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QVEL Dottissimo Hermete, che fra gli antichissimi Theologi de i primi tempi, cosi famoso & illustre diuenne, che gli Egittij, chiamandolo Mercurio Termegisto, tre volte grandissimo lo nominauano, (Bellissima Madonna Laudomia) affermaua per cosa chiarissima, che tante fosser le imagini nel cielo stellato, quante son le specie de le cose mortali & caduche, che dentro al Ciel de la Luna si nascondon racchiuse: & tra le altre ragioni che à ciò lo moueuano, diceua che sendo il grande Iddio perfettissimo Architettore, non poteua se non hauer fatto questo mondo elementare à somiglianza del celeste & sempiterno; & conseguentemente facea mestieri, che quante fosser le specie de le cose corrotibili, tanti fusser parimente gli essempii di quelle, ò vogliam dir le Idee ne la parte celeste. onde ei teneua per certo, che non fosse, ò pietra alcuna ò pianta, ò qual si voglia vilissima cosa, che nel Ciel de le stelle, non hauesse appropriata imagine, & specialmente al gouerno suo destinata: & affermaua più oltre, & parimente vna parte de i Pittagorici affermarono dipoi que sto medesimo, & è, che in alcune specie piu perfette, gli indiuidui sieno in certo numero determinato, il quale non può crescerne diminuire; & ciò piu indubitatamente affermauan de la specie humana, ne la quale solo 46560000 ouero 12960000 huomini si truouan del continuo; il qual numero sia fisso, ne possa mai mancare che se in alcuna parte de la terra accade ò guerra ò peste, ò altro simili dispergimento d’huomini; in altre parti si racquista il perduto, & questo dicono esser necessario; peroche
L’INTENTION mia in questo libro de le stelle, (Belissima Madonna Laudomia,) è di usare ogni ingegno, & ogni diligentia, che per me si può, in far che voi potiate con marauigliosa agueloezza hauer chiara notitia di tutte le 48 imagini stellate: le quali depingono, e rendono cosi bello & adorno l’ottauo Cielo come noi ce lo veggiamo: Et oltra ciò, sappiate ogni volta che vi vien bene appartatamente distinguere l’una da l’altra: e non solo non vi sia nascosto il nome di ciascheduna di queste imagini, ma ne ancora la ragione perche cosi si domandino, & le fauole integramente, da le quali esse dependino: e tutto secondo le opininni de’ più approvati scrittori, e più famosi poeti. Et oltre à questo, in ciaschedun tempo de l’anno, & in qual si voglia hora di notte, che meglio vi mette, possiate senza fatica nissuna chiaramente conoscere in qual parte del Cielo si truoui qual si voglia imagine celeste, e di quante stelle ò di maggiore, ò di minor grandezza ella sia splendente, & adorna: & in che figura, e forma per il Cielo si distenda.
Questa dunque che io v ho detto è integramenta la intention mia in questo libro, e per più facilmente essequirla ho tenuto quest’ordine.
LA prima cosa incominciandomi da la parte settentrionale, anzi dal polo Artico istesso, di tutte le 48 imagini stellate, de l’una distintamente da l’altra ho preso à trattare, ponendo prima il nome de l’immagine, secondo l’opinione de’ più fedeli scrittori, & insiememente la fauola intera, che intorno à tal nome fa mestieri. Et appresso à questo ho posto il numero de le stelle che ne l’imagine si contengono, secondo il parer di Tolomeo, cosi de le stelle de la prima grandezza, come de la seconda, e de l’altre grandezze di mano in mano, essendo che gia sapete, per quel che si è detto nel libro de la Sfera del mondo, che in sei differenti grandezze han considerate e distinte le stelle gl’Astrologi. E nel porre il nome di tali,
PEr piu aperta intelligentia di quel che ho detto fin quì appartenente al modo, et à l’ordine che ho tenuto intorno à la mia prima intentione in questo libro, che è trattar de le stelle; voglio alquanto in ciò più distendermi; prendendo come per essempio vna de le dette 48 imagini celesti, accioche quanto io dimostro in quella de l'ordine, che ho osseruato in trattar di tal materia si habbia parimente da intendere di tutte l’altre. Dico adunque, che volendo io in questo libro darui piena notitia di quanto si ha da desiderare intorno (poniam caso) à quella imagine celeste, ò costellatione che noi ci vogliam dire, la quale è detta Cassiopea; la prima
Prenderete dunque tra le stelle di Cassiopea (poi che di Cassiopea habbiam tolto l’essempio) vna di quelle che son segnate per vna de i tre caratteri de l’alfabetto, che sono a.b.c. poniam caso la stella ch’ella ha ne le reni con, e essa, secondo il mese nel qual vi trouarete, & l'hora de la notte che piu vi agrada, entrarete ne la sua tauola: & in essa, à l'incontro del mese detto, e dell'hora, trouarete vna casetta, doue son due numeri: l'vno de i quali, che disopra è, denota la distantia di tale stella dal vostro zenith nel circolo de l'altezza: & l'altro numero, che di sotto è disegna in che parte tocchi l'Orizonte il circol detto de l'altezza. Peroche se voi sapeste solamente la distantia d’vna stella dal zenith, stareste in dubio in che par te voi vi haueste da volgere de l'Orizonte, per imaginar il circolo de l'altezza. Adunque, hauendo voi questi due numeri di gradi, con l'aiuto poi de lo stromento gia fabricato nel libro de la Sfera del Mondo; trouarete a ponto la stella detta nel Cielo senza vn sensibil errore. Saputa questa, potrete nel medesimo modo cercare vna de l'altre stelle de la detta Cassiopea, segnata pur per vn de i tre carratteri. a.b.c. poniam caso quella, che le stà nel ginocchio, e dopo questa vn’altra: tal che sapendone voi gia tre, facil cosa vi fia poi, tutte l'altre conoscere,
Ne vi marauigliate che io habbio con breuità fatto mentione de le Tauole, che io v'ho dette, e de lo istrumento medesimamente; peroche quanto appartiene al praticare et vsar cosi le tauole, come anchor lo stromento, vi ho da dichiarare à bastanza quì di sotto. E questo è quanto mi occorre dirai intorno à l'ordine & la via, che ho osseruata in trattar di Cassiopea: accioche per questa voi potiate il medesimo comprender da tutte l'altre imagini celesti, per esser il medesimo ordine, e la medesimo regola in tutte osseruata: auertendoui però, che voi non vi marauigliaste, che nel dirui il modo disopra del dispor le figure secondo’l sito rispetto al nostro polo, che se le conuiene, io non vi mostri parimente il modò di saper quale in Cielo sia il nostro polo; peroche questo lo so presupponendo che voi gia (per quel che si dice nel quarto libro de la Sfera del mondo, quando tratto de la linea meridiana, e del vso de l’istrumento quiui fabricato) potiate conoscer benissimo in che parte del Cielo sia il polo nostro: peroche gia v'ho detto, che è nel circolo meridiano, sopra la Terra 42 gradi e mezo verso quella parte, doue mandiamo l'ombre solari, sul mezo giorno.
LA prima cosa hauete da sapere intorno à queste che le tauole che io ha fatte, non scruono a tutte le stelle, le quali io dispongo, e disegno ne la figura di ciascheduna imagin celeste; ma in qual si voglia imagine, io ho tolte tre stelle le principali, e di maggior chiarezza, e piu famose, e per quelle solamente ho composte le tauole: e questo ho fatto, peroche se io hauesse voluto porre in dette tauole tutte le stelle, de le quali fo mentione; saria stata l’opera troppo lunga, & assai fastidiosa, e parimente superflua: essendo che per hauer la notitia d’vna imagin celeste, in che luogo del Ciel la si troui, di lungi ne puo bastare in conoscere in Cielo tre de le stelle che la figurano: peroche sapendo le dette tre, facilmente poi si puo comprendere e conoscere l’altre, hauendo dinanzi la figura de l'imagine disegnata nel libro, & insiememente la misura, secondo la quale senza fatica alcuna si puo misurando e considerando hauer perfetta notitia di tutte l’altre stelle, che forman la detta imagin nel Cielo. Adunque per piu breuità, e per fuggire il superfluo per tre sole stelle in ciascheduna celeste costellatione ho formate e disposte le tauole, le quali haurete da vsare, e praticare ne la maniera, che io vi dirò, dopo che io vi harò dichiarato l'ordin di quelle, e la loro dispositione & è questa.
Per la larghezza poi nel foglio trouarete ad ogni mese correspondenti tre spatij, vno per ciascheduna de le tre stelle dette: ne i quali spatij il numero di sopra contiene i gradi del circolo de l'altezza, e l'altro numero i gradi de l'orizonte: co i quali gradi de l'orizonte trouarete due caratteri de l'alfabeto, che vi disegnaranno in qual quarta de l'orizonte s'habbin da intender quei secondi gradi, che quiui harete tronati: peroche gia sapete che l’orizonte si diuide in quattro quarte principali, l' vna e tra Leuante e Settentrione, la qual disegnaremo per questi due caratteri. s.l. La seconda quarta, tra Settentrione e Ponente, denotata per s.p. L’altra tra ponente & Austro, segnata per a.p.e l'ultima tra Austro e Leuante, intesa per a.l. E brevemente per a. intendo Austro, per l. Leuante, per p. Ponente, e per s. Settentrione. Adunque in queste tauole altro non harete, se non due numeri di gradi: l'un del circolo de l'altezza, e l'altro de l'orizonte, in che mese & hora che piu vi piace: i quali numeri, con l'aiuto de l’istrumento, di cui parlaremo quì di sotto, vi daranno à punto il luogo nel Cielo di quella Stella, che cercarete. Et accioche meglio intendiate, quanto v’ho detto, ve ne darò vn'essempio.
POniam caso che voi il primo d'Agosto, ad hore due di notte vogliate conoscere in Cielo la imagine de lo Scorpione: primamente adunque cercarete in quella parte del libro, doue si tratta de lo Scorpione, & à i piedi de la sua fauola trouarete non solo il numero de le sue stelle per fino à la quarta grandezza; ma ancora doue ciascheduna in esso sia situata. poniam caso, ò ne la fronte, ò ne la coda, ò dou'ella sia: quiui tra tutte vedrete che le tre principali son notate con le tre lettere de l'alfabeto .a.b.c. che sono il core, il principio de la coda, e l'estremità de la coda. prenderete dunque in prima vna di queste; e sia per caso il core, che per a. è notato: e con essa entrarete ne la sua tauola, e nel primo spatio per il lungo, trouarete
PEr piu commodità ho pensato che sia bene descriuerui, e figuraui quì di nuouo la medesima figura de lo istromento, che vi ho designata nel quarto libro de la Sfera del Mondo: ne la qual gia sapete, che douendosi vsar lo istrumento in piano, il punto .s. dimostra Settentrione .p. Ponente .a. Austro, & .l. Leuante: e douendosi vfar sospeso, e leuato da Terra; il punto .s. disegna il zenith, & .l. & .p. dimostrano l'orizonte. come à bastanza intorno à questo vi ho detto nel luogo suo. Onde solo di nuouo hauete da sapere, che vi fa di mestieri hauer due di que sti istrumenti: percioche in vn medesimo tempo sarà necessario vsarlo & in piano, e sospeso: come meglio quì di sotto intenderete.
Dico adunque che hauendo voi ne la tauola de la Stella, che cercate, trouati due numeri: l’vno de i gradi del circolo de l’altezza: e l'altro de i gradi de l’Orizonte; fa dibisogno che disposto che harete lo istrumento in piano, in modo che la linea .s. a. venga per il dritto de la linea meridiana, la qual gia sapete, douiate volger la tauoletta doue sono i due perforati, per fin che la mostri con l’acutezza sua il numero de i gradi, i quali hauete de l orizonte, e quiui fermarla. e ciò deue esser in quella quarta de l’orizonte denotata per i due caratteri trouati pur ne la tauola, sotto il detto numero inferiore. Trouato questo fa di mistieri sospender l’altro istrumento al dritto de la tauoletta de’due perforati del primo istrumento, che mostraua i gradi de l’orizonte, come ho gia detto, e poi volger la tauoletta de i due perforati del
PRimamente hauete à sapere (si come anchora v’ho accennato di sopra) che non tutte le stelle che figuran le imagini celesti, ho poste ne le lor figure; peroche in alcuna imagine, per esseruene gran moltitudine, harian forse fatto qualche confusione, per la breuità de lo spacio de la carta, in cui figurar si deuono. Ho adunque lasciate indietro quelle de la quinta, e de la sesta grandezza, & alcune de la quarta manco famose. e tanto piu arditamente l'ho fatto, quanto che à la mia prima intentione questo non porge molto impedimento: essendo che altro non cerco in questo libro, se non che voi cognosciate su in Cielo ciascheduna de le 48 imagini stellate; non con quella minutezza che si ricercarla à i piu curiosi Astrologi inuolti continuamente in quella parte d'Astrologia, che chiaman iudiciaria ma al quanto più in vniuersale; à che di lungi son bastanti le stelle fino à la quarta grandezza. Et oltre à questo, à ciò ma spinto ancora, che quando alcun pur volesse la cosa più minutamente sapere, può con quello istesso ordine, che ho osseruato io in questo libro; far il medesimo de l’altre stelle, che ne restano in dietro. però quanto à questo mi basta di hauer lor mostrata la via.
Voglio che sapiate ancora che queste stelle, che io v'ho detto, piu principali, e piu chiare, che io considero fino à la quarta grandezza; tutte ho notate à i piedi de le tauole di qual si voglia imagine. ho notato dico, ciascheduna con vna lettera de lo alfabeto: e quest' ho fatto, accioche poi ne le figure le riconosciate, e sappiate distinguere l'vna da l'altra. poniam caso, quella che sarà ne la testa , da quella che sarà nel braccio, e cosi de l’altre parimente. Ben è vero che poi ne le figure ho posto molte volte alcune stelle piu, le quali à i piedi de le tauole non ho numerate: e conseguentemente tali stelle non son notate con lettera d’alfabetto: e questo ho fatto perche per la breuità de la carta, tanta moltitudine di caratteri de l'alfabeto farebbe in molte figure non poca confusione: ma ho auertito di far questo in quelle stelle, le quali facilmente possa considerarsi in che parte sieno de l'imagine, per la vicinanza di alcune altre con il caratter notate: come il tutto benissimo comprenderete, senza che io piu in ciò mi distenda. Ancora non ho voluto come fa Iginione le dette figure dipingere i membri di quegli animali, che i Poeti han finto esser nel Cielo: perche ancora che ciò facesse al quanto di vaghezza à l’occhio; nondimeno offuscarebbe ancor parimente le stelle, o farebbe non poca confusione: & io ho piu tosto voluto hauer riguardo à la chiarezza de la figura, che à la vaghezza de l’occhio; essendo il mio primo intento, mostrar quelle figure piu distintamente ch’io posso, e nel modo che le sono, sendo elle sol di stelle adornate senza braccia ne piedi, come ciaschedun puo vedere.
Dipoi, di quelle stelle ancora, le quai io dispongo in figura (che gia v’ho detto, che non passan la quarta grandezza) io parimente non ho fatte le tauole per ciascheduna: prima perche io vedeuo, che volendo far questo saria moltiplicato il volume di sorte che haria generato piu tosto fastidio che altrimenti. Dipoi io conosceua molto bene, che per la notitia d’vna imagine in Cielo, assai eran bastanti tre stelle le principali: però che sapendo quelle tre, & dipoi considerando la figura disegnata nel libro, & adattandola in Cielo, e trouandola corrispondente, ageuolmente veniua à manifestare integramente la imagine ancora, e massimamente con l’aiuto de la misura, la quale ho posto in ciascheduna figura à quella proportionata, come disopra vi ho notato à bastanza. adunque per tre stelle solamente, le piu famose di ciascheduna imagine, son composte le tauole come v’ho detto.
Hauete ancora d’auertire, che in ciascheduna figura ho posto, e notato quella parte, che è verso’l polo nostro, et insieme ho notato e da i piedi, e dal capo de la figura in che parte la imagin si muoua per il mouimento del primo mobile, e non ho fatto questo, dicendo da la destra parte verso la sinistra, ouero per il contrario: peroche per il diuerso vostro situarui, rispetto al Cielo, & ancora per il diuerso sito che potrebbe hauer tal imagine in Cielo, rispetto al zenith vostro, potrebbe spesso questo ingannarui: & vna medesima parte de la imagine esserui quando destra, e quando sinistra: però io in vece di dire da la destra inuerso la sinistra, ò per il contrario; ho notata quella parte, donde l'imagin mouendo si parte, con questa parola DONDE.e quell’altra parte verso la quale ella si muoue, ho nominato VERSO DOVE.
E da notar parimente, che doue ne le casette, che son ne le tauole, trouarete segnato zero: dimostra se ciò è nel circol de l’altezza, cioè nel luogo del numero superiore, che quella tale Stella non è punto per alcun grado distante dal zenith, anzi è nel zenith stesso, e se il zero sarà nel luogo del numero inferiore appropriato al circol de l'orizonte, denota che il circolo de l’altezza tocca l’orizante non in alcuna de le quattro quarte; ma, in vno de i due detti punti principali de l’orizonte, secondo il carattere che sotto solo gli sarà posto; che sarà ouer .a. ouero .s. cioè il punto d’Austro ouer di Settentrione: peroche in quel caso non occorre poruene due, essendo allhora il circolo de l’altezza fatto vn medesimo col meridiano; come per voi stessa potete considerar facilmente.
Oltre a quello voglio che sapiate, che quando trouarete ne le tauole alcuna de le dette casette vote e di numeri, e di zero; ciò vi dimostra che in quella hora la Stella che cercate veder non si può: peroche gli è impedita la luce sua da i raggi del Sole, che ò vicino l’orizonte, ouer sopra la Terra si truoua, e questo accaderà molte volte: perche le tauole son fatte per fino a le 12 hore, dopo il tramontar del Sole; accioche possino seruire ad ogni mese de l'anno, si come si vede in fronte di quelle: e molti mesi sono, ne i quali auanti a le 12 hore si leua il Sole sopra la terra è conseguentemente con lo splendor suo fa sparir la luce de l'altre stelle. Basta dunque che le case vote mostran che le stelle a le quali le corrispondano; per il detto impedimento veder non si possano. E se trouarete ne le dette casette notato, e scritto sotto l’orizonte vi dimostrarà che in quel punto quella stella non si troua sopra il vostro orizonte, e conseguentemente veder non la possiate.
Dubitarete forse, che essendo alcun mese nel quale la notte si stende nel clima nostro per fino a le 15 hore e più: & in alcuni altri mesi fino a le 14 & a le 13 prima che la luce del Sole habbia forza auicinandosi a l’orizonte, di spegnere il lume de l’altre stelle; parea per questo ragioneuole, che in tali mesi deuessen le tauole esser fatte per più hore, che per 12. A questo vi rispondo, che quel che mi ha mosso a non curami di questo: è nato da due cagioni principali: l’vna è, perche volendo io hauer rispetto particularmente ad ogni hora di qualunque mese, mi bisognaua far per ciuschedun mese vna tauola appartata: & cosi veniua a moltiplicarsi l’opera, per dodici, quasi che indarno. onde molto meglio mi è parso di voler fuggire il fastidio, e la confusioue, che harebbe fatto vna tal moltiplicatione
Miresta solo che sappiate, che per fuggire vna longhezza inconportabile, non ho voluto far le tauole per tutti i giorni de l'anno distintamete, ma solo ho tolte le calende de i mesi. E tanto piu arditamente ho fuggita questa tediosa lunghezza, quanto che perciò punto non s’interrompe il mio primo proponimento: il quale è che uoi per mezo di questo libro potiate nel ciel conoscer le 48 imagini del Cielo stellato. E questo vi verrà fatto benissimo: peroche hor ne le calende d’vn mese, & hor ne le calende de l'altro potrete osseruar qual imagin più vi aggrada tante volte, che facendouela familiare dipoi senza più bisogno di tauole ò di altra simil consideratione, per se stessa in ogni tempo vi sarà manifesta. E se per sorte ne le calende d'alcun mese sarà coperto di nuvole il Cielo; non è verisimile che le calende di tutti gli altri mesi sieno parimente di tai nebbie ò nuuole nascoste e velate. Et oltre a questo quando voi ben voleste seruirui de le dette tauole in alcun giorno non molto lontano da le calende d'alcun mese, non ve ne seguirà molto sensibile errore, se si tolle quel giorno de le dette calende, per il giorno a quelle vicino. E se pur alcuno essercitato ne le scientie di Matematica sarà desideroso di poter far le medesime, osseruationi, in ogni giorno che ben gli metta io gli mostrarò la via per la qual si potrà quasi seruire di questo libro e di queste tauole in ogni tempo de l’anno. E questa è, che gli entri ne le tauole con le calende che precedano al giorno nel quale ei desidera far la detta osseruatione e dipoi vi entri con le calende che seguano al detto giorno, et vegga la differentia che è tra le due dette calende, nei numeri che si han da trouare e di tal differentia pigli la parte proportionale, secondo la proportione del numero del giorno suo a tutto il mese, cioè che se il giorno sarà il 15 d'Agosto; entri ne la tauola con le calende d’Agosto, e prenda li numero che gli viene, ouer nel circol de l’altezza, ouer nel circol de l’orizonte, secondo che ci vuol considerar più l'vn che l'altro. E di poi il medesimo faccia con le calende seguenti, che sono di Settembre, e prenda parimente il numero de i gradi, ò de l’altezza, ò de l’orizonte, secondo che ei lo tolse ne le prime calende, e di questi due numeri hauuti ne le due calende consideri la differentia, la qual se poniam caso, sarà quattro gradi prenda vna parte di essi proportionale, secondo la proportion di 15 à 31 peroche è il 15 giorno d’Agosto, & egli ha 31 giorni, e gli verrà quasi due gradi. dico quasi, perche se Agosto hauesse 3o giorni gli verrian due gradi a punto: perche la medesima proportione ha 2 a 4 che
Non vò che mi si scordi ridurui a memoria vna particolare auertenza che nel libro de la Sfera del Mondo parimente vi feci notare: et è che cosi ne i libri di detta Sfera, come in questo libro de le stelle non mi son curato di render la cosa cosi minutamente osseruata che passi la minutezza d'vn grado: anzi ho sempre tolto qual che è da i 30 minuti fino a i 60 per vn grado: & quel che è da l’vn minuto fino a i 30 per nissun grado, peroche non può accader per questo cosi sensibile errore, che io lo stimi d'importantia a la notitia di tai cose, che hauete ad hauer voi, per cui solamente non per altra cagione mi son tolta questa fatica. Onde ne segue, che non curandomi io de la minutezza di vn minuto; non può porger per quanto è per durar l'età nostra, impedimento alcuno a questo libro il tardo mouimento. che le stelle fisse hanno lor proprio, che in molte decine d'anni non si muouan propriamente pur vn sol grado da Ponente a Leuante: come nel libro de la Sfera del Mondo vi ho detto a bastanza.
MI souiene ancora (accioche in tali osseruationi potiate esser diligentissima) l’auertirui, e manifestarui da quante cause possa nascere errore per il quale vi accada che non vediate cosi a punto la Stella che cercarete per i perforati de l’istrumento secondo che si è detto disopra ma la veggiate alquanto variata: e queste sono. Primamente può nascer tal variatione, per esser i due numeri trouati ne la tauola, non precisamente nel fin de i gradi: peroche già v’ho detto poco di sopra, che io non considero in questo libro gli spatij, e le quantità più minutamente che per gradi, pigliando la parte del grado per il grado che più gli è vicino: ma tal causa può esser di pochissimo & insensibile errore. La seconda causa può esser dal non far l’osseruatione ne le calende de i mesi: peroche già sapete che per le calende son fatte le tauole: ma ancor questa causa non saria di molta importantia, quando il giorno de l'osseruatione fusse vicino a le calende: ma essendo lontano bisognaria proceder per
SArà forse alcuno cosi curioso, che desideraria sapere come io habbia conosciuto in qual si voglia hora di notte, la distanza de le stelle (per cui son fatte le tauole) dal nostro zenith, nel circolo de l’altezza, & in che luogo il detto circolo venga a toccare il nostro orizonte. Onde io, quantunque; per molte vie saper ciò si possa; nondimeno non vò mancar breuemente di fargli palese, che modo speciale io habbia tenuto in far questo. Io primamente considerauo se la stella, di cui ceruauo l'altezza ne l’hora che io la voleuo; fusse ancor peruenuta al circolo del meridiano il che difficil non era, sapendo io l'hora del nascimento suo, e l’arco suo semidiurno con l’aiuto de l’Astrolabio: & ancor per il pronunciato 92 di Pietro Appiano. caso che de l’Astrolabio io non mi fidasse a ha bastanza. altre vie ancor ci sono da trouar questo, che non importa che io dica al presente. Trouando dunque che ella fusse a punto nel meridiano, trouauo poi la declination sua da l’Equinottiale per il 85 & 86 pronunciato del detto Appiano, benche per questo ancora non manchin molte altre vie: la qual declination saputa, & insieme la declination del zenith, che sempre è vguale a l’altezza del polo; sottratta l'vna da l’altra, ouero aggiunta l’vna con l'altra, secondo che facea di mestieri; mi veniua la distanza di detta stella dal zenith, nel circol de l’altezza: il qual circolo essendo in questo caso il medesimo col meridiano: veniua ad intersecare l’orizonte nel punto ò d'Austro, ò di Settentrione, secondo che la Stella era dal zenith a Settentrione, ouero ad Austro inchinata. Ma trouando io che la Stella fusse fuor del meridiano: di alquanto più fatica facea dibisogno. E per che meglio io sia inteso formarò la presente figura.
Ne la qual figura il meridiano si denota per il circolo a.f.c.d.b. & b. sarà il polo settentrionale, & o. l’australe, a. il zenith: f.e.g. l’Equinottiale c.e.d. l’orizonte & vna quarta del circolo de l’altezza sarà a.m.n.e. la stella, de la quale io vò trouar la distanza dal zenitih, sia posta per caso in m. Hor io ho da cercar parimente l’arco a.m. che è la distanza de la Stella dal zenitih la qual per caso pongo che sia orientale dal meridiano. E dipoi ho da trouare l’arco c.n. che è la distanza. secondo la quale il circol de l’altezza a.m.n. tocca l’orizonte c.e.d. lontano dal punto c. che è il punto australe: peroche la Stella in questo caso pongo che sia australe dal zenitih. Hor’io adunque ho da sapere l’arco a.m. et l’arco .c.n. & procedo cosi. In prima io per il pronunciato 86 d’Appiano so la declination de la Stella da l’Equinottiale, che è l’arco .h.m. dipoi per il pronunciato 98, verrò a sapere l’arco m. n. che è l'altezza de la Stella, il qual arco sottratto di 90, mi rimane l’arco a.m. che è la distanza dal zenitih di essa Stella, il che cercauo primamente. Dipoi per il pronunciato 99. haurò la notitia de l’arco .c.n. che è quel che secondariamente cercauo. Non altrimenti procederei, se la Stella fusse settentriotiale, ouero verso Leuante, ò verso Ponente, ò come la si fusse. Questo medesimo senza l'aiuto di Pietro Appiano si può parimente sapere per il mezo de la propositione 17 18. & 19 del quarto libro de
QVESTI, che trattano de le fauole, son diversi infra di loro intorno à quel che dicono de l’Orsa minore. Alcuni vogliano, ch’ella sia Calisto figlia di Licaone. Altri fra i quali e Diodoro, dicono che fu uno de i Cureti, à i quali fu dato à nutrire Gioue: ma io per piu ragioni m’accostarei piu tosto à l’opinion di coloro, che afferman che l’Orsa minore fu una di quelle Ninfe, che nel monte Ida in Creta diedero il latte à Gioue, il nome de la qual Ninfa fu Cinosura: e per tal merto poi fu da esso Gioue nel Cielo vicina al polo artico collocata, & ha sette stelle, le quali compongono una certa figura, che s’assomiglia ad un carro, percioche cinque di dette stelle fan la figura del carro, e l’altre due, che vengano al pari, denotano i buoi che lo tirano: onde volgarmente anco ella è chiamata la figura del carro. & un’altra imagin, che non molto è da essa lontana, ciamano il guidator de i Buoi, come diremo al luogo suo. Ne penso io gia di volere cosi in questa fauola, come ancora ne l’altre, che io ho da raccontarui, togliendo via il velo de la fauola manifestar le historie e la vertità, che sotto gli si nasconde: Prima perche ciò non fa al mio primo proponimento: e dipoi per essere in ciò differentissimi gli scrittori, che trattan di cotal cosa: tal che punto di vero ne la maggior parte di queste fauole saper non si puote, come di cose troppo lontane da i tempi nostri: ben è vero che per esser la historia il fondamento de la fauola, & il vero di quella, secondo Aristotile ne la Rettorica sua; per questo non è punto da dubitare che tai fauole non sieno edificate, e costrutte sopra la stessa verità de i gran fatti di quegli quasi nuoui huomini nel Mondo: oltre che da buona parte di quei gran filosofi antichi erano le scientie stesse sotto l’oscuro velame de la fauole, per piu ragioni (che non v’importa che io vi dica) trattate e descritte, come si vede in Platone in piu luoghi, e massimamente nel Fedone, doue sotto figura e coprimento di fauola, de l’anima istessa disputa. Et altri ancora fecero il medesimo di che par che gli renda Aristotile nel proemio
a Vna ne l’estremità de la coda, e questa osseruano i nauiganti, per esser la piu vi cina al nostro polo di tutte l’altre 3 grandezza.
b In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, & è vna di due che son ne la spalla sinistra 2 grandezza.
f In vn de gli angoli de la figura quadrilatera, & è vna di due, che son nel fianco sinistro 4 grandezza.
CAlisto figlia di Licaone Re d'Arcadia, dopo la mala fortuna del padre suo, il qual per le grandissime crudeltà ch’egli vsaua, da Gioue in Lupo fu trasmutato, si diede à i seruigi di Diana, facendo voto di virginità, e poco dapoi fu da Gioue con inganno stuprata, il qual gia di lei s’era acceso di amore. Diuenuta adunque Calisto grauida, di Gioue, e cominciando gia il ventre cresciuto à dar sospetto del suo peccato, rifiutò di lauarsi ignuda insieme con l'altre Ninfe, e con Diana come prima far solea; per la qual cosa accortasi al fin Diana del commesso sallo, scacciandola dal casto suo choro, palesò il fatto à Giunone moglie di Gioue: la qual di subita ira accesa contra la sua concubina, quella in orsa trasmutò: hauendo ella gia partorito Arcade, il quale venendo ne gli anni, e trouandosi vn giorno in caccia, fattasegli inanzi l'Orsa, che era la madre sua, quella non conoscendo cominciò coi dardi à perseguitare: onde Calisto non potendo con parole fargli chiaro chi ella fusse: si risoluè di fuggire nel tempio di Gioue Liceo: ne mancò Arcade di seguirla dentro contra la lege, che l’entrare in quel tempio vietaua. 0nde corse subito il popolo per ammazzare & Arcade e l'Orsa: e l’harria fatto. se non che Gioue ricordatosi del piacer che egli hauea hauuto di Calisto, mossosi à pietade tolse l’vno e l’altro dinanzi à la furia, & in Ciel gli pose assai vicino al polo boreale: l’uno, cioè Calisto, domandorno poi l'Orsa maggiore; & Arcade fu chiamato Boote, ouero 0 il vociferente: perche par ancor quiui che ad alta voce gridi correndo dietro à l’Orsa, come in Terra faceua. Alcuni altri lo chiamano guardiano de
g Poco disopra al principio de la coda, ne la detta figura quadrilatera 3 grand. h Nel pie sinistro di dietro 3 grandezza.
DVe opinioni, tra le più degne di fede, son di que l Drago, che è posto nel Cielo, tra le due Orse rauuolto. L’vna è che hauendo Giunone ne le estreme par ti di Occidente vn’horto eccellentissimo, & accadendo spesso, che le figlie d’Atlante quiui vicine vi entrauan nascosamente a furare i pomi che vi erano; ella per riparare a questo, vi pose a guardia vn Drago, il qual nimico del sonno teneua continuamente gli occhi aperti guardando d’ogn’intorno, che alcuno nel giardino non entrasse. Accadde poi, che arriuando Hercole in queste parti, fu da esso il drago occiso valorosissimamete: onde Giunone per rimeritarlo de la diligentissima guardia, che fatto haueua, viuendo lo tolse nel cielo, e tra l'vna e l’altra Orsa lo pose: tal che par ancor che si difenda contra Hercole veggendoselo intorno ancor nel Cielo, come diremo. Altri vogliono che combattendo Minerua contra i Giganti; essi per difendersi le posero innanzi vn Drago dismesurata grandezza: onde Minerua veggendolo, presolo con vn braccio lo scagliò via con tanta forza, che peruenuto fino al cielo quiui si fisse: onde è, che cosi ritorto, e rauuolto lo veggiamo, come se pur hora fusse quel caso accaduto. Sono in tutto nel Drago stelle 31, de le quali le 13 più famose son queste.
Cefeo fu Re di Ethiopia, la cui figlia Andromeda sendo per sententia di posta a diuorare in sul lido del mare al mostro marino: fu da Perseo, il qual tor naua vittorioso da la speditione contra le Gorgone, veduta e liberata dal mostro, & vltimamente sposata, acconsentendo a tai nozze il padre de la giouene Cefeo, e la madre Cassiopea: onde Perseo, essendo poi per i suoi gran fatti posto nel Cielo, ottenne gratia dal padre Gioue di hauer seco appresso la suso la moglie sua con il suocero, e con la suocera, come diremo al luogo loro. Cefeo dunque ha in tutto 11 stelle, de le quali otto le più importanti, sono queste.
GIà habbiam detto, quando trattammo de l’Orsa maggiore, che hauendo Calisto di Gioue conceputo e partorito Arcade; sendo poi ella in Orsa conuersa, il figlio suo già ne gli anni venuto, trouandosi vn giorno in caccia, e venendogli a l’incontro l’Orsa madre sua, quella non conosendo perseguitò co i dardi fin dentro al tempio di Gioue Liceo: per la qual cosa il popolo di Arcadia harebbe e l’vno e l’altro ammazzati; se non che Gioue, togliendogli lor dauanti ambidue pose nel Cielo: doue Arcade fu poi da molti Arturo chiamato, e da molti altri Boote, pero che ancor su in Cielo par che ad alta voce perseguiti l’Orsa. e di quì è che altri ancora lo domandano guardian de l’Orsa, essendo che cosi quiui è situato, che par che
QVegli, l'opinion de i quali intorno à la corona d’Ariadna par che più si seguita; dicono che essendo stato mandato Teseo da gli Atheniesi in Creta al Minotauro; Ariadna figlia del Re Minos, e sorella del Minotauro, diuenuta già di Theseo innamorata gli mostrò la via che egli tener douesse per ammazare il Minotauro, con patti però che egli in premio di questo la sposasse, e menasse seco in Athene. Succedendo adunque felicemente l'abbatimento suo col Minotauro, posta Ariadna in naue, secretamente di Creta si partì: e peruenuto di prima ve la à l’Isola di Nasso, secondo Lattantio Firmiano, & Iginio; quiui la notte venente lasciata Ariadna sepellita nel sonno senza altro dirle, date le vele à i venti, se ne ritornò in Athene. Suegliata adunque la giouane, e veggendosi abbandonata lungamente seco pianse e si dolse con quelle ò silmili parole che si leggono appresso di Catullo: tal che riempiendo di strida il lido d'ognintorno; auenne che Baccho per quei mari à sorte nauigando, al suon di quei lamenti si trasse la doue'ella era, e veggendola bellissima, subito accesosi de l'amor suo la tolse per moglie. E dopo alquanto tempo dipoi, innamoratosi egli de la figlia del Re de gl'Indi; diede cagione ad Ariadna di dolersi e lamentarsi assai lungo tempo; per fino che egli con carezze poi, e con abbraciamenti la mitigò: e per più gratificarsele, pose in Cielo quella corona, che seco haueua Ariadna, la qual gia hauendo fatta Vulcano con grande arte, à Vener donata l’haueua, e Venere parimente ad Ariadna n’haueua fatto dono. pose adunque Baccho questa corona nel cielo, adornandola di 8 stelle, de le quali queste son le sei più lucide e chiare.
GIà di sopra v'ho detto che Hercole per comandamento di Euristeo andò a l’horto di Giuno ne ne l’ultime parti di Ponente. per portar di quei pomi ad Euristeo; e quiui trouato il Drago che gli guardaua, però che le figlio di Atlante eran prima solite di furare nel detto horto, combattendo con esso lo vinse e l’uccise onde Giunone per rimeritare il Drago de la buona guardia, che viuendo hauea fatta, lo pose nel Cielo, come habiam detto. E Gioue essendo à guardare il valor d’Hercole suo figlio, prese tal piacere di quello abbattimento, che volse che ne stesse in Cielo sempre l’imagine. onde Hercole come veggiamo, è situato su in Cielo in maniera, che par che continuamente combatta col Drago: però che sta posato in sul ginocchio destro, e col braccio destro leuato in alto, hauendo in man la mazza, e porgendo con la man sinistra innanzi la pelle del Leone per difendersi. Non mi è nuouo che alcuni vogliano che questa imagin nel Cielo non sia d’Hercole, ma di Teseo, il qual con ogni suo sforzo s’ingegni d'alzar la pietra, sotto la quale Egeo padre suo hauea posta quella spada, che egli volea, che prima Teseo di sua mano alzando il sasso tolesse, che egli andasse in Athene. Et ancor so che à molti piace che non sia in Ciel ne Hercol ne Teseo, ma in cambio loro Licaone padre di Calisto, il qual lamentandosi de i casi de la figlia in Orsa mutata, preghi, inginocchiato con le mani alzate al Cielo, che gli sia restituita de figlia. Ma la prima opinione ha più degni scrittori, che la fauoriscano. Hercole adunque ha in tutto stelle 18 de le quali queste sono 11 le più splendenti.
g Vna di tre, che son ne la man sinistra, doue tien la pelle del Leone 4 grandezza. h Ne la coscia sinistra 4 grandezza.
Per la figura 7 si può conoscer come queste 11 stelle sien situate nel cielo, con l'aiuto de la tauola 7.
LAsciando indietro tutto quello che intorno a l’imagine stellata. che chiaman la Lira, diuersi diuersarmente dicono; appicandomi a la più diuolgata opinione dico, che hauendo Mercurio composta vna Lira di vna Testugine, quella donò ad Orpheo figliolo di Calliope, vna de le Muse, il quale de l’armonia di questo istrumento s’era estremamente inuaghiro: & in tal guisa dotto poi ne diuenne, che si facea correr dietro le selue, i sassi, e le fonti ad vdirlo. Ma scendendo poi ne l'inferno a far proua con la melodia di questa Lira di rihauer la moglie sua Euridice; quiui dicono che cantando su la Lira le lodi de tutti gli Dei, si scordò di Baccho: onde egli per vendicarsi mandò poco dopo le sue Sacerdotesse infuriate a smembrarlo, & occiderlo, mentre che in Tracia si staua vn giorno in solazzo, sonando la lira sua. Assalito adunque da quella turba di Donne, fu tutto dilacerato & ismembrato; tal che le sue Muse per più pietà raccolser le membra insieme, e le se pellirono. E la Lira, in memoria de Orfeo collocorno nel Cielo, l’adornorono di 1o stelle: e queste sono.
ESsendosi Gioue di Nemesi caldamente innamorato, ne potendo da lei amicamente ottener l’intento suo, con inganno & astutia l'ottenne: però che fe che Vener prendesse forma d'vna Aquila, e se medesimo trasmutando in Cigno mostraua di perseguitarla volando; tal che ella fìngendo di fuggire, nel grembo di Nemesi si accolse per vna alta finestra entrata del suo palazzo. Nemesi venendogliene pietà la prese & abbraccio per difenderla dal Cigno, e tenendola cosi stretta come Vener volse, si addormi, e Gioue di Cigno, tornato ne la propria forma ne prese quel
g Nell’estremità de l'ala destra 4 grandezza.
h Nell'estremità de l'ala sinistra 3 grandezza.
i Nel pie sinistro 4 grandezza.
Qual figura disegnino insieme queste 11 stelle su in Cielo si può sapere con la figura 9.e con la tauola nona.
PErseo (come disopra habbiam detto) hauendo liberata Andromeda dal mostro marino, con patti però, che Cefeo e Cassiopea, de i quali ella era figlia: gliela concedesser per moglie, osseruandogli eglino la promessa, & essendo esso dal suo padre Gioue per i suoi gran fatti nel Ciel collocato ottenne d’hauere seco appresso la suso non solo la moglie Andromeda; ma i suoceri ancora Cefeo Cassiopea. E dice Sofocle, che per essersi Cassiopea data in vanto di auanzar di bellezza tutte le ninfe del mare, per la punition di questo le fu di mestieri dapoi ch'ella hauea da starsi nel cielo, distarui in vna certa maniera, che nel volgersi del Cielo le sia forza di volgersi supina, con la testa in dietro, quasi che paia che sempre in precipitio ne vada. Sono in tutto tra in essa, e ne la sedia doue ella con le braccia aperte si posa 13. stelle: de le quali queste sono le otto principali. a Ne le reni 3 grandezza.
d Ne la testa 4 grandezza.
f In vn piede 4 grandezzaa
Come sieno queste stelle fra lor disposte, si può hauer chiaro per figura 10, e per la tauola decima.
DAnae figlia di Acrisio fu (Come si legge) di marauigliosa bellezza dotata: onde il padre gelosissimo diuenutone, in vna forte e ben guardata Rocca, con gran diligentia la custodiua: di che ella quel dolor si pigliaua, che farebbe in tal caso, qual si voglia bella Donna che sauia fusse e che molto ben conoscesse, che vana & in darno, si può stimar, che sia la bellezza, se non è da gli altri conosciuta, amata. e desiderata, come ben confessa Aristotile nel terzo libro de la sua topica. Sendo dunque Danae cosi diligentemente racchiusa e guardata, Gioue, che grandemente ardeua del suo amore, trasmutandosi in pioggia d'oro, e per il tetto de la Rocca trapassando, fu da essa gratamente raccolto, non conoscendo ella l'inganno che sotto quell’oro si nascondeua: quando poi parse a Gioue il tempo commodo, ritornato ne la propria figura si giacque con essa. Onde ella diuenuta grauida da questo fatto, al tempo poi, partorì Perseo: il quale venuto ne gli anni, secondo che dice Lattantio Firmiano, fu mandato dal Re Polidetto a la speditione contra le Gorgone, figlie, di Force, e del mostro marino: le quali, essendo tre, vn sol’occhio haueuan tra tutte, delquale hor l’vna, hor l’altra si seruiua, & era si fiera la vista loro, che chiunque guardauano conuertiuano in sasso. Perseo adunque hauendo ottenuto da Mercurio i vanni, e la spada, e lo scudo da Pallade: sopra del pegaseo Cauallo alato andò a questa ispeditione, e vittorioso dipoi con la testa di Medusa ritornando, liberò Andromeda dal mostro marino, e la tolse per moglie. Altri fatti anco marauigliosi fece Perseo, per i quali meritò da Gioue padre suo di esser nel ciel collocato, e di 26 stelle adornato de le quali 10 le più lucide queste sono.
b Vna splendente ne la testa di Medusa, che gli ha nela man sinistra 2 grandezza.
Le 10 stelle dette son nel ciel situate secondo che veder si può per mezo de la figara 11 e tauola vndecima.
VArie opinioni ho lette intorno a quella imagine stellata, la qual chiamano Auriga, onero l’inuentor del Carro: tra le quali la più verisimile, & approuata, mi par quella de santo Agostino nel suo libro de la Città di Dio: doue dice, che hauendo Vulcano fabricato le saette, le quali a Gioue furon di mestieri ne la gran guerra contra i giganti, dopo che Gioue hebbe ottenuta la vittoria, egli lo pregò che in premio de la fatica, ch’egli hauea durato in fabricar cotanta moltitudine di saette, gli facesse gratia che ei potesse giacersi vna notte con Pallade, di che Gioue fu contento, con questo patto però, ch'ella volendosi difendere potesse fare. Entrato adunque Vulcano vna notte ne la camera di Minerua, e trouatala in letto, prima con lusinghe, e dipoi con le forze cercò di recarla al fatto suo: ma difendendosi ella cosi valorosamente, che egli non poteua ottener cosa che egli volesse: accade nel combattere, sendo Vulcano molto acceso ne la volontà, gli fu forza per il continuo tumultuare di seminare in terra quel che altroue hauria voluto, Onde ne nacque Erictonio, che la metà di sopra era huomo, e le gambe hauea di serpente. venuto poi negli anni Erictonio, e veggendosi hauer le gambe di serpente, perche vedute manco gli fussero, se fabricare vn carro, doue da i cauali portarsi facea. E questo fu il primo carro che veduto fusse nel mondo. Di che Gioue marauigliandosi, e parendogli che col suo ingegno fusse arriuato a l’inuentione del Sole, lo giudicò degno del cielo, e di tal 13 stelle adornollo: tra le quali di 1o più famose farò mentione. e son queste.
Son disposte le dette stelle suso in Cielo come si vede con l'aiuto de la figura 12. e de laTauola 1 2.
LA maggior parte de Astrologi, e de poeti è di questa opinione intorno a la Imagine stellata, che tiene il serpe, che essendo Esculapio cosi eccellente ne la
DI questa figura detta il serpe d'Esculapio, ouer di Forbante secondo alcuni altri, non accade che io vi dica altro che quel che si è detto ne la Imagin precedente di Esculapio, da le cui mani è tenuto li detto Serpe. Sono adunque le stelle che lo figurano 18. ma 1o sono le più nominate, e son queste.
PRometeo figlio di Iapeto fu di tale ingegno e sapere, che ei formò l’huomo di loto cosi propriamente che solo lo spirito gli mancaua: Onde ueggendo Minerua cosi degna opera, marauigliatasi di tanto ingegno gli promise che in perfettio ne de l'opra sua gli mostraria la uia di poter fruir de' beni del Cielo. quel che più gli aggradasse: e respondendo Prometeo che non sapeua che domandarsi, se prima non vedeua quel che la suso si trouasse, che facesse al proposito suo; fu da lei al cielo innalzato, doue ueggendo egli che i corpi celesti eran tutti di fiamma e di caldezza animati, per poter ancora egli dar lo spirito a l'huomo che fatto hauea; nascostamente accostato vna fiaccolata, che hauea a le rote del Sole, subito l’accese, e col foco in terra tornatosene, e postolo nel petto de l’huomo da lui già formato, in cotal modo gli diede l'anima, dalqual poi discese l'humana generatione: le quai cose venendo a l’orecchie di Gioue lo acceser di tanto sdegno, che in punition di tal fallo fe legar Prometeo ignudo nel monte Caucaso con questa conditione che vn’Aquila continuamente si pascesse de le cose intern e del petto suo: e parimente punì gli huomini, che da tal huomo con inganno formato descender douessero, però che mandò loro, come molti affermano, le febri, la peste e l'altre infirmità, & insiememente le Donne; quantunque alcuni altri scrittori non vogliono che le donne per tal cagione fosser nel mondo mandate: l’opinion de i quali tanto è più ragioneuole, quanto che ciascheduuo può ageuolmente conoscere, che le donne più tosto son cagion principale de la felicità de gli huomini, che punto quella ne impedischino. Dopo molto tempo poi, sendo Hercole (come hò detto disopra) mandato la Euristeo a tuor de i pomi de l'horto di Giunone non sapendo egli il camino, venne a passar per il monte Caucaso, doue trouato Prometeo tormentato nel modo, che habiam detto, fu da esso instrutto del camin, che douea fare per andare a l’horto di Giunone e de la via che hauea da tenere per ammazzar il drago guardiandi quello horto. Onde Hercole per rimeritarlo, scioltogli i legami da torno lo liberò, ammazzando quell'Aquila, con vna de le sue saetta: la qual saatta in memoria del valor d'Hercole, come vogliano alcuni fu nel Cielo di cinque stelle fatta adorna. e son queste.
QVanto fusse ne i suoi tempi la bellezza di Ganimede figlio del Re Troio e cosa tanto manifesta che non fa di mestieri che molto io mi ci distenda. Innamoratosene adunque Gioue lo fe rapire da vn’Aquila in Cielo: però che questo Augello, più che qual si voglia altro fu sempre a Gioue accetto e caro, che solo fra tutti gli altri animali ha possanza di tener fissi gli occhi ne la faccia del Sole. Rapito adunque Ganimede e portato da la detta Aquila a la presentia di Gioue; fu da esso posto in luogo de la Dea Hebe: la quale ne la corte di vn tanto Iddio tenea l'officio di metterle da bere: e l'Aquila in memoria di cosi pregiata preda, che fatta hauea, fu nel Cielo ornata di 9 stelle, ma di sei più lucide: e queste sono.
a Vna detta splendida nel principio del collo, e si domanda l’Aquila, & è vna di tre che fanno insieme vna linea retta 2 grandezza.
Come in ciel sieno insieme disposte si può veder con l'aiuto de la figura decimasesta, & de la tauola decimasesta.
DVe opinioni vi raccontarò de la cagione di questa Imagine celeste detta il Delfino: de le quali questa è l'vna. Desideroso Nettuno d'hauere Anfitrite per moglie, fu causa che ella sendo disposta a conseruar la sua virginità, fuggendo pervenne ad Atlante ne le estreme parti de l'occidente. Onde trà molti Nettuno mandato in diuerse parti a cercar nuoue di lei solo vn Delfino secondo alcuni 0 vero come altri dicono vn huomo chiamato Delfino, fu quello che non solamente la trouò; ma le seppe ancor persuadere di tor Nettuno per suo marito: e menatola seco la diede in man di Nettuno et in merito di questo gli fu data la cura de l'apparato de le nozze: e poco dopo fu collocato nel Cielo. L'altra opinione è che trouandosi Arione musico eccellentissimo ne i mari di Sicilia, & hauendo seco molte richezze raccolte: però che con grandissimo guadagno giva dolcissimamente sonando in questa parte & in quella: venne in animo ad alcuni suoi seruidori, che sarebbe molto
IL cauallo primo non ha altro che quattro stelle ne la testa cosi piciole, e poco resplendenti, che da gli Astrologi son dette nebulose, & occulte: onde non mi è parso farne altrimenti mentione ne con figura ne con tauola: e parimente, perche non ho letto di quello fauola molto degna di esser narrata, mi son risoluto, lasciandolo da parte venire a l'altro cauallo molto più famoso, e da i poeti cantato.
DI Medusa e di Nettuno nacque vn Cauallo Alato detto il Caual Pegaso: il quale secondo alcuni hauea anco in testa le corna et i piedi ferrati. Con questo Cauallo ottenne Bellorofonte la vittoria contra la Chimera, la qual gittando fuoco per boccà guastaua, e corrumpeua tutta la Licia, con il medesimo fu vittorioso Perseo contra le Gorgone. Questo stesso con l'ongie de i piedi cauò il fonte Castalio consecrato a le muse: il quale è ne la sommità di Helicona, monte di Beotia. Meritò dunque vn cosi vtile, e valoroso Cauallo, che vn giorno ch'egli volandosi era assai appresso al Ciel fatto vicino: Gioue nel ciel lo ritenesse e fermasse, e
DI quanta eccellentia sia la Gratitudine, e quanto da Dio istesso sia stimata & hauuta in pregio; l’essempio di Andromeda figlia di Cefeo, ne può far chiaro: però che hauendola Perseo (Come habiam detto disopra) liberata dal mostro marino, & essendosi egli per raddoppiar la cortesia, acceso de l'amor d'essa: non seppe ella più degnamente più generosamente sodisfare a tanto obligo, e remeritare vn cosi fatto beneficio, che con l'amarlo con tanta caldezza, con quanta fusse amato mai huomo nel mondo. E certissimo altro mezo pigliar non poteua che sodisfacesse pur in parte a quel che l’obligo la stringea; però che altro non è al mondo, con che si possa sodisfare a cosi gran beneficio, quanto è l'essere amato, che con l’mare istesso. perche (come si trahe da Aristotile nel nono de l’Ethica) l’essere amato, e l'amare, l’vn per l’altro se stringe e si mantiene. Amò dunque Andromeda cosi efficacemente e di core il suo Perseo. che ne prieghi, ne persuasioni di chi si fusse, valser punto a far ch’ella lasciando la patria, & i parenti non lo seguisse, per la qual cosa in premio di cosi fatta gratitudine, ottenne ancora di seguirlo nel Cielo, doue non molto da lui lontano fu di 23 stelle illustrata, de le quali queste sono le 12 più splendenti e chiare.
DUbiosamente scriuono de la cagione, per la qual fusse posto nel Cielo quel Triangolo, che noi ueggiamo sopra la testa del Montone, quei che trattan di tal materia. Alcuni vogliano, che non per altra causa questo fusse, se non acciò che il segno del Montone, per esser per se stessa non molto lucido & risplendente, per mezo de lo splendor di questo Triangolo, fusse conosciuto piu ageuolmente: e questa opinione par che accenni Iginio manifestamente. Molti dicono che Cerere ottenne da Gioue di hauer nel Cielo vna figura simile a la Sicilia, la quale è in figura triangolare. Non pochi sono ancora che affermano che questo triangolo in Cielo con i tre suoi angoli denota che la terra è diuisa in tre parti. Altre opinioni ancor ci sono intorno a questa Imagin triangolare, ma tutte poco verisimili. Appicchisi adunque ciascheduno a qual ei vuole, basta che in tutto son nel triangolo 4 stelle, in ciaschedun angolo vna, e l’altra nel mezo de l'vn de i lati. e son queste.
FRisso & Helle furori'figli del Re Atamente, i quali essendo perseguitati tutto’l giorno da l’odio de la matregna; si risoluerno per liberarsi da tanto sastidio di partirsi secretamente et andarsene in Colchi con quel più ohe tor più potessero de le ricchezze paterne, tolto aduque; vna notte tra l’altre ricchezze vn Montone, a cui la pelle era d'oro si partiron dal proprio regno e s'inuiorno verso Oriente, e peruenuti a quello stretto di mare che diuide l’Europa, da l'Asia vicino a Bizantio detto hoggi Costantinopoli saliti ambidue sopra il Montone si messero in acqua: e come la mala fortuna di Helle volse accadè che prima che'a l’altro lido ariuasse ella del Monton caduta, e ne l’acque sommersa desse nome a quel mare: però che di poi Hellesponto fu dimandato.
In qual maniera sien situate queste sei stelle sù in Cielo, con l’aiuto de la figura 22. e de la Tauola 22 può vedere.
ARdendo Gioue de l’amor d'Europa figlia di Agenore Re di Fenicia e sapendo egli ch'ella spesse volte sopra il lido del mare soleua scherzare, e giocare insieme con altre virginelle, comandò a Mercurio, che tolto forma d'vn pastore conducesse à quello istesso lido quello Armento de i Tori che nel monte di Fenicia pasceua: preparatosi Mercurio a questa impresa: Gioue tosto tolta la forma d'vn bellissimo toro, & in quello armento meschiato si lasciò insieme con gli altri tori condurre al lido doue era già Europa con le compagne in festa, & in danze venuta. Veggendo dunque Europa vn cosi bel toro quanto era quel, sotto la cui figura Giove si nascondeua, senza sospetto d'alcuno inganno se gli pose dattorno, e di guardarlo sommamente era vaga, e parendole humano mansueto prese ardire, di cominciare a toccarlo con mano in questa parte. & in quella: e trouatol tuttauia più cortese e benigno, si arrischiò di porsegli a seder sopra il dorso: la qual cosa come uidde Gioue, a poco a poco entrato ne l'acqua, si cominciò a discostar da la terra. Onde Europa veggendosi ne l'acqua assai già dal lido lontana, tutta paurosa cominciò ad appicarsi a i corni del toro, & a teneruisi sopra piu che poteua: & intanto Gioue passando il mare, la condusse fino in Creta; e quiui tornato ne la propria forma tolse di lei quell'ultimo solazo che tutti gli amanti desiderano da le amate loro: & in sempiterna memoria di questo fatto volse che Europa si domandasse vna de le tre parti del mondo, & in Cielo collocò la forma di vn Toro adorna di 33. stelle, tra le quali son quelle chiamate da molti Pleiade, da alcuni Hiade, e da molti altri Vergilie, e volgarmente le gallinelle, ouer la chioccia, le quali furon figlie
g Ne l’estremità del corno boreale, & è quella, che è nel piè destro de l’inuentor del carro 3 grandezza.
In che guisa sieno le dette stelle nel Ciel figurate, si può considerare per la figura 23. e de la Tauola 23.
DIsopra, ne la dechiaratione de l’imagin del Cigno dissi come (secondo l’opinion di molti) essendo Gioue innamorato di Leda tolta la forma di vn Cigno hebbe da lei lo intento suo: et ella fatta grauida partorì vn’ouo delquale ne nacque poi Castore e Polluce insiememente con Helena la cui bellezza auanzò tutte l’altre che fusser mai. Furon questi due fratelli di tanta beniuolentia et amore insieme congionti, che mai per fin che vissero nacque tra loro vna minima differentia ò intorno el regnare, ò in qual altra si voglia cosa, anzi sempre con ugual imperio, e uolontà menarono gli anni loro, contentandosi sempre l'vno di quel che a l'altro era aggrado. E dicon molti (tra i quali è Lattantio Firmiano & Homero) che essendo occiso Castore, Polluce domandò gratia a Gioue di poter conceder la metà de la vita sua al morto fratello. e facendogliene Gioue la gratia, molto tempo poi duroron di viuere vn giorno l'vno, & vn giorno l’altro: talche finalmente, per rimeritare
Come sieno le 13 stelle insieme disposte nel cielo con l'aiuto de la figura 24 e de la Tauola 24. si può vedere.
TOrnando Gioue dal conuito de gli Ethiopi, e ueggendo su la riua del fiume Bagrada vna bellissima ninfa, il cui nome era Garamantide, la quale i piedi in quel finme si lauaua, subito innamoratosene cominciò a far forza di persuaderla a la voglia sua: ma ella non dando orecchie a le sue parole, subito postasi in fuga si saria da Gioue liberata, se non che vn granchio, mentre che ella correua, gli morse vn calcagno. onde essendo ella sforzata di raffrenare in gran parte il corso suo fu da Gioue sopragiunta: il qual dicono che giacendo con essa sentì tal dolcezza, che ei volse donar luogo nel Cielo a quel Cancro, che cagion n’era stato, e lo adornò di 9 stelle: tra le quali dicono che son quelle, che si domandano gli Asini. e la cagion’è che douendo Gioue far guerra contra i Giganti comandò che tutti gli Dij fossero in aiuto suo: per la qual cosa, oltra gli altri Dij, che vi vennero, comparsero ancora i Satiri, & i Siluani sopra gli Asini assesi,, i quali Asini come furno appresso a i nimici, presero ombra, e paorosi diuenuti cominciorono a far tal romore, e tumulto, che i nemici sbigottiti si misero in fuga: e cosi facilmente furon da Gioue vinti superati. Sendo dunque stati gli Asini principal cagione d’vna tanta vittoria; non senza cagione meritoron che Gioue gli ponesse nel Cielo. De le 9 stelle dunque del Cancro, queste son le 8 principali.
a Vna de le quattro, che son nel corpo, che fanno vna figura quadrilatera, la più boreale chiamaca l’Asino. 4 grandezza.
GIà disopra più volte si è trattato del valor d’Hercole, il quale hor qnesto hor quello gran fatto facea secondo che Euristeo gli comandaua peroche cercando egli ogni hor via di farlo morire; ogni maggior pericolo che egli imaginar poteua gli recaua dinanzi: essendo che cosi era volutà di Iunone, la quale di tanto odio contra di Hercole ardeua, e cosi gli era nemica, che io non credo che tanto hauesse già in odio Sapia la gloria e la libertà de i Senesi. si come ne fa testimonio Dante nel 13 canto nel Purgatorio. Quanto adunque a l’Imagin celeste del Leone, si accordan tutti a dire, ch’ella fusse posta nel Cielo in memoria de la gloriosa vittoria che hebbe Hercole contra quel ferocissimo Leone, che era ne la selua Nemea: il quale guastaua e ruinaua tutto quel paese, che è tra Argo e Thebe: e la ragione, per la qual dicon che più questo hauesse da essere in cielo la memoria di questa vittoria, che di molte altre che Hercole ottenne in diuerse parti del mondo è questa; che oltra che la vittoria contra il Leone fusse forse la più forte e valorosa; egli ancora a questa volta combattè disarmato, doue che poi sempre andò forte de la pelle del morto Leone. Sono in tutto le stelle, che in esso risplendono 27 senza le 7 che gli son vicine a la coda, le quali si adomandan la chioma di Berenice: però che volendo Tolomeo Re di Egitto andar a far guerra in Asia, la sua consorte Berenice fe voto s’egli tornaua vittorioso di consecrare al tempio di Venere la chioma sua la quale era la più bella e pregiata che mai si vedesse. Tornando dunque Tolomeo con la desiderata vittoria, subito Berenice, secondo il fatto voto, leuatosi la chioma se la donò a Venere nel tempio. Et indi a pochi giorni, non essendo vista la detta chioma nel tempio, fu da alcuni Astrologi affermato; ch’ella fusse stata rapita nel Cielo, e posta vicino a la coda del Leone. 1o dunque son le stelle più lucide, che son nel Leone, e sono queste.
In qual maniera sieno in Ciel figurate queste 10 stelle, comprender si può per la figura 26 e Tauola 26.
Astrea figlia di Titano e de l’Anrora nel tempo, che il padre suo, & i frateli feron l'impresa per cacciare Gioue del Cielo, sopraponendo i maggior monti l'vn sopra l’altro, afferman i buoni scrittori, che ella sempre s’ingegnò di torgli da tal'impresa e per quanto ella potè diede a Gioue aiuto e fauore: onde ella meritò dopo la vittoria contra i Titani di hauer luogo nel Cielo Altri dicano, che ne i primi secoli, ne i quali il mondo era per anco ne la sua giouentù di poco tempo creato: fu dal ciel mandata, la vergine Astrea, ò iustitia che noi ci voglian dire, a conuersare tra i mortali: la qual per fin che l'età d’oro si conseruò purgata, e senza macchia alcuna; mai da loro si dipartì: nel qual tempo felicissimamente viueuano gli huomini senza prouar ne infirmitade ne passione alcuna giamai, lontani da la necessità di qual si voglia fatiga: essendo che la terra per se stessa ogni cosa necessaria produceua. Et in cambio di guerre, di pestilentie, d’inuidia, d’odio, & inimicitie regnaua continuamente pace, salute, amore, e beniuolentia. Ma cominciando l’oro poi a conuertirsi in rame, & vltimamente in durissimo ferro; fu forza che la detta Vergine non potendo soffrir più le guerre, le morti, i furti, gl’inganni, e l’altre cosi fatte sceleranze, che erano a poco a poco venute quasi nel colmo, che venir potessero, fu forza dico, ch’ella lasciando tanti suoi auersarij impadroniti de la terra, se ne tornasse nel Cielo: doue per insino hoggi si è dimorata, & ancor dimora sendo noi rimasti priui di cosa cosi eccellente e diuina come è la iustitia, la quale da nessuna altra virtù è in dignità superata, che solo da l’amicita, secondo il parer di Platone: il quale per questo mezo lo prona che la giustiria de l’amicitia ha bisogno ma questa di quella non già: e questo medesimo pone Aristotele ne l’ottauo del’ Ethica: doue dice, che quelli che son amici non han mestier d’esser giusti, ma quelli che giusti sono han bene de l’amicitia bisogno. Sono in tutte stelle 26. fra le quali di 9 più risplendenti farò mentione. e queste sono.
Come sien le dette stelle disposte nel Cielo, per la figura 27. e per la tauola 27 si può comprendere.
QVei primi Astrologi che divisero il Zodiaco in 12 parti nel modo ch'io v’ho detto nel quarto libro de la Sfera dem mondo; a ciascheduna di quelle diedero il nome d’alcun animale, ouero perche le stelle, che quiui si trouauano, forman tra lor figura simigliante ad essi animali: oueramente per qualche inclinatione, & influsso corrispondente a la natura e qualità de i detti animali, che essi cagionino in questo mondo inferiore, ò pure per far immortal la memoria d'alcuni, che nel mondo habbin fatto qualche bella operatione, hanno di tanto gran numero di stelle, che sono: in cielo, tolto quelle che meglio eran poste per formar figura che facesse al proposito loro. Qual si fusse dunque la cagione, dico che ne la diuision del Zodiaco trouando che la figura de lo Scorpione era cosi grande ch'ella occupaua luogo per due parti: quella diuisero in due segni togliendo quelle stelle che son ne la parte dinanzi de lo Scorpione, e facendone vn segno particolare, il quale dimandaron la Libra. ò per che quelle stelle faccin figura assai simile a la Libra, oueramente perche quando il Sol si truoua nel principio di tal segno, par che ne le bilancie faccia giustamento pareggiar la notte col giorno. Sono adunque le stesse de la Libra 8 in tutto, quantunque (com’ho detto) sieno de lo Scorpione, de le quali di queste sei farò mentione.
b Ne la bocca australe de lo Scorpione la qual domandano l’altra de le dette lanci de la libra 2 grandezza.
c Nel mez0 del forfice australe de lo Scorpione, ouer nel mezo de la lance austra le de la libra 4 grandezza.
ORione figlio de l’Orina di Gioue e dell'Orina di Nettuno e di Mercurio (come meglio diremo quando specialmente di lui si trattarà) fu: cosi valoroso è bene instrutto, e lungamente essercitato ne la caccia; che alcuno non era ne i tempi suoi, che a gran pezza tanto ne sapesse: onde egli era in ciò cosi venuto superbo & arrogante, ch'egli osò di dire, che nessun’ animale saria mai possibil che la terra producesse quanto si voglia fiero e possente, che egli non fusse bastante ad occiderlo: di che la terra grandemente sdegnata produsse subito lo scorpione et in citato contra de lui, con esso combattendo fu al fine vinto e morto Orione. Gioue dunque per lasciar memoria a i mortali di quanto spesso nuoca il considarsi troppo in se medesimo, il vittorioso Scorpioue nel ciel collocò, adornandolo di 21 stelle senza quelle che forman la Libra: de le quali queste son le 14 più famose.
PErò che molto discrepanti sono i poeti intorno à la cagion, per la qual fusse chiamato Sagittario quel segno del Zodiaco, che segue appresso a lo Scorpione; io solamente vi dirò quella opinione, che mi pare alquanto piu verisimile. Et è, che habitando Croto figlio de la Nutrice de le muse insiememente con esse nel monte Helicona, di cui di sopra habbian fatta mentione; venne per il commercio, che hauea con le muse, in poco tempo di acutissimo ingegno, e poeta eccellentissimo; e parimente, però che per le selue di Beotia tutto’l giorno in caccia si essercitaua; diuenne in questo ancor espertissmo e valoroso: onde meritò che domandando le Muse gratia a Gioue che si degnasse di
Inqual maniera sieno intra di lor disposte queste 12 stelle, si può vedere per la figura 30. e Tauola 30.
DIcono alcuni tra i quali è Lattantio Firmiano, che essendo Gioue ne la sua infantia dato à nutrire a due figlie del Re Meliseo; fu da vna di quelle, che Amaltea si domandaua, con il latte di vna bellissima Capretta, ch’ella molto cara tenea, allattato e nutrito: onde egli in memoria di queste volse che in Ciel fusse la figura, e la forma del Capricorno. Questa opinione, quantunque habbia molto del verisimile nondimeno perche non manifesta perche causa questa Imagine detta il Capricorno habbia le parti di dietro in forma di pesce pensarò che in tutto vera non sia e mi appigliarò a quel che dican0 alcuni altri intoruo a questo: &
è che trouandosi vn giorno vna buona parte de gli Dij, tra i quali era Gioue Mercurio, Apollo, Diana, il Dio Pane, e molti altri, ad vn conuito in Egitto; accade che quiui sopragiunse vno de giganti Titani inimicissimi di Gioue, detto Tifeo, il più feroce e crudel di tutti gli altri: per la qual cosa cominciando quegli Iddij a temere, tutti pieni di paura, chi di loro per iscanpar da le sue mani si trasmutò in vna forma, e chi in vn’altra: peroche Apollo tolse forma di Grue Mercurio di vn’altro augello et il simil fe ciascheduno de gli altri. Pane adunq; gittandosi in vn fiume, si trasmutò ne le parti dinanzi in Capra, et in serpe ò ver pesce ne le parti di dietro. e cosi scanpato da la furia di quel gigante diede tanto a ridere a gli altri Dij de la strania figura,
Come sien queste stelle su in Cielo situate con l’aiuto de la figura 31. e de la Tanola 31 si può vedere.
FV Ganimede figlio del Re Troio di tanta bellezza dotato, che Gioue stesso se n’accese di sorte che per vederselo continuamente d’attorno se lo se rapire da vn’Aquila, e portar su nel Cielo: e priuata Hebe de l’officio, ch’ella haueua de la coppa, ouer del porgergli da bere, che noi ci vogliam dire, pose Ganimede nel luogo suo, il qual per questo officio fu domandato da gli Astrologi Aquario, et in modo di versare acqua è formata sua figura, come noi ci veggiamo. Ne mi è nascosto che alcuni vogliano che il detto segno de l’Aquario sia Deucalione, il quale con il versare acqua continuamente par che faccia viuer la memoria del grandissimo diluuio d’acqua, che fu mentre che egli nel mondo regnò. Sono in tutto le stelle di questo segno 42 de le quali queste sono le 1o più nobili, e chiare.
a Ne l’estremità de l’acqua, ch’ei versa, & è splendente, & è quella che è ne la bocca del pesce Australe 1 grandezza.
g Ne la spalla sinistra 3 grandezza.
e L’altra de le dette tre 3 grandezza.
h Nel gombito destro 3 grandezza.
DI sopra habbiamo fatto mentione di Tifeo gigante, vno de i giganti Titani inimicissmi di Gioue, i quali congiurarono già di spogliarlo del regno del Cielo. questo istesso Tifeo, il qual diede in Egitto tal terrore a molti Dei, che iui si trouauano ad vn conuito che per scampar da lui fe lor torre varie forme di animali: questo istesso dico, apparse vn giorno dinanzi a Venere, la quale insieme col suo figlio Cupido si staua a solazzo su la riua del fiume Eufrate: ond'ella da cosi fatta paura fu assalita; che per il miglior rimedio tolse di trasmutarsi insieme con il figlio in forma di pesci, e cosi scampando dal pericolo, in memoria de la salute loro volsero in Cielo la Imagin de i pesci, doue risplendono in tutto stelle 34. frà le quali di 9 le più famose farò mentione: e queste sono.
In che maniera sieno in Cielo disposte le dette stelle si può conoscer da la figura 33. da la Tauola 33.
BReuemente si spediscono quelli authori, che io ho visto, che trattino de la cagione, per la qual fusse posta nel Cielo la imagine stellata, che noi chiamiamo il Ceto, ouer la Balena percioche dicano che essendo innamorato Nettuno di Andromeda, e non potendo da essa ottenere l’intento suo, tutto acceso di sdegno mandò vn mostro marino ouero vna Balena di smisurata grandezza la qual hauesse da pascersi del bel corpo di lei. Ma come volse la buona fortuna di quella giouane: accadè che venendo Perseo vittorioso da l’impresa de le Gorgone e veggendo cosi delicata giovane sopra il sasso legata per douer’esser preda di quel mostro da subita pietà commosso
Come insieme sien disposte su in Cielo queste 13 stelle, può esser chiaramente manifesto per la figura 34. e Tauola 34.
DEl nascimento di Orione. e de i genitori suoi mi pare che l’opinion di Ouidio sia più seguite, e per più verisimil tenuta comunemente, che alcuna de l'altre; il qual dice che trouandosi in viaggio Gioue, Nettuno, Mercurio assaliti da la notte fu lor forza albergar in vna picciola casetta di vn pouer lauorator di terra il cui nome era Hireo il quale hauendo lor fatta quella cortesia che egli seppemaggiore, senza conoscer chi loro fossero; subito poi che si accorse che fossero Iddij, ammezzato vn sol bue che egli hauea, ne se lor sacrificio da la cui gratitudine commosso Gioue lo domandò che cosa ei maggiormente desiderasse: allhora il pouer'huomo raccontò come di vna moglie che gli hebbe non haueua potuto hauer figliuoli, e che morendo ella, ei le haueua promesso di non tor mai altra Donna; nondimeno ch'egli per la maggior gratia che egli potesse hauere desiderarebbe vn figlio innanzi la mar te sua. Allhora Gioue fatto venire il cuoio del bue morto nel sacrificio, raccoltolo in modo d’vna borsa, dentro vi orinò; et il simile se fare a Nettuno & a Mercurio e comandò al pouer’huomo ch'egli tenesse quel cuoio dieci mesi sotto terra, ilche facendo al fine del decimo mese trouò che nato era di quella orina vn fanciulletto il qual da questo hebbe nome Vrione, quantunque col tempo poi si conuertisse quel nome in Orione. Venuto dunque ne gli anni si effercitò cosi continuamente ne le caccie che in quelle venuto tutto fiero et esperto. egli se ne insuperbì di sorte, che egli osò di
b Vna splendida ne l’estremità del pie sinistro, & è quella, che è nel principio del fiume 1 grandezza.
Come suso in Cielo sien disposte queste stelle, si può conoscere per la figura 35. e per laTauola 35.
ERidano, il quale & Faetonte hebbe nome fu figlio del Sole e di Climena, e venuto vn giorno a parole con Epaso; gli fu da quello tra l’altre inguriose parole detto chiaramente, che ei con inganno e falsità si faceua chiamar figlio del Sole; di che lamentandosi Eridano con la madre; fu da quella menato a la presentia del padre: il quale lietamente raccoltolo, & intese le sue querele; gli promesse e giurò; che egli non gli negarebbe gratia che ei gli domandasse: per la qual cosa
c Quasi al mezo del fiume, poco lontana, dal petto del ceto, doue il fiume comincia a rivolgersi in dietro 3 grandezza.
g Vna nel secondo volger de l’acqua, è et quella ch'è nel petto del Ceto. 3 grandezza. h Una quasi al fin del fiume 4 grandezza.
K Vna poco doppo le quattro dette, che son quasi al terzo del fiume 3 grandezza. Qual figura formin nel Cielo le dette stelle si vede apertamente per la Figura 36.e Tauola 36.
E Opinion d’alcuni che non per altra cagione sia la Imagine de la Lepre nel Cielo vicina ad Orione; se non perche si mantenga la memoria, che Orione fu dottissimo e più che alcun’altro giamai ne le caccie essercitato. Ben è vero che questa
E Opinion di Seruio che Cefalo figlio di Eolo essendo ardentemente amato da l'Aurora gli fusse da essa offerto in dono vn cane il cui nome era Lelopa, cosi veloce nel corso, che afferman molti che li fusse conceduto da i fati, che nissuna fiera potesse scampargli i dinanzi. Questo dono gli offerse l’Aurora, peroche egli fuor di modo de le caccciesi dilettaua con questi patti però che ei volesse vna fiata seco giacersi: a che egli rispese, che tra se e Procri sua consorte era legame di giuramanto di conseruar l’vno a l’altro perpetua castità. a questo disse l’aurora, che egli di gratia volesse far pruoua in qualche modo de la costantia de la sua consorte, e trouandola fedele casta, non lo ricercaria più di cosa alcuna: ma quando la troui altrimenti, gli
potrà parimente non hauer più rispetto al giuramento, il quale ella prima habbia rotto e disciolto. Piacque a Cefalo questo auiso. e trasmutatosi in mercante con assai copia di oro, e di bellissime gioie se n’ando dinanzia Procri sua: e quando gli parse il tempo commodo cominciò a cercar di persuaderla a romper la fede al marito suo, e seco giacersi, promettendole tutto quel che più le andaua a grado de le tante ricchezze e gioie che egli haueua . Non fu bastante la Donna a resistere a queste offerte; anzi senza molte persuasioni si mostrò disposta a i piaceri del mercatante: il quale fatta esperientia de la fragilità e poca fede de la Donna sua, parendogli d'esser libero dal giuramento se ne ritornò a l’Aurora, e seco si giacque, & sollazò: e riceuuto in dono il Can fatato; se n'andò con esso a Thebe, doue egli haueua udito, che era vna volpe, a la quale i Fati haueuan conceduto tal velocità e prestezza nel corso; che nissun cane fusse mai bastante ad arriuarla. Trouandosi dunque insieme il Cane e la Volpe, non manco l’vn che l'altro fatato; dicon che Gioue ste gran pezza dubioso veggendosi necessitato a far vano il destino e’l fato de l’vn de i due: & vltimamete si risoluè a tor di terra quel Cane, e dargli luogo nel Cielo, ponendolo assai vicino a la Lepre, & adornandolo di stelle 18 tra le quali queste sono le 8 le più chiare.
a Vna splendidissima ne la bocca, la quale molto spessamente lampeggia e chiamasi il Cane 1 grandezza.
DI sopra hauiam detto come Orione nato de l’orina di Gioue, di Nettuno, e di Mercurio per la sua arrogantia e superbia fu cagion che la terra gli producesse incontra lo scorpione dal quale ei fusse occiso. Questo Orione dunque, essendo stato continuamente nutrito et essercitato ne le caccie e di quelle dilettatosi più che d’altra cosa del mondo meritò quando gli fu dato luogo nel Cielo di menarui seco vn de i suoi Cani, il più da lui amato et accarezzato, senza la cui compagnia prima harebbe rifiutata la stanza del Cielo: vicin dunque ad esso fu posto il cane che communemente si chiama la canicula, onero il can minore. Non mi è nascosto che alcuni vogliano che questa canicula fusse vna piccola cagnolina e molto legiadretta e vezzosa, la quale Helena amaua sigularmente, e sempre a canto teneua: ma essendo
Qual di queste due stelle sia più vicina al nostro polo, si può vedere per la Figura 39. e per la Tauola. 39.
PElia Re di Tessaglia conoscendo il valore, & il grande animo di Iasone suo ni pote figlio di Esone fratel suo, grandemente dubitaua che doppo la morte sua egli non occupasse il regno, e ne scacciasse i proprij suoi figli: e per questo cercaua sempre destra occasione di farlo morire. Hauendo dunque egli inteso che in Colchi nel Tempio di Gioue, era cosi diligentemente guardata la pelle d’oro del Montone, di cui si è fatta di sopra mentione, che era impresa quasi disperata e di certo pericolo il voler far forza di torla; si pensò che per esser Iasone d’animo inuitto, facilmente gli verrebbe fatto di persuaderlo & accenderlo a questa impresa; ne la quale era quasi certo che la morte di lui ne seguirebbe. Cercando dunque Pelia con questo inganno di persuader Iasone a l’impresa de la pelle de l’oro, mostrandogli con molte ragioni quanto honore e gloria gli seguirebbe; se felicemente gli riuscesse; lo accese di sorte nel desiderio di questo fatto; che subito fattasi da Argo fabricare vna Naue nel seno Pagaseo, in compagnia de i più nobili di tutta Grecia si messe nel mare, et inuerso Colchi presero insieme il camino: Hor come felicemente succedesse vna cosi magnanima impresa; non accade ch’io vi racconti, come poco a proposito del nostro principal proponimento. Quanto fin quì v'ho detto di questo, è stato per dichiararui perche cagione fusse fabricata la Naue, la quale piglian do il nome da l’archittetore che la fece Argo fu domandato. E per esser quel la prima naue che fusse vista nel mare, meritò di hauer luogo nel cielo, ornata di 45 stelle, de le quali queste sono le 18 principali.
Queste otto, che sono d K e f r p q o non apparono mai al nostro Orizonte Come queste 18 stelle sieno tra loro nel ciel situate si può veder per la Figura 40 e Tauola 40.
Frà l’Imagini stellate, che son nel Cielo, vi è ancora l'Hidra, ouero vn serpe che noi ci vogliam dire, il quale stando dattorno ad vna tazza piena d’acqua impedisce vn Coruo, che gliè da presso: che quantunque egli arda di sete, non ardisce di appressarsi a ber ne la tazza. Per render la ragion di tutto questo, dican molti che douendo Apollo sacrificare, mandò vn Coruo a tor de l’acqua da vn fonte: però che questo animale fu sempre molto suo familiare. andato adunque il Coruo per l’acqua e veggendo vna pianta di vn fico i cui pomi noneran per anco fatti maturi, sopra quella si posò ad aspettar che si maturassero, ne prima quindi si partì, che maturati divennero: onde mangiatone molti ad Apollo con l'acqua in vna tazza si ritornò il quale già si era seruito d’altra acqua per la longa tardanza del Coruo. e veggendol venire, doppo che l'hebbe ripreso lo fe tutto negro, doue che prima di bianchissime piume era vestito, e trouò via che nel tempo de i fighi egli ber non potesse. Volendo dunque gli antichi poeti, & Astrologi lasciar di cotal fatto nel mondo memoria, figurorono in Cielo la sete del Coruo nel modo che di sopra vi ho detto, ponendo l'Hidra, che guardi che egli ad vna tazza non arriui. L’opinion di coloro che vogliono che questa Hidra sia in memoria di quella Lernea, che fu superata da Hercole, non è molto seguita da i buoni scrittori: per questo io la lascio da parte e massimamente perche non sodisfa a la cagion per la qual in essa sia il coruo e la tazza: son dunque ne l’Hidra in tutto stelle 25. de le quali queste 14 sono le più lucide e più nominate.
0 Ne la mascella 4 grandezza.
In che guisa sieno insieme disposte queste 14 stelle, si può veder per la figura 41. e per la Tauola 41.
DIcono alcuni che nel tempo che Demifonte regnaua ne la Città di Flagusa posta nel Chersoneso di Thracia, accadè che subito nacque vna mortalissima pestilentia non solo per la Città, ma ancora per tutte le ville del regno suo talmente che non trouando rimedio alcuno che giouasse, mandò a l’oracol d’Apollo a saper come a tanto male rimediar si potesse, et essendo da l’oracol risposto, che altrimenti non saria mai quel Regno libero da quella peste; se non offerendo per ciaschedun’anno vna vergin nobil al sacrificio, ordinò Demifonte che in vn vaso fosser posti i nomi di tutte le vergini nobili de la Città sua saluo che de figlie sue proprie: e fattone trarre vna per sorte del vaso, quella pose vittima al sacrificio. Seguendo dunque questo medesimo ordine in ciascheduno anno: con grande inuidia de i nobili, i quali si doleuano che le figlie del Re non fosser poste sotto la sorte parimente con l altre; accaddè che vn più ardito de gli altri, nominato Matusio disse apertamente che non voleua più acconsentire, che la figlia sua fusse posta a la sorte del sacrificio, se le figlie di Demifonte non eran poste ancora esse al pericolo de la fortuna. Queste parole accesero il Re di tal furore, che senza aspettar che la figlia di Matusio fusse tratta per sorte, quella fece ammazzare: la qual cosa quantunque a Matusio dispiacesse, quanto più fusse possibile, nondimeno nascondendo lo sdegno de l’animo, mostrò nel volto di non curarsi molto di cotal fatto fingendo di credere che il Re per il ben de la patria fatto hauesse tal cosa: mostrandosegli benigno, et affettionato, tanto fece a poco a poco, che uenne appresso di lui il più intrinseco, e famigliar che egli hauesse. Quando dunque gli parse il tempo, ordinato vn bel conuito, fatto l’occasion di finger noue nozze
COronide filia di Flegia fu amata grandemente da Febo, e di lui fatta grauida partorì Esculapio medico eccellentissimo del quale hauiam di sopra fatto mentione. Fu parimente essa accesa de l'amor di Scino figlio di Calco: e trouandosi vn giorno abbracciata con esso in dolcissima festa, e sollazzo, vicino ad vn limpidissimo fonte, pigliandosi insieme al suaue suon di quell’acque gli vltimi diletti d’amore fu vista da vn Coruo & a Febo accusata: il qual tolta subito vna saetta ambidui gli amanti occise con quella, nel più dolce de i loro abbracciamenti, et il coruo in merito de l'officio che hauea fatto, pose nel cielo. Non mi è nuono, che alcuni affermano, che questo Coruo è quello che portò la tazza de l’acqua ad Apollo, doppo che ei fu satio di fichi: come ne la dechiaratione de l’Hidra hauiam detto a bastanza. Sono in tutto in esso 7. stelle, de le quali queste son le 6. più importanti.
In che guisa sien nel ciel situate le dette stelle, con l’aiuto de la Figura 43. e Tauola 43. si può vedere.
CHirone Centauro nato di Saturno, e di Fillire, dicon che di giustitia, e prudentia, e vera religione auanzò non solamente tutti i Centauri; ma gl'altri huomini ancora: onde meritò ragioneuolmente d'esser connumerato tra l’altre imagini del Cielo. E son alcuni che dicono, che trouandosi Hercole vn giorno in lunghi ragionamenti con esso, e mostrandogli le saette, con le quali e gli era stato con tra diuersi mostri vittorioso, nel guardarle, e considerarle ne lasciò inauedutamente Chirone, cadere vna, la qual percossol nel piede, fu cagion de la morte sua. Onde Gioue commosso a pietade gli diede luogo nel Cielo, doue e figurato in modo che par che voglia offerire vittima sopra vn’altare, per mostrar la vera sua bontade, e religione: del quale altare diremo al luogo suo. Sono adunque nel centauro in tutto stelle 37 tra le quali di queste 14 sarò mentione.
Come sieno queste stelle disposte nel Cielo, chiaramente si può comprendere per la figura 44. e Tauola 44.
Le sei vltime stelle, che sono g h i K l m non apparono al nostro orizonte, ma sol l'hò poste quì, accio che se per sorte questo libro venisse in man di persona, il cui orizonte fusse meno obliquo che’l nostro non è, possa conoscer la detta figura.
SI legge in Ouidio, che essendo salito al Cielo al cospetto di Gioue la fama de le sceleranze, e crudeltà, & altri brutissimi vitij, che eran ne l’età del ferro, fatti signori di tutta la terra, hauendone scacciato la giustitia, e la religione, & ogn’altra virtù; parse a Gioue, che fusse bene innanzi ch’egli castigasse e punisse gli huomini di tal errori; di voler prima presentialmente vedere, se cosi era in verità. come la fama gli haueua portato a l’orrechie: e tolta forma humana venendo dal cielo in terra cominciò hora in questa parte, & hora in quella a considerare, i portamenti de i mortali: Venuto adunque vna sera in casa di Licaone, & essendogli poste dinanzi tra l'altre viuande, cotto in pezzi vn de gli ostaggi de i Molossi, che Licaone hauea hauuti per sicurtà da i popoli di Epiro, subito non potendo sopportar tanta crudeltà, accesa la casa di ardentissime fiamme quindi si di parti, lasciando Licaone tutto attonito e sbigottito: il qual per scampar da quel fuoco se ne fuggì in vna selua e quiui poco di poi fu trasmutato in Lupo: ne la cui forma fu non molto tempo poi posto nel Cielo per lasciar memoria a i mortali di quanto dispiace a Dio la crudeltà. Ho letto anchor che ad alcun piace, che questo Lupo sia la vittima, che’l Centauro porta a l’altare come hauiam detto di sopra. Sono in tutto in esso stelle 19. de le quali queste sono le 13 più chiare e splendenti.
c Vna de le quattro che son ne la testa, che fan quasi vna figura quadrilatera la più australe 4 grandezza.
PIù volte si e fatta mention di sopra de i Giganti Titani; i quali essendo inimicissimi di Gioue con grande animo si prepararono a l’impresa di cacciarlo del Cielo
L’ultime sei non apparono al nostro orizonte: ma quì le pongo, hauendo rispetto a quegli che hauessero l'orizonte manco obliquo: in man de i quali potria venir questo libro.
TVtto quel ch’io v'ho detto di sopra de la Corona settentrionale d'Ariadna, molti vogliano, che si habbia da intendere di questa australe: ma seguendo io l’opinion de i più, dico, che questa non e la Corona d’Ariadna; ma quella che Bacco pose nel Cielo in memoria d'hauer la madre Semele da l'Inferno riportata: pero che dican che Bacco descendendo a l’Inferno non volse portar seco la Corona, che egli haueua hauuto in dono da Venere; ma la posò ne l’entrata, e ritornando poi con l’acquisto de la madre; a quella Corona in memoria di questo diede luogo nel Cielo. Et è questa Corona diuersa da quella, che Venere haeua donata ad Ariadna; anchor che quella ancora fusse da Bacco per gratificarsi con Ariadna nel Ciel collocata. Sono in questa Corona Australe in tutto 13 stelle ; ma sette solo più chiare e famoso. e quelle sono.
b Doppo questa, nel detto arco, vicina ad vna splendente che è nel ginocchio sinistro del Sagittario 4 grandezza.
Come tra lor sien nel Ciel situate, e disposte, per mezo de la Figura 47.e de la Tavola 47. si può sapere.
DI questo pesce Australe non trouo alcuno scrittore, che ne dica cosa nessuna: saluo che Iginio, il qual parimente con gran breuità se ne spedisce: però che dice che i popoli di Siria per la gran veneratone che hanno a i pesci volser che tra l’altre Imagini del Cielo fusse ancor quella del pesce: essendo che sotto tal forma parimente adorano, e reueriscono gli Dij loro Penati. Come e si sia, basta che in questa costellatione del pesce australe sono in tutto 12 stelle, de le quali queste sono le 1o. più lucide, e più famose.
In qual maniera sien nel Ciel situate queste 1o stelle, si può sapere con l'aiuto de la Figura 48. e de la Tauola 48.
NON è da lasciar indietro, l’hauere auertenza, che hauendosi ne le figure che segueno à conoscere le stelle distintamente secondo le varie grandezze loro, & sendo esse quiui in quatro varij modi depinte, non è fuor di proposito, che sapiate prima, come quelle della prima grandezza son maggiori di tutte, & bianche totalmente. Quelle poi della seconda grandezza sono alquanto minori, & la metà bianche & l’altra metà negre. L’altre poi della terza, son quasi di vgual grandezza come quelle della seconda: ma son negre totalmente. L'vltime son negre e picciole, e di tutte l’altre minori. Et perche meglio vi sian manifeste, eccouene vno essempio qui di sotto.
QVANTVNQUE con l’aiuto de le Tauole dette, & de le figure potiate hauer notitia, quando alcuna imagine celeste faccia il corso suo sopra la terra, in tempo notturno, consequentemente possa da noi esser veduta; & per il contrario, quando di giorno facendolo sia da i raggi del Sole, impedita la vista sua, nondimeno per torui ancora questa poca fatica, ho voluto innanzi ch’io ponga ultimo fine a questo trattato, quest cotal notitia ageuolarui, col raccoglier quì brevissimamente qual parte del zodiaco vegna sopra il nostro Orizonte, con il principio di qual si voglia imagine del cielo, & quel parte seco tramonti, o pervenga al circol meridiano: la qual cosa sapendo, conoscerete quando o per i raggi solari, ouer lunari, sia tolto che noi vederla possiamo, & perche in ciascheduna imagine è una stell principale, la qual parimente si ha acquistato il nome di tutta l’imagine, come poniam caso, ha fatto l’aquila, la quale ancor che di più stelle adorna sia, nondimeno quella stella, ch’ella ha nel principio del collo, come principale, si ha parimente cotal nome usurpato: & il simil dico di tutte l’altre figure celesti, per questo dico, ho ancor voluto quì notare il grado del zodiaco, col quale o nasca, o tramonti, o nel meridiano peruenga a ciacheduna di queste tali stelle principali, che v’ho detto.
Seconda facendo adunque principio da l’Orsa maggiore; però che l’Orsa minore, gia mai sotto al nostro Orizonte non si attusa, & conseguentemente in ogni tempo de l’anno, si può la notte vedere, dico che l’Orsa maggiore, de la quale solo i piedi di dietro tramontano, nascono, comincia a nascondersi, col grado 10. de lo Scorpione, et nascer col grado 10 del Cancro, et a toccare il meridiano, col grado 23 del Cancro, ma la principal sua stella, la qual è ne la estremità de la coda, notata da me, ne la sua figura, per il carattere, a, gimai non ci si leua, o tramonta, & al meridiano arriua, quando ella è verso il nostro zenith, col grado 23 de la Libra.
Tertia il drago, non ha stella alcuna, che nasca o tramonti, al meridiano peruienne, quando è verso il nostro zenith, col grado 12 de la Scorpione, & quella stella che egli ha sopra l’occhio destro, arriua al detto circolo, col grado 20 del Sagittario.
Quarta, Cepheo medesimamente non ha parte che non sia sempre sopra il nostro Orizonte: & comincia a toccare il meridiano, quando è tra il polo, e il nostro zenith, col grado 4 del Aquario, & la stella che gli ha ne la spalla, notata ne la sua figura per b, tocca il meridiano insiememente col grado 17 del Aquario.
Quinta Booteo ouero Arturo, il qual poco me che tutto nasce e tramonta, comincia a nascer col braccio sinsitro col grado 14 de lo Scorpione, & a nascondersi la gamba sinsitra col grado 1. del Sagittario, & col 22 de la Libra, viene al meridiano; & la stella
Sesta, la Corona d’Ariadna, comincia ad apparire, con il grado 8 de la Libra, & a nascondersi con il 1o del Capricorno, & col 18 de lo Scorpione viene il meridiano: & la stella sua più chiara per a, disegnata, col grado 13 de la ___ ne sorge: & col 10 del Capricorno s'asconde, & tocca il meridiano col 20 del Scorpione.
Settima , Hercule di cui pochissime son le stelle, che sempre rimanghino sopra il nostro orizonte, comincia a leuarsi con la gamba destra sopra la terra col grado 20 de la Vergine, & tramontar con la spalla destra col 7 del Capricorno venendo al circulo meridiano, col grado 20 de lo Scorpione, & la stella ch'egli ha ne la testa, per a, disegnata, col grado 15 de lo Scorpione si leua, col 17 del Capricorno s’asconde, & col 13 del Sagittario peruiene al meridiano.
Ottaua, la Lira, col grado 6 de lo Scorpione comincia a venir fuora de l’orizonte, & col 23 del Aquario poi si tramonta, & viene al circol del mezo giorno, col grado 3 del Capricorno, & la sua più lucida stella, notata per a, col grado 6 de lo Scorpione ne sorge, col 1 de il Pesci tramonta, & al meridiano peruiene, col grado 3 del Capricorno.
Nona, il Cigno, ouer la Gallina, ancor che vna parte d'vna la non tramonti mai, nondimeno il rimanente, col grado 5 de lo Scorpione comincia con l'ala destra a nascere, & col grado 27 de Aquario ad attufar la testa in occidente, & a venire al meridiano conl’ala destra, col grado 14 del Capricorno, la cui stella ch'egli ha ne la coda, per a , diseguata, nasce col grado 20 de lo Scorpione, & tramonta col 6 del Montone, & al circulo del mez0 giorno, viene col 3 Aquario.
Decima, Cassiopea, non ha parte che nasca 0 tramonti giamai, & comincia a toccare il meridiano, verso il nostro zenitih, con la parte di sopra de la sedia, insieme col grado io de i Pesci, & la stella ch’ella ha nel ginocchio sinistro, notata per b, vi arriua col grado 15 del Montone.
Undecima, Perseo, di cui parte nasce, e tramonta, e parte sempre si stà di sopra, comincia ad apparir col lato destro, col grado 13 di Aquario & a nascondersi con la testa di Medusa, col 3 di Gemegli venendo al meridiano col 28 del Montone, & la stella ch'egli ha nel destro lato, disegnata ne la sua figura, per a, non tramonta mai; & quella, ch’egli ha ne la testa di Medusa, disegnata per b, si leua col grado 20 de i Pesci & tramonta col 18 di Gemegli, & col 12 del Tauro viene al circulo del mezo giorno.
Duodecima, l’inuentor del carro, di cui parte nasce, & tramonta, comincia di quel che s’asconde, a venir fuora con la spalla sinistra col grado 5 del Montone, et a nascondersi col pie sinistro, con il grado 19 di Gemegli, peruenendo al mezo giorno con lo 8 di Gemegli, et la stella ch'egli ha ne la spalla sinistra, la qual chiaman molti la capra, designata per a, sorge col grado 5 del Montone, & col 25 del Cancro tramonta, & al mezo giorno vien col grado 11 di Gemegli.
Tertiadecima, quel che tiene il serpe comincia ad apparir, col braccio sinistro, col grado 14 de lo Scorpione, & a nascondersi col pie sinistro, col grado 19 de lo Scorpione
Quartadecima. Il serpe poi che gli tiene in mano, comincia a nascer con la sommita de la testa, col grado 22 de la Libra & a tramontar col ventre non molto lontanda la testa, col grado 20 del Sagittario venendo al mezo giorno col 20 de lo Scorpione & la stella che gli ha nel principio de la testa disegnata per a, sorge col 25 de la tramonta Libra col 2 del Capricorno & diuenta meridiana col 22 de lo Scorpione.
Quintadecima. La Setta, comincia ad apparir con le penne, con il grado 13 del Sagittario & a nascondersi parimente con le penne, col 17 di Aquario arriuando al circul meridiano col 17 del Capricorno la cui stella ch’ella ch'ella ha nel ferro, notata per a, nasce col grado 19 del Sagittario tramonta col 27 del Aquario & arriua al mezo giorno, col 26 del Capricorno.
Sestadecima. L’aquila comincia con la coda a sorger sopra la terra col grado 9 del Sagittario & à ritornar sotto con l'ala destra, col grado 8 del Aquario venendo al meridiano col 9 del Capricorno & la stella ch'ella ha nel principio del collo, notata per a, che si domanda Aquila, come principale, si come de l’altre imagini vi ho detto che gli accade, appare col gra. 23 del Sagittario s’asconde, col 1 2 del Aquario & fassi meridiana col 19 del Capricorno.
Settimadecima. Il delfino comincia con la mascella di sotto, à venir sopra l’orizonte, col grado 28 del Sagittario & con la coda a nascondersi col 23 de Aquario toccando il meridiano col 1 de Aquario & vna stella che gli ha ne la coda, notata per a, nasce col grado 2 del Capricorno tramonta col 23 de Aquario & diuenta meridiana col 2 de Aquario.
Nonadecima. Il cauallo alato comincia co i piedi dinanzi, ad apparire, col grado 28 del Sagittario & con la testa a tramontar col 4 de i Pesci arriuando al meridiano, col 17 de Aquario & la stella che gli ha nel bellico, cioè nel mezo, notata per a, vien fuora, col grado 10 del Aquario tramonta col 18 del Montone & al meridiano peruiene, col 26 de i Pesci.
Vigesima. Andromeda, comincia con la man destra, & col pie destro, a toccar l’orizonte orientale, col grado 24 del Sagittario & con la testa l’occidentale, col grado 21 del Montone arriuando al mezo giorno, col 11 de i Pesci di cui la stella ch'ella ha appresso la cintura, in mezzo à due altre, notata per b, si leua col grado 6 de Aquario tramonta col 8 del Tauro & fassi meridiana col 7 del Montone.
Vigesimaprima. Il triangolo comincia con l’angulo più boreale, à venir fuora col grado 21 de i Pesci & con la sommità à nascondersi col 9 del Tauro & al meridiano arriua col 25 del Montone, la cui stella che gli ha ne la sommità si leua col grado 22 de i Pesci, tramonta col 9 del Tauro & col 25 del Montone arriua al mezo giorno.
Vigesimaseconda. L’Ariete comincia con le corna, à nascer col grado 9 del Montone, & con i piedi dinanzi a nascondersi col 28 del Montone, et col 24 del Montone viene a toccare il meridiano, di cui vna stella che gli ha ne la sommità di vn corno notata per a, nasce col grado 9 del Montone ascondesi col 1 del Tauro, et al mezo giorno arriua col 24 del Montone.
Vigesimatertia. Il Tauro col collo, comincia à venir fuora, col gra. 24 del Tauro et col pie sinistro, a tramontare col 10 del Tauro, & à farsi meridiano col 17 del Tauro & la stella che gli ha ne l'occhio sinistro, notata per a, si leua col grado 10 di Gemegli,
Vigesimaqurta, i Gemegli, col braccio sinistro del più boreale, cominciano ad apparire, col grado 25 di Gemegli, & col pie destro del più australe, a nascondersi col 24 di Gemegli pervenendo al mezo giorno, col 28 di Gemegli, & la stella che è nella testa de l'vn di loro disegnata per b, appare à l'orizonte orientale col grado 10 del Cancro, & arriua à l'occidentale, col 26 del Cancro facendosi meridiana, col 17 del Cancro.
Uigesimaquinta, il Cancro con la bocca più boreale, comincia a nascer col grado 19 del Cancro, & col pie più australe, ad attufarsi in occidente, col 10 del Cancro venendo al meridiano col 20 del Cancro, & quella stella ch'egli ha nel corpo, la qual domandano l'asino, notata per a, siue col grado 28 del Cancro s’asconde col 4 Leone, & al meridiano arriua col 1 grado del Leone.
Vigesimasexta, il Leone, con la bocca comincia ad apparire col grado 2 del Leone, co i piedi dinanzi a tramontar col 7 del Leone, & diuenta meridiano 11 del Leone, la cui stella che gli ha nel core, notata per a, nasce col grado 23 del Leone tramontar col 23 del Leone & col medesimo si fa meridiana.
Vigesimaseptima, la Vergine con la testa comincia a sorger da l'orizonte, col grado 14 de la Vergine, & con l'ala sinistra a nascondersi in occidente col 27 de la Vergine, arriuando al mezo giorno, col 17 de la Vergine, & la stella ch'ella ha ne la man sinistra, disegnata nella sua figura per a, nasce col grado 18 de la ___, si nasconde, col 11 de la Libra, & col 1 6 de la Libra si fa meridiana.
Vigesimaottaua, la Libra, con la lancia più boreale, comincia ad apparire, col grado 5 de lo Scorpione, & con la lance più australe, comincia a tramontare col grado 9 de lo Scorpione, venendo al meridiano col 7 de lo Scorpione, la cui stella ch'ella ha ne la bocca de lo Scorpione settentrionale, denotata per a, nasce col grado 13 de lo 13 Scorpione, tramonta col 26 de lo Scorpione, & viene ad esser meridiana col 14 de lo Scorpione.
Vigesimanona, lo Scorpione con la fronte, comincia ad apparire, col grado 26 de lo Scorpione, & col terzo frondile, ouer nodo de la coda, à tramontare, col primo grado de lo Scorpione venendo al meridiano col 18 de lo Scorpione, & la stella ch'egli ha nel core, disegnata per a, si leua in oriente, col grado 6 del Sagittario, & si ripone in occidente, col 25 de lo lo Scorpione facendosi meridiana col 2 del Sagittario.
Trigesima, il Sagittario con la parte de l'arco più boreale, comincia à nascer col gra. 25 del Sagittario, et con le gambe dinanzi a nascodersi col 20 de lo Scorpione peruenendo al meridiano col 25 del Sagittario, & la stella, ch'egli ha nel ginocchio sinistro dinanzi notata per b, si leua col grado 12 del Aquario si nasconde col 8 del Sagittario, et si fa meridiana col gra. 19 del Leone.
Trigesimaprima il Capricorno con le corna comincia a nascer col gra. 19 del Leone, et con le ginocchia dinanzi, a tramontar col 25 del Capricorno arriuando al meridiano col 26 del Capricorno, & la stella ch’egli ha nel principio de la coda, denotata per c, nasce col gra. 20 del Aquario tramonta col 13 de Aquario arriuando al mezo giorno col 15 gra. de Aquario,
Trigesimaseconda, l’Aquario, col posamento del vaso comincia ad apparire in oriente col grado 23 del Capricorno, et col medesimo posamento torna in occidente col 9 del Aquario,
Trigesimatertia, i Pesci con la bocca del più boreale cominciano ad apparire, con il grado 25 del Aquario, & con la bocca del più australe, ad attufarsi in occidente col 15 grado de i Pesci, & peruengano al meridiano col 8 de i Pesci & la stella, che è nel nodo del laccio che gli lega, notata per b, nasce col grado primo del Montone s'asconde col 25 del Montone, & viene al mezo giorno col grado 19 del Montone.
Trigesimaquarta, il Ceto, ouer la Balena, con la coda, comincia à nascer col grado 1 7 del Montone, & con la coda parimente, ad attufarsi in occidente, col 17 de i Pesci, venendo al circulo del mezo giorno, col grado 29 de i Pesci, et la stella che gli ha nel ventre, notata per a, vien fuora de l’orizonte, col grado 25 del Tauro ritorna sotto col 7 del Montone, & tocca il meridiano col 23 del Montone.
Trigesimaquinta Orione, comincia con lo scudo a mostrarsi in oriente, col grado 20 di Gemegli col pie sinistro a tramontar col 23 del Tauro, & arriua al circolo meridiano col 7 di Gemegli, & la stella ch’egli ha ne la spalla destra, disegnata per a, vien fuora col grado 9 del Cancro tramonta col 8 di Gemegli, & si fa meridiana col 23 di Gemegli.
Trigesimasesta il Fiume che molti chiamano il Po, comincia con la parte del mezo, che tocca il ceto, a sorger in oriente, col grado 10 di Gemegli, & a meschiarsi col fin suo, ne l’acque de l'oceano occidentale, col grado 10 dei Pesci, arriuando al mezo giorno, c0l 7 Tauro la stella ch’egli ha nel fin de l’acqua, notata per a, si leua col grado 23 del Cancro s’asconde col 20 de i Pesci, & viene al mezo giorno col 15 del Tauro.
Trigesimasettima, la Lepre, con l’orecchie comincia ad apparir col grado 17 del Cancro, & con li piedi dinanzi, a tramontar col 7 del Tauro, arriuando al meridiano col 13 grado di Gemegli, & la stella ch'ella ha sotto il ventre, notata per b, si leua col grado 28 del Cancro tramontar col 14 del Tauro facendosi meridiano col 19 di Gemegli.
Trigesimaottaua, il Cane Sirio, comincia col pie destro dinanzi, a sorger col grado 6 del Leone, & col pie sinistro di dietro, a nascondersi, col 14 del Tauro venendo al mezo giorno col 1 grado del Cancro, & la stalla a che gli ha ne la bocca notata per a, vien fuora col grado 7 del Leone va sotto l’orizonte col 11 di Gemegli, & si fa meridiana col 5 grado del Cancro.
Trigesimanona, la Canicula, comincia con la testa à venir fuora, col grado 26 del Cancro & col 29 di Gemegli, ritorna con i piedi dinanzi in occidente; peruenendo al meridiano col 13 del Cancro & la stella ch' ella ha nel fianco, notata per a, appare col grado 1 del Leone, tramonta col 1 del Cancro, & viene al mezo giorno, col grado 17 del Cancro.
Quadragesima, la Naue, di quell a parte, che sempre non sta sotto il nostro orizonte, comincia con la poppe, à mostrarcisi sopra, col grado 24 del Leone, et eo i remi à tramontarsi, col 22 del Montone, arriuando al meridiano, col 27 di Gemegli, & la stella sua principale ch’ella ha nel remo australe, denotata nella sua figura per d non vien mai fuora del nostro orizonte.
Quadragesimaprima. L'Hidra col naso, comincia ad apparire col grado 11 del Leone & col ventre, & con la bocca insieme, a nascondersi col 12 del Cancro venendo al mezo giorno col 1 gra. del Leone,et la stella ch’ella ha appresso al collo notata per a, nasce col gra. 29 del Leone, & tramonta col 17 del Cancro facendosi meridiana col 23 del Leone,
Quadragesimaseconda, la tazza, ouero il vaso, comincia con il manico più boreale a venir sopra l'orizonte, col grado 25 de la Vergine, & con il posamento, a ritornar sotto col 1 grado del Leone toccando il meridiano, col 7 de la Vergine, la cui stella che gli ha nel posamento notata per a, n'appare col grado 1 de la Libra tramonta col 1 del Leone, & viene al meridian circolo, col grado 10 de la Vergine.
Quadragesimatertia. Il Coruo comincia con l'ala destra a venir fuora in oriente col grado 10 de la Libra & a tornar col becco, sotto in occidente, col grado 17 del Leone peruenendo al mezo giorno col grado 25 de la Vergine, la cui stella che ha in vn piede, disegnata per c, nasce col grado 18 de la Libra s'asconde col 27 del Leone, & si fa meridiana col grado 3 de la Libra.
Quadragesimaquarta. Il Centauro, di cui parte perpetuamente, sotto il nostro orizonte dimora, de l'altra parte poi, comincia con la coda, et con la testa insieme, a mostrarsi sopra col grado 9 de lo Scorpione, & con la coda, a nascondersi col 1 grado del Cancro venendo al meridiano col 1 de la Libra, et la stella sua principale disegnata per g, non appar sopra il nostro orizonte.
Quadragesimaquinta. Il Lupo, con il piè sinistro dinanzi comincia ad apparire in oriente col grado 23 de lo Scorpione & a tornarsi con l'estremità de la coda, in occidente col grado 6 del Leone venendo al circol del mezo giorno col gra. 28 de la Libra la cui stella, che gli ha ne la gamba destra di dietro, notata ne la sua figure per a, nasce col grado 9 del Sagittario tramonta col 1 de la Vergine, & si fa meridiana, col gra. 8. de lo Scorpione.
Quadragesimasesta. L'Altare tutto si stà noi perpetuamente nascosto, saluo che vna stella, che gli ha nel primo grado, notata ne la figura per a, la qual appare in oriente, col grado 2 de Aquario tramonta col 12 de la Libra, & diuenta meridiana, col grado 16 del Sagittario.
Quadragesimasettima. La Corona australe comincia a venir fuora da l'oriente col grado 25 del Capricorno, et comincia a nascondersi in occidente, col grado 5 de lo Scorpione, arriuando al meridiano col grado 28 del Sagittario, la cui stella ch'ella ha nel principio del suo arco Australe, denotata per a, appare col grado 5 de Aquario tramonta col 13 Sagittario & diuenta meridiana, col grado 8 del Capricorno.
Quadragesimaottaua. Il Pesce australe comincia con la schena à mostrarsi nelle parti orientali col grado 22 de i Pesci & à tramontar con la coda, insieme con il grado 22 del Capricorno, arriuando al circol del mezo giorno, col grado 17 de Aquario, & la stella che gli ha ne la bocca, disegnata ne la sua figura per il carattere a, nasce col grado 1 del Capricorno, s’asconde col gra. 14 de Aquario et tocca il circol meridiano, col grado 7 de i Pesci.