a la detta, pur ne la poppe 3 grandezza. K Quella vicina a canopo, nel remo australe 3 grandezza. m In vna fune de la naue 3 grandezza. n In vn’altra fune 3 grandezza. o Nel fondo de la naue, non molto lontano da la prora 3 grandezza. p Appresso a la detta 3 grandezza. q Vna de le due, che son nel mezo del corpo 3 grandezza. r L'altra de le due dette 3 grandezza. s Tra l’vno e l'altro remo 3 grandezza.

Queste otto, che sono d K e f r p q o non apparono mai al nostro Orizonte Come queste 18 stelle sieno tra loro nel ciel situate si può veder per la Figura 40 e Tauola 40.

Del’Hidra, Imag. 41.

Frà l’Imagini stellate, che son nel Cielo, vi è ancora l'Hidra, ouero vn serpe che noi ci vogliam dire, il quale stando dattorno ad vna tazza piena d’acqua impedisce vn Coruo, che gliè da presso: che quantunque egli arda di sete, non ardisce di appressarsi a ber ne la tazza. Per render la ragion di tutto questo, dican molti che douendo Apollo sacrificare, mandò vn Coruo a tor de l’acqua da vn fonte: però che questo animale fu sempre molto suo familiare. andato adunque il Coruo per l’acqua e veggendo vna pianta di vn fico i cui pomi noneran per anco fatti maturi, sopra quella si posò ad aspettar che si maturassero, ne prima quindi si partì, che maturati divennero: onde mangiatone molti ad Apollo con l'acqua in vna tazza si ritornò il quale già si era seruito d’altra acqua per la longa tardanza del Coruo. e veggendol venire, doppo che l'hebbe ripreso lo fe tutto negro, doue che prima di bianchissime piume era vestito, e trouò via che nel tempo de i fighi egli ber non potesse. Volendo dunque gli antichi poeti, & Astrologi lasciar di cotal fatto nel mondo memoria, figurorono in Cielo la sete del Coruo nel modo che di sopra vi ho detto, ponendo l'Hidra, che guardi che egli ad vna tazza non arriui. L’opinion di coloro che vogliono che questa Hidra sia in memoria di quella Lernea, che fu superata da Hercole, non è molto seguita da i buoni scrittori: per questo io la lascio da parte e massimamente perche non sodisfa a la cagion per la qual in essa sia il coruo e la tazza: son dunque ne l’Hidra in tutto stelle 25. de le quali queste 14 sono le più lucide e più nominate.

a Nel primo volger de l’Hidra, non molto lontan dal collo. 2 grandezza. b Vna di due, che son nel mezo del ventre, appresso al posamento del vaso, onero de la tazza. 3 grandezza. c Non molto lontan de la coda, in mezo tra la tazza & il coruo 3 grandezza. d Vna de le dette due, che son nel mezo 3 grandezza. e Nel naso 4 grandezza. f Sopra l’occhio sinistro 4 grandezza. g Vna de le due, che son ne la radice del collo 4 grandezza. h L’altra de le dette due 4 grandezza. i Vna de le due, che son quasi al terzo de l'Hidra 4 grandezza. l L'altra de le dette due 4 grandezza. K Ne l’estremità de la coda 4 grandezza. m Ne la sommità de la testa 4 grandezza. n Ne la bocca 4 grandezza.

0 Ne la mascella 4 grandezza.

In che guisa sieno insieme disposte queste 14 stelle, si può veder per la figura 41. e per la Tauola 41.

De la Tazza, ouer vaso, Imag.42.

DIcono alcuni che nel tempo che Demifonte regnaua ne la Città di Flagusa posta nel Chersoneso di Thracia, accadè che subito nacque vna mortalissima pestilentia non solo per la Città, ma ancora per tutte le ville del regno suo talmente che non trouando rimedio alcuno che giouasse, mandò a l’oracol d’Apollo a saper come a tanto male rimediar si potesse, et essendo da l’oracol risposto, che altrimenti non saria mai quel Regno libero da quella peste; se non offerendo per ciaschedun’anno vna vergin nobil al sacrificio, ordinò Demifonte che in vn vaso fosser posti i nomi di tutte le vergini nobili de la Città sua saluo che de figlie sue proprie: e fattone trarre vna per sorte del vaso, quella pose vittima al sacrificio. Seguendo dunque questo medesimo ordine in ciascheduno anno: con grande inuidia de i nobili, i quali si doleuano che le figlie del Re non fosser poste sotto la sorte parimente con l altre; accaddè che vn più ardito de gli altri, nominato Matusio disse apertamente che non voleua più acconsentire, che la figlia sua fusse posta a la sorte del sacrificio, se le figlie di Demifonte non eran poste ancora esse al pericolo de la fortuna. Queste parole accesero il Re di tal furore, che senza aspettar che la figlia di Matusio fusse tratta per sorte, quella fece ammazzare: la qual cosa quantunque a Matusio dispiacesse, quanto più fusse possibile, nondimeno nascondendo lo sdegno de l’animo, mostrò nel volto di non curarsi molto di cotal fatto fingendo di credere che il Re per il ben de la patria fatto hauesse tal cosa: mostrandosegli benigno, et affettionato, tanto fece a poco a poco, che uenne appresso di lui il più intrinseco, e famigliar che egli hauesse. Quando dunque gli parse il tempo, ordinato vn bel conuito, fatto l’occasion di finger noue nozze d'vn altra sua figlia, pregò il Re che si contentasse egli insieme con le proprie figlie di trouarsi ad honorar le nozze sue; di che contentandosi il Re, e mandate le figlie disse, che poco doppo egli ancora vi si trouarebbe. Matusio parendogli il tempo venuto di vendicarsi, rachiuse in vna camera le due figlie del Re, quelle ammazzò; e ponendo parte del sangue loro meschiato con vino in vna tazza, quella fe por la sera innanzi a Demifonte, e dopo che egli beuuta l’hebbe, tutto’l fatto Matusio gli discoperse. Quel che poi si seguisse, non accade ch'io vi racconti: basta che a Gioue parse che fusse ben fatto, che in ciel fusse posta quella tazza in memoria sempiterna a i mortali che i giusti sdegni non si smorzan mai. Non m’è nascosto che alcuni vogliano che questa tazza sia quella, con la quale il coruo d'Apollo portò l’acqua del fiume doppo che ei fu satio di fichi come ne la precedente dichiaratione de l’Hidra a bastanza hauiam detto son dunque in questa in tutto sette stelle, e son queste.

a Vna di due, che sono nel posamento de la tazza 4 grandezza. b Nel manico.o ansa che vogliam dire più boreale 4 grandezza. c Nel manico più australe 4 grandezza. d Vna de le due che son nel corpo de la tazza 4 grandezza. e L'altra de le dette due 4 grandezza. f Nel margo estremo del vaso 4 grandezza. g L'altra de le dette, che son nel posamento 4 grandezza. Come sieno insieme disposte le dette stelle, si può conoscere per la figura 42, e per La Tauola 42. Del Coruo, Imag.43.

COronide filia di Flegia fu amata grandemente da Febo, e di lui fatta grauida partorì Esculapio medico eccellentissimo del quale hauiam di sopra fatto mentione. Fu parimente essa accesa de l'amor di Scino figlio di Calco: e trouandosi vn giorno abbracciata con esso in dolcissima festa, e sollazzo, vicino ad vn limpidissimo fonte, pigliandosi insieme al suaue suon di quell’acque gli vltimi diletti d’amore fu vista da vn Coruo & a Febo accusata: il qual tolta subito vna saetta ambidui gli amanti occise con quella, nel più dolce de i loro abbracciamenti, et il coruo in merito de l'officio che hauea fatto, pose nel cielo. Non mi è nuono, che alcuni affermano, che questo Coruo è quello che portò la tazza de l’acqua ad Apollo, doppo che ei fu satio di fichi: come ne la dechiaratione de l’Hidra hauiam detto a bastanza. Sono in tutto in esso 7. stelle, de le quali queste son le 6. più importanti.

a Nel becco 3 grandezza. b Ne l’appicatura de l'ala sinistra. 3 grandezza. c In vn piede 3 grandezza. d Ne la testa 3 grandezza. e Nel l’ala destra 3 grandezza. f Ne l'estremità de l’ala sinistra 4 grandezza.

In che guisa sien nel ciel situate le dette stelle, con l’aiuto de la Figura 43. e Tauola 43. si può vedere.

Del Centauro, Imagin 44.

CHirone Centauro nato di Saturno, e di Fillire, dicon che di giustitia, e prudentia, e vera religione auanzò non solamente tutti i Centauri; ma gl'altri huomini ancora: onde meritò ragioneuolmente d'esser connumerato tra l’altre imagini del Cielo. E son alcuni che dicono, che trouandosi Hercole vn giorno in lunghi ragionamenti con esso, e mostrandogli le saette, con le quali e gli era stato con tra diuersi mostri vittorioso, nel guardarle, e considerarle ne lasciò inauedutamente Chirone, cadere vna, la qual percossol nel piede, fu cagion de la morte sua. Onde Gioue commosso a pietade gli diede luogo nel Cielo, doue e figurato in modo che par che voglia offerire vittima sopra vn’altare, per mostrar la vera sua bontade, e religione: del quale altare diremo al luogo suo. Sono adunque nel centauro in tutto stelle 37 tra le quali di queste 14 sarò mentione.

a Nel braccio destro 3 grandezza. b Ne la spalla destra 3 grandezza. c Ne la spalla sinistra 3 grandezza. d Ne la testa 4 grandezza. e Nel mezo de la schena 4 grandezza. f Vna de le due, che egli ha in quel che tien ne la sinistra 4 grandezza. n L’altra de le dette due 4 grandezza. o Sotto la spalla sinistra 4 grandezza. g Vna splendida, nel pie destro dinanzi 1 grandezza. h Nel principio del corpo humano 2 grandezza. i Nel pie destro di dietro 2 grandezza. K Ne lo stinco destro di dietro 2 grandezza. 1 Nel pie sinistro di dietro 2 grandezza. m Ne lo stinco sinistro dinanzi 2 grandezza.

Come sieno queste stelle disposte nel Cielo, chiaramente si può comprendere per la figura 44. e Tauola 44.

Le sei vltime stelle, che sono g h i K l m non apparono al nostro orizonte, ma sol l'hò poste quì, accio che se per sorte questo libro venisse in man di persona, il cui orizonte fusse meno obliquo che’l nostro non è, possa conoscer la detta figura.

Del Lupo, Imag. 45.

SI legge in Ouidio, che essendo salito al Cielo al cospetto di Gioue la fama de le sceleranze, e crudeltà, & altri brutissimi vitij, che eran ne l’età del ferro, fatti signori di tutta la terra, hauendone scacciato la giustitia, e la religione, & ogn’altra virtù; parse a Gioue, che fusse bene innanzi ch’egli castigasse e punisse gli huomini di tal errori; di voler prima presentialmente vedere, se cosi era in verità. come la fama gli haueua portato a l’orrechie: e tolta forma humana venendo dal cielo in terra cominciò hora in questa parte, & hora in quella a considerare, i portamenti de i mortali: Venuto adunque vna sera in casa di Licaone, & essendogli poste dinanzi tra l'altre viuande, cotto in pezzi vn de gli ostaggi de i Molossi, che Licaone hauea hauuti per sicurtà da i popoli di Epiro, subito non potendo sopportar tanta crudeltà, accesa la casa di ardentissime fiamme quindi si di parti, lasciando Licaone tutto attonito e sbigottito: il qual per scampar da quel fuoco se ne fuggì in vna selua e quiui poco di poi fu trasmutato in Lupo: ne la cui forma fu non molto tempo poi posto nel Cielo per lasciar memoria a i mortali di quanto dispiace a Dio la crudeltà. Ho letto anchor che ad alcun piace, che questo Lupo sia la vittima, che’l Centauro porta a l’altare come hauiam detto di sopra. Sono in tutto in esso stelle 19. de le quali queste sono le 13 più chiare e splendenti.

a Ne la gamba destra di dietro 3 grandezza. b Nel pie sinistro di dietro 3 grandezza.

c Vna de le quattro che son ne la testa, che fan quasi vna figura quadrilatera la più australe 4 grandezza.

d Vna de le dette quattro 4 grandezza. e Vna de le dette quattro 4 grandezza. f L'vltima de le dette quattro 4 grandezza. g Vna di due, che son ne la coda 4 grandezza. m L'altra de le dette due 4 grandezza. h Nel pie sinistro dinanzi 4 grandezza. i Appresso al pie detto 4 grandezza. K Ne la schena 4 grandezza. l Nel ventre 4 grandezza. n Ne la spalla sinistra 4 grandezza. Come sien disposte insieme nel Cielo, si può conoscere per la figura 45. e per la Tauola 45. De 'Altare, Imag.46.

PIù volte si e fatta mention di sopra de i Giganti Titani; i quali essendo inimicissimi di Gioue con grande animo si prepararono a l’impresa di cacciarlo del Cielo e per poter al cielo arrivare, i molti l'vn sopra l'altro poneuano; tal che cominciando Cielo gli Dij a temere, ristrettisi insieme pensoron di far tutti vna fermae salda congiura contra i detti Giganti; & accio che tal congiura fusse più forte , e più strettamente obligata, feron fare a i Ciclopi fabri di vulcano vn altare, sopra il quale tutti gli Dij giuroron di esser uniti et vnanimi a tal impresa. ottenuta dunque dipoi la vittoria, in memoria del liberato essedio del regno Celeste, poser quel l'altare nel Cielo, vicino al Centauro: doue sono in tutto 7 stelle, e son queste.

a Nel primo grado de l’altare, sola di tutte appare al nostro Orizonte 3 grandezza. b Vna nel posamento de l'altare 4 grandezza. g Vna nel mezo de l'altare 4 grandezza, c Vna di tre, che son nel mezo del fuoco 4 grandezza. d Vna de le dette tre 5 grandezza. e L'altra de le dette tre 4 grandezza. f Ne l’estremità del fuoco 4 grandezza.

L’ultime sei non apparono al nostro orizonte: ma quì le pongo, hauendo rispetto a quegli che hauessero l'orizonte manco obliquo: in man de i quali potria venir questo libro.

Come tra lor sieno situate, si può vedere per la Figura 46. e per la Tauola 46. De la Corona Australe, Imag. 47.

TVtto quel ch’io v'ho detto di sopra de la Corona settentrionale d'Ariadna, molti vogliano, che si habbia da intendere di questa australe: ma seguendo io l’opinion de i più, dico, che questa non e la Corona d’Ariadna; ma quella che Bacco pose nel Cielo in memoria d'hauer la madre Semele da l'Inferno riportata: pero che dican che Bacco descendendo a l’Inferno non volse portar seco la Corona, che egli haueua hauuto in dono da Venere; ma la posò ne l’entrata, e ritornando poi con l’acquisto de la madre; a quella Corona in memoria di questo diede luogo nel Cielo. Et è questa Corona diuersa da quella, che Venere haeua donata ad Ariadna; anchor che quella ancora fusse da Bacco per gratificarsi con Ariadna nel Ciel collocata. Sono in questa Corona Australe in tutto 13 stelle ; ma sette solo più chiare e famoso. e quelle sono.

a Nel principio de l'arco australe de la corona 4 grandezza. f Doppo questa 4 grandezza.

b Doppo questa, nel detto arco, vicina ad vna splendente che è nel ginocchio sinistro del Sagittario 4 grandezza.

c Doppo questa verso Austro 4 grandezza. g Doppo questa verso Austro 3 grandezza. d Nel mezzo de l’arco più Boreale 3 grandezza. e La più Austral di tutte, & a punto arriva al nostro Orizonte, ma non saglie suso 4 grandezza.

Come tra lor sien nel Ciel situate, e disposte, per mezo de la Figura 47.e de la Tavola 47. si può sapere.

Del Pesce Australe, Imag.48.

DI questo pesce Australe non trouo alcuno scrittore, che ne dica cosa nessuna: saluo che Iginio, il qual parimente con gran breuità se ne spedisce: però che dice che i popoli di Siria per la gran veneratone che hanno a i pesci volser che tra l’altre Imagini del Cielo fusse ancor quella del pesce: essendo che sotto tal forma parimente adorano, e reueriscono gli Dij loro Penati. Come e si sia, basta che in questa costellatione del pesce australe sono in tutto 12 stelle, de le quali queste sono le 1o. più lucide, e più famose.

a Vna splendente ne la bocca: & è quella stessa che è nel fin de l'acqua, che versa l’Aquario 1 grandezza. b Ne la schena 4 grandezza. c Ne la coda 4 grandezza. d Vna de le due, che son ne la bocca accanto a la splendida 4 grandezza. e L'altra de le dette due 4 grandezza. f Ne la sommità de la testa 4 grandezza. g Appresso a la coda 4 grandezza. h Doppo questa 4 grandezza. i Ne la schena verso la testa 4 grandezza. K Ne la mascella 4 grandezza.

In qual maniera sien nel Ciel situate queste 1o stelle, si può sapere con l'aiuto de la Figura 48. e de la Tauola 48.

Questi sono li Caratteri de i 12 segni del Zodiaco. Quest sono li Caratteri de i setti Pianeti.

NON è da lasciar indietro, l’hauere auertenza, che hauendosi ne le figure che segueno à conoscere le stelle distintamente secondo le varie grandezze loro, & sendo esse quiui in quatro varij modi depinte, non è fuor di proposito, che sapiate prima, come quelle della prima grandezza son maggiori di tutte, & bianche totalmente. Quelle poi della seconda grandezza sono alquanto minori, & la metà bianche & l’altra metà negre. L’altre poi della terza, son quasi di vgual grandezza come quelle della seconda: ma son negre totalmente. L'vltime son negre e picciole, e di tutte l’altre minori. Et perche meglio vi sian manifeste, eccouene vno essempio qui di sotto.

Stella della prima grandezza. Stella della seconda grandezza. Stella della terza grandezza. Stella della quarta grandezza. CON QVAL GRADO DEL ZODIACO NASCONO, ET TRAMONTINO LE Principali Stelle del Cielo.

QVANTVNQUE con l’aiuto de le Tauole dette, & de le figure potiate hauer notitia, quando alcuna imagine celeste faccia il corso suo sopra la terra, in tempo notturno, consequentemente possa da noi esser veduta; & per il contrario, quando di giorno facendolo sia da i raggi del Sole, impedita la vista sua, nondimeno per torui ancora questa poca fatica, ho voluto innanzi ch’io ponga ultimo fine a questo trattato, quest cotal notitia ageuolarui, col raccoglier quì brevissimamente qual parte del zodiaco vegna sopra il nostro Orizonte, con il principio di qual si voglia imagine del cielo, & quel parte seco tramonti, o pervenga al circol meridiano: la qual cosa sapendo, conoscerete quando o per i raggi solari, ouer lunari, sia tolto che noi vederla possiamo, & perche in ciascheduna imagine è una stell principale, la qual parimente si ha acquistato il nome di tutta l’imagine, come poniam caso, ha fatto l’aquila, la quale ancor che di più stelle adorna sia, nondimeno quella stella, ch’ella ha nel principio del collo, come principale, si ha parimente cotal nome usurpato: & il simil dico di tutte l’altre figure celesti, per questo dico, ho ancor voluto quì notare il grado del zodiaco, col quale o nasca, o tramonti, o nel meridiano peruenga a ciacheduna di queste tali stelle principali, che v’ho detto.

Seconda facendo adunque principio da l’Orsa maggiore; però che l’Orsa minore, gia mai sotto al nostro Orizonte non si attusa, & conseguentemente in ogni tempo de l’anno, si può la notte vedere, dico che l’Orsa maggiore, de la quale solo i piedi di dietro tramontano, nascono, comincia a nascondersi, col grado 10. de lo Scorpione, et nascer col grado 10 del Cancro, et a toccare il meridiano, col grado 23 del Cancro, ma la principal sua stella, la qual è ne la estremità de la coda, notata da me, ne la sua figura, per il carattere, a, gimai non ci si leua, o tramonta, & al meridiano arriua, quando ella è verso il nostro zenith, col grado 23 de la Libra.

Tertia il drago, non ha stella alcuna, che nasca o tramonti, al meridiano peruienne, quando è verso il nostro zenith, col grado 12 de la Scorpione, & quella stella che egli ha sopra l’occhio destro, arriua al detto circolo, col grado 20 del Sagittario.

Quarta, Cepheo medesimamente non ha parte che non sia sempre sopra il nostro Orizonte: & comincia a toccare il meridiano, quando è tra il polo, e il nostro zenith, col grado 4 del Aquario, & la stella che gli ha ne la spalla, notata ne la sua figura per b, tocca il meridiano insiememente col grado 17 del Aquario.

Quinta Booteo ouero Arturo, il qual poco me che tutto nasce e tramonta, comincia a nascer col braccio sinsitro col grado 14 de lo Scorpione, & a nascondersi la gamba sinsitra col grado 1. del Sagittario, & col 22 de la Libra, viene al meridiano; & la stella che gli ha fra le due coscie, notata ne la figura per a, si leua con il grado 4 de la Libra & tramonta col grado 13 del Sagittario, & con il primo de lo Scorpione viene al meridiano.

Sesta, la Corona d’Ariadna, comincia ad apparire, con il grado 8 de la Libra, & a nascondersi con il 1o del Capricorno, & col 18 de lo Scorpione viene il meridiano: & la stella sua più chiara per a, disegnata, col grado 13 de la ___ ne sorge: & col 10 del Capricorno s'asconde, & tocca il meridiano col 20 del Scorpione.

Settima , Hercule di cui pochissime son le stelle, che sempre rimanghino sopra il nostro orizonte, comincia a leuarsi con la gamba destra sopra la terra col grado 20 de la Vergine, & tramontar con la spalla destra col 7 del Capricorno venendo al circulo meridiano, col grado 20 de lo Scorpione, & la stella ch'egli ha ne la testa, per a, disegnata, col grado 15 de lo Scorpione si leua, col 17 del Capricorno s’asconde, & col 13 del Sagittario peruiene al meridiano.

Ottaua, la Lira, col grado 6 de lo Scorpione comincia a venir fuora de l’orizonte, & col 23 del Aquario poi si tramonta, & viene al circol del mezo giorno, col grado 3 del Capricorno, & la sua più lucida stella, notata per a, col grado 6 de lo Scorpione ne sorge, col 1 de il Pesci tramonta, & al meridiano peruiene, col grado 3 del Capricorno.

Nona, il Cigno, ouer la Gallina, ancor che vna parte d'vna la non tramonti mai, nondimeno il rimanente, col grado 5 de lo Scorpione comincia con l'ala destra a nascere, & col grado 27 de Aquario ad attufar la testa in occidente, & a venire al meridiano conl’ala destra, col grado 14 del Capricorno, la cui stella ch'egli ha ne la coda, per a , diseguata, nasce col grado 20 de lo Scorpione, & tramonta col 6 del Montone, & al circulo del mez0 giorno, viene col 3 Aquario.

Decima, Cassiopea, non ha parte che nasca 0 tramonti giamai, & comincia a toccare il meridiano, verso il nostro zenitih, con la parte di sopra de la sedia, insieme col grado io de i Pesci, & la stella ch’ella ha nel ginocchio sinistro, notata per b, vi arriua col grado 15 del Montone.

Undecima, Perseo, di cui parte nasce, e tramonta, e parte sempre si stà di sopra, comincia ad apparir col lato destro, col grado 13 di Aquario & a nascondersi con la testa di Medusa, col 3 di Gemegli venendo al meridiano col 28 del Montone, & la stella ch'egli ha nel destro lato, disegnata ne la sua figura, per a, non tramonta mai; & quella, ch’egli ha ne la testa di Medusa, disegnata per b, si leua col grado 20 de i Pesci & tramonta col 18 di Gemegli, & col 12 del Tauro viene al circulo del mezo giorno.

Duodecima, l’inuentor del carro, di cui parte nasce, & tramonta, comincia di quel che s’asconde, a venir fuora con la spalla sinistra col grado 5 del Montone, et a nascondersi col pie sinistro, con il grado 19 di Gemegli, peruenendo al mezo giorno con lo 8 di Gemegli, et la stella ch'egli ha ne la spalla sinistra, la qual chiaman molti la capra, designata per a, sorge col grado 5 del Montone, & col 25 del Cancro tramonta, & al mezo giorno vien col grado 11 di Gemegli.

Tertiadecima, quel che tiene il serpe comincia ad apparir, col braccio sinistro, col grado 14 de lo Scorpione, & a nascondersi col pie sinistro, col grado 19 de lo Scorpione venendo al meridiano col 1 de Sagittario la cui stella ch'egli ha ne la testa, notata per a, vien fuore, col grado 21 de lo Scorpione tramonta col 20 del Capricorno & fassi meridiana, col 13 del Sagittario.

Quartadecima. Il serpe poi che gli tiene in mano, comincia a nascer con la sommita de la testa, col grado 22 de la Libra & a tramontar col ventre non molto lontanda la testa, col grado 20 del Sagittario venendo al mezo giorno col 20 de lo Scorpione & la stella che gli ha nel principio de la testa disegnata per a, sorge col 25 de la tramonta Libra col 2 del Capricorno & diuenta meridiana col 22 de lo Scorpione.

Quintadecima. La Setta, comincia ad apparir con le penne, con il grado 13 del Sagittario & a nascondersi parimente con le penne, col 17 di Aquario arriuando al circul meridiano col 17 del Capricorno la cui stella ch’ella ch'ella ha nel ferro, notata per a, nasce col grado 19 del Sagittario tramonta col 27 del Aquario & arriua al mezo giorno, col 26 del Capricorno.

Sestadecima. L’aquila comincia con la coda a sorger sopra la terra col grado 9 del Sagittario & à ritornar sotto con l'ala destra, col grado 8 del Aquario venendo al meridiano col 9 del Capricorno & la stella ch'ella ha nel principio del collo, notata per a, che si domanda Aquila, come principale, si come de l’altre imagini vi ho detto che gli accade, appare col gra. 23 del Sagittario s’asconde, col 1 2 del Aquario & fassi meridiana col 19 del Capricorno.

Settimadecima. Il delfino comincia con la mascella di sotto, à venir sopra l’orizonte, col grado 28 del Sagittario & con la coda a nascondersi col 23 de Aquario toccando il meridiano col 1 de Aquario & vna stella che gli ha ne la coda, notata per a, nasce col grado 2 del Capricorno tramonta col 23 de Aquario & diuenta meridiana col 2 de Aquario.

Nonadecima. Il cauallo alato comincia co i piedi dinanzi, ad apparire, col grado 28 del Sagittario & con la testa a tramontar col 4 de i Pesci arriuando al meridiano, col 17 de Aquario & la stella che gli ha nel bellico, cioè nel mezo, notata per a, vien fuora, col grado 10 del Aquario tramonta col 18 del Montone & al meridiano peruiene, col 26 de i Pesci.

Vigesima. Andromeda, comincia con la man destra, & col pie destro, a toccar l’orizonte orientale, col grado 24 del Sagittario & con la testa l’occidentale, col grado 21 del Montone arriuando al mezo giorno, col 11 de i Pesci di cui la stella ch'ella ha appresso la cintura, in mezzo à due altre, notata per b, si leua col grado 6 de Aquario tramonta col 8 del Tauro & fassi meridiana col 7 del Montone.

Vigesimaprima. Il triangolo comincia con l’angulo più boreale, à venir fuora col grado 21 de i Pesci & con la sommità à nascondersi col 9 del Tauro & al meridiano arriua col 25 del Montone, la cui stella che gli ha ne la sommità si leua col grado 22 de i Pesci, tramonta col 9 del Tauro & col 25 del Montone arriua al mezo giorno.

Vigesimaseconda. L’Ariete comincia con le corna, à nascer col grado 9 del Montone, & con i piedi dinanzi a nascondersi col 28 del Montone, et col 24 del Montone viene a toccare il meridiano, di cui vna stella che gli ha ne la sommità di vn corno notata per a, nasce col grado 9 del Montone ascondesi col 1 del Tauro, et al mezo giorno arriua col 24 del Montone.

Vigesimatertia. Il Tauro col collo, comincia à venir fuora, col gra. 24 del Tauro et col pie sinistro, a tramontare col 10 del Tauro, & à farsi meridiano col 17 del Tauro & la stella che gli ha ne l'occhio sinistro, notata per a, si leua col grado 10 di Gemegli, s’asconde col 29 del Tauro, & diuenta meridiana col 3 di Gemegli.

Vigesimaqurta, i Gemegli, col braccio sinistro del più boreale, cominciano ad apparire, col grado 25 di Gemegli, & col pie destro del più australe, a nascondersi col 24 di Gemegli pervenendo al mezo giorno, col 28 di Gemegli, & la stella che è nella testa de l'vn di loro disegnata per b, appare à l'orizonte orientale col grado 10 del Cancro, & arriua à l'occidentale, col 26 del Cancro facendosi meridiana, col 17 del Cancro.

Uigesimaquinta, il Cancro con la bocca più boreale, comincia a nascer col grado 19 del Cancro, & col pie più australe, ad attufarsi in occidente, col 10 del Cancro venendo al meridiano col 20 del Cancro, & quella stella ch'egli ha nel corpo, la qual domandano l'asino, notata per a, siue col grado 28 del Cancro s’asconde col 4 Leone, & al meridiano arriua col 1 grado del Leone.

Vigesimasexta, il Leone, con la bocca comincia ad apparire col grado 2 del Leone, co i piedi dinanzi a tramontar col 7 del Leone, & diuenta meridiano 11 del Leone, la cui stella che gli ha nel core, notata per a, nasce col grado 23 del Leone tramontar col 23 del Leone & col medesimo si fa meridiana.

Vigesimaseptima, la Vergine con la testa comincia a sorger da l'orizonte, col grado 14 de la Vergine, & con l'ala sinistra a nascondersi in occidente col 27 de la Vergine, arriuando al mezo giorno, col 17 de la Vergine, & la stella ch'ella ha ne la man sinistra, disegnata nella sua figura per a, nasce col grado 18 de la ___, si nasconde, col 11 de la Libra, & col 1 6 de la Libra si fa meridiana.

Vigesimaottaua, la Libra, con la lancia più boreale, comincia ad apparire, col grado 5 de lo Scorpione, & con la lance più australe, comincia a tramontare col grado 9 de lo Scorpione, venendo al meridiano col 7 de lo Scorpione, la cui stella ch'ella ha ne la bocca de lo Scorpione settentrionale, denotata per a, nasce col grado 13 de lo 13 Scorpione, tramonta col 26 de lo Scorpione, & viene ad esser meridiana col 14 de lo Scorpione.

Vigesimanona, lo Scorpione con la fronte, comincia ad apparire, col grado 26 de lo Scorpione, & col terzo frondile, ouer nodo de la coda, à tramontare, col primo grado de lo Scorpione venendo al meridiano col 18 de lo Scorpione, & la stella ch'egli ha nel core, disegnata per a, si leua in oriente, col grado 6 del Sagittario, & si ripone in occidente, col 25 de lo lo Scorpione facendosi meridiana col 2 del Sagittario.

Trigesima, il Sagittario con la parte de l'arco più boreale, comincia à nascer col gra. 25 del Sagittario, et con le gambe dinanzi a nascodersi col 20 de lo Scorpione peruenendo al meridiano col 25 del Sagittario, & la stella, ch'egli ha nel ginocchio sinistro dinanzi notata per b, si leua col grado 12 del Aquario si nasconde col 8 del Sagittario, et si fa meridiana col gra. 19 del Leone.

Trigesimaprima il Capricorno con le corna comincia a nascer col gra. 19 del Leone, et con le ginocchia dinanzi, a tramontar col 25 del Capricorno arriuando al meridiano col 26 del Capricorno, & la stella ch’egli ha nel principio de la coda, denotata per c, nasce col gra. 20 del Aquario tramonta col 13 de Aquario arriuando al mezo giorno col 15 gra. de Aquario,

Trigesimaseconda, l’Aquario, col posamento del vaso comincia ad apparire in oriente col grado 23 del Capricorno, et col medesimo posamento torna in occidente col 9 del Aquario, venendo al mezo giorno col 2 del Aquario, & la stella ch'egli ha ne l’estremità de l'acqua che ei versa, disegnata per a, nasce col grado 28 del Montone tramonta col 13 de Aquario, & diuenta meridiana col grado 6 de i Pesci.

Trigesimatertia, i Pesci con la bocca del più boreale cominciano ad apparire, con il grado 25 del Aquario, & con la bocca del più australe, ad attufarsi in occidente col 15 grado de i Pesci, & peruengano al meridiano col 8 de i Pesci & la stella, che è nel nodo del laccio che gli lega, notata per b, nasce col grado primo del Montone s'asconde col 25 del Montone, & viene al mezo giorno col grado 19 del Montone.

Trigesimaquarta, il Ceto, ouer la Balena, con la coda, comincia à nascer col grado 1 7 del Montone, & con la coda parimente, ad attufarsi in occidente, col 17 de i Pesci, venendo al circulo del mezo giorno, col grado 29 de i Pesci, et la stella che gli ha nel ventre, notata per a, vien fuora de l’orizonte, col grado 25 del Tauro ritorna sotto col 7 del Montone, & tocca il meridiano col 23 del Montone.

Trigesimaquinta Orione, comincia con lo scudo a mostrarsi in oriente, col grado 20 di Gemegli col pie sinistro a tramontar col 23 del Tauro, & arriua al circolo meridiano col 7 di Gemegli, & la stella ch’egli ha ne la spalla destra, disegnata per a, vien fuora col grado 9 del Cancro tramonta col 8 di Gemegli, & si fa meridiana col 23 di Gemegli.

Trigesimasesta il Fiume che molti chiamano il Po, comincia con la parte del mezo, che tocca il ceto, a sorger in oriente, col grado 10 di Gemegli, & a meschiarsi col fin suo, ne l’acque de l'oceano occidentale, col grado 10 dei Pesci, arriuando al mezo giorno, c0l 7 Tauro la stella ch’egli ha nel fin de l’acqua, notata per a, si leua col grado 23 del Cancro s’asconde col 20 de i Pesci, & viene al mezo giorno col 15 del Tauro.

Trigesimasettima, la Lepre, con l’orecchie comincia ad apparir col grado 17 del Cancro, & con li piedi dinanzi, a tramontar col 7 del Tauro, arriuando al meridiano col 13 grado di Gemegli, & la stella ch'ella ha sotto il ventre, notata per b, si leua col grado 28 del Cancro tramontar col 14 del Tauro facendosi meridiano col 19 di Gemegli.

Trigesimaottaua, il Cane Sirio, comincia col pie destro dinanzi, a sorger col grado 6 del Leone, & col pie sinistro di dietro, a nascondersi, col 14 del Tauro venendo al mezo giorno col 1 grado del Cancro, & la stalla a che gli ha ne la bocca notata per a, vien fuora col grado 7 del Leone va sotto l’orizonte col 11 di Gemegli, & si fa meridiana col 5 grado del Cancro.

Trigesimanona, la Canicula, comincia con la testa à venir fuora, col grado 26 del Cancro & col 29 di Gemegli, ritorna con i piedi dinanzi in occidente; peruenendo al meridiano col 13 del Cancro & la stella ch' ella ha nel fianco, notata per a, appare col grado 1 del Leone, tramonta col 1 del Cancro, & viene al mezo giorno, col grado 17 del Cancro.

Quadragesima, la Naue, di quell a parte, che sempre non sta sotto il nostro orizonte, comincia con la poppe, à mostrarcisi sopra, col grado 24 del Leone, et eo i remi à tramontarsi, col 22 del Montone, arriuando al meridiano, col 27 di Gemegli, & la stella sua principale ch’ella ha nel remo australe, denotata nella sua figura per d non vien mai fuora del nostro orizonte.

Quadragesimaprima. L'Hidra col naso, comincia ad apparire col grado 11 del Leone & col ventre, & con la bocca insieme, a nascondersi col 12 del Cancro venendo al mezo giorno col 1 gra. del Leone,et la stella ch’ella ha appresso al collo notata per a, nasce col gra. 29 del Leone, & tramonta col 17 del Cancro facendosi meridiana col 23 del Leone,

Quadragesimaseconda, la tazza, ouero il vaso, comincia con il manico più boreale a venir sopra l'orizonte, col grado 25 de la Vergine, & con il posamento, a ritornar sotto col 1 grado del Leone toccando il meridiano, col 7 de la Vergine, la cui stella che gli ha nel posamento notata per a, n'appare col grado 1 de la Libra tramonta col 1 del Leone, & viene al meridian circolo, col grado 10 de la Vergine.

Quadragesimatertia. Il Coruo comincia con l'ala destra a venir fuora in oriente col grado 10 de la Libra & a tornar col becco, sotto in occidente, col grado 17 del Leone peruenendo al mezo giorno col grado 25 de la Vergine, la cui stella che ha in vn piede, disegnata per c, nasce col grado 18 de la Libra s'asconde col 27 del Leone, & si fa meridiana col grado 3 de la Libra.

Quadragesimaquarta. Il Centauro, di cui parte perpetuamente, sotto il nostro orizonte dimora, de l'altra parte poi, comincia con la coda, et con la testa insieme, a mostrarsi sopra col grado 9 de lo Scorpione, & con la coda, a nascondersi col 1 grado del Cancro venendo al meridiano col 1 de la Libra, et la stella sua principale disegnata per g, non appar sopra il nostro orizonte.

Quadragesimaquinta. Il Lupo, con il piè sinistro dinanzi comincia ad apparire in oriente col grado 23 de lo Scorpione & a tornarsi con l'estremità de la coda, in occidente col grado 6 del Leone venendo al circol del mezo giorno col gra. 28 de la Libra la cui stella, che gli ha ne la gamba destra di dietro, notata ne la sua figure per a, nasce col grado 9 del Sagittario tramonta col 1 de la Vergine, & si fa meridiana, col gra. 8. de lo Scorpione.

Quadragesimasesta. L'Altare tutto si stà noi perpetuamente nascosto, saluo che vna stella, che gli ha nel primo grado, notata ne la figura per a, la qual appare in oriente, col grado 2 de Aquario tramonta col 12 de la Libra, & diuenta meridiana, col grado 16 del Sagittario.

Quadragesimasettima. La Corona australe comincia a venir fuora da l'oriente col grado 25 del Capricorno, et comincia a nascondersi in occidente, col grado 5 de lo Scorpione, arriuando al meridiano col grado 28 del Sagittario, la cui stella ch'ella ha nel principio del suo arco Australe, denotata per a, appare col grado 5 de Aquario tramonta col 13 Sagittario & diuenta meridiana, col grado 8 del Capricorno.

Quadragesimaottaua. Il Pesce australe comincia con la schena à mostrarsi nelle parti orientali col grado 22 de i Pesci & à tramontar con la coda, insieme con il grado 22 del Capricorno, arriuando al circol del mezo giorno, col grado 17 de Aquario, & la stella che gli ha ne la bocca, disegnata ne la sua figura per il carattere a, nasce col grado 1 del Capricorno, s’asconde col gra. 14 de Aquario et tocca il circol meridiano, col grado 7 de i Pesci.

IL FINE.